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INTERVISTA A FEDERICA FRATONI “Vi spiego come ... - Il Giullare

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Mensile di Approfondimento della Valdinievole e di Pistoia a Diffusione Gratuita<br />

Anno 1 - Numero 12 - Agosto 2010<br />

Iscrizione Tribunale di Pistoia n.9/2009 del 14 maggio 2009<br />

<strong>Il</strong> terrore<br />

degli innocenti<br />

CLAMOROSO RETROSCENA DOPO IL PESTAGGIO<br />

“Mi hanno ammazzato di botte davanti a mio figlio<br />

Ma abbiamo ancora paura: quelli sono sempre liberi”<br />

<strong>INTERVISTA</strong> A <strong>FEDERICA</strong> <strong>FRATONI</strong><br />

“Vi <strong>spiego</strong> <strong>come</strong> una donna dirige la Provincia”<br />

TUTTI GLI EVENTI, TRA SPORT E SPETTACOLO


Un lungo tour<br />

nel paradiso<br />

del Mar Rosso<br />

di Simeone Clamori<br />

<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong> in vacanza<br />

La redazione de ”<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” è andata in vacanza e si è portata dietro<br />

il lavoro. Nelle foto, possiamo infatti vedere il nostro collaboratore<br />

Lorenzo Benedetti in giro per Londra con dietro una copia del<br />

giornale. Anche il direttore Andrea Spadoni si è portato la “sua”<br />

creazione addirittura fin sulla spiaggia.<br />

La foto de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” a Tokyo è, invece, opera di una nostra affezionata<br />

lettrice, Sara Cei.<br />

Solo un membro della redazione ha totalmente staccato la spina,<br />

<strong>come</strong> facilmente intuibile dai chupiti nella foto.<br />

Ai lettori il compito di scoprirne l’identità...<br />

Oltre ai villaggi, le spiagge affollate ed i reefs saturi di<br />

snorkelisti, il Mar rosso è sempre in grado di offrire angoli<br />

incontaminati di paradiso dove il turismo sembra non essere<br />

ancora approdato. Abbiamo navigato tra le isole dell’arcipelago<br />

di Gobal ed i reefs disseminati lungo il canale che divide<br />

il Sinai con la costa occidentale dell’Egitto, regalandoci<br />

così l’opportunità di riassaporare la tranquillità e l’integrità di<br />

quel Mar Rosso ormai dimenticato. Non resta che il ricordo<br />

di una vacanza indimenticabile, ma con la consolazione che<br />

bastano tre ore di volo per farvi ritorno.


pen<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Andrea Spadoni - aspadoni@ilgiullare.com<br />

CAPO REDATTORE<br />

Diletta Severi - dseveri@ilgiullare.com<br />

REDAZIONE<br />

Roberto Grazzini<br />

Luigi Scardigli<br />

Jacqueline Monica Magi<br />

Lorenzo Benedetti<br />

Lorenzo Vignali<br />

HANNO COLLABORATO<br />

Maurizio Carrara<br />

Rocky Rossini<br />

Thomas Buonanno<br />

Simeone Clamori<br />

Simone Gai<br />

Giacomo Ghilardi<br />

Elisabetta Rossi<br />

FOTOGRAFIA<br />

Cristiano Bianchi - cbianchi@ilgiullare.com<br />

GRAFICA E IMPAGINAZIONE<br />

Eva Bugiani - ebugiani@ilgiullare.com<br />

STAMPA<br />

Tipografia “<strong>Il</strong> Bandino”<br />

Bagno a Ripoli (Firenze)<br />

SOCIETÀ EDITRICE<br />

<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong> Editore srl<br />

Iscrizione Tribunale di Pistoia n°9/2009 del 14 maggio 2009<br />

Redazione de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” via Camporcioni est, 2<br />

tel. 0572.386478 - email: info@ilgiullare.com<br />

“<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” è visibile anche online all’indirizzo www.ilgiullare.com<br />

Cerca “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” su Facebook<br />

Dopo la valanga di mail con le vostre proposte<br />

per il viaggio de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>”, siamo<br />

arrivati alla decisione. La località che avete<br />

scelta voi (ma anche noi) era una città degli<br />

Usa. Ecco qua che abbiamo organizzato<br />

un week end lungo a San Francisco, quarta<br />

città della California per numero di abitanti<br />

(dopo Los Angeles, San Diego e San Jose).<br />

Fa parte di una vasta area metropolitana<br />

(circa 7 milioni di abitanti, la quinta dell’intero<br />

Paese). L’offerta (unica e imperdibile) che<br />

abbiamo pubblicato in questa pagina è di<br />

quelle da prendere al volo e si riferisce al<br />

week end lungo del ponte dell’8 dicembre<br />

(Festa dell’Immacolata Concezione).<br />

Partecipare al viaggio de “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>”, vuol<br />

dire anche vedere tutte le foto ricordo sul<br />

numero che sarà pubblicato a gennaio,<br />

per un’esperienza unica. Per informazioni<br />

contattate la redazione (0572 386478) anche<br />

attraverso la mail info@ilgiullare.com<br />

o l’agenzia “Pacific Travel” di Montecatini<br />

Terme: 0572 73028.<br />

A San Francisco con <strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong><br />

Gene Gnocchi, il “Bugiardo”<br />

<strong>Il</strong> popolare personaggio televisivo e comico Gene Gnocchi è stato il<br />

protagonista della 34° edizione del Campionato Italiano della Bugia.<br />

Gli organizzatori gli hanno infatti consegnato il titolo di “Bugiardo ad<br />

honorem” di fronte ad un pubblico numeroso e divertito.<br />

A Le Piastre Gnocchi ha fatto divertire e lanciato provocazioni: sul<br />

filone politico, ad esempio, ha affermato di aver acquistato su eBay<br />

da Angelino Alfano una copia della Costituzione visto che il Ministro<br />

della Giustizia non la usa. <strong>Il</strong> comico ha concluso con altre due bugie:<br />

una su Ryanair e l’ultima nella quale ha coinvolto addirittura l’attrice<br />

Angelina Jolie.<br />

in questo numero<br />

IL DIRETTORE<br />

Andrea Spadoni<br />

La piaga della<br />

(non) giustizia<br />

In questo numero abbiamo deciso<br />

di raccontare la storia di Renato<br />

Fabbeni, padre che, quasi un anno e<br />

mezzo fa, è stato pestato a sangue<br />

da alcuni extracomunitari, all’interno<br />

della Piscina Comunale di Montecatini.<br />

Qual è stata la sua colpa? Difendere<br />

il proprio figlio. Della vicenda,<br />

all’epoca dei fatti, se n’erano occupati<br />

i quotidiani del nostro territorio.<br />

Poi, <strong>come</strong> sempre accade, il silenzio<br />

assoluto. Renato, però, che ancora<br />

convive con dolori su tutta la faccia,<br />

deve forse trattenere anche la rabbia<br />

piu grande: sapere che i suoi aggressori,<br />

ancora oggi, sono in giro, in<br />

libertà. <strong>Il</strong> processo va avanti al passo<br />

di una lumaca e lui, ogni giorno,<br />

pensa che quelle persone potrebbero<br />

di nuovo incontrarlo per strada<br />

o, addirittura, raggiungerlo a casa.<br />

Cosi, per difendersi, e difendere il<br />

figlio, terrorizzato da quel pomeriggio<br />

da cani in piscina, controlla tutto con<br />

un impianto di videosorveglianza.<br />

E’ il prezzo da pagare per la (non)<br />

giustizia? Riflettiamo.<br />

2<br />

3<br />

6<br />

11<br />

17<br />

19<br />

36<br />

38<br />

39<br />

40<br />

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42<br />

43<br />

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45<br />

46<br />

il giullare in vacanza<br />

giramondo<br />

l’intervista<br />

speciale donna<br />

dialoghi<br />

avis<br />

fuga di cervelli<br />

il giullare web<br />

la jeanseria<br />

piatto ricco<br />

la dispensa<br />

il locale<br />

talenti<br />

fenomeni<br />

il ritrovo<br />

agenda<br />

Viale Forti Francesco 84 - Pescia - Telefono 0572 477955<br />

agosto<br />

2010<br />

il caso 20<br />

la copertina 22<br />

se avessi vinto le elezioni<br />

c’eravamo tanto amati<br />

voi <strong>come</strong> noi<br />

sport<br />

il personaggio<br />

il ricordo<br />

il calendario<br />

l’evento<br />

24<br />

26<br />

28<br />

29<br />

30<br />

32<br />

34<br />

35


P6/l’intervista<br />

il presidente<br />

Andrea Spadoni<br />

foto di<br />

Cristiano Bianchi<br />

Federica Fratoni<br />

Ho scoperto<br />

la politica<br />

e mi sono<br />

innamorata<br />

In politica se vuoi che qualcosa venga detto, chiedi ad un uomo.<br />

Se vuoi che qualcosa venga fatto, chiedi ad una donna.<br />

M.Thatcher<br />

chi è<br />

Federica Fratoni è nata a Firenze 8 giugno 1972. Dopo gli studi al Liceo<br />

Classico Forteguerri di Pistoia si è iscritta all’Università di Firenze, facoltà<br />

di Economia e Commercio, dove nel 1997 si è laureata con 110, presentando<br />

una tesi sul Centro di Sperimentazione Vivaistica (Cespevi), aggiudicandosi<br />

il secondo premio, l’anno successivo, del concorso Pancioli,<br />

indetto da Assindustria e Fondazione Cassa di Risparmio. Nel 2005 ha<br />

conseguito un master universitario in Organizzazione Industriale dei Servizi<br />

Pubblici Locali. Da oltre dieci anni lavora al Comune di Buggiano in qualità<br />

di Responsabile dei Servizi Finanziari. Fra i suoi interessi c’è sempre stato<br />

l’impegno sociale e politico, maturato definitivamente dopo l*incontro con<br />

l’ndimenticato Massimo Braccesi. Ha militato nel Partito Popolare Italiano<br />

e successivamente nella Margherita, fino a diventare Segretario Provinciale<br />

nel 2007. <strong>Il</strong> 14 ottobre 2008 è stata eletta all’Assemblea Nazionale<br />

Costituente del Partito Democratico, grazie alla straordinaria partecipazione<br />

di cittadini. Nel gennaio 2008, l’assemblea dei delegati del Comune<br />

di Pistoia, l’ha scelta <strong>come</strong> Segretario Comunale con il consenso del 77<br />

per cento. Si definisce <strong>come</strong> una giovane donna normale che dedica<br />

molto tempo alla sua passione: la politica, intorno alla quale ruotano tutti<br />

i suoi interessi. Quando ha un po’ di tempo libero si dedica alla lettura di<br />

romanzi e ascolta musica jazz. Vive a Pistoia.<br />

<strong>Il</strong> Presidente della Provincia di Pistoia, Federica Fratoni,<br />

<strong>come</strong> non l’avete mai conosciuta. E’ la prima donna che<br />

ricopre questa carica nel nostro territorio. Una vita fatta<br />

di impegno politico nel segno dei valori democratici.<br />

Q<br />

uando si decide di intervistare il Presidente di una Provincia, in questo<br />

caso, ovviamente, Pistoia, già mettiamo in conto una trafila tra<br />

uffici stampa, collaboratori, segretari da superare prima di arrivare<br />

all’appuntamento. Invece lei, Federica Fratoni, 38 anni, la troviamo sempre in<br />

mezzo alla gente. Non fa la differenza il contesto: che sia un evento istituzionale<br />

o anche così, in un giorno <strong>come</strong> un altro, è facile condividerci un caffè al bar e<br />

una chiacchierata che, non per forza, deve snodarsi tra visioni politiche, problemi<br />

da risolvere, interventi da mettere a punto sul nostro territorio. <strong>Il</strong> Presidente,<br />

ed è troppo semplice, in questo caso ironizzare, con un gioco di parole, su un<br />

parallelismo in chiave berlusconiana, riesce a confrontarsi su tutto, che siano<br />

argomenti leggeri, cultura o che si approfondiscano le scelte che fanno capo<br />

alla carica istituzionale che ricopre. Diverso è l’approccio: sa ridere e scherzare<br />

e, improvvisamente, diventare una donna seria e tenace. Fuori dai suoi impegni<br />

politici, con lei c’è spesso anche il compagno, Daniele Bettarini, sindaco, al<br />

secondo mandato, di Buggiano. Insieme, da alcuni anni, condividono passione<br />

per la politica, militanza nel Partito Democratico e amore. Una relazione che non<br />

hanno mai tenuto nascosta, ma che, per la prima volta (e questo merito ce lo<br />

prendiamo) hanno reso ufficiale sulle pagine di un giornale, proprio attraverso<br />

«<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>» (vedi n.1 - giugno 2009), in una simpatica intervista doppia. Un<br />

sorta di primato, <strong>come</strong> lo è per Federica Fratoni, l’investitura di Presidente della<br />

Provincia di Pistoia. E’, infatti l’unica donna in Toscana a ricoprire questa carica<br />

e la nona in Italia. Ce lo dice con orgoglio, appena la incontriamo, la mattina,


P8/l’intervista<br />

nel suo ufficio, mentre organizza gli appuntamenti di una<br />

giornata piena di lavoro. Dopo l’intervista l’attende, infatti,<br />

una riunione di giunta. Capelli a posto e tailleur, ci accoglie<br />

con un aspetto particolarmente elegante e curato, consono<br />

all’immagine della donna di potere. Possiamo azzardare anche<br />

un paragone: la bella versione di Angela Merkel.<br />

«Non mi sento una donna di potere - precisa subito - so<br />

che ho una grande responsabilità nei confronti dei cittadini<br />

di tutta la Provincia. Per questo, ogni giorno, cerco di portare<br />

avanti il mio impegno credendo che la politica non sia una<br />

professione, ma un servizio. Per fare carriera potevo restare<br />

a dirigere i servizi finanziari del Comune di Buggiano».<br />

Donna e, per giunta, nemmeno quarantenne, ma già<br />

a capo di una Provincia. Una scalata politica molto<br />

veloce. Come è iniziato il suo percorso?<br />

«Mi sono avvicinata alla politica, grazie agli insegnamenti<br />

che ho ricevuto dall’indimenticato Massimo Braccesi. C’è<br />

sempre stato un legame importante tra le nostre famiglie e<br />

lui, quando era sindaco di Cutigliano e poi consigliere regionale,<br />

mi ha insegnato i valori della correttezza, della serietà<br />

e dell’impegno quotidiano in politica. Era il ‘92, l’anno delle<br />

stragi di Capaci e via D’Amelio e di Tangentopoli, quando<br />

mi sono iscritta nel Partito Popolare di Martinazzoli. Successivamente<br />

sono passata alla Margherita, per traghettarla,<br />

insieme agli altri miei compagni, nel Partito Democratico.<br />

Che, alla fine, non è altro che il progetto che, negli anni ‘70,<br />

avevano iniziato Aldo Moro e Berlinguer».<br />

Prima è stata consigliere circoscrizionale a Pistoia,<br />

successivamente presidente e poi, l’elezione, l’anno<br />

scorso, a Presidente della Provincia di Pistoia...<br />

«Quando mi hanno candidata alle primarie del partito, non<br />

ero sicura di farcela. In corsa con me c’erano altre due donne<br />

molto valide: Daniela Gai e l’avvocato Cecilia Turco. E’<br />

stata una bella soddisfazione, <strong>come</strong> la tornata elettorale<br />

contro Ettore Severi. Gli elettori mi hanno premiata al primo<br />

turno con un importante consenso. Smaltito l’entusiasmo<br />

iniziale, mi sono subito messa al lavoro. Ripeto, so di<br />

avere una grande responsabilità verso tutti<br />

i cittadini. Soprattutto in questo periodo storico, nel<br />

quale i nostri rappresentanti al governo non danno certo un<br />

bell’esempio, c’è bisogno di una politica pulita e concreta».<br />

A proposito, da un po’ di tempo, pare che nelle intenzioni<br />

del governo ci sia<br />

la volontà di ridurre il<br />

numero delle Province.<br />

Pistoia sarebbe<br />

una di quelle che potrebbero<br />

scomparire.<br />

Cosa accadrà?<br />

«Credo sia prettamente<br />

una questione demagogica<br />

del Centro-Destra.<br />

Niente di più. Le Province,<br />

in Italia, esistono da<br />

sempre e sono previste<br />

dalla Costituzione. La<br />

manovra, in effetti, non<br />

servirebbe a niente. Gli enti Province, costano allo stato tredici<br />

miliardi di euro all’anno. Riducendoli si risparmierebbe<br />

soltanto lo 0,8 per cento, dato che non graverebbero più<br />

nelle casse dello stato solo gli stipendi dei presidenti e dei<br />

consiglieri. Ma si dovrebbero, lo stesso, fare gli stessi interventi<br />

con i medesimi costi. Credo che sia più utile, invece,<br />

pensare in modo efficiente, allo sviluppo di un’area metropolitana<br />

Firenze-Prato-Pistoia che, attualmente produce il<br />

50 per cento del Pil della Toscana e conta, circa, il 50 per<br />

cento della popolazione regionale».<br />

A Pescia, invece, qualcuno avrebbe voluto cambiare<br />

provincia e passare sotto Lucca, infiammando il dibattito<br />

politico di questa primavera...<br />

«E’ una vicenda poco reale, ma molto strumentale. Qualcuno,<br />

probabilmente, stava cercando un po’ di visibilità interna<br />

e, per questo, ha tirato in ballo la questione della provincia,<br />

dimenticandosi dei problemi più importanti, in primis la crisi<br />

economica che sta mordendo anche dalle loro parti. A questo<br />

proposito, insieme a Regione e amministrazione comunale,<br />

stiamo lavorando ad un progetto per il rilancio del Comincent.<br />

In più c’è da dire che Pescia fa parte a pieno titolo,<br />

da settantanni, della provincia di Pistoia e il nostro intento<br />

è proprio quello di migliorare sempre di più i collegamenti<br />

tra i vari paesi, con importanti interventi sulla viabilità,proprio<br />

a Pescia abbiamo investito per questo 7 milioni di euro, in<br />

modo che si possa abbattere il «muro» del Serravalle che,<br />

spesso, è più nella mente, che nella realtà. Restando sempre<br />

a Pescia, siamo molto attenti anche alle bellezze del territorio,<br />

<strong>come</strong> la Svizzera Pesciatina, dove stiamo investendo<br />

nella connettività, installando su tutta l’area la banda larga».<br />

Una sfida su tutte: combattere la crisi economica, in<br />

un periodo di sostanziosi tagli da parte del governo,<br />

alle casse delle pubbliche amministrazioni. Qual è la<br />

sua ricetta?<br />

«Stiamo lavorando su due filoni: sul reddito delle famiglie,<br />

cercando di sostenerle attraverso interventi diretti e accordi<br />

con gli istituti di credito, ma per parlare di atti concreti, prendiamo<br />

ad esempio il caso della «Call e call», dove siamo<br />

riusciti a far riassumere i 500 cassintegrati,<br />

mettendo a disposizione 500 mila euro per la formazione.<br />

Ad oggi è importante pensare, però,<br />

anche al dopo crisi<br />

e al rilancio del<br />

territorio. Con la<br />

Regione, abbiamo<br />

individuato diverse<br />

La Provincia di Pistoia<br />

non scomparirà. E’<br />

solo demagogia<br />

del centrodestra<br />

Nelle foto nella pagina a fianco vediamo Federica<br />

Fratoni con la famglia (in basso) e con l’ex<br />

premier Romano Prodi. In questa pagina, nella<br />

foto piccola qui a fianco, è insieme al consigliere<br />

regionale Caterina Bini. Nella foto grande<br />

un’immagine del Presidente nel suo ufficio<br />

della Provincia di Pistoia<br />

arree, addirittura 76,<br />

dove è previsto un importante insediamento produttivo. In<br />

Valdinievole, un esempio importante è quello della Camporcioni.<br />

Infine è rilevante la<br />

nostra politica sul turismo:<br />

sulla montagna pistoiese, abbiamo<br />

ottenuto un contributo<br />

di 300 mila euro per salvare lo<br />

storico impianto della Doganaccia,<br />

grazie anche all’aiuto<br />

dei nostri rappresentanti in<br />

Regione, Gianfranco Venturi<br />

e Caterina Bini. E stiamo seguendo<br />

con attenzione anche il progetto di rilancio delle Terme<br />

di Montecatini».<br />

Con tutte le cose che ci sta dicendo, vuol dimostrare che<br />

le donne sono più brave a far politica degli uomini?<br />

«No, la politica c’è chi la fa con lo spirito giusto e chi invece pensa<br />

ai propri interessi, non c’entrano i sessi. E’ vero, però, che in Italia<br />

siamo un passo indietro rispetto a molti paesi europei sulla parità<br />

dei sessi in politica. Ancora esiste un po’ di pregiudizio».<br />

A Berlusconi, però, pare che piacciano le donne...anche<br />

in politica. Si fosse candidata nel Pdl, chissà quale posto<br />

avrebbero riservato per lei...<br />

«Non mi sembra che il Presidente del Consiglio abbia dato un<br />

bell’esempio, proprio in tema di donne. Nel Partito Democratico<br />

le cose si fanno per bene: le quote rosa sono previste dallo<br />

statuto in modo preciso e, prima di tutto, si valutano le capacità.<br />

Credo, comunque, che le donne, in politica abbiano quel pragmatismo<br />

e un po’ di sensibilità in più».<br />

Dicono che lavora tanto, ma la donna di casa la fa mai?<br />

«Mi piacerebbe, in particolare, cucinare per il mio compagno, Daniele,<br />

ma è il tempo che ci manca. Ed è anche per questo che<br />

facciamo ancora i fidanzati, nonostante l’età. Precisiamo, la sua».<br />

Lui sindaco, lei Presidente della Provincia, non sarà un po’<br />

noioso parlare sempre di politica?<br />

«No, noi parliamo di tutto, condividiamo anche molte passioni.<br />

Ma è evidente che grazie alla politica abbiamo vissuto, insieme, le<br />

più belle soddisfazioni. Ci siamo conosciuti proprio in Comune a<br />

Buggiano, dove io ho lavorato per undici anni. E, per evitare una<br />

tua battuta, ti blocco subito, sul nascere: sono entrata a lavorare<br />

in Comune, vincendo un concorso al quale ho partecipato dopo<br />

la laurea in Economia e Commercio, alcuni anni prima di conoscere<br />

Daniele Bettarini. Va bene cosi?».<br />

Da bambina<br />

Federica Fratoni ci ha gentilmente<br />

concesso una foto di quando era<br />

ancora bambina. L’attuale Presidente<br />

della Provincia, è cresciuta<br />

a Pistoia. <strong>Il</strong> padre è stato un funzionario<br />

Asl, la madre insegnante.<br />

Mentre il fratello è un avvocato.<br />

E’ legata anche alla Valdinievole,<br />

dove ha lavorato per undici anni.<br />

La politica è un servizio,<br />

per fare carriera avevo già<br />

un ottimo lavoro


Donne alla moda, donne controcorrente.<br />

Negli occhi hanno gli aereoplani per volare ad alta quota,<br />

dove si respira l’aria e la vita non è vuota.<br />

Donne - Zucchero<br />

P11/speciale donna<br />

incontri in rosa<br />

LA PRIMA CITTADINA:<br />

Roberta Marchi e la sua<br />

passione per la politica<br />

LA PRIMA TIFOSA:<br />

Gloria Monti e la sua<br />

passione per la Pistoiese<br />

LA PRIMA PRESIDENTE:<br />

Patrizia Angeli e la sua<br />

passione per il PesciaUzzanese<br />

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l’ eccellente perfezione<br />

