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ASCESSI ANORETTALI E FISTOLE: PROTOCOLLO DIAGNOSTICO ...

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GLI <strong>ASCESSI</strong> E LE <strong>FISTOLE</strong> <strong>ANORETTALI</strong><br />

Dott. P. Sileri, Dott.ssa L. Franceschilli<br />

U.O. Chirurgia Generale (Dir. Prof. A. Gaspari), Università Tor Vergata -<br />

Roma<br />

1. Definizione<br />

Le sepsi perianali sono infezioni comuni che originano comunemente dalle<br />

ghiandole presenti nelle cripte colonnari localizzate a livello della linea dentata e<br />

che normalmente raggiungono lo sfintere interno. Altre cause meno frequenti di<br />

sepsi anorettali sono elencate nella tabella I. Tra queste spiccano le malattie<br />

infiammatorie intestinali, i traumi, le infezioni da micobatteri o funghi, e le<br />

neoplasie. La tabella II mostra le cause di fistole retto-vaginali.<br />

In caso di ascesso, in circa 1/3 dei casi può essere identificata un fistola.<br />

Tabella I: Possibili cause di fistole od ascessi anorettali.<br />

Malattia di Crohn<br />

Carcinoma rettale<br />

Carcinoma anale<br />

Tubercolosi<br />

Actinomicosi<br />

Danno da radiazioni<br />

Trauma<br />

Corpi estranei<br />

Immudeficienza acquisita o secondaria<br />

Diabete<br />

Tabella II: cause di fistole retto-vaginali<br />

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Trauma ostetrico<br />

Malattia di Crohn<br />

Neoplasie (retto, ano, vulva, vagina, ematologiche).<br />

Danno da radiazioni<br />

Trauma (corpi estranei, chirurgia)<br />

Congenita<br />

Infettiva (criptoghiadolare, infezione ghiandola del Bartolini, tubercolosi,<br />

linfogranuloma venereo)<br />

2. Clinica delle sepsi perianali<br />

Gli ascessi perianali si presentano nelle stesse modalità di ascessi presenti in<br />

altri distretti corporei ed includono i 4 segni tipici descritti da Celso: rubor,<br />

tumor, calor e dolor. Anche la functio laesa (ad esempio l’ incapacità a sedersi) e’<br />

comunemente presente non raramente associato febbre, a volte con brivido e<br />

malessere generale.<br />

All’ esame obiettivo e’ presente eritema e gonfiore. A volte l’ ascesso può<br />

spontaneamente drenarsi all’ esterno ed il paziente si presenta con fuoriuscita di<br />

pus.<br />

In caso di fistola e’ presente sanguinamento, secrezione mucosa, mista o<br />

purulenta. Non raramente si tratta di pazienti che presentano un orifizio fistoloso<br />

secernente da diversi anni. I paziente può presentarsi con un asceso a causa<br />

della chiusura del tramite fistoloso esterno.<br />

In caso di fistola retto vaginale la paziente può presentare il classico passaggio di<br />

aria o feci in vagina. Altri sintomi possono essere la secrezione purulenta,<br />

vaginiti ricorrenti o la presenza di secrezioni maleodoranti.<br />

3. Classificazione e diagnosi<br />

La classificazione degli ascessi e delle fistole anorettali delinea la presentazione<br />

della sepsi e ne detta il trattamento medico chirurgico. Un paziente senza o con<br />

scarsi sintomi dovrebbe essere osservato piuttosto che operato.<br />

2


3.1 Ascessi<br />

Gli ascessi sono classificati a seconda dello spazio anatomico dove si sviluppano:<br />

perianali, ischioanali (o rettali), sopraelevatori o intersfinterici. Altri ascessi sono<br />

gli ascessi sottomucosi e gli ascessi postanali.<br />

Gli ascessi perianali sono i più comuni ed insieme agli ischioanali rappresentano<br />

oltre il 90% degli ascessi. Gli ascessi interfinterici rappresentano il 2-5% degli<br />

ascessi e sono quelli che più facilmente si accompagnano a fistola e recidivano.<br />

