Crescita dimensionale e qualitativa delle imprese venete - Sito Siav
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PARTE II<br />
con una lettura in chiave cognitiva della globalizzazione, che interpreta il fenomeno come<br />
estensione a scala mondiale della base su cui si dispiegano i processi di produzione,<br />
circolazione e utilizzo <strong>delle</strong> conoscenze rilevanti per il vantaggio competitivo <strong>delle</strong><br />
<strong>imprese</strong> (Grandinetti, Rullani, 1996).<br />
Il modello organizzativo transnazionale è una rete che integra leader specializzati (le<br />
consociate nazionali). Esso riconosce dunque il valore differenziale dei singoli ambienti<br />
nazionali attraverso la differenziazione dei ruoli e <strong>delle</strong> responsabilità <strong>delle</strong> consociate<br />
che operano in tali contesti, dove la considerazione strategica principale che sottende il<br />
modello «è quella dell’importanza complessiva degli ambienti nazionali rispetto alla<br />
strategia globale dell’azienda» (Bartlett, Ghoshal, 1989). In definitiva, è la varietà dei<br />
paesi il dato da organizzare, attraverso il coordinamento di consociate autonome che<br />
possono attingere a tale varietà e alimentare con questa le competenze e le strategie<br />
dell’intera organizzazione multinazionale 28 .<br />
Un punto di notevole<br />
importanza del modello descritto consiste nel fatto che la<br />
prospettiva teorica della rete transnazionale ha come sbocco necessario l’apertura<br />
dell’organizzazione reticolare interna in una rete più ampia, che comprende una pluralità<br />
di <strong>imprese</strong> autonome (Vaccà, Zanfei, 1989). Come gli stessi Bartlett e Ghoshal<br />
riconoscono in un lavoro successivo a Managing across Borders, dove invece le<br />
multinazionali sono ancora concettualizzate con riferimento alle sole relazioni tra unità<br />
organizzative collocate all’interno dei confini di proprietà, la rete interna entra a far parte<br />
di un external network, «il quale consiste di tutte le organizzazioni con cui le varie unità<br />
della multinazionale devono interagire, dai clienti ai fornitori, dagli enti di regolazione alle<br />
<strong>imprese</strong> concorrenti» (Ghoshal, Bartlett, 1990).<br />
Ricordiamo infine che il modello strategico-organizzativo della rete transnazionale<br />
interna-esterna non interpreta solo l’evoluzione <strong>delle</strong> grandi <strong>imprese</strong> multinazionali, come<br />
Procter & Gamble, Unilever, Philips ed Ericsson 29 . Infatti, anche <strong>imprese</strong> che si<br />
collocano ben al di sotto di queste dimensioni lo hanno seguito.<br />
Due esempi di “piccole” <strong>imprese</strong> transnazionali sono offerti dal Gruppo<br />
Mainetti, leader mondiale nella produzione di appendiabiti, e dal Gruppo<br />
Carraro, leader mondiale nella produzione di sistemi di trasmissione.<br />
Entrambi i casi sono presentati in questo rapporto di ricerca.<br />
28 Una conclusione in perfetta sintonia con la contemporanea definizione del concetto di<br />
strategia globale proposta da Bruce Kogut: «Ciò che distingue il contesto internazionale della<br />
globalità, oltre alla più ampia dimensione del mercato, è la varianza degli ambienti nazionali e<br />
l’abilità nel trarre vantaggio dalla gestione a tutto campo di tale varianza» (Kogut, 1989).<br />
29 Sono queste, secondo Bartlett e Ghoshal (1989), le <strong>imprese</strong> più rappresentative del modello<br />
trnsnazionale.<br />
IRES VENETO – CRESCITA DIMENSIONALE E QUALITATIVA DELLE IMPRESE VENETE 90