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Diagnosi e trattamento di arrossamenti<br />

dell’occhio da parte del medico di base<br />

HOLLY CRONAU, RAMANA REDDY KANKANALA, THOMAS MAUGER<br />

Ohio State University College of Medicine, Columbus, Ohio, USA<br />

L’arrossamento dell’occhio è il segno cardinale di un’infiammazione oculare. La condizione è in genere<br />

benigna e può essere trattata dal medico di base. La causa più frequente sono le congiuntiviti. Altre<br />

cause frequenti comprendono blefarite, abrasioni corneali, presenza di corpi estranei, emorragie sottocongiuntivali,<br />

cheratite, irite, glaucoma, lesioni chimiche e sclerite. I segni ed i sintomi comprendono<br />

essudazione, arrossamento, fotofobia, prurito, alterazioni visive. Le congiuntiviti batteriche e virali<br />

sono in genere condizioni autolimitanti, e le complicanze gravi sono rare. Dal momento che non esiste<br />

un test diagnostico specifico per distinguere tra congiuntiviti virali e congiuntiviti batteriche, la maggior<br />

parte delle forme viene trattata con la somministrazione topica di antibiotici ad ampio spettro.<br />

Congiuntiviti possono essere causate anche da allergie o da sostanze irritanti. Una dettagliata raccolta<br />

anamnestica consente in genere di identificare la causa responsabile dell’arrossamento dell’occhio; il<br />

trattamento dipende dalla causa eziologica. Un aspetto di importanza fondamentale, dal punto di vista<br />

del ruolo del medico di base, riguarda il riconoscimento dei casi in cui occorre indirizzare il paziente ad<br />

un oftalmologo. L’intervento dello specialista è necessario nelle seguenti condizioni: dolore intenso che<br />

non risulta alleviato dall’applicazione di anestetici topici; necessità di somministrare corticosteroidi topici;<br />

presenza di diminuzione della capacità visiva, copiosa essudazione purulenta, interessamento corneale,<br />

lesioni traumatiche dell’occhio, recenti interventi chirurgici oculari, alterazioni pupillari, infezione<br />

erpetica, infezioni ricorrenti. (Am Fam Physician. 2010; 81 (2): 137-144, 145. Copyright © 2010<br />

