SAUSSURE ESPERANTISTA - Federazione Esperantista Italiana

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27.10.2013 Views

Capitolo 1 Breve storia della nascita dell'Esperanto (ovvero una seconda introduzione) La maggior parte delle lingue artificiali nasce, in Europa, nel corso dell' 800, in un contesto socio-culturale in continuo fermento: concluso il secolo dei Lumi, l'Ottocento si presenta come una fusione tra il romanticismo e l'illuminismo, per cui la passione è mediata dalla ragione e viceversa. L'Ottocento è il secolo del telegrafo, della macchina da scrivere e dei nuovi mezzi di comunicazione: la stampa perde il suo monopolio, e la possibilità di conoscere si allarga anche ai ceti più bassi e agli individui analfabeti attraverso il cinematografo, il grammofono e il fumetto. La cultura resta riservata ad un ambito socialmente privilegiato, mentre iniziano ad aprirsi nuove porte, e prende vita “il lento processo di alfabetizzazione universale” 1 che porterà, nei secoli successivi, all'estensione su grande scala dell'istruzione e, di conseguenza, della conoscenza. Il concetto di Nazione, sviluppatosi già da dopo la fine della rivoluzione francese e in epoca napoleonica, si trasforma in modo quasi radicale: la 1 Ortoleva, Peppino, Mediastoria - comunicazione e cambiamento sociale nel mondo contemporaneo, Pratiche, Parma 1995, pag.40 6

Nazione non è più considerata come il bene supremo per cui tutto è concesso. In questo contesto si sviluppano quelle lingue che cercano di farsi internazionali, ovvero le lingue ausiliarie: il concetto di lingua ausiliaria è imprescindibile da quello di lingua nazionale. Lo scopo di una lingua ausiliaria è quello di affiancarsi a una lingua nazionale e creare uno strato di internazionalità comune a tutti i paesi, con le prerogative di essere facile da scrivere, pronunciare e soprattutto imparare. Usando parole di altri, in una lingua ausiliaria “l’identità nazionale non viene dimenticata, ma viene sublimata in favore di un’identità di tipo nuovo. Se la lingua inventata inizia ad avere una rilevanza sociolinguistica, si forma una comunità su base etica e non etnica.” 2 Gli elementi comuni a tutte le lingue ausiliarie possono quindi riassumersi in: – Invenzione, il «puro gioco creativo verbigerante» 3 ; – Una considerazione religiosa per cui la diversità delle lingue è origine di tutti i mali 4 ; – La considerazione della lingua come strumento di comunicazione di massa; – La nascita di “un’identità sovrannazionale in conflitto potenziale con quella nazionale” 5 ; Il fondatore dell'esperanto, Lejzer Ludwik Zamenhof nacque, primo di nove 2 Gobbo, Federico, “Il dilemma dell'Esperanto”, Università di Torino, 1995 pag.84 3 Bausani, Alessandro, Le lingue inventate - Linguaggi artificiali, linguaggi segreti, linguaggi universali, Trauben, Roma, 1974, pag. 8 4 Naturalmente questa caratterizzazione religiosa si rifà a miti antichi, in particolar modo alla biblica Torre di Babele, dalla quale, secondo il mito, deriverebbe la diversità delle lingue, inflitta all'uomo come punizione per aver cercato di eguagliare Dio. 5 Gobbo, Federico, opera cit. pag. 84 7

Nazione non è più considerata come il bene supremo per cui tutto è concesso.<br />

In questo contesto si sviluppano quelle lingue che cercano di farsi<br />

internazionali, ovvero le lingue ausiliarie: il concetto di lingua ausiliaria è<br />

imprescindibile da quello di lingua nazionale. Lo scopo di una lingua<br />

ausiliaria è quello di affiancarsi a una lingua nazionale e creare uno strato di<br />

internazionalità comune a tutti i paesi, con le prerogative di essere facile da<br />

scrivere, pronunciare e soprattutto imparare. Usando parole di altri, in una<br />

lingua ausiliaria “l’identità nazionale non viene dimenticata, ma viene<br />

sublimata in favore di un’identità di tipo nuovo. Se la lingua inventata inizia<br />

ad avere una rilevanza sociolinguistica, si forma una comunità su base etica e<br />

non etnica.” 2<br />

Gli elementi comuni a tutte le lingue ausiliarie possono quindi riassumersi in:<br />

– Invenzione, il «puro gioco creativo verbigerante» 3 ;<br />

– Una considerazione religiosa per cui la diversità delle lingue è origine<br />

di tutti i mali 4 ;<br />

– La considerazione della lingua come strumento di comunicazione di<br />

massa;<br />

– La nascita di “un’identità sovrannazionale in conflitto potenziale con<br />

quella nazionale” 5 ;<br />

Il fondatore dell'esperanto, Lejzer Ludwik Zamenhof nacque, primo di nove<br />

2 Gobbo, Federico, “Il dilemma dell'Esperanto”, Università di Torino, 1995 pag.84<br />

3 Bausani, Alessandro, Le lingue inventate - Linguaggi artificiali, linguaggi segreti, linguaggi<br />

universali, Trauben, Roma, 1974, pag. 8<br />

4 Naturalmente questa caratterizzazione religiosa si rifà a miti antichi, in particolar modo alla<br />

biblica Torre di Babele, dalla quale, secondo il mito, deriverebbe la diversità delle lingue,<br />

inflitta all'uomo come punizione per aver cercato di eguagliare Dio.<br />

5 Gobbo, Federico, opera cit. pag. 84<br />

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