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dal ricevimento in location da sogno, l’abito da sposa<br />

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video, fino al viaggio di nozze, personalizzando il vostro<br />

matrimonio rendendolo unico ed indimenticabile.<br />

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Quello che<br />

le donne dicono


P12/speciale donna<br />

la miss<br />

Diletta Severi<br />

foto di<br />

Cristiano Bianchi<br />

P13/speciale donna<br />

il sindaco<br />

Diletta Severi<br />

“Donne e uomini<br />

non sono uguali:<br />

parola di sindaco”<br />

Roberta Marchi, primo cittadino di Pescia, ci spiega il<br />

ruolo della donna moderna e perché non deve esistere<br />

la cosiddetta “parità dei sessi”. “Si deve pensare<br />

anche alla carriera, ma mai a discapito della famiglia”<br />

Angela con il fidanzato Manuel<br />

brindano alla fascia e al loro amore<br />

“E ora chiamatemi pure cicciona<br />

ma ricordatevi che sono una miss”<br />

Abbiamo incontrato Angela Scognamiglio ad un mese di distanza dall’incoronazione al concorso nazionale<br />

di Forcoli. Ha 33 anni, napoletana ed è fidanzata con Manuel Becchi, figlio del famoso Ramon.<br />

Nella foto Roberta Marchi<br />

insieme al Consigliere Regionale<br />

Roberto Benedetti e<br />

al Ministro Altero Matteoli<br />

“S<br />

ì, qualche mattina mi è capitato di svegliarmi con<br />

la seria intenzione di mettermi a dieta. A pranzo,<br />

avevo già cambiato idea”. Parola di Angela, 33<br />

anni per 170 Kg di mediterranea bellezza e napoletana<br />

simpatia, balzata agli onori della cronaca<br />

per essere stata eletta – sabato 31 Luglio a Forcoli (Pisa)<br />

– Miss Cicciona d’Italia 2010. Ha sbaragliato la<br />

concorrenza di altre trenta ragazze provenienti da tutto lo<br />

stivale, portandosi a casa anche la fascia di Miss Cinema.<br />

E pensare che Angela, non voleva neppure partecipare: “E’<br />

tutta colpa del mio fidanzato e della suocera. Poi, tra un sì<br />

vado e un no non vado, ho deciso di andare. E menomale!”.<br />

<strong>Il</strong> suo sorriso è contagioso e la parlantina – ogni tanto<br />

scappa qualche espressione inconfondibilmente napoletana<br />

– inarrestabile: vorrebbe raccontarmi cento storie tutte<br />

insieme, è un fiume in piena. Ma anche se salta, continuamente,<br />

di palo in frasca, staresti ore ad ascoltarla, perché la<br />

sua esuberanza è quasi magnetica. I requisiti per partecipare<br />

al concorso erano pesare almeno 100kg ed essere abbastanza<br />

spigliate per potersi esibire su un palco, di fronte<br />

a 2500 spettatori: ci racconta che c’è chi ha improvvisato<br />

uno spogliarello, chi ha cantato, chi ballato. Angela avrebbe<br />

dovuto cantare ma le due canzoni che si era scelta, le sono<br />

state soffiate da altrettante concorrenti che si erano esibite<br />

prima di lei. E allora, senza perdersi d’animo ha mimato “Tu<br />

vuo fa l’americano”, ultima versione, suscitando l’ilarità del<br />

pubblico. Ci racconta che era arrivata alla gara con tre fette<br />

di torta nello stomaco (“praticamente digiuna”), evitando di<br />

fare le scale per paura di perdere anche solo un grammo: il<br />

titolo di Miss Cicciona, infatti, è assegnato esclusivamente<br />

in base al peso; le altre fasce, invece, sono assegnate secondo<br />

i criteri classici di un concorso di bellezza. E Angela,<br />

essendo la più pesante ed indubbiamente molto bella, di<br />

fasce se ne è aggiudicate due: “Sarò pure cicciona, però<br />

miss”, scherza su. La popolarità è arrivata immediata: servizi<br />

da Studio Aperto, TG3, e TG5, ospitate a Uno Mattina<br />

e autografi da firmare (“il primo - ci racconta con un pizzico<br />

di incredulo orgoglio - l’ho firmato la sera stessa del concorso<br />

ad un bambina, uno a Roma ad una ragazza che<br />

l’ha poi regalato al fidanzato e il terzo ad un gruppo di boy<br />

scout”). Angela è un vulcano di energia: sa quello che vuole<br />

e <strong>come</strong> prenderselo. Ci racconta che una sera – quando<br />

ancora viveva a Firenze - aveva litigato per telefono con il<br />

fidanzato Manuel (titolare della Taverna Vin Vino di Borgo<br />

a Buggiano e figlio del notissimo Ramon). Non avendo più<br />

soldi per richiamarlo, e pur non avendo un euro neppure in<br />

tasca decide comunque di partire per raggiungere il ristorante<br />

e risolvere la questione amorosa vis à vis. Pullman<br />

fino alla stazione Santa Maria Novella senza biglietto, Firenze-Montecatini<br />

in treno senza biglietto, Montecatini-Borgo<br />

a Buggiano a piedi. Questo episodio può dare la misura<br />

della sua determinazione: <strong>come</strong> quella volta che, sic<strong>come</strong><br />

Manuel (sempre lui) non voleva attaccarle una mensola, e<br />

non prestava minimamente ascolto alle sue richieste, per<br />

attirare la sua attenzione si è letteralmente seduta sopra di<br />

lui. Per Angela, il peso non è un problema<br />

(“vorrei essere più magra solo perché risparmierei nei vestiti”),<br />

anche se si rende conto che la sua salute potrebbe<br />

risentirne. Non si fascia la testa per una dieta non riuscita<br />

(“anche perché è proprio se mi stresso che mangio”) ed ha<br />

un rapporto molto equilibrato con la sua fisicità. Si dichiara<br />

pigra cronica e poco amante dei libri (“l’ultimo cosa che ho<br />

letto è l’oroscopo tre mesi fa”). Arriva, anche, il momento<br />

della serietà: “Nella mia vita, tranne il lavoro, non mi manca<br />

niente. Ho un cane, un gatto, un fidanzato e due splendide<br />

famiglie”. 170Kg di pura dolcezza.<br />

“F<br />

are politica, è una palestra di vita. Ed è servito anche<br />

al mio essere donna”. Parola di Roberta Marchi,<br />

primo cittadino del Comune di Pescia, che abbiamo<br />

incontrato in una calda mattinata di fine agosto, non<br />

per sapere da lei lo stato della sua città, ma per un confronto<br />

sincero, schietto e appassionato sul ruolo della donna sia nella<br />

politica – visto che è quella, la sua passione e il suo lavoro –<br />

sia nella società in generale. Ci troviamo di fronte una donna<br />

di successo, moglie e mamma, stimata e rispettata nel lavoro<br />

<strong>come</strong> nella vita privata, con le idee molto chiare su quello che<br />

deve essere il ruolo della donna moderna: “Le donne e gli uomini<br />

non possono pretendere di fare le stesse cose. Non deve<br />

esistere la parità dei sessi, ma la parità di diritto.<br />

Che, ad oggi non esiste visto che è difficilissimo per una<br />

donna fare carriera laddove, invece, per gli uomini è naturale.<br />

Non mi piacciono quelle donne che vogliono fare le “stronze”, le<br />

dure per imitare il modello maschile. La donna deve mantenere<br />

la dolcezza, la femminilità perché è lei quella in grado di portare<br />

equilibrio ed è sempre lei quella, per natura, abituata a mediare.<br />

E sono questi gli aspetti su cui deve puntare”. Nella sua lunga<br />

carriera politica, grazie ad un carattere mite e alla mancanza di<br />

protagonismo (“problema che affligge l’uomo in generale, ma<br />

ancor più l’uomo politico”), nonché a qualche trucchetto imparato<br />

negli anni (“Alle riunioni, per limitare le possibilità di far parlare<br />

di me, arrivo per prima e vado via per ultima”) non ha mai<br />

sofferto particolari discriminazioni. Anzi, quando ha cominciato<br />

la sua militanza nei partiti era l’unica donna in mezzo a tanti uomini,<br />

che l’hanno protetta e guidata quasi con senso paterno.<br />

Ci dice che, secondo lei, la politica non è per tutte le<br />

donne perché è pericolosamente messa a rischio la<br />

vita privata. “La consiglierei solo a chi ha, davvero,<br />

forti motivazioni. A chi ha già, comunque, maturato<br />

delle esperienze in questo campo. A coloro che<br />

hanno volontà di spendersi per la cosa pubblica”. Un<br />

segreto è, senz’altro, quello di capire che la carriera<br />

è una tappa provvisoria nella vita di una donna:<br />

“So – ci spiega – che il mio ruolo di sindaco è temporaneo.<br />

Oggi lo sono, alle prossime elezioni potrei<br />

non esserlo più. Questa consapevolezza tutela me<br />

e la mia priorità: la famiglia. Per questo, in vacanza<br />

spengo il telefono senza ansie inutili e riesco a delegare<br />

con tranquillità”. Ama il suo lavoro, ama<br />

fare il sindaco (“altrimenti non lo avrei fatto, visto<br />

che non ci sono grandi vantaggi né economici né di<br />

tempo”) perché, <strong>come</strong> ci ha spiegato all’inizio della<br />

nostra piacevole – ed istruttiva - chiacchierata non è<br />

stata lei a scegliere questa strada. E’ stata la politica,<br />

fin dai tempi della scuola, ad aver scelto lei.


P14/speciale donna<br />

la tifosa<br />

Diletta Severi<br />

“Andare allo stadio non<br />

è solo roba da uomini”<br />

ma cucinare e preparare cene per i suoi<br />

Aospiti, lavorare a maglia e scrivere (solo per<br />

Asé, perché è gelosa di ciò che compone).<br />

Predilige tutto ciò che è creativo, ma non<br />

le piace assolutamente fare la spesa. Fin qui, il ritratto è<br />

quello classico di una bella signora bionda in pensione<br />

che smessi i panni della lavoratrice, decide di dedicar-<br />

si con passione e successo alla casa. Invece, ciò che<br />

distingue Gloria Monti dal prototipo di casalinga tutta<br />

casa e faccende domestiche è un’ardente amore per i<br />

colori arancioni della sua Pistoiese. Amore che, da<br />

quattro anni, la fa essere presidente del<br />

Centro Coordinamento Club Arancioni,<br />

dopo essere stata in passato anche la massima responsabile<br />

del club Orange Lady (solo donne, tutte amanti<br />

del calcio arancione). Un ruolo importante e di grande<br />

responsabilità, visto il progressivo allontanamento della<br />

città dalle vicissitudini sportive della Pistoiese: “Convincere<br />

i tifosi a tornare allo stadio – ci spiega – è la mia priorità.<br />

Anche perché, la squadra è ancora amatissima. Quando<br />

vado in centro per commissioni, perdo piacevolmente<br />

tutto il tempo a chiacchierare di Pistoiese con le persone<br />

che mi fermano. Vuol dire che ai pistoiesi l’amore non è<br />

passato”. Ma il suo impegno non è solo opera di convincimento:<br />

ci sono da organizzare le trasferte (“il lavoro più<br />

duro, c’è sempre qualcuno che ha da ridire sull’orario, o<br />

sul ritrovo, o su quello, o sull’altro”), le strenne natalizie<br />

per la squadra e la dirigenza, le cene con i giocatori ed i<br />

tifosi, e soprattutto, le manifestazioni benefiche (in collaborazione<br />

con l’associazione “Cuoriamoci”, ad esempio,<br />

o per raccogliere fondi a favore della lotto contro la SLA).<br />

La passione gliel’ha trasmessa Roberto Maltinti, portandola<br />

con sé allo stadio. Oggi, l’amore è talmente forte<br />

che parlare della partita col Mosciano (la<br />

sconfitta che ha sancito l’uscita dai play off,<br />

ndr) è quasi un tabù, perché la delusione è<br />

sempre troppo cocente (“Sono stata in lutto<br />

quindici giorni”), chiama i giocatori in campo<br />

per nome dagli spalti (“Allo stadio si sente<br />

solo me e il lunedì mi vergogno”), è - quasi -<br />

impossibile saltare una partita (“manco solo<br />

ad ottobre, perché vado in ferie”). Mentre<br />

Gloria si perde nei meandri della memoria,<br />

raccontandomi aneddoti su aneddoti (sassaiola<br />

con la Massese in C1, il rigore che<br />

ha portato la promozione in B, la retrocessione)<br />

mi chiedo, e le chiedo, se sia mai<br />

stata penalizzata dall’essere donna in un<br />

mondo, per antonomasia, maschile: “Assolutamente<br />

no. Ho continui riconoscimenti<br />

ed attestati di stima e d’affetto. L’ultimo, a<br />

Siena durante l’amichevole di qualche gior-<br />

no fa. Mi hanno regalato una maglia”. Da vera tifosa non<br />

si lancia in pronostici affrettati (“voglio aspettare almeno<br />

le prime quattro/cinque giornate di campionato”), è cautamente<br />

fiduciosa ed estremamente curiosa di rivedere<br />

i “suoi” in campo. Esplosiva, simpatica, vitale Gloria ha<br />

un entusiasmo trascinante, e non è certo difficile immaginarsela<br />

fare il tifo allo stadio. Ecco cosa ha detto di lei<br />

chi la conosce bene, Stefano Baccelli addetto stampa<br />

arancione: “Sintesi di un passato di passione, di un presente<br />

di speranza e di un futuro certamente radioso”. E<br />

per il bene della Pistoiese e dei suoi tanti sostenitori, noi<br />

ce lo auguriamo.<br />

foto di Linda Samoni<br />

Nella foto la Presidente Angeli<br />

con il portiere del PesciaUzzanese<br />

Cristiano De Min<br />

Ci sono delle passioni che crescono con noi.<br />

Passioni talmente grandi da diventare anche<br />

il nostro lavoro. Perché non c’è niente di più<br />

bello che svegliarsi la mattina ed essere felici<br />

di quello che si fa. Penso questo mentre parlo con Patrizia<br />

Angeli, la neo presidentessa del Pesciauzzanese calcio:<br />

perché dalla sua verve, dal suo sorriso, dalla sua vitalità si<br />

palesa tutto l’entusiasmo che mette nel fare le mille cose<br />

che affollano la sua giornata. <strong>Il</strong> calcio è, da sempre, uno<br />

degli ingredienti fondamentali della sua vita: da quando,<br />

cioè, si divertita a giocare nei tornei estivi in montagna e<br />

da quando ha diviso il suo cuore tra il rossonero e il viola<br />

(“il Milan è il Milan e la Fiorentina è campanilismo”). Poi,<br />

il figlio che aveva scelto questo sport non l’ha più fatta<br />

allontanare dagli stadi e da quattro anni segue da vicino,<br />

vicinissimo, le sorti del Pesciauzzanese: prima <strong>come</strong><br />

amministratrice, poi <strong>come</strong> consigliera, ora anche <strong>come</strong><br />