Gli ascessi situati al di sopra del piano degli elevatori hanno un incidenza pari al<br />

2.5-9% e possono essere secondari ad infezioni provenienti dalle pelvi.<br />

In tutti i casi l’ esame obiettivo consente di evidenziare un area fluttuante,<br />

dolente ricoperta da cute iperemica e di stabilirne l’ anatomia. In caso di ascessi<br />

al di sopra del piano degli elevatori o intersfinterici e’ possibile che non via siano<br />

manifestazioni a livello perianale. Possono essere presenti sintomi urinari, dolore<br />

rettale molto forte (specialmente durante sforzi come la defecazione, la tosse o<br />

semplicemente lo stare seduti) accompagnato a febbre con brividi ed a volte<br />

malessere generale.<br />

L’ anamnesi può rivelare episodi simili in precedenza o la inefficacia del<br />

trattamento antibiotico. Il paziente viene visitato in ambulatorio in posizione di<br />

Sims. L’ ispezione consente di evidenziare l’area infiammata e la palpazione di<br />

identificar e definire i limiti dell’ ascesso.<br />

In caso di dubbi sulla presenza o meno di un ascesso rispetto a tessuto<br />

flemmonoso, può essere utile inserire un ago di grosso calibro ed aspirare con<br />

una siringa per confermare la diagnosi. L’ esame digitale consente di apprezzare<br />

una tumefazioni morbida fluttuante a livello dell’ ampolla rettale (ascesso al di<br />

sopra degli elevatori) o al livello del canale anorettale ( ascesso intersfinterico).<br />

Tuttavia in alcuni casi non e’ possibile eseguire una esplorazione digitale del<br />

retto causa del forte dolore.<br />

Un esame anoscopico od una sigmoidoscopia non sono necessari.<br />

In caso di ascessi recidici o complessi sono indicati esami strumentali quali l’<br />

ecografia, la TC pelvica, o la RMN.<br />

3


3.2 Fistole<br />

Le fistole sono classificate in 4 categorie maggiori a secondo del rapporto con l’<br />

apparato sfinteriale anorettale: intersfinteriche, tran sfinteriche, soprasfinteriche<br />

ed extrasfinteriche .<br />

Si definiscono fistole complesse, le fistole che si accompagnano ad un più<br />

elevato rischio di incontinenza. Più dettagliatamente sono fistole complesse<br />

quelle il cui tramite interessa tra il 30 ed il 50% dello sfintere esterno, se sono<br />

anteriori nella donna, se presentano tramiti multipli, se il paziente presenta<br />

incontinenza preoperatoria, in caso di irradiazione locale, in caso di malattia di<br />

Crohn.<br />

Dopo un drenaggio di un ascesso, il rischio di presentare una fistola è pari al 30-<br />

50%. il sospetto di un fistola nasce se:<br />

a) la fistola guarisce spontaneamente ed i paziente non presenta ulteriori<br />

sintomi;<br />

b) l’ ascesso guarisce per poi ripresentarsi a distanza di tempo;<br />

c)l’ ascesso guarisce, ma rimane un orifizio fistoloso cronicamente secernente<br />

materiale sieroso, sanguinolento o siero-purulento.<br />

Solitamente il paziente presenta secrezione, dolore, gonfiore o sanguinamento.<br />

Dopo la raccolta dell’ anamnesi e la valutazione della continenza anale<br />

mediante uno score validato il paziente viene visitato in posizione di Sims. L’<br />

esame fisico rivela un orifizio di circa 2-3 mm a livello della cute perianale. La<br />

cute circostante appare indurata e può essere apprezzabile il tramite fistoloso<br />

come una corda ispessita, fibrotica tra l ‘orifizio esterno e il canale anale. A volte<br />

la digito pressione di tale tramite evoca dolore. I tragitto di tale tramite e’<br />

spesso regolato dalla legge di Goodsall (se l’orifizio esterno è anteriore il tragitto<br />

del tramite e’ corto e direttamente radiale). A volte l’ orifizio esterno può<br />

temporaneamente chiudersi ed il paziente presentarsi con un ascesso. Si<br />

procede perciò ad anoscopia a meno che i paziente non presenti vivo dolore.<br />

