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Solo testo.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Sezione II<br />

orexinergici è stata correlata con patologie come la narcolepsia, le disfunzioni<br />

alimentari e le dipendenze farmacologiche. Se gli aspetti odologici e neurofunzionali<br />

dei neuroni orexinergici sono stati parzialmente chiariti, gli aspetti<br />

elettrofisiologici e neurochimici sono invece oggetto di intensa attività di<br />

ricerca. Infatti i neuroni orexinergici presentano un’attività elettrica tonica tra<br />

le più intense tra quelle conosciute nel sistema nervoso, che non dipende dalla<br />

presenza di canali ionici voltaggio-dipendenti e la cui disfunzione è stata correlata<br />

con aspetti patologici.<br />

È stato suggerito che l’attività elettrica sia modulata dalla presenza di<br />

recettori purinergici P2X sul corpo cellulare in grado di fornire ioni calcio in<br />

maniera voltaggio-indipendente (Wollmann G., Acuna-Goycolea C., Van Den<br />

Pol A.N., 2005, J Neurophysiol 94(3): 2195-206). In particolare è stato ipotizzato<br />

che l’attività elettrica sia regolata principalmente dalla subunità P2X 2<br />

.<br />

Tale ipotesi ha ricevuto conferma sperimentale da un successivo lavoro svolto<br />

dal nostro gruppo che ha dimostrato con metodiche di immunoistochimica<br />

ed ibridizzazione in situ che effettivamente la subunità P2X 2<br />

, e solo quella, è<br />

presente su tutti i neuroni orexinergici (Florenzano F., Viscomi M.T. et al.,<br />

2006, J Comp Neurol 498(1): 58-67). La presenza della subunità P2X 2<br />

presenta<br />

un particolare interesse, in quanto essa ha dimostrato di essere un fattore di<br />

attivazione della risposta cellulare in diversi paradigmi di lesione (Florenzano<br />

F., Viscomi M.T. et al., 2006, Adv Exp Med Biol 557: 77-100). La possibilità di<br />

agire farmacologicamente con agonisti ed antagonisti sulla subunità P2X 2<br />

potrebbe rappresentare un possibile bersaglio terapeutico per cercare di proteggere<br />

i neuroni orexinergici da fenomeni degenerativi.<br />

Interazioni fra ossido nitrico e recettori purinergici in modelli di lesione del<br />

SNC. Un fattore ben conosciuto e noto per avere un ruolo molto importante nei<br />

fenomeni di degenerazione è l’ossido nitrico (NO), prodotto dal suo enzima<br />

ossido nitrico sintetasi (NOS). Il sistema nitrergico è presente nella maggioranza<br />

dei tessuti dove risulta coinvolto in diverse funzioni sia in condizioni fisiologiche<br />

che patologiche. Attualmente, agonisti del sistema nitrergico sono inseriti in<br />

diversi protocolli di sperimentazione clinica. Anche il sistema purinergico è presente<br />

nella maggioranza dei tessuti dove svolge diverse funzioni fisiologiche. Nel<br />

SNC, sono stati prodotti una serie di dati molto interessanti che dimostrano<br />

come il sistema purinergico risulti attivato dopo lesione in neuroni e glia. In particolare,<br />

in modelli di assotomia del centrale e del periferico sono state osservate<br />

attivazioni delle subunità P2X 1<br />

e P2X 2<br />

ristrette alle popolazioni neuronali i cui<br />

assoni erano stati danneggiati dalla lesione. Tali attivazioni coincidevano spazialmente<br />

e temporalmente con l’attivazione della NOS evidenziando la presenza<br />

di un’interazione tra i due sistemi nella risposta neuronale al danno assonale<br />

(Florenzano F., Viscomi M.T. et al., 2006, Adv Exp Med Biol 557: 77-100).<br />

Il significato di questa interazione non è ancora stato chiarito e sono stati<br />

suggeriti sia effetti neuroprotettivi che degenerativi (Florenzano F., Viscomi<br />

M.T. et al., 2007, Do ATP and NO interact in the CNS?, Prog Neurobiol in preparation).<br />

La presenza di un’interazione tra i sistemi purinergici e nitrergici suggerisce<br />

l’esistenza di una componente di stress nitroso-ossidativo associata alla<br />

finestra temporale di sviluppo delle lesioni secondarie.<br />

238 2006

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