“presidentessa operaia”, usando proprio una<br />

sua espressione. Ovvero, una presidentessa che fa tutto<br />

(“non mi sembra di fare niente di più, rispetto a quello<br />

che già facevo l’anno scorso”, ci spiega) dal fare tesseramenti,<br />

al parlare con i genitori dei ragazzi più piccoli, fino<br />

a seguire il mercato della prima squadra. Un lavoro duro<br />

ed intenso – anche se divide la presidenza col signor<br />

Gia<strong>come</strong>lli, già patron lo scorso anno – ma che ripaga<br />

Se nel secolo scorso la psico-<br />

logia ha insistito sulla differenza<br />

tra i sessi e ha utilizzato il ma-<br />

schio <strong>come</strong> norma di riferimen-<br />

di Elisabetta Rossi<br />

to, finendo per rendere la donna<br />

Psicologa e Psicoterapeuta<br />

inferiore, le ricerche più recenti ci<br />

dicono che sarebbe sbagliato cre-<br />

dere che uomini e donne siano identici.<br />

Studi più recenti hanno il pregio di guardare al mondo dei<br />

giovani, futuri adulti di domani, in modo obiettivo, senza<br />

considerare che la vittima di un fatto violento debba<br />

essere per forza una donna. Negli anni della crescita insegnamo<br />

ai nostri figli che le femmine non si toccano,<br />

ma non insegnamo altrettanto alle nostre figlie. Ed è proprio<br />

questa nuova ottica che conferisce agli ultimi trattati<br />

P15/speciale donna<br />

la manager<br />

“Le quote rosa<br />

si facciano largo<br />

anche nel calcio”<br />

Angela con grandi soddisfazioni e gratificazioni personali.<br />

Le chiedo se è difficile, per una donna, vivere quotidianamente<br />

in un mondo storicamente maschile: “Ho un<br />

rapporto bellissimo con giocatori e staff – ci racconta –<br />

e ci sono massima stima e rispetto reciproco. Mi sono<br />

fatta conoscere e se mi hanno scelta <strong>come</strong> presidente,<br />

vuol dire che qualche merito me lo riconoscono”. Quasi<br />

a volermi dare conferma di questo, entrano in ufficio<br />

due giocatori della prima squadra per mettersi d’accordo<br />

con Angela sulla grigliata a casa sua del giorno dopo.<br />

Quando escono i ragazzi, mi dice: “Un gruppo di lavoro<br />

affiatato è alla base del successo. E’ lo spogliatoio che<br />

porta risultato”. Angela è anche convinta dell’importanza<br />

di un buon settore giovanile, foriero di campioncini per la<br />

prima squadra (“ecco perché l’Italia, ai Mondiali, ha fatto<br />

una figuraccia: non punta su un buon vivaio”, ci spiega<br />

da vera esperta): non a caso, tra i suoi primi interventi, c’è<br />

stato un investimento sui preparatori atletici. Poi crede,<br />

soprattutto, nelle donne e nel fatto che in alcuni specifici<br />

ruoli, siano più adatte degli uomini: “Le donne hanno<br />

un maggior senso di responsabilità e<br />

sanno placare gli animi. In generale, ma soprattutto<br />

nel mondo del calcio, l’uomo parte con la polemica,<br />

poi arriva ad una soluzione. Le donne, agiscono al contrario:<br />

prima si risolve, dopo si fanno le considerazioni”. E’<br />

per questo che ha deciso di inserire nella società, in due<br />

distinti ruoli, donne. Le chiediamo, infine qual è l’obiettivo<br />

della squadra quest’anno: “Di solito si dice la salvezza –<br />

ride sotto i baffi, ricordando la stagione dello scorso anno<br />

in cui il Pesciauzzanese è arrivato alla fase play-off – però<br />

noi, certamente, non ci accontenteremo”. La caparbietà<br />

è, senz’altro, femmina.<br />

“Nella società moderna non esiste più il sesso<br />

debole: eliminiamo la discriminazione”<br />

un interesse particolare: in sostanza si tratta delle prime<br />

indagini capaci di non dare per scontato che la vittima<br />

sia sempre una donna e che il persecutore sempre un<br />

uomo. È di particolare interesse il fatto che, per raggiungere<br />

la parità in tutti i settori, anche il “sesso debole” debba<br />

passare per forza di cose da quelli che furono gli albori<br />

dello sviluppo del genere umano, quando vigeva la legge<br />

del più forte. Gli sforzi compiuti da numerose correnti culturali<br />

per eliminare il sessismo e la discriminazione sessuale<br />

non hanno reso l’uomo identico alla donna, per-<br />

ché uomini e donne non sono diversi qualitativamente,<br />

ma quantitativamente nella gestione delle emozioni, nel<br />

modo di percepire la realtà, nell’uso del linguaggio e nella<br />

scelta di relazioni e priorità di vita.<br />

Diletta Severi


P16/speciale donna<br />

l’imprenditrice<br />

Diletta Severi<br />

“<strong>Il</strong> nostro amore<br />

e anche gli affari<br />

corrono in bici”<br />

La passione per la bicicletta, tramandatale dal padre quando<br />

era piccola, l’ha accompagnata fino ad oggi che, ormai,<br />

è una donna. Ed è stata talmente tanto forte da diventare,<br />

persino, un lavoro. Monica Nannini è titolare, infatti, insieme<br />

al marito Gianfranco, di un’attività imprenditoriale giovane,<br />

ma già di successo, che si occupa di vendita e riparazione<br />

biciclette donna uomo e bambino, da competizione e da<br />

passeggio, a Ponte Buggianese. Raccontando la storia di<br />

Monica, diamo voce a tutte quelle donne che pur non rinunciando<br />

ad una propria realizzazione professionale non<br />

penalizzano, per questo, la famiglia. Ma, anzi, riescono<br />

a conciliare con successo – e non senza fatica – gli affetti<br />

con gli affari. “Non sono una femminista – ci spiega – ma<br />

devo ammettere che la donna che lavora<br />

ha un marcia in più, rispetto ad uomo. Dopo il lavoro,<br />

la giornata della donna non è finita: c’è da cucinare, mettere<br />

in ordine la casa, seguire i figli. L’uomo, finito il lavoro deve<br />

badare solo al divano”. E di figli, Monica ne ha ben tre: Shila,<br />

la grande (19 anni), Danny il mezzano (16 anni) e il piccolo<br />

Gregory di due anni. “Se rinascessi vorrei essere uomo – ci<br />

confida – per i vantaggi di cui ti ho appena parlato. Anche se<br />

l’aspetto negativo sarebbe non poter fare figli”. Ci racconta<br />

di non aver mai incontrato ostacoli nel suo desiderio di intraprendere<br />

la via imprenditoriale; l’unico pregiudizio – se così si<br />

può definire – l’ha subito quando era piccola: voleva correre<br />

in bicicletta ma non glielo hanno permesso (“poi ti vengono<br />

le gambe storte”, le dicevano). A quei tempi, già fare sport<br />

era un lusso concesso a pochi, figurarsi poi uno sport tipicamente<br />

maschile. La coraggiosa scelta di mettersi in affari è<br />

stata dettata sia dalla sua storica passione, sia dalla voglia di<br />

lavorare fianco a fianco con il marito, anche lui appassionato<br />

delle due ruote. Scelta azzeccata perché ci garantisce che,<br />

a differenza di quanto si pensi comunemente, il lavorare col<br />

proprio compagno è un vantaggio per il rapporto. D’altronde,<br />

lo diceva anche Cocciante: “Passeggiando in bicicletta<br />

accanto a te (…) io mi sto sempre più innamorando”.<br />

Gioie che<br />

parlano per te<br />

Via Libero Andreotti, 13<br />

51017 - Pescia (PT)<br />

telefono 0572 47085<br />

annaritagioielli@email.it<br />

Emancipazione:<br />

Sono convinta che la più grande rivoluzione di ogni tempo è<br />

l’emancipazione della donna, la sua lotta per la conquista dei<br />

propri diritti. Lotta che non si è ancora conclusa e la strada<br />

da fare è tanta, anche se nel mondo vi sono realtà in cui certamente<br />

la situazione della donna è buona e ormai su un livello<br />

di totale parità con l’uomo. La globalizzazione impone però<br />

di guardare oltre che alle poche realtà di parità anche alle<br />

realtà maggioritarie, quelle in cu vi sono ancora tante conquiste<br />

da fare. Di questi mesi è l’evidenza di situazioni tragiche<br />

<strong>come</strong> la condanna a morte di donne sospette di adulterio in<br />

alcuni paesi islamici, paesi in cui la condizione della donna<br />

è tale che vi sono alcuni di essi in cui le donne non hanno<br />

ancora diritto di voto. Non si parla solo di velo, guidare l’auto<br />

o libertà di vario genere ma del diritto fondamentale di un<br />

cittadino, quello di scegliere i propri rappresentanti: le donne<br />

in ben cinque nazioni del mondo dell’Asia e dell’Africa ancora<br />

non votano. Ma anche qui da noi in Italia le conquiste da fare<br />

sono ancora molte.<br />

Negli ultimi quaranta anni le conquiste sono state tante, le giovani<br />

ragazze non si rendono conto di cosa fosse l’Italia del pre<br />

sessantotto, quando non esisteva la legge sul divorzio, quella<br />

sull’aborto, il nuovo diritto di famiglia, conquiste che le giovani<br />

credono esistenti da sempre, ma che sono costate anni di<br />

lotte. Negli ultimi trenta anni le donne hanno conquistato posizioni<br />

che prima non erano pensabili, sono entrate in polizia, in<br />

magistratura e alla fine in ultimo anche nell’esercito ed in tutte<br />

le forze armate, ma anche tutte queste conquiste non significano<br />

ancora la parità nei diritti e nelle menti delle persone. Per<br />

gli uomini le donne sono ancora un oggetto da controllare e<br />

gestire e che siano oggetti lo dimostra tutto quanto ci sta intorno:<br />

dall’iconografia corrente sulla donna e sulla sua immagine,<br />

che la rappresenta perfetta e finta, avvolta nell’unica taglia<br />

ammessa, la 40, agli scoppi di violenza sulla donna, violenza di<br />

ogni genere, dalle botte alla violenza sessuale, agli omicidi che<br />

le vedono vittime della rabbia maschile, rabbia per le decisioni,<br />

la libertà, l’autodeterminazione della donna.<br />

Nel libro “ <strong>Il</strong> corpo di una donna ” edito da Marco del Bucchia,<br />

Angela Galli ed io abbiamo affrontato questo tema partendo<br />

dalla violenza sul corpo. Abbiamo accennato a questo libro lo<br />

una lotta pagata<br />

di Jacqueline Monica Magi<br />

Giudice del Lavoro al<br />

Tribunale di Livorno e Scrittrice<br />

con il sangue<br />

scorso mese. <strong>Il</strong> libro è stato accolto in modo entusiasta<br />

dalle donne, meno dagli uomini. Dalle presentazioni e<br />

dalle discussioni con le donne e gli uomini intervenuti<br />

la riflessione che ha portato al libro sta continuando e<br />

porterà sicuramente nuovi frutti anche letterari. Uno<br />

dei temi è il perché tanta violenza sulle donne legata<br />

alla loro emancipazione, perché la conquista dei nostri<br />

diritti la paghiamo con tanto sangue.<br />

Che la violenza sulla donna sia aumentata non è<br />

sicuro, visto che i dati del passato non li abbiamo,<br />

ma da quanto abbiamo potuto ricostruire nella storia<br />

violenza per le donne ce ne è stata sempre tanta, di<br />

ogni natura, fisica, sessuale e la stessa assenza delle<br />

donne dalla storia è la violenza più grande che le sia<br />

stata fatta. Nel libro ora citato si affrontano infatti le radici<br />

preistoriche della violenza, l’inizio della guerra fra i<br />

sessi. Dalle riflessioni successive ci siamo rese conto<br />

che ad una situazione di costante violenza <strong>come</strong> cancellazione<br />

dalla storia è corrisposto una situazione di<br />

costante complicità della donna nel farsi cancellare,<br />

nel rendersi vittima, cui solo ora ci ribelliamo. Lottare<br />

per i propri diritti è un enorme passo avanti e scatena<br />

violenza palese, non più silente. Scatena probabilmente<br />

più violenza che lo stare zitte perché l’uomo<br />

sente perdere quelle posizioni di potere conquistate<br />

2500 anni prima di Cristo e questo lo mette in crisi, io<br />

credo che lo costringerebbe a fare ora quanto non ha<br />

saputo e voluto fare negli ultimi 4500 anni: confrontar-<br />

si con l’altro sesso, dialogare e attraverso il dialogo,<br />

il confronto e o scambio di idee creare una società<br />

condivisa, superare la contrapposizione e convivere<br />

in modo nuovo e soddisfacente per tutti. Superando<br />

la volontà di imporre un solo punto di vista, il proprio,<br />

accettando di sacrificare alcune proprie cose si può<br />

costruire un mondo in cu c’è posto per tutti in modo<br />

soddisfacente, in cui uomo e donna convivono ed<br />

esprimono le proprie diverse specificità e con il dia-<br />

logo costruiscono, creano. Per questo ho scelto di<br />

chiamare questa rubrica Dialoghi. Perché credo ve-<br />

ramente che siamo all’alba di una nuova epoca final-<br />

mente di dialogo e non di prevaricazione.<br />

Scrivete a Jacqueline Monica Magi<br />

all’indirizzo email info@ilgiullare.com<br />

P17/dialoghi


Dove ci trovate<br />

Ospedale del Ceppo – Via del Ceppo 1 Pistoia<br />

Dal Lunedì al Sabato, Prima e terza domenica del mese 8:00-10:30<br />

Per informazioni: Avis Provinciale Pistoia<br />

Piazza San Lorenzo 29<br />

Tel 0573 23765; Numero verde da telefono fisso 800 261 580<br />

P19/avis<br />

la buona azione<br />

Giacomo Ghilardi<br />

Per il compleanno dell’Avis regalateci<br />

una vostra donazione<br />

Cinquantacinque anni e non sentirli. Bel traguardo<br />

per l’Avis Provinciale di Pistoia: oltre mezzo secolo<br />

speso per garantire una adeguata disponibilità<br />

di sangue e dei suoi componenti a tutti i pazienti<br />

che ne hanno necessità, attraverso la promozione del dono,<br />

la chiamata dei donatori e la raccolta di sangue. “Nel 2009 abbiamo<br />

visto un aumento di 382 donazioni a livello comunale e<br />

750 a livello provinciale. Abbiamo un totale di 2064 soci ed abbiamo<br />

superato le 10.000 donazioni complessive: risultati<br />

importantissimi, che testimoniano una grande<br />

crescita di cui non possiamo non essere<br />

soddisfatti, anche se il bisogno di sangue è<br />

sempre in aumento e sarà necessario progredire<br />

ancora” è quanto ha dichiarato il Presidente Viviano<br />

Tuci, in occasione del compleanno di Avis Pistoia. Ma,<br />

a Pistoia, l’Avis non si ferma qui: altri 500 donatori di sangue<br />

in più nel 2010. E’ l’obiettivo, una vera e propria scommessa<br />

per la città, che l’Avis si prefigge per quest’anno, in modo<br />

da rendere<br />

l’ospedale<br />

del Ceppo<br />

del tutto autosufficiente<br />

nel fabbisogno di sangue.<br />

<strong>Il</strong> sangue è un elemento indispensabile per la vita normale di<br />

ognuno di noi, ed è fondamentale nei servizi<br />

di pronto soccorso, nella chirurgia, per i trapianti e non solo,<br />

nella cura di molte malattie. <strong>Il</strong> problema, e la sfida che si trovano<br />

ad affrontare i donatori Avis, è che il sangue non è riproducibile<br />

in laboratorio: in caso di bisogno, infatti, può essere<br />

solo donato. E a questo punto entri in gioco anche tu: con<br />

un piccolo gesto puoi contribuire a costruire un patrimonio<br />

collettivo, fondamentale per la salute di tutti.<br />

Tutti dovremmo farlo, perché tutti<br />

abbiamo bisogno di sangue.<br />

“Quella volta che anche il grande Corrado<br />

donò il suo sangue all’associazione di Pescia”<br />

I capelli bianchi di chi ha tanto da raccontare, lo sguardo di<br />

chi ha ancora la passione del primo giorno e l’entusiasmo<br />

di un ragazzino. Gino Incerpi, fondatore della sezione Avis<br />

di Pescia, quando parla è un fiume in piena. Ci accoglie<br />

nel suo studio di fronte l’ospedale di prima mattina, in occasione<br />

del cinquantesimo compleanno della fondazione<br />

da lui creata. “Abbiamo iniziato questo lavoro mezzo secolo<br />

fa insieme a ventisei volontari. Oggi – racconta con<br />

orgoglio – siamo oltre duemila. Col tempo abbiamo fatto<br />

nascere anche le sezioni di Ponte Buggianese, Collodi,<br />

Vellano e San Qurico. Ma non ci fermiamo qui, vogliamo<br />

crescere ancora”. Un percorso lungo e a volte difficile, fatto<br />

di problemi e sacrifici, ma anche tantissime soddisfazioni.<br />

“Pagavamo i volontari con un Buono spesa dal valore<br />

di 1000 lire da scambiare in macelleria con della carne. Era<br />

un modo per non far perdere loro la giornata lavorativa e<br />

in questo modo incentivarli a donare il sangue”. <strong>Il</strong> ricordo<br />

del primo periodo di attività è sicuramente il più intenso.<br />

“Ogni anno organizzavamo al teatro Splendor “<strong>Il</strong> Biscione<br />

d’oro”, una rassegna canora per raccogliere fondi. Parteciparono<br />

<strong>come</strong> ospiti Mike Bongiorno, Pippo Baudo, Raimondo<br />

Vianello: tutti disponibili ad aiutarci, ma l’unico<br />

che rinunciò sempre a una parte della sua<br />

parcella per lasciarla a noi fu Corrado”. Oggi<br />

che si festeggiano i primi cinquanta anni, l’appuntamento è<br />

fissato per Domenica 26 Settembre. <strong>Il</strong> Teatro Pacini di Pescia<br />

è il palcoscenico della premiazione dei volontari che si<br />

sono distinti per il maggior il maggior numero di donazioni:<br />

medaglia di bronzo per chi ha raggiunto 14 donazioni,<br />

d’argento per chi è arrivato a 25, d’oro per i volontari che<br />

ne hanno fatte almeno 50. Poi il pranzo sociale al ristorante<br />

Santa Caterina. “Chiunque voglia partecipare è il benvenuto<br />

- promette Incerpi – abbiamo sempre bisogno di<br />

nuovi donatori. Soprattutto nel periodo estivo,<br />

quando il numero degli incidenti stradali<br />

aumenta drammaticamente”.


P20/il caso<br />

aias<br />

Luigi Scardigli<br />

“Patrimonio civile e<br />

sociale della città”<br />

“I deboli<br />

prima di tutto”<br />

“I lavori del centro devono proseguire”<br />

ALESSANDRO MANNELLI<br />

PROGETTISTA ARCHITETTONICO<br />

“L’unica cosa indispensabile, più che importante, in questo<br />

preciso momento, è quella di andare avanti con i lavori e non<br />

perdere altro tempo. Non mi permetto lontanamente il lusso<br />

di insinuarmi nella diatriba giuridica del commissariamento<br />

per sposare l’una o l’altra causa, ma da progettista architettonico<br />

del nuovo centro Aias posso soltanto dire che i rischi<br />

che si potrebbero correre potrebbero avere risvolti devastanti<br />

e incalcolabili danni economici. Allo stato attuale delle cose la<br />

struttura è al grezzo, in attesa di lavorazione e ultimazione: gli<br />

agenti atmosferici ai quali è esposta potrebbero deteriorare,<br />

“I toni da crociata non sono mai utili<br />

Serve il dialogo con i vertici nazionali”<br />

ALESSIO BARTOLOMEI<br />

PDL - PISTOIA<br />

<strong>Il</strong> commissariamento dell’Aias di Pistoia<br />

da parte dell’Aias nazionale ha<br />

destato non poche perplessità in tutta<br />

la cittadinanza. Quando si ricorre ad<br />

un provvedimento di quel tipo viene<br />

da pensare a fatti gravi: violazioni di<br />

norme, statuti e regolamenti, irregolarità<br />

amministrative o contabili, ecc...<br />

Sinceramente ho la sensazione che<br />

dietro non ci sia nulla di tutto questo,<br />

e il fatto che lo stesso commissario<br />

non abbia mai chiarito fino in fondo<br />

il reale motivo del commissariamento<br />

me lo conferma. Non entro nel merito<br />

della legittimità dell’atto di commissariamento,<br />

visto che è pendente presso<br />

il tribunale di Pistoia una apposita<br />

causa processuale, ma mi chiedo<br />

<strong>come</strong> sia stato possibile arrivare fino<br />

a questo punto. Credo che presiedere<br />

una onlus da oltre 40 anni, in una<br />

città che tende alle invidie ed alle gelosie<br />

<strong>come</strong> la nostra,<br />

possa aver<br />

suscitato le reazioni<br />

scontente<br />

di alcuni soci, i<br />

quali hanno avuto<br />

buon gioco<br />

nel criticare, di<br />

fronte al nazionale,<br />

una gestione<br />

troppo cristallizzata e accentratrice,<br />

seppure di innegabile efficacia.<br />

Una eccessiva rigidezza nella reazione<br />

unita ad un tocco di sicumera da<br />

parte dello storico Presidente hanno<br />

fatto il resto: forse sarebbe bastato<br />

instaurare un dialogo più disteso e<br />

rilassato con il nazionale per evitare<br />

questo provvedimento. Adesso la<br />

questione è esplosa in tutta la sua<br />

gravità e sta creando non pochi disagi<br />

nella gestione quotidiana delle varie<br />

strutture di assistenza, anche se ritengo<br />

un po’ eccessivi e anche poco<br />

utili alla soluzione del problema, certi<br />

toni da crociata volti a sostenere e ad<br />

asseverare il ragionamento che la gestione<br />

commissariale potrebbe portare<br />

alla chiusura delle strutture medesime.<br />

Credo che sarebbe, invece,<br />

opportuno sollecitare con decisione<br />

un rapido incontro, o, se non dovesse<br />

essere sufficiente, tutti quelli che<br />

servono, tra i vertici nazionale e locale<br />

dell’Aias per concordare insieme una<br />

via d’uscita che restituisca all’Aias di<br />

Pistoia una guida democraticamente<br />

eletta dalle famiglie degli assistiti oltreché<br />

ben riconosciuta dall’intera città,<br />

affinché possano proseguire gli importanti<br />

progetti di sviluppo che sono<br />

già stati messi in campo e che nessuno<br />

può pensare di interrompere.<br />

anche in modo totale, la sicurezza e la messa in opera. Ho<br />

usato il condizionale perché non c’è alcuna certezza matematica<br />

tra l’esposizione al freddo e al gelo, <strong>come</strong> alla pioggia e al<br />

caldo, che generi una più o meno incidente destabilizzazione.<br />

Resta il fatto che a questo stato di cose i rischi aumentano in<br />

modo esponenziale e ogni giorno in più che si sta fermi è un<br />

giorno in più regalato all’alea dei rischi. Senza sottovalutare<br />

poi l’altro aspetto economico, quello del preventivo dei costi:<br />

senza alcuna interruzione i lavori si sarebbero ultimati, approssimativamente,<br />