Mediante uno specillo e’ possibile identificare l’ orifizio interno di fistole semplici<br />

senza troppo fastidio per paziente.<br />

4


In caso sospetto di fistola con la vulva o la vagina, in presenza di un esame<br />

rettale negativo si procede a riempimento del retto con blue di metilene<br />

lasciando un tampone nella vagina per evidenziarne l’ eventuale passaggio.<br />

Alternativamente sarà necessaria un esplorazione del retto in anestesia in sala<br />

operatoria.<br />

Indagini strumentali.<br />

Una rettosigmoidoscopia può escludere la presenza di orifizi fistolosi interni più<br />

alti. La colonscopia e’ necessaria in caso di malattia infiammatoria intestinale, in<br />

caso di multiple fistole recidivanti, o in casi di sospetto di malattia infiammatoria<br />

intestinale.<br />

Fistulografia: sempre più in disuso. Può avere un ruolo in caso di fistole<br />

plurirecidive dopo fallimento nell’individuare l’orifizio interno durante l’<br />

esplorazione chirurgica. L’ accuratezza varia dal 16 al 48% con percentuali di<br />

falsi positivi pari al 10%.<br />

Ecografia anorettale: Non necessaria per il trattamento della maggior parte delle<br />

fistole. Necessaria sonda a 360° da 7 o 10 MHz. Possono essere usate sonde 2d<br />

o 3D. La specificità nell’identificazione di una fistola intersfinterica varia dall’ 81-<br />

93% e la sensibilità dall’ 83-95%. In caso di fistola transfinterica la specificità è<br />

pari al 70-95% e la sensibilità al 72-94%. La concordanza tra ecografia e<br />

chirurgia nell’ identificazione del tramite primario e’ pari al 81%,<br />

nell’identificazione dei tramiti secondari e’ pari al 67-76%, mentre<br />

nell’identificazione dell’ orifizio interno e’ pari all’86%.<br />

Tomografia Computerizzata (TC): raramente necessaria. Utile nella valutazione<br />

dei tessuti infiammatori perirettali in pazienti con morbo di Crohn. Secondo la<br />

letteratura in grado di identificare la fistola nel 24% dei pazienti, un ascesso nel<br />

66% e alterazioni infiammatorie diffuse nel 80%.<br />

Risonanza Magnetica: raramente necessaria per fistole complesse. La letteratura<br />

indica una concordanza tra RM e chirurgia nell’ ‘identificazione del tramite<br />

fistoloso primitivo pari al 85-90%, una concordanza del 81-91% per i tramiti<br />

5


fistolosi secondari, del 94.3% per l’identificazione del piano in caso di ascessi a<br />

ferro di cavallo e dell’ 80% nell’identificazione del tramite esterno.<br />

In previsione di un intervento chirurgico, in casi di fistole complesse si procede a<br />

manometria anorettale. Nel sospetto di malattia infiammatoria intestinale od in<br />

pazienti al di sopra dei 50 anni si procede a pancolonscopia diagnostica. In tutti<br />

gli altri casi una rettoscopia ambulatoriale o preoperatoria sarà sufficiente.<br />

4. Terapia<br />

4.1 Ascessi perianali<br />

a) Medica. In genere gli antibiotici offrono poco nel trattamento degli ascessi o<br />

delle fistole anorettali. La copertura antibiotica non e’ indicata in pazienti<br />

immucompetenti o altrimenti in buone condizione generali. Possono risultare<br />

utili in casi di un ascesso ben drenato o nel consolidare un intervento chirurgico<br />

soprattutto in caso di cellulite residua .<br />

Sono invece necessari in pazienti immunodepressi, diabetici, ed in pazienti con<br />

protesi cardiache o malformazioni cardiache.<br />

Gli antibiotici di comune uso sono: Metronidazolo 250 mg x 3 volte al giorno per<br />

