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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Sezione II<br />

Contributo di variabili percettive e semantiche<br />

sui livelli di performance in un compito di denominazione<br />

in pazienti affetti da demenza degenerativa<br />

Gian Daniele Zannino<br />

Introduzione ed obiettivi<br />

La denominazione di figure, pur essendo un compito apparentemente semplice,<br />

richiede il concorso di una serie di sistemi cognitivi (Alario F.X.,<br />

Ferrand L. et al., 2004, Behavior Research Methods Instruments & Computers 36:<br />

140-155). Tra questi figurano un sistema preposto al riconoscimento visivo, una<br />

componente semantica, necessaria per attribuire un significato al percetto, e<br />

una componente lessicale, preposta alla produzione orale della parola corrispondente.<br />

Uno dei fenomeni patologici più studiati, osservabile in un compito<br />

di denominazione, è una compromissione categoria specifica, caratterizzata<br />

cioè da un livello di performance variabile a seconda della categoria semantica<br />

a cui appartengono le figure da denominare. In genere le categorie più compromesse<br />

risultano essere quelle degli esseri viventi (animali e piante), mentre<br />

indenni o relativamente poco deficitarie risultano le competenze sulle categorie<br />

non-viventi quali veicoli, mobili, utensili (Capitani E., Laiacona M. et al., 2003,<br />

Cogn Neuropsychol 20: 213-261; Gainotti G., 2000, Cortex 36: 539-559). Alla molteplicità<br />

di sistemi preposti allo svolgimento corretto del naming, corrisponde<br />

una molteplicità di possibili loci funzionali associati ad una sua compromissione<br />

patologica. Di conseguenza l’effetto categoriale è stato variamente ricondotto<br />

a deficit a carico del sistema visivo, semantico e lessicale.<br />

Le ricerche effettuate negli ultimi 15 anni hanno dimostrato che le prestazioni<br />

di gruppo di soggetti affetti da demenza di Alzheimer sono in genere più<br />

compromesse nelle categorie dei viventi (Watmough C., Chertkow H. et al.,<br />

2003, Brain and Language 84: 134-147). In considerazione dell’ormai assodato<br />

deficit semantico che si associa a questa patologia, tale effetto è stato interpretato<br />

come il risultato di una degradazione differenziale della memoria<br />

semantica nei due domini.<br />

Scopo della presente ricerca era stabilire in che misura il deficit categoriale<br />

origini effettivamente al livello semantico ed in che misura vi concorrano<br />

invece eventuali fenomeni ascrivibili al livello visivo dei processi di elaborazione.<br />

A tale scopo un gruppo di soggetti affetti da malattia di Alzheimer è<br />

stato sottoposto ad un compito di denominazione in diverse condizioni, che<br />

prevedevano la manipolazione di alcune variabili percettive mantenendo<br />

costanti le variabili concettuali.<br />

Materiali e metodi<br />

Soggetti: 10 pazienti affetti da malattia di Alzheimer (AD) e 10 soggetti<br />

sani (NC) paragonabili per età e scolarità.<br />

Compito sperimentale: denominazione di 64 disegni schematici in b/n (Dis)<br />

e 64 foto a colori (Fot), rappresentanti gli stessi concetti equamente suddivisi<br />

270 2006

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