entro una certa data, oscillante per ovvi e imponderabili<br />

circostanze; in questo caso non si sa più quando<br />

si potrà scrivere la parola fine”.<br />

MAURO CIAVARDINI<br />

VICE QUESTORE DI PISTOIA<br />

“L’Aias è un vero e proprio patrimonio civile e sociale di questa<br />

città, che in questi anni ha fortemente inciso su quelle<br />

famiglie meno fortunate, assicurando<br />

servizi, cure e terapie di insostituibile e<br />

inestimabile valore rivolte con professionalità<br />

e amore. Ed è proprio in virtù<br />

della sua specifica collocazione che<br />

occorre fare qualsiasi sforzo affinché<br />

l’associazione resti e possa rinnovarsi.<br />

Premessa indispensabile questa<br />

che non può fare a meno della indispensabile<br />

correttezza e chiarezza<br />

gestionale che deve contraddstinguere<br />

l’Aias, che proprio in virtù della<br />

nobiltà dei suoi fini, ha bisogno della<br />

totale trasparenza amministrativa.<br />

caso AIAS<br />

“Forse è arrivato il momento di cambiare”<br />

GIUSEPPE IRACI<br />

PRESIDENTE COMUNITA’<br />

INCONTRO<br />

“L’Aias è senza mezzi termini una<br />

delle realtà più importanti per la città,<br />

nobile e antica. Non conosco<br />

bene le vicende giuridiche legate<br />

al commissariamento che hanno<br />

portato l’azienda all’attenzione della<br />

cronaca. Posso soltanto dire, da<br />

navigato esperto di una comunità<br />

(Incontro), che presiedo da alcuni<br />

anni, che esistono, anche qui, in<br />

queste realtà, i cicli esistenziali. Ad<br />

iniziare dal nome, tanto per fare un<br />

esempio: associazione italiana assistenza<br />

spastici. Beh, credo che<br />

anche nella definizione, risieda,<br />

forse, un po’ di antico che deve<br />

essere necessariamente svecchiato,<br />

visto e considerato che sono<br />

ormai anni che i destinatari di questa<br />

struttura vengono definiti “diversamente<br />

abili” e non “spastici”.<br />

Per quanto riguarda il Presidente,<br />

Luigi Bardelli, contro il quale non<br />

ho alcuna rimostranza da fare, credo,<br />

proprio <strong>come</strong> è successo qui<br />

da noi con l’ex presidente, Franco<br />

Marchesini, che ad un certo punto<br />

giunga l’ora di farsi da parte e non<br />

MASSIMO BIANCHI<br />

AUTISTA AIAS<br />

“Sono stato assunto all’Aias, <strong>come</strong><br />

autista, il 2 febbraio 1977: di questa<br />

vicenda che sta pericolosamente movimentando<br />

il nuovo centro che sta per<br />

nascere non ne so assolutamente nulla.<br />

So solo che lavoro lì da 33 anni e che<br />

in questo lunghissimo periodo, che è coinciso con gli anni<br />

più belli della mia vita, oltre ad aver potuto personalmente<br />

constatare la pazienza di Luigi Bardelli nel sopportarmi, ho<br />

soprattutto visto un’infinità di ragazzi poco fortunati crescere,<br />

invecchiare e qualcuno anche morire: da tutti loro però,<br />

ogni giorno, prendendoli e riportandoli a casa, ho ricevuto<br />

tante lezioni di vita, che mi hanno aiutato a dare la misura<br />

e il senso della felicità. Per questo mi auguro davvero che il<br />

nuovo centro prenda quanto prima vita: i suoi meravigliosi<br />

utenti non possono aspettare”.<br />

perché si sia vecchi e non più utili,<br />

ma proprio per evitare che l’associazione<br />

che si dirige e nella quale<br />

ci si immerge, anima e corpo, da<br />

moltissimi anni, corra il rischio di<br />

identificarsi nella nostra persona.<br />

Si parla tanto, in politica <strong>come</strong> nelle<br />

attività sociali e commerciali, di un<br />

necessario ricambio generazionale,<br />

uno svecchiamento capace di rendere<br />

a quelle attività il coraggio, la<br />

forza e le idee per rinnovarsi. Vale<br />

anche per la Comunità Incontro e<br />

per l’Aias”.


P22/la copertina<br />

il terrore degli innocenti<br />

Luigi Scardigli<br />

foto di<br />

Cristiano Bianchi<br />

“Potevo morire sotto<br />

gli occhi di mio figlio<br />

Oggi abbiamo ancora paura”<br />

Renato Fabbeni, poco più di un<br />

anno fa, è stato pestato alla piscina<br />

comunale di Montecatini.<br />

Ora vive nel terrore, protetto, in<br />

casa, da telecamere a circuito<br />

chiuso. “Quelli che mi hanno aggredito<br />

sono ancora in libertà”.<br />

Nella casa dove abita con la<br />

moglie e i due figli, nella campagna<br />

di Buggiano, ci sono<br />

una ventina di telecamere<br />

a circuito chiuso. E lì resteranno<br />

a vigilare ogni eventuale qualsiasi<br />

strano movimento, anche dopo che il tribunale<br />

avrà emesso la propria sentenza,<br />

probabilmente. “Da quel maledetto<br />

7 maggio 2009 non ho più<br />

avuto pace: aspetto che la giustizia<br />

risarcisca il danno, rimargini le ferite e il<br />

terrore che possa accadere di nuovo. Per<br />

questo, in qualsiasi momento, desidero<br />

sapere dove stiano e cosa facciano i miei<br />

figli e per questo ho deciso di installare<br />

questo circuito di videosorveglianza”. La<br />

vita di Renato Fabbeni, dopo il terribile<br />

pestaggio subito poco più di un anno fa,<br />

all’interno della piscina comunale di Montecatini,<br />

ad opera di quattro extracomunitari<br />

(la notizia intasò le cronache locali<br />

per alcuni giorni), non è più la stessa. Non<br />

solo perché in seguito a quella violenta e<br />

inspiegabile aggressione abbia subìto vari<br />

interventi chirurgici con inevitabili, dolorosi<br />

Relais ristorante<br />

Poggio degli Olivi<br />

e inguaribili, strascichi sanitari, ma soprattutto<br />

perché da allora, non ha più<br />

pace. “Mio figlio, da quel giorno, non<br />

vuole più dormire da solo: pensate a<br />

cosa possa aver subito, quel 7 maggio,<br />

quando vide quattro uomini accanirsi<br />

contro suo padre, a terra, fino a<br />

poterlo uccidere. Quel ricordo, forse,<br />

che è un vero e proprio incubo, non lo<br />

abbandonerà mai più”. Contro gli aggressori,<br />

individuati e riconosciuti grazie<br />

alle telecamere interne del centro<br />

estivo comunale di Montecatini, Renato<br />

Fabbeni ha naturalmente sporto una<br />

denuncia penale (una anche civile nei<br />

confronti dei gestori dell’impianto). “<strong>Il</strong><br />

mio avvocato ha detto che a febbraio<br />

si sarebbe iniziato a veder qualcosa di<br />

concreto, ma siamo già a settembre e<br />

tutto è ancora fermo”. Quando gli chiediamo<br />

di ripercorrere gli istanti di quei<br />

drammatici momenti vissuti, Renato<br />

si massaggia lo zigomo sinistro, ricostruito<br />

con un intervento di chirurgia<br />

Lounge Bar DiciottO.1<br />

Your life is our Style<br />

Nella foto in alto a sinistra Renato Fabbeni ricoverato<br />

all’ospedale subito dopo l’aggressione.<br />

Sotto mentre mostra una delle telecamere dell’impianto di<br />

videosorveglianza della sua abitazione.<br />

Sotto ancora Renato fabbeni con la denuncia e con il figlio.<br />

plastica. “Potete anche non crederci,<br />

ma è più grande il dolore di sapere che<br />

quei quattro stiano serenamente ancora<br />

spasso, che quello che mi perseguita,<br />

da allora, su tutto il viso: la parte<br />

sinistra della faccia non la sento più.<br />

Anche per mangiare, spesso, incontro<br />

non poche difficoltà, soprattutto nella<br />

masticazione. Però mi preme<br />

anche sottolineare <strong>come</strong> non<br />

sia affatto prevenuto, né tanto<br />

meno razzista: pensate che<br />

qui, accanto alla mia abitazione,<br />

vivono alcuni rumeni con i<br />

quali ho un buonissimo rapporto.<br />

Spesso mangiamo anche<br />

insieme”. Quando salutiamo e<br />

ci congediamo, i due figli sono<br />

ancora nel salotto, così <strong>come</strong> li<br />

abbiamo trovati, a vedere i cartoni<br />

animati in televisione. Fuori,<br />

nel piccolo giardino, il vecchio<br />

Zoe, un boxer di dodici anni, è<br />

sdraiato a terra, in cerca di refrigerio:<br />

prova ad alzarsi e a scodinzolare,<br />

ma è vinto dal caldo<br />

e resta immobile, all’ombra.<br />

Squilla il cellulare: è la moglie,<br />

che è a Pistoia, all’Inps, in cerca<br />

di lavoro. “Faccio il magazziniere<br />

a Monsummano: alcuni<br />

L’ingiustizia in qualsiasi luogo<br />

è una minaccia alla giustizia ovunque.<br />

M.L.King<br />

giorni devo parlare molto con i miei<br />

colleghi e la sera, per questi problemi<br />

che ho alla bocca, sono distrutto.<br />

Non mi è stata riconosciuta<br />

alcuna infermità, ma fa lo<br />

stesso. L’importante è che<br />

i miei bambini, un giorno,<br />

possano dimenticare”.<br />

P23/la copertina<br />

di Jacqueline Monica Magi<br />

Giudice del Lavoro<br />

al Tribunale di Livorno e Scrittrice<br />

“Non bisogna avere<br />

solo facili pregiudizi”<br />

Quanto accaduto alla piscina comunale<br />

di Montecatini Terme è inquietante e, giustamente,<br />

inquieta le coscienze: un’aggressione<br />

da parte di un gruppo in pieno<br />

giorno senza alcun intervento a limitarlo.<br />

Sull’accaduto alcuni appunti: il primo è che<br />

la violenza da parte di un gruppo fa molto<br />

più effetto che quella isolata, anche se<br />

più efferata. Si tratta di un normale e ovvio<br />

meccanismo psicologico, qualsiasi donna<br />

sa che se di notte intravede un gruppo di<br />

uomini in giro trema al pensiero di doverli<br />

incontrare. La violenza di gruppo risponde<br />

a precisi codici del gruppo stesso e nasconde<br />

una debolezza mascherata con<br />

la arroganza. La debolezza data da una<br />

identità non certa, da modelli fasulli porta<br />

chi è intrinsecamente debole a manifestare<br />

arroganza e violenza bruta per affermare<br />

il vuoto che porta dentro. Forse la paura<br />

che il gruppo procura di per sé blocca ogni<br />

intervento. Riguardo l’intervento pubblico<br />

occorre considerare che sono in vigore<br />

in Italia leggi garantiste che tutelano ogni<br />

cittadino, leggi che hanno la loro origine in<br />

principi costituzionali. Fare giustizia necessita<br />

del rispetto delle regole e queste regole<br />

valgono per tutti i cittadini, quindi quello<br />

che spesso viene non compreso sono le<br />

regole, i tempi della giustizia garantista e<br />

democratica, che ci assicura che lo Stato<br />

rispetti ognuno di noi. Occorre far crescere<br />

fra i cittadini la conoscenza di quali sono le<br />

regole della democrazia e del suo ordinamento<br />

per far si che sappiano leggere nei<br />

fatti oltre le reazioni immediate, oltre i modi<br />

di dire, oltre le frasi e le idee preconcette,<br />

per far si che sappiano chiedere a chi li governa<br />

cosa effettivamente gli spetta.<br />

Via Montevettolini Cantagrillo 3110/A - Monsummano Treme (PT) - Tel. e Fax 0572 640631 - Cell. 345 1332481 - 338 4493222


P24/se avessi vinto le elezioni<br />

lo sconfitto<br />

Andrea Spadoni<br />

foto di<br />

Cristiano Bianchi<br />

“Vi dico io cosa avrei fatto<br />

se fossi diventato sindaco”<br />

“E’ anche la città<br />

del divertimento”<br />

“Non si doveva dimenticare che Montecatini è anche<br />

una città vivace, dove operano locali di qualità che fanno<br />

avvicinare alla nostra città molti giovani ogni fine settimana.<br />

La giunta, invece, sembra aver dimenticato questa<br />

importante economia e ha adottato solo misure di restrizione<br />

senza una precisa strategia. Locali <strong>come</strong> il Gambrinus,<br />

il Syrah, il Lidò, sono una<br />

risorsa per Montecatini. Sono<br />

locali belli, alla moda. Non è<br />

giusto che i ragazzi della<br />

città, debbano andare<br />

a divertirsi in Versilia.<br />

Troviamo un modo per<br />

farli convivere con le<br />

esigenze dei residenti e<br />

in previsione del ritorno<br />

dei turisti”.<br />

P25/se avessi vinto le elezioni<br />

“Svincoli alberghieri<br />

utili per il bilancio”<br />

“Nel programma elettorale che<br />

avevo presentato c’era l’importante<br />

questione degli svicoli alberghieri.<br />

Oggi la domanda è di<br />

gran lunga inferiore ai posti letto<br />

disponibili. Ed è veramente<br />

deprimente vedere in città tanti<br />

vecchi hotel ormai abbandonati<br />

nel degrado più totale, quando potremo<br />

svincolarli e trasformare dei ruderi<br />

in strutture d’impatto per l’immagine e utili alla città e<br />

al turismo. Questo sarebbe possibile con un progetto di<br />

edilizia di qualità che porterebbe anche importanti entrate<br />

alle casse comunali. In più, <strong>come</strong> ho già annunciato,<br />

c’è un immobilismo generale e lentezza nelle concessioni<br />

edilizie. Eppure con la giunta Severi avevamo già<br />

messo in moto tanti progetti”.<br />

Alberto Lapenna, 60 anni, capogruppo dell’opposizione al Comune di Montecatini,<br />

è stato il grande sconfitto alle elezioni del giugno 2009. Esponente del Pdl e candidato<br />

a sindaco <strong>come</strong> rappresentante di una larga coalizione di centro-destra, partito<br />

con il favore dei pronostici, ha perso al ballottaggio, cedendo la poltrona di primo<br />

cittadino a Giuseppe Bellandi. Su nostra precisa richiesta, avrebbe dovuto lanciare<br />

una provocazione spiegando ai cittadini cosa avrebbe fatto lui se fosse diventato<br />

sindaco. Essendo una nostra idea e, quindi, una nostra esclusiva, non ci ha fatto<br />

piacere aver letto la stessa intervista su “La Nazione” di martedì 31 agosto, mentre<br />

questo giornale stava andando in stampa. Noi, essendo corretti, la pubblichiamo lo<br />

stesso. <strong>Il</strong> problema non è la concorrenza (impossibile tra un quotidiano e un mensile),<br />

ma la tutela di un’idea e di una proposta che era partita dalla nostra redazione.<br />

“Ztl nelle strade del commercio: grave errore”<br />

“Chiudere la città in un periodo di forte crisi <strong>come</strong><br />

questo è un suicidio. E’ vero che dobbiamo tutelare<br />

il termalismo e i turisti che vengono da noi per riposarsi,<br />

ma con il forte calo di presenze, dobbiamo<br />

tener conto, per forza, anche delle esigenze<br />

delle attività commeciali interne. Pensare che,<br />

facendo così, si incentivi il turismo termale è solo<br />

una pia illusione. La giusta strategia sarebbe quella<br />

di ripristinare la ztl di una volta, con la chiusura al<br />

traffico dalle 22 alle 6 di mattina. In più non si possono<br />

chiudere le strade del centro, che sono il polmone<br />

commerciale della città, <strong>come</strong> corso Matteotti e<br />

corso Roma. Le aree interessate alla ztl, potrebbero<br />

essere quelle più tipicamente termali: viale<br />

Verdi, a partire dall’incrocio con via Manzoni, la<br />

zona di via Cavallotti, il secondo tratto di viale IV<br />

novembre dove ci sono gli hotel. Invece, la giunta<br />

Bellandi, fino ha fatto solo confusione”.<br />

“<strong>Il</strong> sindaco Giuseppe Bellandi e tutta la sua amministrazione<br />

sono in stato confusionale. A seguire il<br />

loro operato, si capisce che non sono in grado di<br />

gestire la macchina comunale. Per fare un esempio:<br />

in bilancio hanno 4 milioni di euro a disposizione<br />

per la realizzazione di opere che, quindi,<br />

sono già finanziate. Come sono rimasto di stucco,<br />

quando ho saputo che la dottoressa Rossella<br />

Bonciolini, dirigente al bilancio da molti anni, seria<br />

ed esperta, diciamo il nostro piccolo Tremonti, è<br />

stata spostata agli uffici della pubblica istruzione.<br />

Uno spreco di energie inutile. Lavorando così, l’immobilismo<br />

in cui si trova Montecatini, può solo gradualmente<br />

peggiorare. Loro si appellano sempre<br />

alla mancanza di fondi a disposizone dell’ente, ma<br />

non è così. Anche dalla Regione non arrivano fondi<br />

perché mancano i progetti. Inoltre c’è una clamorosa<br />

lentezza nelle concessioni edilizie”.<br />

Un nuovo modo di vivere la passione del vino<br />

A PESCIA, VIA NOVA E ORA ANCHE A PIEVE A NIEVOLE<br />

www.enotecamalucchi.it<br />

“A che punto siamo<br />

con l’area Kartos?”<br />

“Montecatini è diventata la città degli sprechi. Ancora<br />

non si è fatto niente per il recupero della zona ex Kartos.<br />

Con la giunta Severi avevamo già sottoscritto un protocollo<br />

d’intesa per la nascita anche di un nuovo plesso<br />

scolastico. E loro, a che punto sono? In più, i “buchi<br />

neri” sono moltissimi: il recupero della vecchia sede della<br />

Lazzi, a che punto è? Cosa si sta<br />

facendo? Cosa si è fatto in<br />

questi quindici mesi? Poi mi<br />

viene in mente la sede dei<br />

Vigili del fuoco in corso<br />

Roma. Tante parole,<br />

ma qual è il risultato?<br />

Niente. Tutto fermo.<br />

E la ex Sip? La stessa<br />

musica. Non hanno<br />

strategie, niente”.<br />

“Tolleranza zero<br />

contro i clandestini”<br />

“Considerata la situazione attuale,<br />

ci vuole la tolleranza zero contro<br />

ogni tipo di criminalità. Lo<br />

stesso vale per gli stranieri non<br />

in regola e per i vu’cumprà. In<br />

una città <strong>come</strong> la nostra non<br />

si possono vedere le bancarelle<br />

improvvisate sul marciapiede dei<br />

vu’ cumprà, di fronte, o vicino, alle<br />

principali boutique del centro: Bonvicini,<br />

Morini o Susy. Questo è un messaggio che mando anche<br />

alla polizia municipale, dato che, nonostante l’ottimo<br />

lavoro della dirigente Michela Cupini, servirebbe qualche<br />

inpunt in più da parte dell’amministrazione, perché i vigili<br />

non possono essere efficienti solo per fare le multe, ma<br />

dovrebbero anche controllare fenomeni <strong>come</strong> questi”.


