Linea G.pdf - Fondazione Santa Lucia
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Ricerca clinica traslazionale<br />
• Il terzo obiettivo è quello di evidenziare una eventuale correlazione fra<br />
sede della lesione cerebrale, tramite RM encefalo, ed insorgenza del dolore di<br />
spalla.<br />
Verranno inclusi tutti i pazienti ricoverati nel nostro reparto con primo episodio<br />
ictale (ischemico o emorragico) verificatosi nei precedenti 0-12 mesi, di<br />
età compresa fra 18 e 80 anni. Verranno esclusi pazienti con anamnesi positiva<br />
per traumi di spalla o patologie di spalla precedenti all’ictus o condizioni favorenti<br />
le patologie di spalla, come tireopatie e alterazioni discali del tratto cervicale;<br />
e pazienti con gravi deficit cognitivi e/o del linguaggio.<br />
I pazienti arruolati saranno sottoposti a:<br />
– Valutazione della funzione motoria dell’arto superiore tramite Chedoke<br />
Mc Master Arm and Hand Inventory (CAHAI).<br />
– Valutazione del dolore tramite VAS.<br />
– Valutazione della soglia del dolore tramite algometro.<br />
– Valutazione della spasticità tramite scala di Ashworth.<br />
– Valutazione della motilità attiva (quando presente) e passiva di spalla in<br />
abduzione, flesso-estensione, extra e intra-rotazione tramite goniometro standard.<br />
– Valutazione di eventuali deficit della sensibilità superficiale e profonda<br />
e di neglect tramite esame clinico e tests neuropsicologici.<br />
I pazienti con spalla dolorosa (VAS > 4) che persiste da oltre 7 giorni nonostante<br />
la FKT standard, verranno sottoposti a:<br />
– Valutazione di eventuale sublussazione inferiore della gleno-omerale<br />
tramite esame clinico e Rx spalla in proiezione AP.<br />
– Valutazione di eventuali alterazioni delle strutture periarticolari di<br />
spalla tramite ecografia della spalla e RM della spalla.<br />
– Valutazione della sede della lesione cerebrale tramite RM encefalo per evidenziare<br />
una eventuale correlazione fra sede e insorgenza del dolore di spalla.<br />
G.1.5 – Influenza prognostica dell’incremento dei livelli ematici<br />
della Proteina C-reattiva e del Fibrinogeno sul recupero<br />
funzionale dei pazienti con stroke ischemico (Elio Troisi)<br />
Lo studio si inserisce nel filone che indaga sui fattori predittivi sull’outcome<br />
funzionale dei pazienti con ictus. In questo filone si inseriscono numerose<br />
ricerche che hanno evidenziato una stretta correlazione tra livelli ematici<br />
di fibrinogeno e precoci segni di aterosclerosi in individui asintomatici per<br />
patologie cerebrovascolari. Elevati livelli di fibrinogeno possono essere considerati<br />
indicatori, oltre a contribuire alla loro genesi, della formazione e della<br />
progressione delle placche aterosclerotiche. L’aumento dei livelli di fibrinogeno<br />
ematico è stato identificato come un importante fattore di rischio per futuri<br />
eventi cardio-cerebrovascolari in alcuni studi prospettici a lungo termine in<br />
individui sani ed in pazienti con coronaropatia. Il fibrinogeno sembra incrementarsi<br />
nella prima fase acuta dopo un evento cerebrovascolare insieme ad<br />
2006 583