13.01.2014 Views

Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Neurologia clinica e comportamentale<br />

informazioni utili sulla funzionalità delle connessioni cortico-corticali in questi<br />

pazienti.<br />

Ci proponiamo di selezionare due gruppi di 10 pazienti affetti da AD la<br />

metà in trattamento farmacologico con inibitori dell’acetilcolinesterasi ed<br />

altrettanti che non sono in terapia per non aver tollerato il farmaco. Lo studio<br />

verrà quindi condotto in due fasi. In una prima fase valuteremo il profilo di<br />

eccitabilità delle proiezioni parieto-motorie in questi pazienti a riposo al fine<br />

di valutare l’eventuale integrità funzionale. In una seconda sessione valuteremo<br />

l’attivazione di queste connessioni corticali durante semplici compiti di<br />

reaching. Il paradigma verrà quindi studiato nella fase di preparazione al<br />

movimento su segnale sonoro. I risultati verranno confrontati con quelli ottenuti<br />

su un analogo campione di soggetti sani di pari età e scolarità. Qualora i<br />

risultati mostrassero una disfunzione nella connettività corticale parietomotoria<br />

nei pazienti con AD, nostro intento sarebbe quello di estendere lo studio<br />

ai pazienti affetti da mild cognitive impairment (MCI) al fine di valutare il<br />

possibile utilizzo di questa metodica come marker di valutazione neurofisiologico<br />

nelle fasi precoci di malattia.<br />

A.3.6 – Modificazioni plastiche corticali indotte dalla stimolazione<br />

magnetica transcranica ripetitiva in pazienti affetti da malattia<br />

di Alzheimer: applicazioni riabilitative (Massimiliano Oliveri)<br />

Una serie di studi di morfovolumetria cerebrale (Fox et al., 1999; Good et al.,<br />

2002) ha recentemente fornito un sostegno alle evidenze anatomopatologiche<br />

(Braak et al., 1996) che dimostrano una degenerazione precoce del complesso<br />

ippocampale nel cervello dei pazienti affetti da malattia di Alzheimer (AD).<br />

Studi recenti di neuroimmagine funzionale hanno inoltre evidenziato un<br />

precoce deficit di attivazione del complesso ippocampale anche in soggetti<br />

sani, ma con rischio genetico di AD (Bookheimer et al., 2000). Tali studi<br />

hanno anche dimostrato la presenza di una iperattivazione metabolica di<br />

alcuni distretti cerebrali, come la rete parieto-frontale, in pazienti con AD iniziale.<br />

Tale iperattivazione è stata interpretata come compensatoria nelle fasi<br />

iniziali della patologia, e in almeno uno studio (Grady et al., 2003) essa correlava<br />

con l’accuratezza della prestazione in compiti di memoria a lungo termine.<br />

Uno studio condotto con la metodica della fMRI evento-correlata in<br />

pazienti AD durante esecuzione di un compito di denominazione di volti<br />

(Parente et al., 2005) ha evidenziato un deficit ippocampale bilaterale accompagnato<br />

da una iperattivazione della corteccia temporo-parietale e prefrontale.<br />

L’iperattivazione del circuito parieto-frontale non è stata in questo caso<br />

correlata alla prestazione nel compito mnemonico ma piuttosto all’attivazione<br />

compensatoria del sistema attenzionale. Altri studi suggeriscono d’altra parte<br />

un’anomalia delle interazioni parieto-frontali nei pazienti AD, secondaria<br />

ad una de-afferentazione colinergica tra aree anteriori e posteriori (Babiloni<br />

et al., 2004).<br />

Questi dati suggeriscono alcune ipotesi di intervento precoce nella AD,<br />

mirate al potenziamento plastico dell’attivazione dei circuiti inizialmente<br />

risparmiati dalla neurodegenerazione o di quelli iperattivi sin dalle fasi ini-<br />

2006 419

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!