P26/c’eravamo tanto amati<br />

La bufera<br />

Andrea Spadoni e Luigi Scardigli<br />

“Sono e resto un finiano convinto”<br />

Anche Nicola Barbarito, giovane consigliere comunale di Pistoia<br />

nelle liste di Alleanza Nazionale, sta tirando le briglia al proprio<br />

cavallo: Gianfranco Fini.<br />

“Fino al prossimo 5 settembre è bene che ci si morda tutti la<br />

lingua, prima di parlare: siamo in attesa dello storico incontro di<br />

Mirabello, in provincia di Modena, dove Gianfranco Fini darà al<br />

suo popolo le linee guida per la politica futura, per il prossimo<br />

fare futuro. Sarà un congresso ancor più importante di quello di<br />

Anagni, dove si decise lo strappo con un passato che per molti,<br />

troppi versi, non ci apparteneva più”.<br />

Dall’entusiasmo con il quale la racconta, lascia tranquillamente<br />

intendere di essere pienamente convinto dalla linea<br />

del suo presidente.<br />

“Sono sempre stato un finiano: ricordo ancora quando è arrivato a Pistoia<br />

e dopo aver scansato tutti è venuto ad abbracciarmi. Sono un ragazzo<br />

che è ancora fermamente convinto che la politica possa e debba svolgere<br />

un ruolo fondamentale nella vita sociale di qualsiasi agglomerato umano. I<br />

suoi colonnelli, quello che lo accusavano di schiacciarsi troppo all’ombra di<br />

Berlusconi, alla prima conta lo hanno abbandonato, preferendo cavalcare<br />

proprio l’altra tigre”.<br />

Già, Berlusconi. Ma non è stato lui a cambiare improvvisamente: è<br />

Fini che ad un certo punto si è messo a dire cose di sinistra.<br />

“Non esagerate – sorride -. In linea di principio non conosco un solo politico<br />

che nei suoi programmi dica o sostenga cose che non siano di dominio interesse<br />

e condivisione pubblica: tasse meno onerose, sicurezza, problemi<br />

dell’immigrazione, istruzione, sanità, infrastrutture. Se ascolti attentamente,<br />

in campagna elettorale, una voce è quella del suo più acerrimo nemico, in<br />

linea di massima, sui programmi, spesso, c’è quasi una totale condivisione.<br />

<strong>Il</strong> problema, d’ora in avanti, è riuscire a trasformare le parole in fatti, perché<br />

di chiacchiere, la gente, non ne vuole più”.<br />

<strong>Il</strong> feeling con il Pdl, anche prima della seduta di Mirabello, sembra essere<br />

ormai svanito. Aspettiamo di conoscere i nuovi partners: Fini sta già tessendo<br />

la tela; Barbarito lo sa, ma fino al 5 settembre, acqua in bocca.<br />

“Noi giovani cresciuti in An, delusi da Gianfranco”<br />

Rispolveravo camera al ritorno da una vacanza e, in un cassetto,<br />

ho trovato un accendino. Non era un accendino normale:<br />

busta di pelle nera, frangifiamma, placcato d’argento e alquanto<br />

pesante. Sopra un’incisione particolare, un simbolo<br />

per cui hai sempre lottato e la firma di colui che era<br />

il punto di riferimento di una classe politica: Alleanza<br />

Nazionale e Gianfranco Fini. Quell’accendino mi ha<br />

fatto venire un po’ di nostalgìa anche a me che An<br />

l’ho vissuta poco, ma per fortuna l’ho sempre respirata<br />

in casa. Una volta quando si muoveva Fini tutti<br />

accorrevano a vederlo, sentirlo, stringergli la mano.<br />

Era un sogno, le foto solo ai più fortunati. E invece,<br />

ora dopo averlo seguito nella fusione con Forza Italia,<br />

forse non pienamente convinti, ma fidandoci ciecamente<br />

della sua lungimiranza politica, ci troviamo inspiegabilmente<br />

contro di lui. Gli aderenti a Futuro e Libertà attaccano a<br />

spada tratta gli ex-An di non seguire l’ex-delfino nelle proprie<br />

campagne ideologiche per distruggere il primo partito italiano<br />

di cui è cofondatore. Non è tradimento se noi che proveniamo<br />

da Alleanza Nazionale e siamo fieri del nostro passato, non seguiamo<br />

Fini. Lui ci ha portato nel PdL e noi da buoni politicanti<br />

abbiamo aderito. Abbiamo vinto tutte le elezioni, abbiamo cercato<br />

di portare avanti i valori di sempre in un nuovo, ampio e<br />

sfaccettato contenitore di idee. Ora ci sentiamo nel PdL e non<br />

vogliamo distruggere un altro partito. Non seguire Fini, inoltre,<br />

non vuol dire necessariamente essere Berlusconi-dipendenti.<br />

Naturalmente il Premier è il leader indiscusso nonché il Presidente<br />

del Partito, ma ciò non basta per identificare coloro che<br />

sono rimasti nel Pdl dei “Berluscones”. La Russa, Gasparri,<br />

Matteoli, Meloni ed altri sono sempre stati e sempre saranno<br />

i nostri punti di riferimento, anche all’interno di un così vasto<br />

partito. A questo punto allora non so se è meglio andare alle<br />

urne, <strong>come</strong> ha detto Bossi, ripulire il Pdl e sperare di ottenere<br />

un risultato simile alle scorse politche, con il pericolo, però, che<br />

si crei un altro problema: lo strapotere della Lega. Speriamo<br />

che i nostri statisti sappiano cosa fare, è l’unico auspicio.<br />

Lorenzo Vignali<br />

Consigliere Comunale di Chiesina Uzzanese<br />

VS<br />

P27/c’eravamo tanto amati<br />

“<strong>Il</strong> Pdl non si può buttare a mare<br />

E il tullianismo non ci sta bene”<br />

Gianfranco Fini ha lamentato la gestione “aziendale” del Pdl,<br />

<strong>come</strong> se Silvio Berlusconi non avesse innovato la politica italiana,<br />

cambiando il modo di intendere i partiti, ammodernandoli<br />

secondo una concezione democratica e popolare. Come se Fini<br />

ad un certo punto si fosse dimenticato di quando, lui davvero,<br />

faceva il dittatore. Era il 19 Luglio 2005 e con un blitz squadrista,<br />

revocò tutti gli incarichi ai suoi dirigenti di partito (Gasparri,<br />

Matteoli, La Russa) per colpa di un colloquio carpito da un giornalista<br />

e pubblicato su “<strong>Il</strong> Tempo” nel quale i colonnelli di AN contestavano<br />

alcune posizioni di Fini (allora Vicepremier). <strong>Il</strong> Corriere<br />

della Sera in quei giorni scriveva un titolo eloquente: “Un blitz di<br />

Fini azzera i vertici del partito”. L’onorevole Fini, che oggi predica<br />

bene, ha razzolato male sin dal principio della sua attività politica.<br />

Era il 1977 e il giovane Gianfranco perse il congresso nazionale<br />

del Fronte della Gioventù (arrivò quinto su sette) ma trovò, da<br />

A mio avviso, quello del Pdl è un tentativo politico da<br />

non da buttare a mare assolutamente. Esso porta infatti<br />

con sé l’idea di un bipolarismo tendente al bipartitismo<br />

che supera le logiche e gli assetti politici da vecchia Repubblica.<br />

Questo io ritengo sia un valore che non può<br />

essere perduto o disperso. Quanto alla genesi del Pdl,<br />

non posso nascondere che noi di Alleanza Nazionale<br />

eravamo perplessi sul fatto di sciogliere il partito per<br />

confluirvi. I dubbi c’erano, ma Fini allora ci ha obbligati<br />

a questo passo. Noi avremmo senz’altro preferito un<br />

assetto federale, che mantenesse intatte le identità e<br />

la storia di Forza Italia e di Alleanza Nazionale che, in<br />

quel modo, avrebbero costituito ciascuna un contrappeso<br />

equilibrato per l’altra. Anche da un punto di vista<br />

degli equilibri nell’attuale governo, una rappresentanza<br />

autonoma della destra italiana avrebbe garantito un<br />

contraltare politico nei confronti dell’alleato Lega Nord,<br />

a garanzia soprattutto del centro e del sud dell’Italia. E’<br />

per questo motivo, anche, che tornare indietro ora è da folli. Soprattutto<br />

alla luce degli esiti delle elezioni regionali, che hanno visto<br />

una crescita del Pdl nonostante Fini abbia fatto il possibile per remare<br />

contro mettendo sul piatto polemiche sterili rispetto a un’azione<br />

di governo incisiva e proficua, estranee rispetto alla tradizione<br />

della destra, e che hanno avuto <strong>come</strong> unico risultato finale quello di<br />

concorrere all’espansione della Lega Nord. Ma ora, la cosa che più<br />

non ci va giù è un’altra: è che la storia, le sofferenze, i sacrifici della<br />

destra italiana siano finiti in una società off-shore che si occupa<br />

di case a Montecarlo. Va bene far evolvere un partito secondo le<br />

esigenze della storia, il che rende comprensibili i superamenti prima<br />

del fascismo, poi dell’Msi e di An poi confluita nel Pdl. Ma finire nel<br />

tullianismo proprio no, non ci sta bene.<br />

Roberto Benedetti<br />

Vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana<br />

Consigliere regionale Pdl<br />

“Ora possiamo tornare al lavoro: con Silvio”<br />

buon politicante, un compromesso per arginare<br />

l’avvilente classifica e, ipso iure di essere<br />

l’uomo più fidato dell’allora leader Giorgio Almirante,<br />

riuscì a sovvertire l’esito democratico<br />

con l’ausilio del suo mentore. Già da allora Fini<br />

manifestava un eritema ideologico verso il voto<br />

popolare. Al nuovo e unico (per la gioia del suo<br />

ego) leader di Futuro e Libertà per l’Italia, non<br />

è mai mancata l’indole del ‘sovversivo politico’ e l’attualità ce ne<br />

dà ragione. Pace. Ormai è dall’altra parte.<br />

Possiamo tornare al lavoro.<br />

Giovanni Bucciero<br />

Vice Coordinatore Pdl Montecatini<br />

Segretario Amministrativo Coordinamento Provinciale di Pistoia<br />

Consigliere Nazionale <strong>Il</strong> Buongoverno-Pdl


P28/voi <strong>come</strong> noi<br />

lo scandalo<br />

Alessandro Panteri<br />

“<strong>Il</strong> doping uccide la Giostra<br />

e mette in pericolo i cavalli”<br />

La corsa dei cavalli, un tempo,<br />

era considerata lo sport dei re.<br />

Già nel 1140 Re Enrico cerco’<br />

di trasformare il suo cavallo in<br />

uno « più veloce e più forte » e<br />

per fare ciò, lo incrocio’ con<br />

stalloni di razza araba portati in<br />

Inghilterra dalle crociate. Questo<br />

processo di allevamento<br />

selettivo, per aumentare velocità<br />

naturale e resistenza, è<br />

pero’ venuto meno nel tempo,<br />

lasciando spazio ad un fenomeno<br />

moderno, una scorciatoia,<br />

il doping. L’origine di questo<br />

termine è controversa ma<br />

pare che risalga al linguaggio<br />

sudafricano, dove col termine<br />

dope si intende una bevanda<br />

alcolica usata <strong>come</strong> stimolante<br />

nelle danze. La diffusione<br />

del doping nelle manifestazioni<br />

sportive inizio’ proprio negli<br />

ippodromi a partire dai primi<br />

del novecento. Sostanze proibite<br />

venivano fatte assumere<br />

ai cavalli al fine di accrescere<br />

artificiosamente le prestazioni o<br />

per combattere la fatica, contravvenendo,<br />

quindi, al minimo<br />

concetto di lealtà sportiva. Nel<br />

tempo il numero delle sostanze<br />

proibite è aumentato ed oggi,<br />

nella « lista nera », troviamo un<br />

numero considerevole di so-<br />

stanze (generalmente farmaci) con proprietà analgesiche, anti-infiammatorie, anestetiche,<br />

etc. Nel caso specifico della manifestazione di Pistoia, sono stati riscontrati proprio farmaci<br />

ad azione analgesica (Fenilbutazone, Tramadolo e Butorfanolo), farmaci che, rendendo<br />

gli animali insensibili al dolore, ne aumentano sensibilmente le performances. Dal punto<br />

di vista medico, la mancanza della percezione del dolore in concomitanza di forti stress<br />

meccanici, quali le continue torsioni degli arti durante la Giostra dell’Orso, puo’ portare a<br />

severe conseguenze <strong>come</strong> lesioni o fratture, e quando avvengono questi incidenti ci si avvia<br />

molto spesso all’ abbattimento dell’animale. Naturalmente in ogni competizione si puo’<br />

avere qualche incidente, <strong>come</strong> avviene durante le gare ippiche tradizionali, ma il paragone<br />

con i palii proprio non regge. <strong>Il</strong> doping rappresenta, quindi, la completa perdita di uno<br />

spirito agonistico che dovrebbe spingere l’atleta a confrontarsi con se stesso e con gli altri<br />

mirando alla vittoria <strong>come</strong> unico strumento per sfidare il tempo ed ottenere la gloria.<br />

Alessandro Panteri, 32 anni di Pescia, lavora<br />

al centro ricerche di Novartis Animal Healt a<br />

Friburgo in Svizzera. Si occupa di sviluppo<br />

preclinico di nuovi farmaci veterinari<br />

Per le tue segnalazioni e lettere al direttore scrivi a info@ilgiullare.com<br />

LA DISPENSA GIOVANNELLI<br />

Via Don Facibeni, 2<br />

51016 Montecatini Terme (PT)<br />

Tel. 0572 904486<br />

Giovani ciclisti in gara<br />

al “Gran Premio Città<br />

di Monsummano”<br />

Sabato 25 settembre<br />

e domenica 26,<br />

a Monsummano, si<br />

corre il Gran Premio<br />

città di Monsummano<br />

(Memorial Orlando<br />

Bettaccini e Ivo<br />

Rastelli). Alle 15, ai<br />

nastri di partenza i<br />

partecipanti alla corsa<br />

riservata alle categorie<br />

esordienti primo e<br />

secondo anno (donne)<br />

- prova unica trofeo<br />

“Verde-Rosa”. A<br />

seguire, alle 17.15, gimkana<br />

per la categoria<br />

Giovanissimi (aperta<br />

a tutti - tesserati e<br />

non tesserati). Domenica<br />

26 settembre (ore<br />

9. 15), corsa riservata agli esordienti primo anno (uomini) e alle<br />

10.45 corsa categoria uomini esordienti secondo anno (‘96).<br />

<strong>Il</strong> vincitore si aggiudicherà la Coppa Verde. La corsa, organizzata<br />

dal Velo club monsummanese, ormai è una classica della<br />

stagione del ciclismo giovanile e alla quale partecipano i migliori<br />

atleti sulla piazza. I trofei in palio sono offerti da Puntocoppe,<br />

per la corsa delle donne. I premi per i primi classificati alla Gimkana<br />

sono offerti da PM Arredamenti e da Alfonso Massaro.<br />

Per quanto riguarda gli esordienti primo anno GTS Logistiche<br />

Trasporti e per il secondo anno Ga.Vo meccanica.<br />

<strong>Il</strong> nostro calcio giovanile<br />

arriva fino in Congo<br />

“Culturidea” Coni e Lega calcio Pistoia, chiedono a tutte le<br />

squadre della provincia di Pistoia di donare una muta completa<br />

con stemmi e gagliardetti della squadra per i Villaggi del Bas<br />

Congo di modo che il II Torneo di Calcio “Pistoia-Repubblica<br />

Democratica del Congo” sia disputato usando maglie e simboli<br />

delle stesse squadre pistoiesi. <strong>Il</strong> torneo <strong>come</strong> le partite in genere<br />

sono sempre precedute da una grande assemblea in cui si<br />

parla dei diritti dei cittadini, si danno rudimenti su lettura e scrittura,<br />

mentre il dopo partita è caratterizzato da socializzazione<br />

nel mangiare e lavorare insieme tra persone di villaggi diversi e<br />

dall’accoglienza nelle comunità-villaggio di bambini abbandonati<br />

nelle foreste o sopravvissuti agli squadroni della morte.<br />

La Corsa della Speranza<br />

Una giornata per aiutare<br />

la lotta contro il cancro<br />

P29/sport<br />

pillole<br />

Domenica 26 Settembre 2010, Montecatini Terme ospiterà “La<br />

Corsa della Speranza”: 5 km a ritmo libero con partenza e arrivo<br />

nel piazzale di fronte alle Terme Tettuccio, sull’ormai classico<br />

e collaudato percorso che si snoda attraverso le principali vie<br />

della città ed attraversa il Parco Termale. Una bella festa per tutti<br />

e un’iniziativa con uno scopo assai nobile: si corre e si cammina<br />

per raccogliere fondi per la ricerca sul cancro e per il sostegno<br />

alle categorie fragili colpite da malattie di natura oncologica;<br />

ogni anno, grazie al contributo di tante iniziative <strong>come</strong> questa,<br />

si riesce a fare un passo avanti per sconfiggere questa malattia<br />

e per aiutare chi la deve vivere. I fondi raccolti con la Corsa<br />

2009 (5.180 euro), hanno supportato il Dipartimento ad Attività<br />

Integrata Oncologica Breast Unit – Chirurgia dell’Azienda Ospedalierao<br />

– Universitaria di Careggi per la creazione e gestione<br />

dell’archivio italiano delle Nipple-sparing mastectomy, che ha<br />

<strong>come</strong> scopo la raccolta dei dati di tutte le pazienti operate in territorio<br />

nazionale con questa nuova tecnica chirurgica di mastectomia<br />

“conservativa”. La Corsa 2010 sosterrà il Dynamo Camp<br />

(www.dynamocamp.org). La Corsa della Speranza 2010 sarà<br />

inserita nel programma di “Territori in Festival” che, con la sua<br />

terza edizione, dal 24 al 26 Settembre, proporrà a Montecatini<br />

Terme eventi, incontri, workshop, sagre, tradizioni e mostre in<br />

una miscela di colori e profumi all’insegna dei Territori.<br />

La partenza è prevista alle ore 10,30 nel Piazzale di fronte alle<br />

Terme Tettuccio. Le iscrizioni sono aperte dal 15 settembre<br />

in alcuni punti di iscrizione a Montecatini Terme. <strong>Il</strong> contributo<br />

di 10 euro a persona verrà interamente devoluto alla lotta<br />

contro il cancro. Ai primi 500 iscritti sarà distribuita la T-Shirt<br />

da indossare durante la corsa.<br />

la curiosità<br />

Alessandro Ferri è la promessa<br />

dei fischietti della provincia di Pistoia<br />

Sogna i grandi palcoscenici, la serie A, gli incontri internazionali,<br />

le partite dei Mondiali. Lo fa tutte le volte che scende<br />

in campo, sui rettangoli della provincia, con le scarpette<br />

con i tacchetti, i pantaloncini corti e la maglietta. Che spesso<br />

è nera. E il fischietto in bocca. Alessandro Ferri è una delle<br />

più interessanti promesse arbitrali d’Italia, tanto che solo<br />

quest’anno, il sesto con il patentino di direttore<br />

di gara, ha già incassato numerosi<br />

attestati professionali: l’ultimo, in ordine di<br />

tempo, è quello che gli è stato conferito,<br />

lo scroso 30 agosto, al “Memorial Clagluna”,<br />

presso i vivai Vannucci di Pistoia, alla<br />

presenza di Braschi, Pisacreta e altre celebrità<br />

arbitrali.