American Academy of Family Physicians).<br />

dell’occhio è una delle condizioni<br />

oftalmologiche più frequentemente seguite<br />

dal medico di base. L’arrossamento può L’arrossamento<br />

essere causato da un’infiammazione, che può riguardare<br />

praticamente qualsiasi componente dell’occhio,<br />

comprese le ghiandole lacrimali e le palpebre, oppure<br />

da alterazioni del film di liquido lacrimale. Il medico<br />

di base è spesso in grado di trattare in maniera efficace<br />

queste condizioni. Un compito di importanza cruciale,<br />

per il medico di base, riguarda il riconoscimento dei<br />

casi in cui è necessario l’intervento di un oftalmologo.<br />

Cause di arrossamento oculare<br />

La congiuntivite è la causa più frequente di arrossamento<br />

oculare, ed è una delle principali indicazioni<br />

alla somministrazione di antibiotici. 1 Le cause di congiuntivite<br />

possono essere infettive (es. virali, batteriche,<br />

da clamidia) o non-infettive (allergiche o da sostanze<br />

irritanti). 2 La maggior parte dei casi di congiuntivite<br />

virale o batterica è autolimitante. Altre frequenti<br />

cause di arrossamento oculare comprendono<br />

blefarite, abrasioni corneali, presenza di corpi estranei,<br />

emorragie sottocongiuntivali, cheratite, irite, glaucoma,<br />

lesioni chimiche, sclerite.<br />

Un’accurata raccolta anamnestica e l’esame obiettivo<br />

possono fornire indizi circa l’eziologia dell’arrossamento<br />

dell’occhio (Figura 1). La raccolta anamnestica<br />

deve indagare su monolateralità/bilateralità, durata<br />

dei sintomi, tipo ed entità dell’essudazione, alterazioni<br />

visive, intensità del dolore, fotofobia, precedenti trattamenti,<br />

presenza di allergie o di patologie sistemiche,<br />

utilizzazione di lenti a contatto. L’esame obiettivo<br />

deve riguardare anche palpebre, sacco lacrimale, dimensioni<br />

della pupilla e reazione alla luce, interessamento<br />

della cornea, pattern e localizzazione dell’iperemia.<br />

Il medico deve esaminare anche i linfonodi preauricolari<br />

e valutare l’acutezza visiva. Le cause più frequenti<br />

di arrossamento dell’occhio e la loro presentazione<br />

clinica sono riassunte in Tabella 1. 2-11<br />

Diagnosi e trattamento<br />

Congiuntivite virale<br />

La congiuntivite virale da adenovirus è altamente contagiosa,<br />

mentre le congiuntiviti causate da altri virus<br />

(ad esempio da herpes virus) presentano una minore<br />

tendenza alla diffusione. La congiuntivite virale solitamente<br />

si trasmette mediante contatto diretto con dita<br />

contaminate, strumenti medici, acqua di piscine od<br />

oggetti personali. Le congiuntiviti virali si associano<br />

spesso a diffusione di infezioni delle vie respiratorie<br />

superiori attraverso la tosse. La sintomatologia delle<br />

congiuntiviti virali è solitamente lieve, con remissioni<br />

spontanee che si presentano in genere dopo 1-2 settimane.<br />

3 Il trattamento è di supporto, e può compren-<br />

13 - aprile 2011 - Minuti


Figura 1.<br />

Algoritmo per la diagnosi della causa<br />

responsabile di un arrossamento dell’occhio<br />

Il paziente si presenta con un arrossamento dell’occhio<br />

Dolore lieve o nessun<br />

dolore, visione normale<br />

o lievemente offuscata<br />

Focale<br />

Episclerite<br />

No<br />

Iperemia<br />

Emorragia<br />

sottocongiuntivale<br />

Intermittente<br />

Secchezza<br />

oculare §<br />

Acquosa o sierosa<br />

Prurito<br />

Da lieve a nessuna<br />

Diffusa<br />

Essudazione?<br />

Congiuntivite virale Congiuntivite allergica<br />

NOTA: Blefarite, orzaiolo e calazio sono associati ad una palpebra<br />

arrossata, tumefatta e dolente alla palpazione; altri sintomi<br />

sono rari.<br />

*<br />

I pazienti con abrasione corneale possono lamentare dolore intenso,<br />

ma possono essere trattati dal medico di base.<br />

§<br />

Lacrimazione paradossa dell’occhio<br />

14 - aprile 2011 - Minuti<br />

Sì<br />

Dolore *<br />

Infezione<br />

da clamidie<br />

Dolore di intensità<br />

intermedia o intenso<br />

Diminuzione della capacità<br />

visiva, alterazioni<br />

pupillari, interessamento<br />

corneale<br />

Rash vescicolare (cheratite<br />

erpetica), grave essudazione<br />

muco-purulenta<br />

(congiuntivite batterica<br />

iperacuta), cheratite, ulcere<br />

corneali, glaucoma<br />

ad angolo acuto, irite,<br />

lesioni traumatiche,<br />

lesioni chimiche, sclerite<br />

Invio urgente<br />

ad un oftalmologo<br />

Continua<br />

Muco-purulenta<br />

o purulenta<br />

Congiuntivite<br />

batterica acuta<br />

Di gravità intermedia o grave<br />

dere l’applicazione di impacchi freddi, decongestionanti<br />

oculari, lacrime artificiali. La somministrazione<br />