10 giorni, oppure fluorochinolonici al dosaggio di 500 mg 2 volte al giorno per 10<br />

giorni. La durata del trattamento può variare al variare dei sintomi. Inoltre il tipo<br />

di trattamento può essere guidato dall’ antibiogramma.<br />

b) Chirurgica. Il trattamento consiste nel drenaggio dell’ ascesso che può<br />

essere eseguito in ambulatorio, in emergenza al pronto soccorso o in sala<br />

operatoria.<br />

L’ascesso deve essere drenato il prima possibile e prima che diventi francamente<br />

fluttuante.<br />

La maggior parte degni ascessi perianali o ischioanali possono essere drenati<br />

durante la prima visita in ambulatorio. Si procede ad incisione a livello della<br />

superficie cutanea più sottile al di sopra dell’ ascesso. Piccole incisioni devo<br />

6


essere evitate ed è preferibile una incisione ellittica larga ovvero una incisione a<br />

croce. Non e’ necessaria l’ anestesia locale.<br />

E’ necessario inviare il materiale purulento per culture microbiologiche sia per<br />

aerobi che per anaerobi.<br />

In caso di ascessi molto voluminosi, di ascessi recidivi o complessi, in pazienti<br />

immunodepressi o diabetici, di ascessi intersfinterici o ascessi al di sopra del<br />

piano degli elevatori il drenaggio deve essere eseguito in sala operatoria.<br />

In caso di ricovero il work-up include: emocromo con formula, elettroliti, prove di<br />

funzionalità epatica e renale. Si esegue di routine un elettrocardiogramma. Una<br />

radiografia del torace viene eseguita in pazienti con età superiore a 60 o con<br />

affezioni dimostrate del tratto respiratorio. Tutti i pazienti eseguono un clistere<br />

preoperatorio. Non e’ necessaria la depilazione.<br />

L’ anestesia locale spesso non e’ sufficiente a causa dell’ ambiente acido dell’<br />

infezione ed e’ consigliabile una anestesia locale con sedazione, una anestesia<br />

regionale o generale. La scelta del tipo dell’ anestesia deve includere: fattori<br />

legati all’ ascesso (dimensioni, sede) e fattori legati al paziente (età, ansietà del<br />

paziente, e rischi generali).<br />

Ascessi sottomucosi: anestesia locale. Drenaggio attraverso il retto.<br />

Ascessi perianali: anestesia locale quando possibile. Incisione e drenaggio. Se e’<br />

presente una fistola è indicata la fistulotomia. La cavità viene zaffata con garza<br />

iodoformica o, se ampia, viene lasciato un drenaggio secondo Pezzer.<br />

Ascessi ischio rettali: anestesia locale quando possibile. Trattati come gli ascessi<br />

perianali. Se voluminoso è necessari a anestesia locale associata a sedazione<br />

ovvero loco-regionale. Se è presente coinvolgimento dello spazio anale profondo<br />

posteriore od anteriore o se e’ presente un ascesso a ferro di cavallo si procede<br />

ad eseguire incisioni multiple. Nel maschio un ascesso dello spazio profondo<br />

anteriore o posteriore viene trattato con fistulotomia sulla linea mediana. Nella<br />

donna si inserisce un setone al fine di conservare le fibre muscolari. Ascessi a<br />

ferro di cavallo vanno trattati drenando la spazio postanale mediante incisioni<br />

bilaterali negli spazi ischio rettali.<br />

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Ascessi intersfinterici: sfinterotomia interna a livello dell’ ascesso.<br />

Ascessi al di sopra del piano degli elevatori: il trattamento dipende dall’ origine.<br />

Se secondari da estensione cefalica di sepsi perianali o ischiorettali si procede a<br />

sfinterotomia interna e drenaggio della cavità della cavità ascessuale nel retto.<br />

