Crescita dimensionale e qualitativa delle imprese venete - Sito Siav
Crescita dimensionale e qualitativa delle imprese venete - Sito Siav
Crescita dimensionale e qualitativa delle imprese venete - Sito Siav
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
PARTE I<br />
Se, come sostengono gli autori, a definire i confini dell’impresa interviene una qualche<br />
forma di autorità o l’applicabilità di certe conoscenze, allora l’oggetto su cui misurare le<br />
economie di scala può variare in misura significativa. Può essere un gruppo formale,<br />
all’interno del quale il principio di autorità continua a funzionare anche in termini<br />
giuridici e dove l’insieme <strong>delle</strong> <strong>imprese</strong> coinvolte si presenta con un bilancio<br />
consolidato. Ma potrebbe anche essere un gruppo informale, dove pur in presenza di<br />
un intreccio azionario, i legami di interdipendenza risultano meno evidenti e possono<br />
più facilmente sfuggire all’analisi (Bigarelli, Ginzburg 2005). A bene vedere, tuttavia,<br />
una qualche forma di autorità o l’applicabilità di certe conoscenze non passano<br />
solamente attraverso la proprietà del capitale, bensì anche tramite contratti relativi a<br />
scambi di inputs. È il caso dei contratti di fornitura, del franchising, della cessione di<br />
licenze, <strong>delle</strong> joint venture, <strong>delle</strong> diverse forme di alleanze produttive e di<br />
consorziamento fra <strong>imprese</strong>. Il caso estremo è quello di un’impresa i cui confini sono<br />
definiti da relazioni contrattuali di fatto, cioè da rapporti di mercato. Nella misura in cui<br />
tali rapporti vengono strutturati, il sistema di mercato può assumere diverse<br />
configurazioni, fra cui le catene del valore, le reti produttive, i distretti, ecc. In tutti<br />
questi casi, si possono ottenere economie di scala rilevanti – se riferite all’insieme del<br />
sistema produttivo – anche attraverso la partecipazione di <strong>imprese</strong> di dimensione molto<br />
piccola. Ciò che cambia, tuttavia, sono i meccanismi di governance del sistema, che<br />
svolgono un ruolo fondamentale nelle decisioni di investimento. Tanto più il sistema è<br />
decentrato (o l’autorità distribuita), tanto più complesso risulterà il processo decisionale<br />
che porta a definire una strategia comune, come ad esempio sul fronte<br />
dell’innovazione. D’altro canto, tanto maggiore è la concentrazione dell’autorità, tanto<br />
più deboli gli incentivi che le diverse parti ricevono nell’attivare processi di innovazione<br />
o nell’assicurare la qualità <strong>delle</strong> singole produzioni.<br />
Proprio la presenza di costi di coordinamento nelle organizzazioni economiche e<br />
l’esistenza di un trade-off quantità/qualità è alla base degli interrogativi dell’economia<br />
neo-istituzionalista: la nota domanda posta da Ronald Coase – “Perché tutta la<br />
produzione non viene effettuata in un’unica grande impresa?” – è stata poi riformulata<br />
da Oliver E. Williamson nel modo seguente: “Perché una grande impresa non può fare<br />
tutto ciò che è possibile ad un insieme di piccolissime <strong>imprese</strong>, ed anche di più?”<br />
(Williamson 1986).<br />
Il problema dei confini dell’impresa, come si può capre, non è perciò di facile soluzione.<br />
Ciò che è importante ai fini di questa ricerca non è risolvere il problema in modo<br />
univoco, quanto avere consapevolezza della complessità della materia. Nella seconda<br />
IRES VENETO – CRESCITA DIMENSIONALE E QUALITATIVA DELLE IMPRESE VENETE 22