topica di antibiotici è raramente necessaria, in quanto<br />

le infezioni batteriche secondarie sono infrequenti. 12<br />

Per prevenire la trasmissione di congiuntiviti virali il<br />

paziente deve essere adeguatamente istruito a lavarsi<br />

accuratamente e frequentemente le mani, e ad evitare<br />

la condivisione di oggetti; i pazienti che lavorano in<br />

contatto con alimenti e gli operatori sanitari devono<br />

interrompere il lavoro fino alla cessazione dell’essudazione;<br />

i medici devono pulire i propri strumenti ogni<br />

volta che li usano. 13 Il paziente deve essere indirizzato<br />

ad un oftalmologo nei casi in cui i sintomi non si risolvono<br />

dopo 7-10 giorni, oppure in presenza di un interessamento<br />

corneale. 4 La somministrazione topica di<br />

corticosteroidi, con qualsiasi indicazione, va condotta<br />

solo sotto la supervisione diretta di un oftalmologo. 5,12<br />

L’intervento immediato di uno specialista è indicato<br />

anche quando si sospetta un’infezione erpetica.<br />

Congiuntivite batterica<br />

Le congiuntiviti batteriche sono altamente contagiose,<br />

e la loro trasmissione avviene principalmente attraverso<br />

il contatto diretto con dita contaminate. 2 In base<br />

alla durata ed alla gravità dei segni e dei sintomi le<br />

congiuntiviti batteriche possono essere suddivise in<br />

forme iperacute, acute o croniche. 4,12<br />

In soggetti adulti sessualmente attivi la congiuntivite<br />

batterica iperacuta è spesso associata ad un’infezione<br />

da Neisseria gonorrhoeae. L’infezione presenta un’insorgenza<br />

improvvisa ed una rapida progressione, che può<br />

condurre alla perforazione della cornea. L’infezione è<br />

caratterizzata da una copiosa essudazione purulenta,<br />

con dolore e diminuzione della capacità visiva. I pazienti<br />

devono essere prontamente indirizzati ad un oftalmologo,<br />

e necessitano di un trattamento aggressivo.<br />

4,12 La congiuntivite batterica acuta rappresenta la<br />

forma di congiuntivite batterica con la quale il medico<br />

di base ha più frequentemente a che fare. I segni ed i<br />

sintomi persistono per meno di 3-4 settimane. Nei pazienti<br />

adulti la causa è frequentemente un’infezione da<br />

Staphylococcus aureus, mentre in età pediatrica sono più<br />

frequenti le infezioni da Streptococcus pneumoniae e da<br />

Haemophilus influenzae. La congiuntivite batterica cronica<br />

è caratterizzata da segni e sintomi che persistono<br />

per almeno 4 settimane, con frequenti recidive. 2 Anche<br />

in questi casi i pazienti vanno indirizzati ad un oftalmologo.<br />

Esami di laboratorio per l’identificazione dei batteri<br />

responsabili e per la determinazione della sensibilità<br />

agli antibiotici vanno condotti solo nei pazienti con<br />

infezioni gravi, nei pazienti immunodepressi, nei pazienti<br />

portatori di lenti a contatto, nei neonati, nonché<br />

nei casi in cui il trattamento iniziale non ha successo. 4,15


Sistema SORT (Strength of Recommendation Taxonomy, Tassonomia della forza delle evidenze):<br />

Indicazioni per la pratica clinica<br />

Indicazione clinica<br />

Per ridurre la diffusione di una congiuntivite acuta virale è importante una buona igiene, che<br />

deve comprendere un meticoloso lavaggio delle mani<br />

Nel trattamento di una congiuntivite batterica acuta può essere utilizzato qualsiasi antibiotico<br />

oftalmico; i tassi di cura descritti con i diversi farmaci sono infatti simili<br />

Una congiuntivite allergica lieve può essere trattata con un farmaco da banco anti-istaminico/<br />

vasocostrittore, oppure in maniera più efficace con un farmaco topico antagonista di seconda<br />

generazione dei recettori istaminici H1<br />

Livello di<br />

evidenza<br />

Referenze<br />

bibliografiche<br />

C 2,4<br />

A 23,26<br />

C 15<br />

Per la secchezza oculare di gravità intermedia sono indicati farmaci anti-infiammatori (es. ciclosporina<br />

C 32<br />

topica, corticosteroidi topici) e gli acidi grassi omega-3 per via sistemica<br />

I pazienti con blefarite cronica che non rispondono in maniera adeguata agli interventi di igiene<br />

C 4,33<br />

della palpebra e alla somministrazione topica di antibiotici possono trarre beneficio dalla<br />

somministrazione orale di tetraciclina o di doxiciclina<br />

A = Evidenza coerente, di buona qualità ed orientata sul paziente; B = evidenza orientata sul paziente, scarsamente coerente o di qualità<br />

limitata; C = opinione generale, evidenza orientata sulla malattia, pratica clinica usuale, opinione di esperti, serie di casi clinici.<br />

Per informazioni sul sistema SORT di valutazione delle evidenze, si veda al sito http://www.aafp.org/afpsort.xml<br />