Se di origine pelvica si procede a drenaggio dal retto dalla fossa ischio rettale o a<br />

drenaggio TC guidato trans-addominale. Se si tratta di ascessi complessi si<br />

procede a formazione di ileostomia o colostomia specialmente in pazienti con<br />

malattie infiammatoria intestinale. La creazione di una stomia richiede il<br />

ricovero. Il work-up operatorio è il medesimo già descritto. Può essere eseguita<br />

per via laparoscopia o laparotomica. Si associa sempre l’ esplorazione locale dell’<br />

ascesso e, quando possibile, il suo drenaggio e curettage.<br />

In tutti i casi il liquido purulento viene inviato per esame microbiologico.<br />

In caso di ascessi ricorrenti o di dubbi diagnostici è’ sempre indicato inviare<br />

frammenti di tessuto per esame istologico definitivo.<br />

Postoperatorio: La cavità asessuale viene zaffata per favorire l’ emostasi ma non<br />

e’ obbligatorio.<br />

Può essere lasciato un catetere nella cavità asessuale.<br />

Non e’ necessaria terapia antibiotica per ascessi non complicati. Indicata in caso<br />

di valvulopatia cardiaca, immunosoppressione, cellulite e diabete.<br />

L’antibioticoterapia viene continuata nel postoperatorio per 5-10 giorni.<br />

Nel postoperatorio il paziente deve eseguire medicazioni giornaliere e bidet<br />

frequenti.<br />

L’ uso di lassativi e’ indicato per ridurre lo sforzo defecatorio.<br />

Il paziente viene visitato in ambulatorialmente dopo 3 e 7 giorni dalla procedura.<br />

Successivamente viene visitato a secondo del decorso clinico.<br />

In caso di recidiva o formazione di fistola il paziente viene sottoposto ad<br />

esplorazione anale in anestesia.<br />

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Se viene creata una stomia il paziente verrà dimesso appena la canalizzazione<br />

sarà ottimale e lo stato infettivo sotto controllo. Il paziente viene valutato in<br />

ambulatorio 1 settimana dopo la dimissione ed i successivi controlli verranno<br />

programmati in base al decorso.<br />

4.2 Fistole perianali (semplici, complesse ed associate a malattia di<br />

Crohn)<br />

Il trattamento chirurgico dipende dall’ anatomia della fistola. In linea generale<br />

vanno trattate solo le fistole sintomatiche. La fistulectomia e’ oramai in disuso<br />

tranne nel caso sia utile per ottenere materiale per esame istologico.<br />

L’ intervento deve essere eseguito in regime di ricovero diurno quando possibile.<br />

Il paziente rimane a digiuno dalla sera precedente. Prima dell’ intervento si<br />

procede a clistere evacuativo. La depilazione non e’ necessaria. Il catetere<br />

vescicale non è necessario. Il paziente può essere operato in posizione prona o<br />

in posizione litotomica in anestesia locale, loco regionale o profonda.<br />

In caso di fistole complesse si ritiene necessaria l’anestesia loco-regionale o la<br />

generale.<br />

In tutti i casi il work-up preoperatorio e’ analogo a quello descritto per gli ascessi.<br />

Fistole semplici (sottomucose, intersfinteriche, transfinteriche basse):<br />

identificazione del tramite fistoloso e fistulotomia (insuccesso pari al 2-7% e<br />

danno funzionale pari allo 0-17%) oppure curettage del tramite più iniezione del<br />

tramite con colla di fibrina (successo pari al 60-70% senza rischio di<br />

incontinenza).<br />

Fistole complesse: curettage e iniezione di colla di fibrina nel tramite (successo<br />

dal 14 al 60%) , flap di avanzamento di mucosa rettale (successo del 55-98%,<br />

incontinenza fino al 12%), inserzione di setone di drenaggio o di sezione<br />

(successo del 92-100%, incontinenza del 2-26%). In fistole transfinteriche alte<br />

od in pazienti con aumentato rischio di incontinenza l’ inserzione di setone di<br />