P30/il personaggio<br />

stefano riccomi<br />

Roberto Grazzini<br />

“Voglio far crescere<br />

il calcio pistoiese”<br />

Diventare un dirigente<br />

federale<br />

non era il sogno<br />

nel cassetto di<br />

Stefano Riccomi. Che il<br />

calcio però sarà la sua grande passione<br />

lo capisce sin dalla tenera età.<br />

E’ un terzinaccio scarso (<strong>come</strong> lui<br />

stesso si definisce), che impara i rudimenti<br />

del mestiere nel Pescia. Fatta<br />

tutta la trafila nel settore giovanile<br />

rossonero, va a giocare in seconda<br />

categoria nel Collodi. Ma a soli 23<br />

anni un brutto infortunio chiude una<br />

carriera che non resterà negli annali<br />

di Coverciano e inizia, ancora giovanissimo,<br />

quella di tecnico. La prima<br />

esperienza è con l’US Alberghi, una<br />

sorta di settore giovanile del Pescia,<br />

nel lontano 1985 per passare poi<br />

agli inizi degli anni 90 all’Uzzanese,<br />

alla guida degli Juniores. La svolta,<br />

in ambito sportivo, avviene quasi per<br />

caso, grazie all’amicizia con Marco<br />

Teglia, attuale responsabile della attività<br />

di base della scuola calcio, e già<br />

allora, ben inserito nel comitato provinciale<br />

della Figc, che lo convince a<br />

entrare nell’organigramma federale<br />

provinciale. Cura il calcio a 5 e allena<br />

le rappresentative giovanili provinciali.<br />

Brucia le tappe diventando ben presto<br />

vicepresidente e quando Giovanni<br />

Giandonati, massimo esponente<br />

provinciale viene eletto delegato<br />

regionali, Stefano Riccomi a<br />

soli 42 anni è il più giovane<br />

presidente di comitato<br />

a livello toscano. Dopo sei<br />

anni di presidenza (anche se adesso<br />

il termine è delegato, anche in Provincia),<br />

Riccomi non ha perso minimamente<br />

lo smalto e l’entusiasmo<br />

iniziali: “A darmi la carica - spiega - è<br />

il movimento giovanile della nostra<br />

provincia che ritengo all’avanguardia,<br />

nonostante la crisi economica.<br />

Anzi devo dire che la recessione, ha<br />

sotto certi punti di vista, fatto bene al<br />

calcio nostrano, che stava a mio avviso<br />

diventando troppo “professionista”,<br />

soprattutto a livello dirigenziale.<br />

I tecnici e gli istruttori devono essere<br />

assolutamente preparati, ma un pò<br />

di sano volontariato di contorno non<br />

può far altro che bene. Al di là della<br />

Polisportiva Margine Coperta, realtà<br />

nazionale, mi preme sottolineare il<br />

grosso lavoro fatto da tantissime società<br />

della provincia, <strong>come</strong> il Borgo e<br />

il PesciaUzzanese, finaliste di Coppa<br />

Toscana (che il Borgo ha vinto ndr)<br />

oltre all’Unone Montalbano, tornata<br />

<strong>come</strong> il Borgo nei campionati regionali<br />

dove troviamo Breda, Pistoia<br />

Nord, Capostrada e Montecatini-<br />

Murialdo. Grazie all’appoggio delle<br />

autorità comunali siamo riusciti poi<br />

a portare a Montecatini nella<br />

scorsa primavera<br />

le feste regionali<br />

delle categorie<br />

‘97-‘98, evento mai<br />

verificatosi in precedenza.”<br />

Ma non è<br />

rei i presidenti, specie nei settori giovanili<br />

devono avere più pazienza, sia sul singolo<br />

giocatore che col gruppo. Pazienza intesa<br />

<strong>come</strong> saper lavorare a lungo termine, senza<br />

chiedere immediati e obbligati miglioramenti.<br />

Bisogna dare ai giovani atleti gli<br />

strumenti per crescere, senza<br />

tensioni aggiuntive, in un clima<br />

sereno. <strong>Il</strong> calcio è un gioco che<br />

deve essere divertimento. Quando<br />

c’è divertimento e passioni si raggiunge il più<br />

alto grado di impegno e apprendimento”. Poi<br />

comincia a togliersi i sassolini dalle scarpe:<br />

“Purtroppo quando vado sui campi, specie<br />

tra i piccoli, vedo ancora tanta esasperazione<br />

tra i genitori in tribuna. <strong>Il</strong> bambino percepisce<br />

chiaramente il nervosismo e le aspettative<br />

oro tutto quello che luccica<br />

“<strong>Il</strong> bilancio è positivo - prosegue<br />

- tuttavia c’è ancora<br />

tanto da fare. Innanzitutto<br />

gli allenatori e aggiunge-<br />

del padre e in molti casi pure della madre,<br />

non si<br />

diverte e<br />

non impara.<br />

per<br />

non parlare<br />

poi<br />

della piaga dei procuratori, o presunti tali,<br />

che fanno nascere false speranze nei genitori,<br />

contribuendo ad inasprire la situazione.<br />

E da tempo che sto sollevando questo<br />

problema sul quale, ahimè, la federazione<br />

I procuratori sono una<br />

piaga, fanno<br />

sorgere solo false<br />

illusioni ai genitori<br />

Nelle foto, Stefano Riccomi in<br />

versione allenatore e sotto insieme<br />

ad un giovanissimo Carlos Dunga<br />

(ex ct della nazionale brasiliana e<br />

giocatore di Pisa e Fiorentina)<br />

P31/il personaggio<br />

ha le mani legate”. L’analisi di Riccomi si proietta<br />

quindi su numeri che fanno rilfettere: “Gran parte<br />

dei bambini, per l’esattezza più del 40 per cento,<br />

finita la scuola calcio e gli Esordienti, non arriva<br />

alla categoria Giovanissimi. Ciò dipende dal fatto<br />

che tante società abbandonano le categorie<br />

giovanissimi (specie del secondo anno) e di conseguenza<br />

gli allievi e gli Juniores. E’ <strong>come</strong> spezzare<br />

una catena che, a quel punto, non si può<br />

più aggiustare. In questo caso - specifica - noi<br />

ci stiamo battendo per convincere<br />

i vari club ad allestire tutte le categorie,<br />

dando continuità alla loro<br />

attività”. L’ultimo pensiero di Riccomi va alla<br />

terza categoria: “È l’unico torneo dei grandi che il<br />

nostro comitato organizza e devo dire che, negli<br />

ultimi anni, dopo qualche stagione di stallo, c’è<br />

stata una crescita esponenziale. Basti pensare<br />

che per il prossimo torneo avremo altre cinque<br />

nuove società. E’ un ulteriore riconoscimento che<br />

stiamo andando nella direzione giusta”. E nel futuro<br />

di Riccomi cosa c’è? “Non sono mai<br />

stato una persona ambiziosa per<br />

cui se ci saranno ulteriori sbocchi<br />

nella mai carriera federale sarò ben<br />

contento ma non ne faccio certo<br />

una questione di vita o di morte. A<br />

me interessa che il calcio pistoiese<br />

cresca e maturi”.


P32/fenomeni<br />

il ricordo<br />

Roberto Grazzini<br />

“Addio Sergio,<br />

ultimo eroe<br />

biancoceleste”<br />

Nelle foto vediamo due storiche immagini di<br />

Sergio Corti alla guida del Montecatini: nella<br />

pagina a fianco mentre esulta dopo un gol e<br />

in questa pagina mentre segue il derby con la<br />

Pieve al Comunale di via Ancona, utilizzando<br />

una scala appoggiata dietro al muro.<br />

<strong>Il</strong> tecnico livornese è morto improvvisamente a 61<br />

anni. Alla guida di Borgo a Buggiano e Montecatini<br />

era stato capace di diverse imprese. Dalla miracolosa<br />

salvezza in Prima fino a sfiorare la serie D.<br />

Proprio adesso che il calcio nella città delle Terme sembra<br />

essersi risvegliato dal suo torpore atavico, con una società<br />

nuova di zecca e un inaspettato titolo sportivo di Promozione,<br />

viene purtroppo a mancare una figura importante nella storia<br />

del pallone biancoceleste. Improvissimente, senza fare il<br />

minimo rumore, ci ha lasciati Sergio Corti. A portarlo<br />

via, a soli 61 anni, alla adorata moglie Paola, compagna di sempre e<br />

alla figlia Paola, un infarto fulminante che non gli ha datto il tempo di<br />

preparare la partita più difficile della sua vita. Livornese di Via Garibaldi,<br />

stimato dirigente bancario, si fa conoscere in Valdinievole negli anni<br />

‘70, quando veste le maglie di Lampo e Borgo a Buggiano. Mediano<br />

dai piedi ignoranti, sa stare in campo e non leva mai la gamba. Gioca<br />

assieme a Carlo Panati, attuale direttore tecnico della Lampo (diventerà<br />

anche lui allenatore del Montecatini), al compianto Cambi, a Mauro Matteucci<br />

e ad un giovanissimo Luca Pellegrini. La vita va avanti, i percorsi<br />

cambiano e sul finire degli anni ‘80, il Borgo si trova veramente a un<br />

passo dalla retrocessione. I dirigenti non sanno più che pesci prendere<br />

e mancano solo una decina di partite alla fine del torneo. Poi qualcuno<br />

del consiglio sbotta: “Mi hanno detto che quel livornese che giocava<br />

qui da noi, quello tutta foga ... Corti mi pare si chiamasse, fa l’allenatore<br />

dalle sue parti. Perchè non lo chiamiamo?”. Basta una telefonata e lui<br />

arriva. Prende le redini della squadra e la trasporta fino ad una salvezza<br />

rocambolesca, ottenuta fra alchimìe<br />

tattiche e strane scaramanzie,<br />

<strong>come</strong> quella di far giocare il Borgo<br />

con la maglia della Baracchina, la<br />

squadra amatoriale che allenava<br />

a Livorno, nel decisivo derby col<br />

Ponte Buggianese. Quel giorno<br />

sulle tribune del glorioso «Bonelli»,<br />

c’erano almeno un centinaio di livornesi<br />

doc, fatti venire appositamente<br />

per dare un “incitamento<br />

particolare” agli azzurri. L’impresa<br />

non passa inosservata a Moreno<br />

Zinanni e Piero Papini, allora presidenti<br />

del Montecatini. Lo ingaggiano.<br />

Con i biancocelesti l’impresa<br />

pare ancora più difficile. Si parte<br />

sempre in corsa e - 6 in classifica,<br />

frutto di una penalizzazione sportiva<br />

della passata stagione. E’ qui<br />

che comincia la leggenda del tecnico<br />

labronico. La salvezza è cosa<br />

fatta, con largo anticipo. Quindi<br />

dal probabile inferno della seconda<br />

categoria, il Montecatini passa,<br />

in un paio d’annate storiche, a un<br />

soffio dall’approdo in serie D. Anni<br />

di successi, frutto della grande coesione<br />

del gruppo e di quelle paritelle<br />

infrasettimanali memorabili,<br />

a «porticine», dove Sergio si sceglieva<br />

i giocatori e arbirtrava lui stesso per essere<br />

sicuro di vincere. Come leggendarie sono rimaste le<br />

interviste nel dopo gara. Su tutte la frase “Per lo<br />

spettacolo c’è il circo Orfei”, in risposta<br />

ad un collega che gli chiedeva il perchè la squadra,<br />

pur vincendo, non giocasse benissimo. Carattere<br />

vulcanico e ansioso, spesso e volentieri<br />

veniva allontanato dal campo del<br />

direttore di gara. Ma lui non si dava<br />

per vinto, <strong>come</strong> quando si portò addirittura una<br />

scala (<strong>come</strong> appare nella fotografia che pubblichiamo<br />

ndr) per poter seguire il derby Pieve - Montecatini<br />

al comunale di Via Ancona. Poi il suo ciclo finì. Zinanni<br />

e Papini cedettero la presidenza e il Montecatini<br />

ripiombò nell’oscurità totale. Però il legame con<br />

la sua Montecatini non si spezzò mai.<br />

Ogni volta che poteva, tornava nella città delle terme<br />

per mangiare con i vecchi amci, sempre con la malcelata<br />

volontà di poter far qualcosa per il calcio cittadino.<br />

Non molto tempo fa, infatti, si era incontrato<br />

con i nuovi vertici dell’Asd Montecatini per una fattiva<br />

collaborazione magari, da una scrivania, ma purtroppo<br />

il suo destino era già segnato. Impressionante la<br />

marea di gente presente al cimitero dei Lupi, per la<br />

cerimonia funebre. In prima fila c’erano tutti i suoi<br />

moschettieri biancocelesti con in testa Diego Ferrazza,<br />

il vichingo del Pontino, fedele capitano di mille<br />

battaglie. Poi Maurizio Prato, cui spettava d’obbligo<br />

il primo fallo della partita per intimorire gli avversari, il<br />

talentuoso Giuliano Lotti, ex mezz’ala del Pisa, l’affezionato<br />

terzino Raoul Marenco da Lido di Camaiore.<br />

Quindi l’altro ex professionista Luca Mattei, Giacomo<br />

Reggiannini, venuto da Cutigliano con la moglie e<br />

tanti grandi del calcio toscano <strong>come</strong> l’ex bomber del<br />

Livorno Bonaldi. Sergio sapeva farsi voler bene e il<br />

resto non si discute. Con lui, per questo, se<br />

va una bella fetta della storia del football<br />

di casa nostra: un calcio genuino,<br />

senza troppi tatticismi e senza fronzoli,<br />

fatto di palloni spediti in tribune e<br />

di sano agonismo. Addio Sergino.


P34/il calendario<br />

tempo libero<br />

Simone Gai<br />

Programma<br />

Montecatini Opera Festival<br />

Arriva l’opera a Montecatini Terme, negli incantevoli scenari<br />

delle Terme Tettuccio e delle Terme Excelsior. <strong>Il</strong> 17 Agosto<br />

è, infatti, partito il “Montecatini Opera Festival” (il cui direttore<br />

artistico è Maria Giulia Grazzini) che durerà fino al 12 Ottobre e<br />

che vedrà avvicendarsi le più belle opere del ricco patrimonio<br />

lirico italiano. Da Puccini, a Verdi, passando per Vivaldi, fino<br />

ad un omaggio al grande tenore Enrico Caruso. Otto eventi di<br />

sommo prestigio (il compito dell’inaugurazione è spettato alla<br />

pucciniana Boheme, così <strong>come</strong> a Puccini è stato dedicato anche<br />

il secondo appuntamento) con interpreti di rilievo internazionale.<br />

Nel dettaglio, il programma prevede:<br />

7 Settembre MADAME BUTTERFLY<br />

14 Settembre RIGOLETTO<br />

21 Settembre OMAGGIO ALL’OPERETTA<br />

28 Settembre OMAGGIO AD ENRICO CARUSO<br />

5 Ottobre LE QUATTRO STAGIONI<br />

12 Ottobre GRAN GALA’ DELL’OPERA ITALIANA<br />

La prevendita si svolge alle Terme Tettuccio dalle 9 alle 12 nei<br />

tre giorni precedenti il concerto e tre ore prima dello stesso.<br />

I consigli<br />

125° Fiera di Casalguidi<br />

dal 16 al 21 settembre<br />

di Simone Gai<br />

Ci vado da quando sono piccino ed è<br />

sicuramente una delle più antiche feste<br />

della provincia. E’ la fiera che indica la<br />

fine dell’estate ma la temperatura gradevole<br />

di settembre fa godere in pieno l’intenso<br />

programma di questa manifestazione.<br />

Le cose importanti da segnalare<br />

sono lo spettacolo di Paolo Ruffini il 18<br />

settembre e il concerto di Enrico Ruggeri<br />

il 20 . Inoltre, prendete un biglietto della<br />

lotteria: non si sa mai che torniate a casa<br />

con una Cinquecento o una Panda.<br />

35° Festa Medioevale<br />

di Badia a Pacciana<br />

dal 4 al 12 settembre<br />

Ecco se volete fare una bella “sgranata” di<br />

cucina tipica toscana (dal cinghiale in umido<br />

alla polenta con i funghi) e spendere davvero<br />

poco andate in questo piccolo paesino della<br />

piana, situato tra Pistoia ed Agliana. Da<br />

segnalare la cena medioevale (il 4 settembre)<br />

che vedrà protagonisti in costume personaggi<br />

di spicco della vita pistoiese, la consegna<br />

del “Fortichino d’oro” al campione di ciclismo<br />

Franco Bitossi (il 7 settembre) e naturalmente<br />

la grande sfilata storica (il 12 settembre) che<br />

rievoca la presa di Pistoia e la tregua con<br />

Castruccio Castracani.<br />

Bella Vita<br />

La nuova stagione del Bella Vita nasce all’insegna di una rivoluzione<br />

silenziosa che cambierà radicalmente il modo di divertirsi<br />

a Montecatini Terme. <strong>Il</strong> manager del club, Gianni Spicciani,<br />

ci racconta di un re-styling del locale: nuovi colori, nuove luci e<br />

nuovi elementi d’arredo. <strong>Il</strong> Bella Vita è sempre stato un locale dove<br />

il cliente va per divertirsi e ballare, quindi massima importanza alle<br />

scelte musicali e massima importanza al cliente, che deve essere al<br />

centro dell’attenzione: iniziando dai fatti e non dalle promesse, con<br />

il ritorno all’ingresso libero per l’uomo e per la<br />

donna. Un locale dotato delle più grandi comodità, dal parcheggio<br />

custodito alla caffetteria, in cui si paga solo quello che si consuma.<br />

Cambiare senza stravolgere, ovvero offrire un prodotto sempre nuovo<br />

(tra i nomi di spicco che animeranno il ricco calendario Umberto<br />

Smaila, Silvano Del Gado, Pago) e allo stesso tempo non spiazzare<br />

chi da tanti anni ci preferisce (riconfermata la coppia vincente Alex<br />

Berti Dj e la vocalist Liza Piazza). Per una stagione all’insegna, <strong>come</strong><br />

sempre, del sano divertimento segnatevi sull’agenda:<br />

25 settembre, inaugurazione Bella Vita<br />

Settembre a Quarrata<br />

dal 1 al 30 settembre<br />

Altro centro importantissimo della nostra<br />

provincia è senza dubbio la città di Quarrata:<br />

nel mese di settembre, un programma<br />

intenso aspetta chi ha voglia di cultura,<br />

enogastronomia e divertimento. Per il<br />

programma completo vi consigliamo di<br />

consultare il sito del comune www.comunequarrata.it.<br />

Gli eventi che vi segnaliamo<br />

sono Venerdì 10 Settembre il concerto di<br />

Cristiano De Andrè - “De Andrè canta De<br />

Andrè” in Piazza Risorgimento, e “A cena<br />

con Sapore di Sala”, la registrazione del<br />

programma televisivo di TVL, con possibilità<br />

di cenare presso Villa “La Magia”.<br />

Per prenotazioni 3939532458<br />

Pescia è tornata all’epoca Medievale. Come ogni prima<br />

Domenica di Settembre, in città è stata organizza<br />

la trentatreesima edizione dell’ormai storico Palio:<br />

danze, musica, sfilate e l’attesissima sfida di tiro con l’arco fra i<br />

quattro Rioni (Ferraria, Santa Maria vincitrice della scorsa edizione,<br />

San Michele e San Francesco), che hanno offerto l’occasione<br />

di respirare per un’intera settimana l’aria del XIV secolo. “Una<br />

vetrina che la Città dei Fiori deve sfruttare al meglio - chiarisce il<br />

sindaco Roberta Marchi – per celebrare i nostri borghi nel corso<br />

della rievocazione storica, e promuovere la città verso l’esterno”.<br />

Quest’anno, in particolar modo, gli organizzatori hanno un<br />

motivo di orgoglio in più: per la prima volta hanno partecipato<br />

alle celebrazioni anche i rappresentanti della Svizzera Pesciatina<br />

e dei comuni delle dieci Castella. Nessun paese è stato<br />

dimenticato e l’intero territorio è stato valorizzato davvero <strong>come</strong><br />

merita. L’obiettivo è quello di coinvolgere in futuro anche altre<br />

realtà per ora escluse, ad esempio Collodi o Veneri. “Nonostante<br />

i tanti problemi, il Palio non è morto – sottolinea l’assessore<br />

alla cultura Stefano Cirrito, togliendosi un sassolino dalla scarpa<br />

– e di questo voglio ringraziare soprattutto la Lega dei Rioni e la<br />

passione dei tanti giovani volontari che per un anno intero hanno<br />

lavorato con l’obiettivo di organizzare i festeggiamenti”.<br />

L’edizione 2010 è cominciata Sabato 28 Agosto scorso, nella<br />

splendida cornice di Piazza del Grano, con lo spettacolo di arte<br />

varia dei “Babuska medieval”. <strong>Il</strong> mattino successivo, in Piazza<br />

Mazzini è stato allestito il mercatino di arti, mestieri, giocolieri<br />

e falconieri con la presentazione di prodotti gastronomici tipici<br />

dei paesi della rete Valleriana e dei quattro Rioni pesciatini. In<br />

questa occasione, Federcaccia, per celebrare i 110 anni dalla<br />

fondazione, ha partecipato con una mostra scambio di libri e<br />

opere legate all’attività venatoria. In serata, ancora in Piazza del<br />

Grano, si è tenuta la sfilata di moda (vedi nostro servizio pag.46)<br />

che ha visto anche per questa edizione i commercianti coinvolti<br />

direttamente. Inoltre, nei giorni del Palio è stata data loro la possibilità<br />

di tenere i negozi aperti fino alle ore 24 per lo shopping<br />

al chiaro di Luna.<br />

P35/l’evento<br />

il palio<br />

Si rinnova la tradizione<br />

Al via la 36° edizione del Palio<br />

<strong>Il</strong> sindaco Marchi: “Una vetrina che la Città dei Fiori deve sfruttare al meglio per celebrare i<br />

nostri borghi nel corso della rievocazione storica e promuovere la città verso l’esterno”.<br />

Giacomo Ghilardi<br />

Ma è dal Lunedì che si è entrati sul serio nel vivo della sfida:<br />

la tensione aumenta e il cuore della città inizia a battere per le<br />

cene propiziatorie dei Rioni, gli spettacoli musicali e quelli degli<br />

sbandieratori che tentano di accattivarsi le simpatie della sorte<br />

e conquistare l’ambito Palio. Venerdì 3 Settembre alle 20.30, il<br />

drappo, quest’anno dipinto da 6 artisti dall’associazione “Forma<br />

Tonda” e intitolato “Sorana: fuga da Lignana”, è stato benedetto<br />

assieme ai gonfaloni dei Rioni all’interno della Cattedrale di<br />

Santa Maria Assunta. Dopodichè tutti in Piazza Mazzini per la<br />

suggestiva sfilata notturna lungo le strade cittadine e la presentazione<br />

ufficiale della contesa. <strong>Il</strong> giorno dopo ha preso il via il<br />

concorso “La bellezza e l’eleganza della donna nel Medioevo<br />

e nel Rinascimento” a cui ha partecipato anche la Dama della<br />

città di Pescia. <strong>Il</strong> giorno tanto atteso è stato però domenica 5<br />