A causa delle difficoltà nella distinzione clinica tra<br />

congiuntivite batterica e congiuntivite virale, nel trattamento<br />

delle congiuntivite acute infettive vengono in<br />

genere somministrati antibiotici topici. I benefici associati<br />

al trattamento antibiotico comprendono un recupero<br />

più rapido del paziente, un ritorno più precoce<br />

alle attività lavorative o scolastiche, la prevenzione di<br />

ulteriori complicanze ed una diminuzione del numero<br />

di visite mediche. 2,6,16<br />

Una meta-analisi riguardante 5 studi clinici randomizzati<br />

e controllati ha dimostrato che le congiuntiviti<br />

batteriche sono autolimitanti (il 65% dei pazienti<br />

presenta un miglioramento entro 2-5 giorni anche in<br />

assenza di un trattamento antibiotico), e che le complicanze<br />

gravi sono rare. 2,7,16-19 Batteri patogeni vengono<br />

isolati solamente nel 50% dei casi con diagnosi<br />

clinica di congiuntivite batterica. 8,16 La somministrazione<br />

di antibiotici, inoltre, è associata ad un rischio di<br />

antibiotico-resistenza, a costi economici più elevati<br />

per il paziente, ad un’eccessiva “medicalizzazione” di<br />

malattie minori. 4,20-22 In molti pazienti con congiuntivite<br />

batterica acuta, pertanto, il medico può decidere<br />

di ritardare il trattamento antibiotico (Tabella 2). 2,9 La<br />

decisione va presa in maniera congiunta tra medico e<br />

paziente; quando vengono adeguatamente informati<br />

circa la natura autolimitante della patologia molti pazienti<br />

sono disponibili a ritardare il trattamento antibiotico.<br />

Negli Stati Uniti alcuni istituti scolastici richiedono,<br />

prima di riammettere a scuola uno studente<br />

assente a causa di una congiuntivite, un trattamento<br />

antibiotico di almeno 2 giorni; 7 fattori di questo genere<br />

vanno ovviamente tenuti in considerazione nelle<br />

decisioni terapeutiche.<br />

Studi di confronto sull’efficacia di diversi trattamenti<br />

antibiotici oftalmici non hanno evidenziato una superiorità<br />

di un trattamento rispetto ad altri. 23-26 La scelta<br />

dell’antibiotico da somministrare va condotta sulla<br />

base di un’analisi del rapporto costi/benefici, nonché<br />

sui pattern di resistenza agli antibiotici. Nei casi in cui<br />

l’infezione non migliora dopo una settimana di trattamento<br />

il paziente deve essere indirizzato ad un oftalmologo.<br />

4,5<br />

Congiuntivite da clamidia<br />

Una congiuntivite da clamidia va sospettata in pazienti<br />

sessualmente attivi, con segni e sintomi tipici, e<br />

che non rispondono ad un trattamento antibatterico<br />

standard. 2 I pazienti con congiuntivite da clamidia<br />

possono presentare anche una congiuntivite follicolare<br />

cronica. In questi casi un esame con reazione a catena<br />

polimerasica condotto su campioni ottenuti mediante<br />

striscio congiuntivale è in genere diagnostico, ma può<br />

non essere necessario. Il trattamento comprende la<br />

somministrazione topica di una pomata oftalmica con<br />

eritromicina, nonché la somministrazione orale di azitromicina<br />

(dose singola da 1 g) o di doxiciclina (100<br />

mg 2 volte al giorno per 10 giorni) per il trattamento<br />

dell’infezione genitale. 4 Il trattamento deve riguardare<br />

anche il partner sessuale del paziente.<br />

Congiuntivite allergica<br />

La congiuntivite allergica è spesso associata a malattie<br />

15 - aprile 2011 - Minuti


Tabella 1. Diagnosi differenziale in un paziente con arrossamento dell’occhio<br />

