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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Sezione III: Attività per linea di ricerca corrente A<br />

– McDonald W.I., Compston A., Edan G., Goodkin D. et al. (2001) Ann Neurol 50(1):<br />

121-127.<br />

– Nocentini U., Rossini P.M., Carlesimo G.A., Graceffa A., Grasso M.G., Lupoi D.,<br />

Oliveri M., Orlacchio A., Pozzilli C., Rizzato B., Caltagirone C. (2001) Eur Neurol<br />

45(1): 11-18.<br />

A.1.2 – Analisi dei disturbi comportamentali<br />

nel Mild Cognitive Impairment e nella malattia di Alzheimer:<br />

differenze e similitudini (Giovanni Augusto Carlesimo)<br />

La malattia di Alzheimer (AD) è principalmente caratterizzata dal progressivo<br />

declino delle funzioni cognitive (memoria, abilità visuospaziali, prassie,<br />

linguaggio, funzioni esecutive).<br />

Tuttavia alterazioni comportamentali e sintomi neuropsichiatrici possono<br />

essere presenti sin dall’esordio della AD e diventano generalmente più frequenti<br />

e stabili nel corso della patologia (Lyketsos et al., 2000). Numerosi studi<br />

mostrano una prevalenza variabile tra il 25% e 80% (Lyketsos et al., 1999;<br />

Mega et al., 1996; Finkel et al., 1996) per i disturbi comportamentali e i sintomi<br />

psicologici (BPSD) (IPA 1996) durante il corso della malattia di Alzheimer e c’è<br />

un generale accordo nel considerare come sintomi più frequenti l’apatia<br />

(Marin et al., 1993), l’agitazione (Mega et al., 1996), la depressione (Burns et<br />

al. (1) , 1990), l’ansia (Shankar & Orrell, 2000) e i deliri (Burns et al. (2) , 1990),<br />

mentre altri sintomi quali disinibizione (Teri et al., 1992), allucinazioni (Burns<br />

et al. (3) , 1990), aggressività (Gilley et al., 1997), wandering, iperoralità e disturbi<br />

dell’alimentazione (Burns et al. (4) , 1990) sono presenti ma con una minor incidenza.<br />

In realtà studi molto recenti hanno evidenziato che la depressione, l’apatia,<br />

e l’ansia sono presenti fin dalle fasi precoci di malattia (Starkstein et al.,<br />

2005), mentre i disturbi psicotici e il comportamento motorio aberrante tendono<br />

a comparire nelle fasi più avanzate di demenza di Alzheimer (Piccininni<br />

et al., 2005). Inoltre, numerosi studi dimostrano che la presenza di disturbi<br />

comportamentali, come la depressione, aumentano a distanza di anni il rischio<br />

di sviluppare demenza di Alzheimer nella popo-lazione anziana normale (Wilson<br />

et al., 2002; Heun et al., 2006; Dal Forno et al., 2005).<br />

Recentemente grande interesse ha suscitato lo studio dei BPSD nel mild<br />

cognitive impairment (MCI) (Petersen et al., 2001) una condizione di compromissione<br />

cognitiva lieve che presenta un elevato rischio di evolvere in malattia di<br />

Alzheimer e considerata, quindi, in letteratura come espressione della fase preclinica<br />

di demenza. Numerosi studi infatti hanno documentato una elevata presenza<br />

di disturbi comportamentali quali depressione, irritabilità, apatia ed ansia<br />

già nel MCI (Feldman et al., 2004; Lyketsos et al., 2002; Forsell et al., 2003). Inoltre<br />

uno studio ha documentato che l’85% di soggetti affetti da MCI amnesico e<br />

depressione sviluppano, dopo tre anni, la Malattia di Alzheimer rispetto ad un<br />

37% di MCI amnesico che non presentano depressione. In aggiunta, un studio<br />

ha evidenziato che la presenza di depressione, irritabilità e aggressività non differisce<br />

tra MCI e pazienti affetti da AD lieve (Lopez et al., 2005).<br />

Scopo del presente lavoro è valutare l’incidenza e la gravità dei disturbi<br />

comportamentali in pazienti affetti da MCI e in pazienti affetti da AD.<br />

380 2006

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