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Nel mondo dell’aria, con i piedi per terra<br />
Ricciarda Avesani<br />
A San Pelagio, presso Padova, nonna Bianca Zavorra<br />
arrivò in calesse, più di 50 anni fa; era suo<br />
il castello di campagna che oggi, la nipote, Ricciarda<br />
Avesani, cura con l’amore smisurato che<br />
solo i legami sinceri possono stringere. ”Sono<br />
sola ed ho paura- ha spiegato- sono l’erede di<br />
quel mondo e mi devo ingegnare a salvarlo. Mi<br />
guardo intorno e penso: che posso fare? Mi sono<br />
ricordata di un’idea di mio padre: trasformare<br />
San Pelagio in una piccola impresa che potesse<br />
dare un reddito. L’idea era quella di valorizzare<br />
l’<strong>event</strong>o storico che si era svolto durante la prima<br />
guerra mondiale: il volo di d’Annunzio per Vienna<br />
partì proprio da qui. Ed ecco che nelle grandi<br />
sale spogliate da ladri e dai parenti, si sono installati<br />
gli spiriti dei pionieri del volo, le divise,<br />
i modelli, i progetti”. Per far arrivare i turisti in<br />
quest’oasi fuori dal tempo, la volitiva contessa<br />
ha anche aperto un ristorante dove lei stessa<br />
serve in tavola, apparecchia e sparecchia, se ce<br />
n’è bisogno. Per le circa 20.000 presenze annuali<br />
che varcano i portoni, ha pensato a dar vita a due<br />
labirinti, perché il mito del volo è legato anche a<br />
questa tipologia di giardino. Il “Museo dell’aria”<br />
è nato così e così va avanti, con fatica ma con<br />
il sorriso dolcissimo di una bella signora che si<br />
è rimboccata le maniche perché nonna Bianca<br />
possa essere contenta del suo castello e di chi<br />
l’ha ereditato.<br />
Un film per<br />
ricordare<br />
cosa?<br />
E’ uscito in anteprima a Padova il film “La prima<br />
linea”, tratto dal libro del terrorista Sergio Segio<br />
“Miccia Corta”, con Riccardo Scamarcio e Giovanna<br />
Mezzogiorno; ne è nato un dibattito nazionale.<br />
Il film è ben fatto e ben recitato, non<br />
mette in luce positiva gli assassini e non li rende<br />
certo attraenti. Dov’è il problema? Il film non doveva<br />
partire come base dal libro del terrorista ma,<br />
piuttosto, doveva mettere in luce le ideologie di<br />
chi è morto; si poteva far fare al giudice o all’operaio<br />
la parte principale, quella dell’eroe perché un<br />
“eroe”, anche negativo, è sempre eroico per chi lo<br />
guarda al cinema! Le mani che, armate di pistola,<br />
negli anni ’70, seminarono morte tra brave persone,<br />
in nome di falsi ideali, oggi hanno scritto ciò<br />
che ha preso corpo in un film. La comunicazione<br />
continua, la visibilità accende ancora i riflettori su<br />
individui che dovrebbero tacere. I giovani di oggi<br />
avranno altre strade per conoscere gli <strong>event</strong>i.<br />
Segio ha scontato la pena, 22 anni al posto dell’ergastolo;<br />
cosa dire dell’”ergastolo del dolore” a cui<br />
nessuno sconto di pena può dar sollievo? Così<br />
ha commentato il film, Giuseppe Galli, figlio del<br />
giudice Guido Galli, ucciso da Segio: “Mentre Sergio<br />
Segio può uscire con la seconda edizione del<br />
libro da cui è stato tratto il film, Guido Galli esiste<br />
solo perché ha 17 mesi ed è mio figlio”.( intervista<br />
da “Il Corriere della sera”).<br />
A casa di<br />
Alessandra<br />
Moschini per<br />
esaudire<br />
il sogno<br />
Le signore padovane, con la loro festosa presenza,<br />
hanno stupito le organizzatrici, Beatrice<br />
Zunino Reggio, Giulia Tucci, Antonella Danese,<br />
Tan-Kiu Morin, Lenka Kosikova. L’invito diceva di<br />
recarsi a casa delle amiche del “Sogno di Stefano”<br />
per acquistare oggetti, capi di abbigliamento,<br />
arredi per la casa. Il ricavato sarebbe andato a<br />
sostenere l’iniziativa “Il sogno di Stefano”, nata a<br />
Padova per aiutare i bambini malati di gravi patologie.<br />
La risposta è stata generosa, come spesso<br />
succede a Padova quando la gente è chiamata<br />
per aiutare chi ha bisogno.<br />
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