Condizione Segni Sintomi Cause<br />

Congiuntivite<br />

Virale Visione normale; pupille isocoriche<br />

e isocicliche normoreagenti alla<br />

luce normali; iperemia congiuntivale<br />

diffusa (arrossamento); linfoadenopatia<br />

pre-auricolare; follicoli<br />

linfatici alla superficie interna<br />

della palpebra<br />

Herpes zoster<br />

oftalmico<br />

Batterica<br />

(acuta<br />

e cronica)<br />

Batterica<br />

(iperacuta)<br />

Clamidie<br />

(congiuntivite<br />

da<br />

inclusione)<br />

Allergica<br />

Altre cause<br />

Secchezza<br />

oculare (cheratocongiuntivite<br />

secca)<br />

Blefarite<br />

Rash vescicolare; cheratite; uveite<br />

Edema palpebrale; acutezza visiva<br />

mantenuta; iperemia congiuntivale;<br />

reazioni pupillari normali;<br />

nessun interessamento corneale<br />

Chemosi congiuntivale con possibile<br />

interessamento corneale<br />

Capacità visiva solitamente mantenuta;<br />

pupille normoreattive<br />

alla luce; iperemia congiuntivale;<br />

nessun interessamento corneale;<br />

a volte presente tumefazione dei<br />

linfonodi pre-auricolari<br />

Capacità visiva solitamente mantenuta;<br />

pupille normoreattive<br />

alla luce; iperemia congiuntivale;<br />

nessun interessamento corneale;<br />

grosse papille “ad acciottolato” al<br />

di sotto della palpebra superiore;<br />

chemosi congiuntivale<br />

Capacità visiva solitamente mantenuta;<br />

pupille reattive alla luce;<br />

iperemia; nessun interessamento<br />

corneale<br />

Desquamazione a livello delle ciglia;<br />

ciglia mancanti o con direzione abnorme;<br />

tumefazione delle palpebre;<br />

alterazioni secondarie della congiuntiva<br />

e della cornea che possono<br />

condurre a congiuntivite<br />

Dolore lieve o assenza di dolore;<br />

iperemia diffusa; a volte sensazione<br />

di fastidio all’occhio con lieve<br />

prurito; essudazione acquosa o<br />

sierosa; fotofobia (infrequente);<br />

spesso monolaterale all’esordio<br />

ma con interessamento del secondo<br />

occhio entro 1-2 giorni; i<br />

casi gravi possono causare opacità<br />

corneali subepiteliali e pseudomembrane<br />

Il dolore ed una sensazione di formicolio<br />

precedono il rash e la congiuntivite,<br />

tipicamente monolaterali e<br />

con interessamento dermatomerico<br />

(vescicole perioculari)<br />

Dolore da lieve a moderato, con<br />

sensazione “di punture”; arrossamento<br />

oculare con sensazione<br />

di presenza di un corpo estraneo;<br />

essudazione purulenta lieve o moderata;<br />

secrezioni muco-purulente<br />

con occhi “incollati” bilateralmente<br />

al risveglio<br />

Dolore intenso; copiosa essudazione<br />

purulenta; diminuzione capacità<br />

visiva<br />

Occhio arrossato ed irritato; essudazione<br />

muco-purulenta o purulenta;<br />

occhi “incollati” al risveglio;<br />

visione confusa<br />

Interessamento bilaterale; lacrimazione<br />

senza dolore; prurito intenso;<br />

essudazione sierosa<br />

Occhi bilateralmente arrossati,<br />

pruriginosi, sensazione di presenza<br />

di un corpo estraneo; dolore<br />

lieve; essudazione acquosa eccessiva<br />

intermittente<br />

Arrossamento ed irritazioni oculari,<br />

più gravi al risveglio; palpebre<br />

arrossate e crostose<br />

Adenovirus (causa più frequente), enterovirus,<br />

virus coxsackie, virus zoster-varicella,<br />

virus di Epstein-Barr,<br />

herpes virus, virus dell’influenza.<br />

Virus herpes zoster<br />

Patogeni più frequenti nei bambini:<br />

Streptococcus pneumoniae, Haemophilus<br />

influenzae non-tipizzabile. Patogeno<br />

più frequente negli adulti: Staphylococcus<br />

aureus. Altri patogeni: specie<br />

di stafilococco, specie di Moraxella,<br />

Neisseria ghonorrhoeae, microorganismi<br />

Gram-negativi (es. Escherichia<br />

coli), specie di Pseudomonas<br />

Neisseria ghonorrhoeae<br />

Chlamydia trachomatis (sierotipi da D<br />

a K)<br />

Pollini trasmessi per via aerea, acari<br />

della polvere, peli o piume di animali,<br />

altri antigeni ambientali<br />

Alterazioni di una qualsiasi delle<br />

funzioni lacrimali (produzione, distribuzione,<br />

evaporazione, assorbimento);<br />

farmaci (anticolinergici,<br />

antiistaminici, contraccettivi orali);<br />

sindrome di Sjögren<br />

Infiammazione cronica delle palpebre<br />

(base delle ciglia e ghiandole melboniane)<br />

da infezione stafilococcica<br />

segue<br />

19 - aprile 2011 - Minuti


Tabella 1. Diagnosi differenziale in un paziente con arrossamento dell’occhio<br />