Settembre: alle 10.15, l’Araldo accompagnato dai musici ha annunciato<br />

alla città la disputa del Palio, mentre dalle 15 è iniziato<br />

il corteggio storico per le vie del Centro. Alle 17, finalmente, la<br />

gara ha consegnato al rione migliore il palio.<br />

(Al momento della messa in stampa del giornale ancora non<br />

sappiamo quale Rione si è aggiudicato il Palio)<br />

Via Rodolico 236 - Pistoia, Zona Sant’Agostino - Tel. 0573 1941595 - 534029<br />

www.evobenessere.com<br />

Panzanella<br />

JEANSERIA<br />

PANZANELLA<br />

Via Buggianese 32<br />

51019 Ponte Buggianese<br />

Zona CONAD<br />

Tel. 0572 930104


P36/fuga di cervelli<br />

l’esodo<br />

Diletta Severi<br />

Noi Valdinievolini nel mondo<br />

Luca, Silvia, Alice, Gianluca, Giampaolo:<br />

cinque nomi per cinque storie di chi ha trovato<br />

all’estero la sua strada.<br />

LUCA SCAFATI,<br />

L’AMBIZIOSO<br />

ALICE VITALI,<br />

LA PRATICA<br />

“E’ l’ambizione che ti spinge, giorno dopo giorno, a cercare<br />

nuove sfide e ad allargare i tuoi orizzonti”.<br />

Parola di Luca Scafati, trentenne montecatinese<br />

doc, che seguendo la passione<br />

per il basket e la voglia di realizzarsi ad alti<br />

livelli, è arrivato a rivestire un ruolo di prestigio nel basket internazionale.<br />

A Barcellona dal 2008, è Institutional Relations<br />

Executive che, tradotto, significa occuparsi dello sviluppo di<br />

tutte le relazioni politiche ed organizzative che l’Eurolega ha<br />

con le sue squadre e con le organizzazioni sportive internazionali.<br />

Per intendersi, è<br />

stato lui a coordinare<br />

tutte quelle operazioni<br />

( gestione media,<br />

sponsor, relazioni<br />

con general manager<br />

e presidenti) che<br />

nel 2009 hanno portato<br />

l’Olympiacos<br />

Atene e Partizan<br />

Belgrado a giocare<br />

negli States contro<br />

blasonate squadre<br />

di NBA .Un passato da giocatore (“modesto”, dice lui) prima e<br />

da allenatore (“con risultati migliori”) poi, una brillante laurea in<br />

Economia, un master e stage di prestigio Luca gira il mondo<br />

lavorando a stretto contatto con i suoi idoli, con mostri sacri<br />

del basket che conta, con le leggende del parquet. Racconta<br />

la sua vita con entusiasmo, con positività, e ottimismo: “Guardandomi<br />

indietro, non c’è una cosa che non rifarei. Considero<br />

ogni decisione, giusta o sbagliata, un arricchimento del<br />

proprio bagaglio personale. L’importante è non fermarsi mai e<br />

guardare sempre avanti.” Nonostante a Barcellona non ci sia<br />

un bar che fa il cappuccino buono <strong>come</strong> quello del Giovannini<br />

e gli amici di Montecatini (“quelli delle zingarate, con cui ho<br />

passato gli anni migliori”) siano insostituibili.<br />

“Sono i sentimenti che dominano, il resto è abitudine, basta<br />

adattarsi”. E così, anche se nella calda Spagna Alice Vitali,<br />

ventinovenne valdinievolina, si è ben adattata, il non poter vedere<br />

crescere la nipotina è ciò che più la rattrista del suo spontaneo<br />

esilio. A 19 anni, fatti i bagagli e lasciata la casa natale,<br />

sbarca da sola nella grande e grigia<br />

Milano dove, brillantemente, compie gli<br />

studi universitari. La differenza tra fare<br />

la turista e vivere in pianta stabile in una<br />

nuova città le si palesa subito ma ciò che le fa superare e dimenticare<br />

i lati negativi del vivere in un metropoli è l’anonimato:<br />

“nessuno mi conosceva – ci spiega - ed è stato forse questo<br />

a motivarmi nella scelta di non tornare in Toscana”. Infatti,<br />

dopo Milano, c’è stata e c’è tutt’oggi Barcellona - dove riveste<br />

il ruolo di Project Coordinator in Financial<br />

Service di una conosciutissima mulrinazionale<br />

-, a suo avviso “la città più bella<br />

del mondo”. Ogni giorno uno stimolo<br />

nuovo: “è una città di mare, di passaggio<br />

che ti può dare tanto e togliere molto<br />

allo stesso tempo. E’ la città però, dove<br />

potrei vivere tutta la mia vita”. Affascinata<br />

dal suo essere multiculturale e dalle<br />

prospettive che Barcellona offre, Alice ha<br />

avuto anche la possibilità di incontrare e<br />

stringere amicizie con persone provenienti<br />

da tutto il mondo, con sempre qualcosa da raccontare, non<br />

omologate, interessanti, con storie tristi alle spalle o con futuri radiosi<br />

davanti. Anche se i momenti difficili non sono mancati, rifarebbe tutto<br />

quello che ha fatto perché “sono cresciuta, mettendomi in discussione<br />

ogni giorno”. E anche se la nostalgia per la focaccia, le colline toscane,<br />

la tranquillità del paese, e il prosciutto è, a volte, forte, scegliere<br />

Barcellona “ne è valsa, comunque, la pena”.<br />

“Ho finito il liceo quasi per scommessa, e sapevo che il premio che<br />

mi sarei fatta sarebbe stato un biglietto solo andata, via da Montecatini”.<br />

Con le idee ben chiare in tasca (“ho sempre sentito che<br />

avrei vissuto altrove”), pochi rimpianti alle spalle (anche se “la famiglia,<br />

SILVIA GOZZINI,<br />

L’INNAMORATA<br />

le comodità di casa, gli<br />

a m i c i<br />

dell’Irish, gli accenti che<br />

conosci”<br />

hanno fatto traballare un po’ le sue certezze), Silvia Gozzini, ventottenne<br />

montecatinese, lascia nel 2001 la terra natia per rischiare<br />

l’avventura a Londra. Completamente rapita ed affascinata dalla sua<br />

nuova vita, dagli studi e dalle esperienze raccolte per strada, sui night<br />

bus, in appartamenti affollati tra stranieri di<br />

cui non saprebbe nemmeno pronunciare<br />

il nome, la notte di Holloween nel 2002,<br />

in un vagone della Piccadilly Line incontra<br />

quello che sarebbe diventato, cinque<br />

anni dopo, suo marito. Keevin – studente<br />

americano di medicina – e Silvia si innamorano<br />

così, a Londra, terra straniera<br />

per entrambi, camminando lungo i fiumi e<br />

tenendosi per mano nei musei. E dall’Inghilterra,<br />

sono partiti alla volta del Kentucky<br />

dove tutt’oggi, da sposati, si godono<br />

una serena vita matrimoniale. Silvia studia<br />

psicologia e sociologia, svolgendo attività<br />

di volontariato con donne e bambini vittime di abusi: “La vita all’estero<br />

non è facile – ci confida – perché ci sono momenti di solitudine<br />

in cui senti forte la mancanza delle “cose di casa”. Ma il mettersi in<br />

gioco quotidianamente e il reinventarsi ogni volta che se ne presenta<br />

l’occasione, è la forza che viene dal vivere fuori dalla propria “confort<br />

zone” Ho trovato la mia strada, o per meglio dire, me la sono andata<br />

a prendere ”.<br />

P37/valdinievolini<br />

“Comunque, un’altra grande verità cara Diletta, è che mi mancano<br />

molto le donne italiane”. E pensare che Gianluca Spinetti,<br />

classe 1980, risiede in pianta stabile in Argentina (Puerto Iguazu),<br />

terra di belle ragazze per antonomasia. Neppure la sua vita – certamente<br />

originale – l’ha distolto da questo pensiero: croupier di<br />

professione – mestiere insegnatogli dal padre – ha girato il mondo<br />

sulle navi da crociera (Alaska, Hawaii, Caraibi, Centro America,<br />

Brasile), dopo aver concluso gli studi negli States. Poi, un ruolo di<br />

responsabilità in Paraguay<br />

(general manager di un<br />

casinò a Ciudad del Este)<br />

ed, infine, il totale cambiamento<br />

di rotta verso il mondo<br />

L’ IMPRENDITORE<br />

dell’imprenditoria: “Visto che mio<br />

padre si era stancato di lavorare di<br />

notte nei casinò, abbiamo decido di<br />

dar fondo a tutti i nostri risparmi ed<br />

aprire l’Hotel Posada La Sorgente,<br />

ventiquattro camere con ristorante<br />

rigorosamente toscano”. E, a giudicare<br />

dalle recensioni su internet<br />

dei clienti che hanno soggiornato lì,<br />

l’investimento deve essere andato<br />

proprio bene. “<strong>Il</strong> mondo argentino – ci spiega Gianluca - è molto<br />

diverso da quello italiano: c’è più tranquillità, meno frenesia. E più<br />

valori, anche. <strong>Il</strong> culto della famiglia è sacro, un po’ <strong>come</strong> lo era in<br />

Italia 50 anni fa.” I luoghi che ha visitato e in cui ha vissuto, le persone<br />

trovate e conosciute sul proprio cammino hanno reso la vita<br />

di Gianluca estremamente interessante. Difficile, quindi, non rifare<br />

tutto. Anche se le donne italiane, sono insostituibili.<br />

GIANLUCA SPINETTI,<br />

Giampaolo Panzica, classe 66, biologo molecolare ed esaminatore<br />

di domande di brevetto in biologia molecolare, nato a Genova,<br />

ha vissuto a Montecatini fin dai tempi dell’asilo. Fa parte di quel<br />

gruppo di “fuga di cervelli” che ha lavorato con successo nelle più<br />

importanti capitali europee: dopo Londra, Vienna, Monaco, Helsinki<br />

e L’Aja, Amsterdam, attualmente vive a Berlino. Ciò che lo<br />

lega a Montecatini, città di<br />

origine, è essenzialmente<br />

la sua famiglia, includendo<br />

il suo più grande, infallibile LO SCIENZIATO<br />

amico: Schulz, l’amatissimo pastore tedesco. “E gli amici naturalmente,<br />

quelli veri - dice - Montecatini rimane il luogo dei nostri<br />

ricordi, di tutti quegli anni trascorsi “abbastanza” serenamente.”<br />

Dopo venticinque anni lontano da qui, Giampaolo torna sistematicamente<br />

dalle nostre parti, ma<br />

ammette: “Nonostante tutto il tempo<br />

trascorso a Montecatini, mi vedevano<br />

<strong>come</strong> genovese e mi sentivo <strong>come</strong><br />

tale. Ironia della sorte, a Genova, dove<br />

sono nato e ho studiato, ero un toscano”.<br />

Inoltre si chiede se Montecatini<br />

troverà mai una identità aggregante.<br />

“La città non ha offerto molto alle sue<br />

giovani generazioni, e solo per alcune<br />

famiglie ha continuato ad essere il confortevole<br />

e materno salotto di sempre,<br />

senza che questo si traducesse in una<br />

crescita della città, né in uno sviluppo<br />

della sua vita culturale odelle sue realtà<br />

di lavoro”.<br />

GIAMPAOLO PANZICA,


P38/il giullare web<br />

dal sito<br />

Leggi www.ilgiullare.com e lascia un commento<br />

P39/la jeanseria<br />

il mercatino<br />

Diletta Severi<br />

foto di<br />

Cristiano Bianchi<br />

<strong>Il</strong> sito internet www.ilgiullare.com ha superato il record di visite. Nell’ultimo mese<br />

abbiamo registrato oltre 5000 utenti che hanno letto il nostro<br />

giornale on - line e alcuni hanno anche commentato gli articoli. Per questo,<br />

abbiamo deciso di facilitare anche il compito di chi ama consultare “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>”<br />

con il proprio telefonino. Ecco che, anche noi, abbiamo inserito i Qr - Code.<br />

COME FUNZIONA<br />

Puntate, con la fotocamera del vostro smartphone questo codice e potrete leggere<br />

subito gli articoli del “<strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong>” sul display del vostro telefono cellulare in<br />

modo immediato e veloce e potrete anche direttamente commentare tutti gli<br />

articoli. I codici QR sono leggibili da qualsiasi telefono cellulare e smartphone<br />

munito di un apposito programma di lettura (lettore di codici QR).<br />

Pubblichiamo di seguito, un commento, già visibile sulle pagine del nostro<br />

sito internet www.ilgiullare.com.<br />

da - Fernado Basile - 04/08/2010 12:53<br />

Mi fa piacere che le mie idee siano poi sposate da altri senza però riconoscerti<br />

la paternità o coinvolgerti…….credo che il direttore del Calcio Montecatini, Ennio<br />

Pollastrini e il presidente del Basket Montecatini Andrea Niccolai possono senza dubbio riconoscere la paternità del progetto polispor-<br />

tiva non al signor ZINANNI COME LEGGO NEL VOSTRO ARTICOLO. Ma sicuramente saranno memori di aver per primo sentito tale<br />

parola dalla mia voce…..RICORDO INOLTRE DI AVER DATO A POLLASTRINI IL NUMERO DI NICCOLAI……che tristezza questa<br />

poca originalità!!!……..Spero che pubblicherete per diritto di informazione il mio sfogo nel prossimo numero……….è vostro dovere.<br />

Panzanella<br />

Alla fiera del jeans<br />

a Ponte Buggianese<br />

Gina e Romina, titolari dello storico negozio di abbigliamento Panzanella,<br />

hanno deciso di affrontare l’arrivo delle nuova stagione<br />

autunno-inverno con un piglio deciso e, naturalmente, modaiolo:<br />

la Fiera del Jeans è la giusta risposta all’estate che ci lascia per dare<br />

spazio alla stagione più fredda. Dal 3 settembre, ogni venerdì per<br />

tutta la giornata, nella piazzetta adiacente lo store a Ponte Buggianese ver-<br />

rà allestito, infatti, un mercatino dedicato interamente ad uno<br />

dei capi storicamente più amati da donne e uomini: il<br />

denim. Take-Two, Phard, Antony Morato, Ddouble Black, Re-Start, LTB<br />

sono solo alcune delle marche che troverete sul fornito banco di Panzanella:<br />

a prezzi scontatissimi, i modelli di fine serie delle griffe più famose per<br />

i jeans. Ma non solo. Per gli amanti del look casual e sportivo, accanto alle<br />

grandi occasioni denim, sarà possibile trovare felpe e t-shirt, per tutti i<br />

gusti e per affrontare con stile e glamour la nuova stagione.<br />

PANZANELLA<br />

Via Buggianese 32<br />

51019 Ponte Buggianese<br />

Zona CONAD<br />

Tel. 0572 930104<br />

Daedalus Dance Academy<br />

diretta da Costanza Mucci<br />

ISCRIZIONI APERTE<br />

Via S. D’Acquisto, 45 - Pescia<br />

Cell. 335 1346533


Piatto<br />

Ricco<br />

Cosa mangiamo<br />

a settembre?<br />

foto di Cristiano Bianchi<br />

La Dispensa: boutique<br />

del buon cibo e del buon vino<br />

Lo chef Leonello Spadoni del<br />

Ristorante La Favola Mia di<br />

Chiesina Uzzanese ha preparato<br />

un piatto di fine estate, puntando ancora<br />

sul pesce: la zuppetta di moscardini con<br />

pomodorini freschi che alimentano il gusto<br />

ZUPPETTA DI<br />

MOSCARDINI<br />

PROSCIUTTO DI<br />

PARMA E MELONE<br />

foto di Cristiano Bianchi<br />

LA DISPENSA GIOVANNELLI<br />

Via Don Facibeni, 2<br />

51016 Montecatini Terme (PT)<br />

Tel. 0572 904486<br />

TREBBIANO<br />

“TENUTA CAPEZZANA”<br />

Alessio Malucchi<br />

dell’Enoteca<br />

Malucchi di Pieve<br />

e Pescia, ci propone<br />

un vino rosso di assoluta<br />

qualita: il Trebbiano, tenuta<br />

Capezzana. Al naso<br />

è complesso, grazie a un<br />

buon equilibrio tra legno<br />

e frutto. Al palato è pieno,<br />

morbido, con nerbo<br />

acido deciso e un finale<br />

lungo e intrigante.<br />

Federico Schiavelli del<br />

Ristorante Cecco<br />

di Pescia, in questo numero ha<br />

preparato un piatto semplice, ma<br />

che, in estate, ha fatto da padrone a<br />

tavola: prosciutto di Parma di prima<br />

qualità e melone. Una certezza.<br />

IL PAZZO SCHERZO<br />

DI PAZZINI<br />

Questo mese Federico<br />

Pazzini del Ristorante<br />

Panbagnato di<br />

Ponte Buggianese,<br />

ci ha fatto uno scherzo. Ci<br />

ha fatto trovare un piatto<br />

vuoto, ma lo ha riempito<br />

di simpatia, caratteristica<br />

del locale (frequentato<br />

da calciatori e vip) dove,<br />

oltre a mangiar bene, ci si<br />

diverte e ci si sente <strong>come</strong><br />

in famiglia.<br />

Riassumere il mondo de “La Dispensa” sembrerebbe<br />

essere un’ardua impresa, tante e varie sono le offerte di<br />

questa vera e propria boutique del cibo e<br />

del vino. Ma la scritta che elegantemente campeggia sul muro del<br />

Coffee Restaurant Corner (spazio dedicato alla ristorazione,<br />

alle colazioni, alle merende, agli aperitivi) ci può dare una notevole mano<br />

per definire, almeno nella filosofia e nello stile, questa oasi per buongustai:<br />

“una sosta gourmet per assaporare, sperimentare<br />

sapori autentici della tradizione, un luogo di<br />

incontro dove si potranno acquistare prodotti unici<br />

ed eccellenti. Vere prelibatezze per vista e palato”.<br />

La Dispensa, fiore all’occhiello della gastronomia valdinievolina, nasce<br />

nel dicembre 2008, originariamente <strong>come</strong> degustazione<br />

e pranzi di lavoro. Ad oggi, è anche gastronomia,<br />

macelleria, rosticceria, panetteria (col pane<br />

di Pietrabuona cotto a legna), ortofrutta, enoteca<br />

ed infine – grande novità dal giugno scorso – ristorante<br />

e pizzeria (anche da asporto). <strong>Il</strong> pesce fresco da<br />

trancio (salmone, tonno, spada), la carne (da grigliata, ma<br />

soprattutto bistecche), gli spaghetti (con cozze, vongole<br />

o un classico cacio e pepe) e la pizza (in grado di accontentare<br />

anche i palati più fini) sono i piatti caldamente<br />

consigliati da Nicola e Mariano, soci dell’azienda, entrambi<br />

accomunati da una esperienza ventennale nella ristorazione.<br />

Materie prime scelte e selezionate,<br />

insieme ad un ambiente moderno e di classe (sala interna<br />

ma possibilità di cenare anche all’aria aperta), fanno de La Dispensa<br />

un’ottima scelta per una cena fuori casa. <strong>Il</strong> reparto gastronomia offre al<br />

pubblico un’ampia selezione di formaggi italiani e francesi, oltre ad un<br />

grande assortimento di salumi (cinta senese, porchetta col fegato, salame,<br />

spalla), prosciutti (d’agnello o al taglio) e mortadelle. Tra le esclusive<br />

de La Dispensa, il pesto genovese Rossi – segnalato<br />

dal Gambero Rosso <strong>come</strong> miglior pesto d’Italia - e il<br />

guanciale di Sauris, prodotto tipico friulano, leggermente affumicato. La<br />

rosticceria spazia dall’angolo affumicati (salmone e spada) ai tradizionali<br />

prodotti – roast beef, le lasagne, il coniglio arrosto. In base alla stagione,<br />

poi, verdure cotte (stringhe, fagiolini, zucchine) ed insalate varie<br />

(pollo, farro, polipo). La macelleria, vanto de La Dispensa, si distingue<br />

per l’ottima ed elevata qualità della carne. La specialità è, senza<br />

dubbio, la bistecca. Per quanto riguarda il reparto ortofrutta, importante<br />

sottolineare che tutti i prodotti provengono dall’Azienda<br />

Agricola Bonelli di Borgo a Buggiano. Prodotti autoctoni,<br />

<strong>come</strong> il gelato artigianale della Gelateria Ultimo Chilometro. E poi<br />

c’è il mondo del vino e dell’acqua, dove le parole d’ordine sono<br />

ricercatezza ed esclusività. L’enoteca dispone di etichette non<br />

scontate, bensì prodotti di ricerca e di elevata qualità.<br />

E tra gli scaffali, è possibile trovare vere rarità: dalle selezioni<br />

di tè e succhi di frutta, fino alle prestigiose acque (dalla famosa<br />

Perrier, passando per la Ty Nant fino ad arrivare alla Evian, in una<br />

griffatissima versione firmata JeanPaul Gaultier).


