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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Sezione III: Attività per linea di ricerca corrente A<br />

umore depresso, diminuito affetto positivo o piacere in risposta a contatti<br />

sociali e attività usuali, isolamento o ritiro sociale, disturbi dell’appetito,<br />

disturbi del sonno, modificazione psicomotoria, irritabilità, faticabilità o perdita<br />

di energia, sentimenti di inutilità, disperazione o inappropriato senso di<br />

colpa, pensieri ricorrenti di morte; almeno un sintomo deve essere presente<br />

tra umore depresso o diminuito effetto positivo o piacere e i sintomi devono<br />

rappresentare un cambiamento rispetto al funzionamento precedente (criterio<br />

A); devono essere soddisfatti i criteri DSM-IV-TR per l’AD (criterio B); i<br />

sintomi causano disagio significativo o compromissione del funzionamento<br />

(criterio C); i sintomi non si manifestano esclusivamente nel corso di un delirium<br />

(criterio D), non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza<br />

(criterio E), né ad altre condizioni mediche generali o a disturbi psichiatrici<br />

(criterio F). Purtroppo questi set di criteri diagnostici per i BPSD sono ancora<br />

poco utilizzati a fini di ricerca e mai utilizzati a fini clinici.<br />

Uno dei fattori genetici di rischio sempre associato alla malattia di Alzheimer<br />

è la presenza dell’allele ApoE ε4. L’Apolipoproteina E (ApoE) è una lipoproteina<br />

plasmatica polimorfa coinvolta nel trasporto del colesterolo. Essa è<br />

codificata da un gene, presente nel cromosoma 19, che ha tre varianti alleliche<br />

denominate e 2, 3 e 4. Vari studi hanno dimostrato che la presenza di<br />

ApoE ε4 è uno dei più importanti fattori di rischio per lo sviluppo di AD. Essa<br />

influenza anche l’età d’esordio di AD. Infatti, la presenza dell’allele ε4 sembra<br />

essere associata a un’età precoce di esordio. Sulla base di evidenze che indicano<br />

come alcune isoforme dell’ApoE possano influenzare le manifestazioni<br />

psichiatriche nell’AD, e che l’AD e i disturbi psichiatrici hanno in comune<br />

alcune alterazioni dei circuiti neuronali e squilibri dei neurotrasmettitori, vari<br />

studi hanno indagato la relazione tra la presenza della variante allelica ApoE<br />

ε4 ed espressione comportamentale nell’AD. Tali studi non sono però arrivati<br />

a conclusioni definitive, soprattutto per quanto riguarda la relazione tra psicosi<br />

e ApoE. Ad esempio, Ramachandran e collaboratori hanno esaminato la<br />

relazione tra genotipi ApoE e manifestazioni psichiatriche nei pazienti con<br />

AD, in particolare depressione e sintomi psicotici, valutati sia come variabili<br />

continue che categoriali. I risultati dimostrano che i soggetti AD con genotipo<br />

ApoE ε3/4 presentavano una gravità sia di depressione che di psicosi, che era<br />

3 volte maggiore rispetto a quella dei pazienti dementi con altri genotipi e dei<br />

controlli. La spiegazione data è stata che l’ApoE ε4 aumenterebbe il rischio di<br />

sviluppare l’AD poiché in grado di alterare le proprietà della beta-amiloide o<br />

gomitoli neurofibrillari e ciò può predisporre i pazienti con allele ε4 ad una<br />

maggiore frequenza di sintomi psichiatrici. In particolare, pazienti AD con<br />

sintomi psicotici hanno un aumentato numero di placche senili e formazioni<br />

neurofibrillari nell’encefalo, soprattutto a livello del presubiculum per quanto<br />

riguarda le placche senili, e della parte mediale della corteccia frontale per<br />

quanto riguarda le formazioni neurofibrillari. I risultati di Ramachandran et<br />

al. (1996) sono stati successivamente confermati da Ballard e collaboratori e<br />

da Harwood e collaboratori.<br />

Ad ogni modo, vi sono dati controversi sulla relazione tra ApoE ε4 e presenza<br />

di sintomi psicotici nell’AD. Ad esempio, Lopez e collaboratori non trovano<br />

alcuna associazione tra sintomi psichiatrici e ApoE ε4, né per quanto<br />

410 2006

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