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Crescita dimensionale e qualitativa delle imprese venete - Sito Siav

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PARTE I<br />

numero di vendite su cui fare affidamento e il potere di mercato (Cohen e Klepper,<br />

1996).<br />

Arrow (1983), invece, individua il fatto che <strong>imprese</strong> di dimensioni diverse hanno diversi<br />

incentivi all’innovazione. Le piccole <strong>imprese</strong> non possono fare fronte ad innovazioni di<br />

grande scala, sia per mancanza di risorse interne che per mancanza di finanziamenti<br />

esterni, ma nelle piccole <strong>imprese</strong> ci sarebbe una minore distanza organizzativa tra<br />

coloro che propongono e realizzano le innovazioni e coloro che le vagliano, riducendo i<br />

costi di agenzia. Quest’ultimo punto è stato ribadito anche da Scherer e Ross (1990),<br />

secondo cui l’efficienza e l’efficacia della spesa in R&S vengono ridotte nelle <strong>imprese</strong><br />

più grandi dall’eccessivo controllo burocratico che incentiva il comportamento<br />

opportunistico dei “tecnici”, che, ad esempio, possono usare l’ammontare della spesa<br />

di un progetto come mezzo per segnalarne la qualità determinando un eccesso di<br />

spesa in R&S.<br />

Di conseguenza, la dimensione d’impresa può avere un effetto ambivalente<br />

sull’innovatività e, infatti, Tsai e Wang (2005), focalizzando l’attenzione sull’elasticità<br />

dell’output rispetto alla spesa in R&S, hanno mostrato che esiste una relazione a forma<br />

di U inversa tra la produttività in R&S e la dimensione d’impresa. Analizzando i dati di<br />

un campione di <strong>imprese</strong> manifatturiere quotate sulla borsa di Taiwan tra gli anni 1994 e<br />

2000, concludono che la produttività dell’R&S cresce con la dimensione d’impresa a<br />

livelli bassi, ma poi cala per le <strong>imprese</strong> più grandi. Alle economie “produttive” di scala si<br />

sostituirebbero, insomma, <strong>delle</strong> diseconomie di carattere organizzativo dopo una certa<br />

dimensione soglia.<br />

Al contrario, van Dijk et al. (1997) hanno spostato l’attenzione sulla quota del personale<br />

dedicato a Ricerca & Sviluppo sul totale dei dipendenti in un panel di <strong>imprese</strong> olandesi.<br />

La concentrazione del mercato risulta avere un effetto positivo, indipendentemente<br />

dalla dimensione d’impresa, mentre la crescita del mercato ha una grande importanza<br />

sia per le <strong>imprese</strong> più grandi che per quelle più piccole. Love e Ashcroft (1999) hanno<br />

analizzato non tanto dati sulle singole <strong>imprese</strong>, quanto dati sugli stabilimenti<br />

(considerando 3000 stabilimenti manifatturieri scozzesi) e hanno trovato che la<br />

struttura del mercato è meno rilevante per l’innovazione che la struttura dell’impresa, in<br />

termini di dimensione dell’impianto, proprietà straniera e presenza di R&S, tutti con un<br />

impatto positivo sull’innovazione, definita come ogni prodotto nuovo o migliorato<br />

introdotto nei cinque anni precedenti lo studio.<br />

In definitiva, la letteratura sulla relazione tra dimensione d’impresa e spesa in R&S,<br />

non ha raggiunto conclusioni univoche. Secondo, Cohen e Levin (1989) questo<br />

IRES VENETO – CRESCITA DIMENSIONALE E QUALITATIVA DELLE IMPRESE VENETE 34

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