Condizione Segni Sintomi Cause<br />

Altre cause<br />

Abrasione<br />

corneale e<br />

corpi estranei<br />

Emorragia<br />

sottocongiuntivale<br />

Episclerite<br />

Cheratite<br />

(infiammazione<br />

corneale)<br />

Irite<br />

Glaucoma<br />

(ad angolo<br />

aperto)<br />

Lesioni<br />

chimiche<br />

Sclerite<br />

Miosi reattiva; edema corneale o<br />

opacizzazione; possibile presenza<br />

di corpi estranei; camera anteriore<br />

normale; l’acutezza visiva dipende<br />

dalla posizione dell’abrasione in<br />

relazione dell’asse visivo<br />

Capacità visiva normale; pupille<br />

isocoriche isocicliche e normoreagenti<br />

alla luce; placche ben demarcate<br />

di colore rosso vivo sulla<br />

sclera bianca; nessun interessamento<br />

corneale<br />

Acutezza visiva mantenuta; pupille<br />

isocoriche isocicliche e normoreagenti<br />

alla luce; vasi episclerali<br />

dilatati; edema dell’episclera; dolore<br />

da sollecitazioni meccaniche a<br />

livello dell’area iperemica; placca<br />

rossastra ben demarcata<br />

Diminuzione capacità visiva; opacità<br />

corneali / macchie bianche;<br />

la colorazione con fluorescina ed<br />

esame con lampada di Wood evidenzia<br />

erosioni corneali, edema<br />

delle palpebre, ipopion<br />

Diminuzione capacità visiva; pupille<br />

miosiche con scarsa reazione<br />

alla luce; iperemia ciliare/perilimbale<br />

Marcata diminuzione capacità visiva;<br />

pupille dilatate con scarse<br />

reazioni alla luce; arrossamento<br />

diffuso; il globo oculare appare<br />

indurito e dolente alla palpazione<br />

Diminuzione capacità visiva; frequente<br />

interessamento corneale<br />

Arrossamento diffuso; diminuzione<br />

della capacità visiva; dolore alla<br />

palpazione, edema sclerale, ulcerazioni<br />

corneali<br />

Informazioni tratte dalle referenze bibliografiche 2-11<br />

Dolore oculare intenso, monolaterale<br />

o bilaterale; occhi arrossati<br />

con essudazione acquosa; fotofobia;<br />

sensazione di corpo estraneo;<br />

blefarospasmo<br />

Dolore lieve o nessun dolore; nessuna<br />

alterazione visiva; assenza di<br />

essudazione<br />

Dolore lieve o nessun dolore; placche<br />

di iperemia di dimensioni limitate<br />

e isolate; lieve essudazione<br />

acquosa<br />

Occhio arrossato e dolente; diminuzione<br />

capacità visiva; fotofobia;<br />

essudazione muco-purulenta;<br />

sensazione di presenza di<br />

corpo estraneo<br />

Dolore oculare costante (con irradiazione<br />

al sopracciglio e alla regione<br />

temporale), che si sviluppa<br />

nell’arco di ore; occhio arrossato e<br />

con essudazione acquosa; fotofobia;<br />

visione confusa<br />

Insorgenza acuta di un dolore intenso<br />

e trafittivo; occhio arrossato<br />

con essudazione acquosa; aloni intorno<br />

alle immagini luminose<br />

Occhio arrossato e con dolore intenso;<br />

fotofobia<br />

Dolore intenso e continuo con irradiazioni<br />

in area periorbitale; il<br />

dolore si aggrava con i movimenti<br />

degli occhi; arrossamento oculare;<br />

essudazione acquosa; fotofobia;<br />

dolore intenso durante le ore notturne;<br />

dolore al risveglio<br />

Lesione diretta da oggetti (es. dita,<br />

fogli di carta, bastoncini, strumenti<br />

per l’applicazione di trucchi); corpo<br />

estraneo metallico; lenti a contatto<br />

Cause spontanee: ipertensione grave;<br />

tosse intensa; aterosclerosi; patologie<br />

della coagulazione. Cause traumatiche:<br />

traumi contusivi, corpi estranei,<br />

lesioni penetranti<br />

Idiopatica (presentazione isolata)<br />

Batterica (specie di stafilococco,<br />

streptococco); virale (virus herpes<br />

simplex, virus varicella – zoster, virus<br />

Epstein-Barr, citomegalovirus);<br />

abrasione da corpi estranei; lenti a<br />

contatto<br />

Infezione esogena da lesione perforante<br />

o da ulcera corneale; patologie autoimmunitarie<br />

Ostruzione dell’efflusso di umore acqueo,<br />

con conseguente aumento della<br />

pressione intraoculare<br />

I più frequenti agenti responsabili<br />

comprendono cemento, polveri, prodotti<br />

per la pulizia del forno, prodotti<br />

per la pulizia dei lavandini<br />

Malattie sistemiche, come artrite reumatoide,<br />

granulomatosi di Wegener,<br />

artrite reattiva, sarcoidosi, malattie<br />

infiammatorie del colon, sifilide, tubercolosi<br />

21 - aprile 2011 - Minuti


Tabella 2.<br />

Opzioni terapeutiche in caso<br />

di sospetto di congiuntivite batterica acuta<br />

Opzione terapeutica Tipo di paziente<br />

Prendere in considerazione<br />

un trattamento<br />

antibiotico immediato<br />

Possibilità di rimandare<br />

il trattamento antibiotico<br />

Operatori sanitari<br />

Pazienti ricoverati in ospedale o<br />

in istituti<br />

