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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Neurologia clinica e comportamentale<br />

tra marcatori genetici e biochimici di tipo immunologico e il deficit cognitivo<br />

in termini di caratteristiche qualitative e profilo evolutivo.<br />

Le cellule della microglia rappresentano i principali elementi effettori dell’immunità<br />

a livello del Sistema Nervoso Centrale (SNC). Tali cellule, rilasciando<br />

alcuni mediatori molecolari potenzialmente citotossici, quali citochine<br />

di tipo proinfiammatorio, radicali liberi, proteasi e proteine del complemento,<br />

rivestono un ruolo importante nella patogenesi e progressione di molti<br />

disordini neurologici di tipo neurodegenerativo. In particolare, la citochina<br />

IL-18 è stata recentemente proposta quale elemento chiave di alcuni processi<br />

neurodegenerativi (Felderhoff-Mueser et al., 2005). Si tratta di una citochina<br />

pro-infiammatoria, con molte caratteristiche in comune con l’IL-1 (come questa<br />

ultima è attivata dal taglio della caspasi-1) e che ha una funzione importante<br />

nella regolazione delle risposte immuni sia innate, sia acquisite (Gracie<br />

et al., 2003). A livello centrale IL-18 è prodotta da astrociti e microglia (Conti<br />

et al., 1999) e gioca un ruolo chiave come fattore inducente l’interferongamma<br />

(IFN-γ), che a sua volta attiva la microglia e contribuisce all’amplificazione<br />

della cascata infiammatoria che porta alla neurodegenerazione (Blasko<br />

et al., 2001). Nella Malattia di Alzheimer, nei cui processi patogenetici le cellule<br />

della microglia rivestono un ruolo centrale, la caspasi-1 è iper-espressa<br />

(Pompl et al., 2003) e IFN-γ sembra essere coinvolto, lo studio di IL-18 risulta<br />

essere molto promettente (Bossù et al., 2004). In particolare, come prosecuzione<br />

e ulteriore sviluppo della ricerca effettuata gli scorsi anni che aveva evidenziato<br />

l’associazione di polimorfismi del promotore di IL-18, con il rischio<br />

di sviluppare AD e con un outcome di malattia peggiore, e l’aumentata espressione<br />

di IL-18 nel siero e nelle cellule mononucleate dei pazienti AD rispetto<br />

ai controlli, il presente progetto si propone di approfondire lo studio nei<br />

pazienti MCI e AD dell’intero sistema connesso a IL-18, comprendente molecole<br />

antagoniste, catene recettoriali, relativi ligandi e altre molecole correlate.<br />

A tale scopo verrà valutata l’espressione di IL-18 e delle molecole ad essa<br />

correlate nel siero e nei PBMC isolati da un gruppo di soggetti di controllo, da<br />

un gruppo di pazienti con MCI e da un gruppo di pazienti con AD. Ogni gruppo<br />

di studio sarà costituito da 20 soggetti ben caratterizzati dal punto di vista clinico.<br />

Ogni soggetto sarà sottoposto, in seguito a consenso informato, ad un prelievo<br />

di circa 20 ml di sangue. Nel siero dei soggetti saranno valutati, mediante<br />

analisi immunoenzimatica, i livelli circolanti di IL-18 e del suo antagonista IL-18<br />

Binding Protein. Inoltre, con le cellule ottenute dagli stessi individui saranno<br />

effettuate delle stimolazioni in vitro e l’espressione di IL-18, IL-18 BP e delle due<br />

catene recettoriali di IL-18, verrà valutata mediante PCR quantitativa (Real Time<br />

PCR), saggi immunoenzimatici e citofluorimetrici. Allo scopo di verificare l’efficacia<br />

del sistema IL-18 quale possibile marcatore di patologia nell’AD, i risultati<br />

ottenuti da questa attività verranno comparati con i risultati derivati dallo studio<br />

clinico volto ad identificare e valutare gli aspetti funzionali, neuropsicologici e<br />

comportamentali della malattia, in funzione della sua evoluzione.<br />

– Blasko I., Ransmayr G., Veerhuis R., Eikelenboom P., Grubeck-Loebenstein B.<br />

(2001) J Neuroimmunol 116(1): 1-4.<br />

– Bossù P., Ciaramella A., Moro M.L., Spalletta G., Caltagirone C. (2004) Neurosci<br />

Res Commun 35: 193.<br />

2006 415

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