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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Mild Cognitive Impairment: la fase preclinica di demenza<br />

e 24 mesi dall’inclusione nello studio di un omogeneo campione di pazienti<br />

affetti da MCI amnesico.<br />

I risultati sono in accordo con gli studi che affermano che il tasso di<br />

progressione in demenza dipende dal grado di deficit cognitivo di partenza<br />

(Morris et al., 2001), e che i pazienti che presentano un declino cognitivo<br />

coinvolgente più funzioni probabilmente possono rappresentare uno stadio<br />

molto iniziale di AD non ancora riconosciuto come tale (Morris et al., 2001).<br />

Caratterizzazione del profilo cognitivo al follow-up 24<br />

in un gruppo di pazienti MCI decliners e non-decliners<br />

Scopo di questo studio longitudinale, condotto su un campione altamente<br />

selezionato di soggetti con a-MCI era analizzare quali erano le caratteristiche<br />

cognitive mostrate al tempo dell’inclusione nello studio dei soggetti MCI decliners<br />

(MCI-AD) e MCI non-decliners (MCI); e individuare i markers predittivi<br />

di AD.<br />

Il nostro studio ha mostrato complessivamente che i soggetti MCI-AD fin<br />

dall’inclusione, pur essendo stati selezionati per un a-MCI, presentavano un<br />

profilo cognitivo differente dai soggetti che sarebbero rimasti dopo 24 mesi<br />

ancora MCI. Tali differenze negli MCI-AD rispetto agli MCI erano riscontrabili<br />

nella presenza di: (a) deficit subclinici che coinvolgevano anche ambiti<br />

diversi dalla memoria; (b) peggiori prestazioni in tutti gli indici di memoria<br />

esplicita a lungo termine.<br />

Caratterizzazione del profilo di cognitivo al follow-up 24<br />

in un gruppo di pazienti MCI ed MCI normalizzati<br />

Scopo di questo lavoro era individuare la presenza eventuale di caratteristiche<br />

cognitive che potessero essere distintive dei pazienti a-MCI che sarebbero<br />

rimasti MCI dopo il follow-up a 24 mesi ed i pazienti a-MCI che invece<br />

avrebbero mostrato una normalizzazione del profilo cognitivo. A questo<br />

scopo, come nei precedenti lavori, sono state confrontate le prestazioni ottenute<br />

dal gruppo degli MCI e degli MCI-N in tutte le prove della batteria neuropsicologica<br />

di screening. Inoltre le prestazioni ottenute alle prove del protocollo<br />

sperimentale dal gruppo di soggetti MCI e MCI-N sono state confrontate<br />

fra loro e anche con un gruppo di soggetti normali di controllo.<br />

Potrebbe essere ipotizzabile che il deficit di categorizzazione in questo<br />

gruppo di pazienti non dipenda tanto dal un disturbo mnesico in quanto tale<br />

ma che derivi dall’alterazione di altre capacità che non consentono di attuare<br />

una strategia di categorizzazione. Tale alterazione potrebbe riguardare<br />

ad esempio una maggiore difficoltà attentiva che non consente di accorgersi<br />

che le parole sono semanticamente correlate tra loro, oppure ad una più specifica<br />

difficoltà di tipo esecutivo. Tale ipotesi potrebbe essere supportata dal<br />

dato riportato nel presente studio secondo cui i soggetti MCI-N non ottenevano<br />

prestazioni migliori dei soggetti MCI in una prova che valuta le capacità<br />

esecutive.<br />

2006 299

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