Pazienti con fattori di rischio,<br />

come immunodepressione,<br />

diabete mellito scompensato,<br />

utilizzatori di lenti a contatto,<br />

secchezza oculare, recenti interventi<br />

chirurgici a livello oculare<br />

Bambini in età scolare o che frequentano<br />

asili che impongono<br />

un trattamento antibiotico prima<br />

di riammettere i bambini<br />

dopo una congiuntivite<br />

Pazienti senza fattori di rischio,<br />

adeguatamente informati e che<br />

hanno accesso ad un’assistenza<br />

di follow-up<br />

Pazienti senza fattori di rischio<br />

che non desiderano un trattamento<br />

antibiotico immediato<br />

Informazioni tratte dalle referenze bibliografiche 2 e 9<br />

atopiche, come rinite allergica, eczemi, asma. 27 Secondo<br />

alcune stime negli Stati Uniti allergie oculari<br />

interesserebbero il 25% della popolazione. 28 Il sintomo<br />

più evidente è il prurito a livello dell’occhio. La<br />

forma più comune è la congiuntivite allergica stagionale,<br />

in cui i sintomi sono associati alla presenza nell’aria<br />

di allergeni stagionali. La congiuntivite allergica<br />

“perenne” si manifesta invece nel corso di tutto l’anno.<br />

La diagnosi di congiuntivite allergica è primariamente<br />

clinica.<br />

I metodi efficaci per alleviare i sintomi comprendono<br />

l’evitare l’esposizione ad allergeni e l’utilizzazione di<br />

lacrime artificiali. Nel trattamento delle forme lievi<br />

sono efficaci anche farmaci da banco con antistaminici/vasocostrittori.<br />

Un’altra opzione, ancora più efficace,<br />

è costituita dalla somministrazione di un antagonista<br />

topico di seconda generazione dei recettori istaminici<br />

H 1 . 15<br />

Secchezza oculare<br />

La secchezza oculare (cheratocongiuntivite secca) è una<br />

condizione frequente, caratterizzata da una diminuita<br />

produzione di lacrime o da una ridotta qualità delle lacrime.<br />

La cheratocongiuntivite secca è associata all’età<br />

avanzata, al sesso femminile, all’assunzione di farmaci<br />

(es. anticolinergici) e ad alcune condizioni patologiche<br />

mediche. 29 La diagnosi si basa sulla presentazione clinica<br />

e su alcuni esami diagnostici, il più utile dei quali<br />

prevede la determinazione dell’osmolarità delle lacrime.<br />

30,31 L’accuratezza diagnostica complessiva aumenta<br />

quando la misura dell’osmolarità si associa alla<br />

valutazione del turnover e dell’evaporazione lacrimali.<br />

Alcuni pazienti con secchezza oculare lamentano una<br />

sensazione di fastidio a livello oculare anche in assenza<br />

di alterazioni del film lacrimale evidenziabili all’esame<br />

obiettivo. In questi pazienti il trattamento può essere<br />

iniziato anche solo in base ai segni ed ai sintomi. Se si<br />

sospetta una sindrome di Sjögren occorre eseguire<br />

esami per la ricerca di autoanticorpi.<br />

Il trattamento prevede l’applicazione frequente di lacrime<br />

artificiali durante tutta la giornata; durante le<br />

ore notturne possono essere applicate creme lubrificanti,<br />

che riducono la velocità di evaporazione delle lacrime.<br />

La perdita di lacrime può essere ridotta anche<br />

con l’utilizzazione di umidificanti ambientali e di occhiali<br />

da sole con lenti di grosse dimensioni e con protezioni<br />

laterali. Se le lacrime artificiali causano prurito<br />

o irritazione può essere necessario cambiare il prodotto,<br />

scegliendone uno senza conservanti. Nei pazienti<br />

in cui il problema principale è costituito dall’infiammazione<br />

oculare, per aumentare la produzione di<br />

lacrime possono essere somministrate gocce oftalmiche<br />

di ciclosporina. Quando si utilizza questo trattamento<br />

può essere necessario attendere diversi mesi<br />

prima ottenere un miglioramento sintomatologico<br />

soggettivo.<br />

Può essere utile anche la somministrazione per via sistemica<br />

di acidi grassi omega-3. 32 Nel trattamento<br />

dell’infiammazione associata alla secchezza oculare<br />

può essere efficace anche la somministrazione topica di<br />

corticosteroidi. 32 L’obiettivo del trattamento è di evitare<br />

le lesioni e la perforazione della cornea. Nei casi in<br />

cui è necessaria una terapia topica con corticosteroidi<br />

oppure una terapia chirurgica il paziente deve essere<br />

indirizzato ad un oftalmologo.<br />

Blefarite<br />

La blefarite è una condizione infiammatoria cronica<br />

dei margini delle palpebre. La diagnosi è di tipo clinico.<br />

Il medico deve ricercare segni come desquamazione<br />

del cuoio capelluto o del volto (dermatite seborroica),<br />

crisi di arrossamento al volto, arrossamento e<br />

tumefazione della cute del naso e delle guance (rosacea).<br />

Il trattamento comprende l’igiene delle palpebre<br />

(pulizia con una sapone delicato, o con un collirio), il<br />