drenaggio rappresenta la scelta più sicura.<br />

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Fistole nel morbo di Crohn: la terapia iniziale deve mirare a controllare la<br />

malattia nel retto. In caso di sepsi attiva il trattamento deve mirare ad ottenere<br />

un adeguato drenaggio del pus con il minimo rischio di incontinenza. In caso di<br />

malattia prossimale concomitante, andrà trattata consensualmente al fine di<br />

ridurre la diarrea. Dal 12 al 39% dei pazienti con malattia Crohn perianale<br />

necessiterà di proctectomia. Il trattamento in caso di sola malattia perianale con<br />

retto macroscopicamente normale segue il trattamento delle fistole classiche.<br />

Fistole asintomatiche non vanno trattate.<br />

Fistole semplici e tran sfinteriche basse: fistulotomia (successo pari al 62-100%,<br />

incontinenza 0-12%).<br />

Fistole complesse: inserzione di setone di drenaggio al fine impedire la chiusura<br />

dell’ orifizio esterno (48-100% dei casi, rediviva del 30%); oppure possono<br />

essere trattate con setone di sezione.<br />

In caso di fistole complesse si procede a flap di avanzamento solo se la mucosa<br />

del retto appare macroscopicamente normale (successo pari al 50-75%, se fistola<br />

retto vaginale pari al 40-50%).<br />

Fistola retto vaginale: prima della riparazione e’ necessario che l’ infezione locale<br />

sia controllata. In caso di fistola secondaria a trauma bisognerà attendere che<br />

l’infiammazione residua scompaia (3-6 mesi). In caso di fistola da radiazioni sarà<br />

necessaria una diversione fecale per 12 mesi prima di procede alla riparazione.<br />

E’ sempre necessaria una manometria anorettale.<br />

Se fistole superficiale: fistulotomia.<br />

Se fistola profonda con muscolo al suo interno: flap di avanzamento endorettale .<br />

Necessaria preparazione intestinale completa. Necessario catetere vescicale per<br />

24 ore. Intervento eseguito in posizione prona o litotomica. Anestesia loco<br />

regionale o profonda. In alternativa chiusura del tramite dopo drenaggio di<br />

almeno 6 settimane con colla di fibrina. Raramente indicata episioproctotomia<br />

per difetti anteriori e quando coesiste incontinenza fecale.<br />

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Se orifizio fistoloso largo (>2.5cm) o se la parete anteriore del retto e’<br />

particolarmente infiammata o cicatriziale, o in caso di precedenti flap di<br />

avanzamento falliti flap di avanzamento rettale circolare (Sleeve). In questo caso<br />

la preparazione e’ simile alla precedente.<br />

In caso di malattia rettale severa (ulcere, stenosi, fistola e morbo di Crohn<br />

perianale) e’ indicata terapia conservativa con antibiotici, drenaggi, steroidi ed<br />

immunosoppressori. In caso di fallimento: diversione fecale (Ileostomia,<br />

colostomia o proctocolectomia).<br />

4.2.1 Risultati generali<br />

La fistulotomia raggiunge normalmente percentuali di guarigione vicine al 100%<br />

entro le 12 settimane con basso rischio di incontinenza (


Fistole alte: localizzate tra retto alto e fornice vaginale posteriore. Approccio<br />

trans addominale o approccio mediante incisione perineale profonda o tran<br />

sfinterica (York-Masson), chiusura della fistola ed interposizione di omento.<br />

Rarissima la necessita di resezione anteriore del retto.<br />

Fistole soprasfinteriche: inserzione di setone quando lo solo lo sfintere interno<br />

ed una porzione superficiale dello sfintere esterno verranno sezionate dal setone.<br />

Altrimenti si procede a drenaggio, curettage escissione del tramite e flap di<br />

avanzamento endorettale.<br />

Fistole in pazienti con HIV: necessario stabilire stato della malattia. I pazienti con<br />

malattia avanzata avranno percentuali di insuccesso molto elevate.<br />

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