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Crescita dimensionale e qualitativa delle imprese venete - Sito Siav

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PARTE II<br />

psicologica <strong>delle</strong> risorse umane aziendali nei confronti dell’intensità del lavoro di<br />

gruppo e della pressione verso la ricerca di soluzioni innovative 18 .<br />

Nell’ambito dei modelli evolutivi citati nella premessa alla sezione 2, lo schema<br />

proposto da Greiner si distingue per l’introduzione del concetto di crisi. In ogni stadio la<br />

crescita è sostenuta da un determinato modello in termini di logica manageriale e di<br />

struttura organizzativa. Si giunge ad un punto, però, in cui lo sviluppo invalida il<br />

modello consolidato, innescando una crisi. Nel suo sviluppo naturale, dunque,<br />

l’organizzazione attraversa dei periodi di instabilità che sono dovuti ai mutamenti<br />

all’interno della azienda stessa, che cresce e quindi cambia. Così, il modello della<br />

delega risponde alle istanze di autonomia emerse nella fase di crescita precedente.<br />

D’altra parte, la crescita attraverso la delega crea una diversità interna che porta<br />

l’organizzazione fuori controllo. Esiste, dunque, uno strettissimo legame tra crescita e<br />

crisi.<br />

Ma l’approccio di Greiner alla crescita (<strong>dimensionale</strong>) si distingue anche per un altro<br />

aspetto, che è poi quello più rilevante nel contesto della nostra analisi. Si tratta del<br />

riconoscimento che ogni transizione da una fase di crescita <strong>dimensionale</strong> all’altra<br />

implica l’acquisizione di nuove competenze manageriali, ossia una crescita di tipo<br />

qualitativo dell’impresa.<br />

3.3 Quando la crescita <strong>qualitativa</strong> precede la crescita <strong>dimensionale</strong>: riposizionamenti<br />

strategici e strategie “oceano blu”<br />

Uscendo dal determinismo del modello a stadi di Greiner, in ogni periodo del suo ciclo<br />

di vita l’impresa può progettare e affrontare con successo una discontinuità<br />

organizzativa, o meglio strategico-organizzativa. E lo può fare in modo che la crescita<br />

<strong>qualitativa</strong> preceda e poi accompagni la crescita <strong>dimensionale</strong>, evitando l’innescarsi di<br />

uno squilibrio organizzativo.<br />

18 È interessante notare che in una revisione del classico articolo del 1972 Greiner sostitusce<br />

alla saturazione psicologica, come fattore determinante della crisi, il riconoscimento che non<br />

esistono più soluzioni interne per promovere un’ulteriore crescita. Su questa base, l’autore<br />

prevede una sesta fase «in which growth depends on the design of extra-organizational<br />

solutions, such as creating a holding company or a network organization composed of alliances<br />

and cross-ownership» (Greiner, 1998). Poiché il primo tipo di esito porta l’impresa a<br />

interrompere il percorso di crescita autonomo, la fase finale ipotizzata è quella dell’impresa-rete.<br />

Nella versione più aggiornata del modello emergono dunque le relazioni inter-organizzative.<br />

Greneir le presenta come vera e propria modalità di crescita, pur relegandole a caratterizzare<br />

una fase in cui l’impresa ha raggiunto una dimensione oltre la quale diventa impossibile<br />

crescere ulteriormente in condizioni di efficienza, in quanto tutti i meccanismi di coordinamento<br />

interno risultano inefficaci (Arrow, 1974; Grandori, 1999).<br />

IRES VENETO – CRESCITA DIMENSIONALE E QUALITATIVA DELLE IMPRESE VENETE 79

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