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Linea G.pdf - Fondazione Santa Lucia

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Ricerca clinica traslazionale<br />

G.6.2 – Validazione di metodiche di misura del movimento e delle funzioni<br />

cognitive da applicare ai disturbi funzionali conseguenti<br />

ad encefalopatia vascolare come strumento utile a fini riabilitativi<br />

(Maura Bragoni)<br />

G.6.3 – Sviluppo di protocolli e linee guida per il trattamento per l’impiego<br />

delle tecniche di stimolazione magnetica transcranica<br />

nel recupero funzionale nello stroke (Marco Molinari)<br />

G.6.4 – Trattamento riabilitativo con uso di biofeedback elettromiografico<br />

e articolare in pazienti con esiti di stroke (Luca Pratesi)<br />

G.6.5 – Trattamento riabilitativo con uso di apparecchiature per scarico<br />

parziale del peso corporeo in pazienti con esiti di stroke (Luca Pratesi)<br />

G.6.6 – Effetti dell’esercizio fisico regolare sullo stile di vita, lo stato<br />

funzionale e psicologico del soggetto anziano (Marco Traballesi)<br />

G.6.7 – Studio longitudinale degli adattamenti cardiovascolari e metabolici<br />

in atleti disabili di alto livello praticanti nuoto (Marco Traballesi)<br />

G.1.1 – Efficacia ed efficienza del trattamento riabilitativo ospedaliero<br />

in pazienti con grave e recente disabilità post-ictale<br />

(Stefano Paolucci)<br />

La riabilitazione è l’unico trattamento oggi disponibile che sia in grado<br />

di ridurre la disabilità conseguente ad un episodio cerebrovascolare e di<br />

migliorare la prognosi funzionale, nel senso di riduzione dei casi di istituzionalizzazione<br />

e di dipendenza grave. Per ottimizzare le risorse disponibili<br />

sono stati identificati alcuni chiari fattori prognostici, come l’età, la gravità<br />

della lesione neurologica, i deficit neuropsicologici e l’intervallo pre-riabilitativo.<br />

Ma a chi deve essere destinato un trattamento riabilitativo in regime<br />

di ricovero?<br />

Esiste infatti in letteratura una questione molto dibattuta, ovvero se riservare<br />

le risorse disponibili ai casi medio-leggeri, con prognosi funzionale<br />

ovviamente migliore (tesi sostenuta essenzialmente negli USA), o trattare<br />

anche i casi più gravi, con conseguente maggiore dispersione delle risorse.<br />

Nella situazione italiana al momento non esiste alcun tipo di sbarramento,<br />

ma aumentare le conoscenze in questo campo potrebbe essere utile in modo<br />

da poter ottimizzare le risorse disponibili. Va infatti rilevato che l’allungamento<br />

della vita media e il progressivo invecchiamento della popolazione e la<br />

contemporanea riduzione della mortalità post-ictale nelle fasi acute provocherà<br />

nei prossimi anni un aumento dei casi con elevata disabilità e che<br />

richiedono pertanto trattamento riabilitativo.<br />

Lo studio si propone di valutare l’efficacia e l’efficienza del trattamento<br />

riabilitativo ospedaliero in pazienti con grave e recente disabilità post-ictale,<br />

ovvero ricoverati entro 1 mese dall’evento ictale e con grave disabilità (punteggio<br />

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