P42/il locale<br />

caffè mirò<br />

Diletta Severi<br />

Un nuovo ristorante<br />

per il Caffè Mirò<br />

Noi, musicisti puri?<br />

Mah...Tarabaralla!<br />

P43/talenti<br />

la band<br />

Simone Gai<br />

Fervono i preparativi al Caffè Mirò di Larciano<br />

per l’inaugurazione – a metà settembre<br />

– del nuovissimo ristorante che andrà ad<br />

impreziosire la già ricca offerta di servizi da<br />

parte del noto locale. Oltre alla classica pizza, i clienti<br />

potranno trovare specialità di carne e di pesce: il<br />

tutto, naturalmente, accompagnato dalle consuete<br />

serate live music. Infatti, la volontà di Giacomo e<br />

Marco, titolari del Caffè Mirò, non è quella di stravolgere<br />

la vera natura del locale ma solo quella di<br />

offrire un servizio in più – quello appunto della ristorazione<br />

– alla propria clientela. Proprio per questo,<br />

il calendario eventi si presenta ricco e fitto di date<br />

da segnarsi e alle quali non mancare: si comincia il<br />

10 settembre, con TRIBUTO A LIGA-<br />

BUE. Si prosegue il 17 con l’esibizione de<br />

“IL RESTO DELLA CIURMA (cover band<br />

di Vasco Rossi), mentre il 24 sarà il<br />

turno dei conosciutissimi TA-<br />

RABARALLA (leggete la loro intervista qui a fianco). Gran<br />

finale a fine mese: il 25 piano bar con RICCARDO<br />

ANCILLOTTI (per altro, nostro valido collaboratore) ed, infine,<br />

il 29 ritmica serata con le selezioni musicali<br />

di ALEX BERTI DJ (DJ resident al Bella Vita).<br />

In questo articolo, potremmo parlare di <strong>come</strong> il cinema<br />

russo ha influenzato i più grandi autori del ‘900 e sarebbe,<br />

comunque, meno complicato che spiegare in<br />

poche righe, chi sono I Tarabaralla. A Pistoia, non c’è<br />

festa, locale, persona, animale, cannuccia d’estathè, pianta<br />

rampicante che non li conosca, ma per chi ci segue al di fuori<br />

della città di Giano, è bene dare una piccola infarinatura. I<br />

Tarabaralla sono un gruppo musicale: e già questo potrebbe<br />

già essere un primo fatto su cui discutere, visto che Elio Capecchi<br />

& Co. sono veri animali da palcoscenico. <strong>Il</strong> fenomeno<br />

Tarabaralla è un vero e proprio ciclone, che ti affascina e ti<br />

lascia sconvolto almeno per i 20 minuti dopo il concerto. E di<br />

questi tempi, rimanere sconvolti per 20 minuti è un lusso. <strong>Il</strong><br />

gruppo è composto da: Elio Capecchi (voce), Marco Frosini<br />

(detto: Ganasha / chitarra), Enzo “Enzino” Panichi<br />

(Batteria), Carlo “Biagio” Biagini (tastiere). Insieme<br />

hanno, sicuramente, fatto ballare tutta Pistoia.<br />

Parlare con Elio Capecchi, o <strong>come</strong> viene presentato<br />

sul palco, Elio Del Capecchi, in perfetto stile<br />

medievale, è <strong>come</strong> parlare con la “sezione musica”<br />

di Wikipedia, da tutte le nozioni che conosce.<br />

Cresciuto con la musica classica, padre baritono,<br />

si ferma spesso mentre lo intervisto, per ascoltare<br />

meglio la musica di sottofondo e poi mi chiede:<br />

“sai chi è questo?” Io scuoto la testa e lui, sospirando,<br />

mi dice l’autore.<br />

ma sicuramente il nostro seguito lo dobbiamo alla performance<br />

live al Pistoia Blues del 2005, quando abbiamo aperto<br />

il concerto di Mr. Bob Dylan.<br />

Ma avrete un segreto? Dove siete a suonare c’è sempre<br />

un sacco di gente che balla.<br />

<strong>Il</strong> nostro segreto, se ce n’è uno, è la scaletta: quando andiamo<br />

davanti al pubblico sono loro i nostri datori di lavoro.<br />

Sai quante volte mi sarebbe piaciuto fare canzoni che magari<br />

conosco solo io, ma chi viene a sentirci vuole divertirsi.<br />

Anche voi vi divertite, si vede proprio.....<br />

Se non ci si divertisse , non avrebbe senso fare quello che<br />

facciamo. Siamo sul palco <strong>come</strong> siamo nella vita: d’altronde<br />

non siamo musicisti puri. Ganasha un chitarrista? Mah, tarabaralla!<br />

Elio un cantante? Mah, tarabaralla!.<br />

E ora per la musica in centro a Pistoia <strong>come</strong> facciamo?<br />

Bisognerebbe fare del casino e chiedere spiegazioni perché<br />

togliere la musica nel centro di Pistoia, vuol dire in un certo<br />

senso far morire un po’ le attività dei locali. Rispetto, certo,<br />

per chi vuol riposare, ma rispetto anche per chi la musica la<br />

vuole semplicemente ascoltare.<br />

Poi, di nuovo, Elio si ferma perché il PC ha fatto partire “Baba<br />

O’Riley” degli WHO: mi insegna che l’intro, lunghissimo e ricercato,<br />

è un omaggio al grande Terry Riley. Dopodiché va<br />

alla sua collezione di cd contenti la storia del rock, prende un<br />

disco di Riley (appunto) e me lo fa ascoltare; poi si allontana.<br />

Per lui l’intervista è finita o forse non è nemmeno mai iniziata:<br />

invece, io ho imparato qualcosa.<br />

Elio qual è stato il momento in cui I Tarabaralla<br />

son diventati profeti in patria?<br />

A Pistoia è difficilissimo diventare profeti in patria,


P44/fenomeni<br />

l’imitatore<br />

Lorenzo Benedetti<br />

P45/il ritrovo<br />

18.1<br />

Diletta Severi<br />

“Vivi la notteOver 30”<br />

“Imito gli altri<br />

per farvi ridere”<br />

<strong>Il</strong> divertimento ha un solo numero: 18.1, il nuovo, ma già conosciutissimo,<br />

polo del divertimento valdinievolino. <strong>Il</strong> locale, caratterizzato da uno<br />

stile ricercato e raffinato, e da un ambiente suggestivo ed elegante, fa<br />

da cornice alle serate più in voga del momento, rivolte in particolar modo<br />

ad un pubblico over 30. Mauro e Quinzio, titolari del 18.1, in collaborazione<br />

con Nicola Vescovi vi aspettano all’inaugurazione invernale de “Vivi la<br />

Notte Over 30”: ovvero, dal 16 settembre partirà l’appuntamento<br />

fisso del giovedì sera, con cena spettacolo<br />

su prenotazione e musica dagli anni ‘70 ad oggi. L’ingresso<br />

è libero e la consumazione non obbligatoria.<br />

Per l’inaugurazione,<br />

ci sarà la partecipazione<br />

speciale della<br />

Joy Band.<br />

Aquindici anni si esibiva <strong>come</strong> imitatore alle<br />

feste paesane nei comuni vicino Pontedera,<br />

città nella quale è nato; adesso è uno dei personaggi<br />

più popolari di “Quelli che il calcio”.<br />

David Pratelli, 40 anni, lo abbiamo incontrato<br />

alla fine del suo show che ha chiuso la “Settimana Chiesinese”.<br />

L’imitatore e showman<br />

ricorda con orgolio gli inizi della<br />

sua carriera: “Guadagnavo<br />

trentamila lire a serata. Sono<br />

cresciuto mangiando pane, nutella,<br />

varietà e commedia all’italiana.<br />

Adoro i film di De Sica,<br />

Sordi e Celentano, artisti che<br />

hanno influenzato la mia vita lavorativa”.<br />

Pratelli comincia a farsi<br />

conoscere al grande pubblico<br />

in radio (Radio 4 e Radio Italia<br />

più). La svolta arriva nel 2002,<br />

con il primo posto nel campionato<br />

italiano degli imitatori “Sì<br />

sì, è proprio lui”, di Rai Uno. Nel<br />

2005, grazie anche al sodalizio<br />

con l’agenzia di Pistoia “Vegastar”, Pratelli fa il salto di qualità<br />

e lo vediamo in “Guida al campionato” (Italia 1) nelle vesti<br />

di Lippi, Capello, Ibrahimovic, Ranieri. Poi il salto a “Quelli<br />

che il calcio”. “E’ stata la mia consacrazione, i personaggi<br />

che ho imitato sono stati molti, da De Sica a Mughini, passando<br />

per il ministro Tremonti e tanti altri ancora”. Ma <strong>come</strong><br />

si sceglie un personaggio da imitare? “Se un personaggio è<br />

particolarmete in vista è più facile far divertire il pubblico. La<br />

somiglianza nell’aspetto fisico è molto importante, ma con<br />

l’utilizzo dei trucchi di scena si riesce a fare di tutto. C’è poi<br />

un lavoro profondo in ogni imitazione. Se qualcuno mi<br />

colpisce decido di imitarlo, altrimenti non<br />

lo propongo”. David Pratelli, dopo la sua eccezionale<br />

performace sul palco di Chiesina Uzzanese, ci ha anche<br />

confessato: “Sto<br />

lavorando su nuovi<br />

personaggi. Soprattutto<br />

sto studiando<br />

Rocco Siffredi, Fabri<br />

Fibra e Cesare Ragazzi”.<br />

<strong>Il</strong> divertimento,<br />

con lui,<br />

è assicurato.<br />

DiciottO.1<br />

Via Montevettolini Cantagrillo 3110/A<br />

Monsummano Treme (PT)<br />

Tel. e Fax 0572 640631<br />

Cell. 345 1332481 - 338 4493222<br />

chi è<br />

David Pratelli nasce a Pontedera il 21 dicembre 1970. Imitatore e cabarettista<br />

italiano, ha al suo attivo anni di esperienza radiofonica e televisiva.<br />

La consacrazione del grande pubblico arriva nel 2006 a Guida al<br />

Campionato. Ora è una presenza fissa a “Quelli che il calcio”.<br />

Nelle foto vediamo David Pratelli prima insieme al nostro valido collaboratore,<br />

Lorenzo Benedetti e poi nelle vesti dei suoi personaggi: Lippi e Ibrahimovic


P46/agenda<br />

curiosità<br />

La scomparsa del Vescono Scatizzi<br />

Lo scorso 27 agosto è morto Simone Scatizzi, Vescono<br />

emerito di Pistoia. Ha vissuto con lucidità e coraggio<br />

quest’ultima parte della sua vita dedicandosi alla preghiera<br />

e alla poesia. Nato a Coiano (Prato) il 26 maggio<br />

1931, Simone Scatizzi entro’ da ragazzo nel Seminario<br />

di Prato. Venne ordinato Sacerdote nel Duomo di Prato.<br />

Fu il primo segretario di monsignor Pietro Fiordelli, allora<br />

Vescovo di Prato. Nel ‘77 fu eletto Vescovo di Fiesole<br />

pillole moda<br />

<strong>Il</strong> “Garbatore”: t-shirt per avere<br />

più successo con le donne<br />

La nuova linea di abbigliamento<br />

che prende il nome “Garbatore”,<br />

è stata fondata questa<br />

estate dai fratelli Porciani. Nasce<br />

da uno scherzo fra amici,<br />

da un neologismo, che sta più<br />

o meno a significare che, in<br />

ognuno di noi, è presente una<br />

certa “garbatura”....e può verificarsi<br />

in tutti i momenti: in una<br />

serata in discoteca, oppure<br />

al supermercato. Con questa linea di t-shirt si cerca di<br />

esorcizzare il gioco delle conquiste adolescenziali. Sulle<br />

prossime magliette ci saranno anche i consigli del “garbatore”.<br />

Chissà, magari funziona...<br />

e consacrato, nel Duomo di<br />

Prato, l’8 settembre per le<br />

mani di monsignor Fiordelli.<br />

<strong>Il</strong> 27 maggio ‘81 fu trasferito<br />

a Pistoia e vi rimase fino al 7 novembre 2006 quando il<br />

Papa accetto’ le sue dimissioni per raggiunti limiti di eta’.<br />

Dal sindaco Renzo Berti, nel gennaio del 2001, ricevette<br />

la cittadinanza onoraria a Pistoia.<br />

El Vaquero, in estate, ha fatto<br />

impazzire l’isola di Formentera<br />

Questa estate, chi è stato in vacanza a Formentera, avrà<br />

notato che c’era qualcosa in più che lega l’isola più alla<br />

moda della Spagna, con il nostro territorio: la nuova boutique<br />

di “El Vaquero”, lo storico brand creato da Valerio<br />

Giuntoli nel ‘75. “El Vaquero” ha una storia basata su un<br />

susseguirsi di collezioni di altissima qualità, scrupolosa<br />

ricerca dei materiali utilizzati e sapiente artigianalità di un<br />

prodotto completamente realizzato in Italia.<br />

Ogni prodotto è speciale: veri e propri gioielli di cuoio.<br />

Un nuovo successo, quindi, per il designer valdinievolino<br />

Valerio Giuntoli che non ci finisce mai di stupire, grazie a<br />

un prodotto senza eguali. Uno stile che si riconosce al<br />

primo impatto, intramontabile e che ha sempre cavalcato<br />

le tendenze di ogni epoca. “El Vaquero”, quindi, è un<br />

vero gioiello da indossare ai tuoi piedi.<br />

Dal Grande Fratello alla sfilata a Pescia<br />

Ferdi ha indossato i gioielli di Anna Rita<br />

Grande sorpresa per il numeroso pubblico che si trovava in piazza Mazzini a<br />

Pescia, a seguire la sfiata di moda «Glamour sotto i portici», evento organizzato<br />

dall’ente dei Rioni con il patrocinio del Comune di Pescia, in occasione per i<br />

festeggiamenti del Palio. Durante lo spazio dedicato ai gioielli, nel quale hanno<br />

sfilato i modelli e i prodotti del negozio Anna Rita Gioielli,<br />

sulla passerella è salito anche Ferdi Berisa, vincitore del<br />

Grande Fratello 9, accompagnato dalla nuova fidanzata<br />

Barbara Barucca. Una vera esclusiva per la cittadina della<br />

Valdinievole che ha potuto vedere da vicino uno dei più<br />

seguiti personaggi del reality di Canale 5. Ferdi, ha sfilato<br />

indossando i gioielli di Anna Rita (nella foto), portando per<br />

mano due bambini Emma (3 anni) ed Edoardo (2), figli di<br />

Federico Schiavelli, titolare del ristorante Cecco, e della<br />

moglie Paola Antognoli. Questa sorpresa è stata possibile<br />

anche grazie al rapporto di amicizia che lega l’ex gieffino<br />

ad Anna Rita e Domenico. Nel corso della serata hanno<br />

sfilato i negozi: “Giuntoli”, “Tuttobimbo”, “Giannino”, Ottica “Goiorani”. Anna Rita Gioielli ha presentato l’ultima<br />

collezioni primavera estate del brand “Vanto”, gioielli argento e pietre dure che si ispirano agli anni ‘30-’40.<br />

Nuovo successo per le allieve<br />

della Daedalus Dance Academy<br />

<strong>Il</strong> 16 luglio scorso si è tenuto a Massa Carrara, presso<br />

il Festival Ballet Theatre, l’omonimo “Festival Ballet”,<br />

all’interno del quale si è svolta la rassegna, con giuria,<br />

“Dance Everybody”. Hanno partecipato, riscuotendo<br />

successo e un piazzamento di prestigio, le ragazze<br />

del corso professionale della<br />

Daedalus Dance Accademy di<br />

Pescia: Alice Salani, Federica Zei<br />

e Giulia Pagni si sono esibite con<br />

una coreografia di contemporaneo,<br />

firmata dalla direttrice della<br />

scuola Costanza Mucci. Tra i<br />

giudici, la ballerina professionista<br />

Susanna Beltrami, conosciuta al<br />

pubblico grazie alla sua partecipazione<br />

a Dance Accademy su<br />

Rai 2. Le ragazze, tutte originarie<br />

di Pescia, si sono piazzate tra<br />

i primi tre posti, acquisendo il<br />

diritto di partecipare alla trasmissione televisiva di MTV<br />

“Dance Tv”. Dopo l’ammissione all’Accademia della<br />

Scala dell’allieva Giulia Paganelli (vedi <strong>Il</strong> <strong>Giullare</strong> n.9 ) e<br />

dopo il diploma di Federica Zei all’Accademia di Roma,<br />

un altro importante successo per la scuola Daedalus e<br />

per la sua direttrice Costanza.<br />

“Montecatini Terme incontra”<br />

Con noti giornalisti e scrittori<br />

Montecatini Congressi, insieme all’Assessore alla Cutura<br />

e allo Spettacolo, Bruno Ialuna, lanciano l’iniziativa<br />

“Montecatini Terme Incontra”: una serie di autori letterari,<br />

giornalisti di risonanza nazionale, saranno protagonisti<br />

di interviste “aperte” di fronte al pubblico, sul<br />

tema generale della nostra Italia che cambia, declinato<br />

secondo le loro sfere di azione e di analisi. Gli incontri<br />

saranno appuntamenti fissi tra settembre e ottobre e<br />

si terrano maggiormente nel piazzale del Gambrinus. I<br />

nomi che interveranno all’iniziativa e quindi i personaggi<br />

intervistati sono: Oliviero Beha, giornalista e scrittore,<br />

Michele Afferrante, giornalista e autore televisivo,<br />

Luca Telese, giornalista, scrittore e autore televisivo,<br />

Dario Vergassola, comico e cantautore, Mario Tozzi,<br />

geologo e giornalista. Personaggi, insomma, di un<br />

certo spessore nel panorama culturale italiano.<br />

Natali segue il Milan<br />

vicino a Berlusconi<br />

Lo hanno immortalato i paparazzi della<br />

Gazzetta dello Sport (lunedi 30 Agosto)<br />

sulla tribuna d’onore dello stadio “Meazza”<br />

di S.Siro a Milano, in occasione<br />

della prima partita di campionato, Milan-<br />

Lecce. E noi lo ripubblichiamo. Sì è proprio<br />

lui, il manager del basket Gino Natali, con la moglie Tina Visibelli,<br />

seduto accanto al Presidente Silvio Berlusconi, Adriano Galliani,<br />

Braida e dietro, si vede seduto (sorridente), anche il bomber<br />

svedese Zlatan Ibrahimovic, appena acquistato dai rossoneri e, in<br />

quell’occasione, per la prima volta sulla sponda del Milan, a S.Siro.<br />

A Chiesina Uzzanese arriva<br />

lo show di Paolo Ruffini<br />

Un importante appuntamento è previsto a settembre<br />

a Chiesina Uzzanese, organizzato dalla<br />

Proloco locale. La data è mercoledì 29 settembre<br />

dalle ore 21:00 in poi con lo spettcolo di Paolo<br />

(Paolino) Ruffini e il suo cast in: “Io doppio! Un<br />

Bell’Applauso!”. Paolo Ruffini, artista livornese<br />

molto conosciuto per i suoi doppiaggi. Ci sarà da<br />

ridere. Per prenotazioni biglietti ed ulteriori informaioni<br />

potete contattare Elda al numero 348/4115479.<br />

“In salute e felici?” evento<br />

spostato al 16 settembre<br />

L’evento che avevamo segnalato sullo scorso<br />

numero al Palazzo dei Congressi di Montecatini<br />

Terme “In salute e felici? Semplice se<br />

sai <strong>come</strong> farlo” è stato spostato a giovedì<br />

16 settembre (ore<br />

21). Una giornata<br />

dedicata alla salute<br />

e al benessere fisico<br />

e interiore. I relatori<br />

dell’evento, nominato “Evento<br />

intelligente” sono Eleonora Lepori<br />

(psicologa-psicoterapeuta) e Sergio<br />

Paccosi (psicologo-psucoterapeuta).<br />

Ricordiamo che l’ingresso è libero e<br />

per informazioni si puo’ chiamare il<br />

numero di telefono: 0572-75861.

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