massaggio delle palpebre, l’applicazione di impacchi<br />

caldi. Questo tipo di trattamento deve continuare per<br />

un tempo indefinito. Nei pazienti che non rispondono<br />

agli interventi di igiene palpebrale può essere utile<br />

l’applicazione topica di eritromicina o l’applicazione<br />

25 - aprile 2011 - Minuti


palpebrale di una pomata oftalmica con bacitracina.<br />

Possono essere utili anche le gocce oculari con azitromicina.<br />

Nei casi più gravi si può ricorrere alla somministrazione<br />

prolungata di antibiotici per via orale (doxiciclina<br />

o tetraciclina), 33 o agli steroidi topici. 30<br />

Abrasioni corneali<br />

La diagnosi di abrasione corneale viene posta in base<br />

alla presentazione clinica ed all’esame obiettivo. Per<br />

facilitare l’esame dell’occhio possono essere utilizzati<br />

anestetici topici a breve durata d’azione. La conferma<br />

diagnostica può essere ottenuta mediante colorazione<br />

con fluoresceina con un filtro blu cobalto o con una<br />

lampada di Wood. Un pattern “ramificato” alla colorazione<br />

suggerisce un’infezione da herpes simplex o<br />

un’abrasione in fase di guarigione. Un paziente con<br />

un’infezione da herpes simplex e interessamento corneale<br />

deve essere indirizzato ad un oftalmologo entro<br />

1-2 giorni. In presenza di un’abrasione corneale occorre<br />

escludere la presenza di un corpo estraneo al di<br />

sotto della palpebra superiore.<br />

Il trattamento prevede misure di supporto, cicloplegici<br />

(atropina, ciclopentolato, omatropina, scopolamina,<br />

tropicamide), e farmaci per il controllo del dolore<br />

(anti-infiammatori non-steroidei topici o analgesici<br />

per via orale). In presenza di abrasioni corneali non<br />

complicate non è necessario somministrare antibiotici<br />

topici. La somministrazione di aminoglicosidi topici<br />

va evitata in quanto questi farmaci possono essere tossici<br />

per l’epitelio corneale. 34 Nei pazienti con abrasioni<br />

corneali i bendaggi oculari non migliorano i sintomi e<br />

non facilitano la guarigione delle lesioni. 35 Sono controindicate<br />

tutte le preparazioni con corticosteroidi. Se<br />

i sintomi si aggravano o non si risolvono entro 48 ore<br />

il paziente deve essere indirizzato ad un oftalmologo.<br />

Emorragie sottocongiuntivali<br />

La diagnosi di emorragia sottocongiuntivale è di tipo<br />

clinico. L’alterazione non è pericolosa, il sangue viene<br />

riassorbito nell’arco di alcune settimane, e non è necessario<br />

alcun trattamento. I sintomi possono essere alleviati<br />

dall’applicazione di impacchi caldi e di lubrificanti<br />

oftalmici (es. idrossipropilcellulosa, metilcellulosa,<br />

lacrime artificiali).<br />

In presenza di dolore occorre ricercarne la causa. Il medico<br />

deve ricercare un eventuale interessamento corneale<br />

o lesioni penetranti; in questi casi il paziente<br />

deve essere urgentemente indirizzato ad un oftalmologo.<br />

La presenza di emorragie ricorrenti deve indurre<br />

all’esecuzione di esami per la ricerca di una patologia<br />

della coagulazione.<br />

Se il paziente è in trattamento con warfarin occorre<br />

procedere ad un controllo del Rapporto <strong>Internazionale</strong><br />

Normalizzato.<br />

Episclerite<br />

L’episclerite è caratterizzata da un’area localizzata di<br />

infiammazione che riguarda gli strati superficiali dell’episclera.<br />

L’alterazione è in genere autolimitante (durata<br />

fino a 3 settimane) e la diagnosi è di tipo clinico.<br />

La ricerca di eventuali cause sottostanti è necessaria<br />

solo in presenza di episodi ricorrenti, oppure in presenza<br />

di sintomi suggestivi di patologie sistemiche associate,<br />

come un’artrite reumatoide. Il trattamento<br />

prevede misure di supporto e l’utilizzazione di lacrime<br />

artificiali. La somministrazione topica di anti-infiammatori<br />

non-steroidei non ottiene effetti benefici superiori<br />

al placebo. 36 Nei casi gravi possono essere utilizzati<br />

corticosteroidi topici. L’intervento di un oftalmologo<br />

è necessario in presenza di episodi ricorrenti, di<br />

diagnosi poco chiare (sclerite precoce) o di un aggravamento<br />

dei sintomi.<br />

Gli Autori<br />

Il Dr. H. Cronau ed il Dr. R.R. Kankanala sono, rispettivamente,<br />

associate professor of clinical medicine<br />

e third-year resident presso il Department of<br />

Family Medicine, Ohio State University College of<br />

Medicine, di Columbus, Ohio (Stati Uniti). Il Dr.<br />

T. Mauger è associate professor presso il Dipartimento<br />

di Oftalmologia della stessa Università.<br />

Gli autori non riferiscono conflitti di interesse con<br />

gli argomenti trattati nell’articolo.<br />

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