Crescita dimensionale e qualitativa delle imprese venete - Sito Siav
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PARTE I<br />
Più in generale, secondo la scuola neo-istituzionalista (Williamson, 1985, 1991 e<br />
2000), l’impresa è, oltre che un mezzo per ovviare all’opportunismo, anche un rimedio<br />
all’incompletezza contrattuale, vale a dire all’impossibilità, data la razionalità limitata<br />
propria degli agenti economici, che i contratti possano prevedere ogni possibile stato<br />
futuro del mondo. Tramite la gerarchia, allora, è possibile fare fronte a possibili<br />
imprevisti.<br />
Insieme ad opportunismo e incompletezza contrattuale, l’altra parola chiave della<br />
scuola neo-istituzionalista è quella della specificità <strong>delle</strong> risorse: in altri termini, la<br />
gerarchia sostituisce il mercato e l’organizzazione si estende laddove sia in gioco una<br />
risorsa irrinunciabile per il funzionamento dell’organizzazione stessa. L’integrazione<br />
verticale all’interno di un’impresa (opzione make), in alternativa allo sviluppo di<br />
relazioni di mercato (opzione buy), tende così a prevalere in presenza di elevati costi di<br />
transazione – opportunismo, a-simmetrie informative, specificità <strong>delle</strong> risorse – e bassi<br />
costi di coordinamento. Laddove, invece, i costi di coordinamento sono elevati – come<br />
nel caso di produzioni di elevata qualità, di tecnologie fluide o dell’esigenza di<br />
distribuire gli incentivi all’innovazione – e i costi d’uso del mercato contenuti – come in<br />
presenza di fiducia e di efficienti istituzioni di tutela della proprietà – tendono a<br />
prevalere <strong>imprese</strong> specializzate e, dunque, di dimensione minore.<br />
Secondo Williamson è inoltre necessario distinguere l’analisi statica <strong>delle</strong> strutture<br />
dimensionali dell’economia – il cui equilibrio dipende da un dato assetto istituzionale e<br />
dalle condizioni di efficienza tecnica della produzione – dal problema della crescita<br />
<strong>dimensionale</strong> dell’impresa. La crescita dell’impresa costituisce, infatti, un cambiamento<br />
di equilibrio che implica, come conseguenza della razionalità limitata, la crescita dei<br />
costi di controllo. Secondo Williamson (1986, p. 49): “ad ogni decisione di espansione<br />
si verifica necessariamente un trade-off qualità-quantità”. Ciò è dovuto alla perdita di<br />
qualità informativa che l’aumento dei livelli gerarchici comporta: se i vertici aziendali si<br />
allontanano dalle condizioni operative, come avviene con l’espansione<br />
dell’organizzazione, diventano più imprecise sia le informazioni critiche sul<br />
funzionamento dell’impresa (bottom-up), sia le istruzioni ai subordinati (top-down). Ciò<br />
definisce, secondo, Williamson, il problema della “perdita di controllo” del processo di<br />
espansione aziendale.<br />
Sviluppando le intuizioni della scuola neo-istituzionalista, Rajan e Zingales (2000)<br />
spostano l’attenzione dal talento dei manager agli incentivi che si generano all’interno<br />
dell’impresa date le condizioni legali esterne di tutela del know how specifico di ogni<br />
impresa o <strong>delle</strong> risorse, tangibili o intangibili, che sono alla base del suo vantaggio<br />
IRES VENETO – CRESCITA DIMENSIONALE E QUALITATIVA DELLE IMPRESE VENETE 29