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SAUSSURE ESPERANTISTA - Federazione Esperantista Italiana

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Altri periodici esperantisti (vd. Immagini sopra) reperibili presso l'emeroteca<br />

scientifica Queriniana di Brescia sono:<br />

-“Rivista <strong>Italiana</strong> di Esperanto” (Italia Esperanta Revuo, fino al 1932);<br />

-“L'esperanto”.<br />

La rivista “L'esperanto: qundicinale di informazione e commenti” da cui è tratto<br />

l'articolo “La valuta esperanto” fu donata all'emeroteca dal Sig. Di San Lazzaro, e<br />

testimonia in più articoli l'esistenza di un gruppo esperantista bresciano, di cui Di<br />

San Lazzaro probabilmente fece parte,che nacque nel 1915 e del quale ho potuto<br />

avere informazioni precise tramite una lettera dell'ex-presidentessa del Gruppo<br />

<strong>Esperantista</strong> Bresciano Sig.ra Beatrice Angiolina Marinaro della quale ho potuto<br />

prendere visione grazie ai membri del Gruppo <strong>Esperantista</strong> Bresciano. La Sig.ra<br />

Marinaro, recentemente deceduta, scrisse che “Già nel lontano 1925 il Signor<br />

Gaetano Facchi era in contatto con esperantisti spagnoli e portoghesi per il<br />

commercio delle derrate agricole. Nel 1926 conobbe il prof Grassini, preside<br />

dell’istituto Veronica Gambara, situato in via Tosio. Le due sezioni A e B ebbero<br />

corsi d’Esperanto durante il periodo di questo preside, sostennero gli esami di I<br />

e II corso, ma ora le allieve sono tutte…..in cielo.Dall’istituto magistrale il corso<br />

d’Esperanto passò nel circolo di cultura fascista, situato in Via Umberto I, in<br />

città. Scoppiata poi la guerra nel ’40, il gruppo veniva riunito nell’appartamento<br />

della Sig.na Ermelinda Bordogna. La sottoscritta, desiderosa di conoscere paesi<br />

nuovi, si era iscritta a Lingue a Cà Foscari a Venezia, ma poi, venendo sempre<br />

più forte il pericolo di bombardamenti, i miei genitori preferirono “un asino<br />

vivo…che un dottore morto” (Si partiva a mezzanotte con le tradotte. Si assisteva<br />

alle lezioni e la sera si tornava in città). Non potendo realizzare il mio sogno, mi<br />

ricordai dell’Esperanto. Mi recai nei vari istituti, nei vari circoli di cultura e un<br />

giorno mio padre lesse sul giornale di Brescia questa notizia: “Nell’oratorio di<br />

S. Alessandro in Via Tosio si teneva una conferenza sulla lingua Esperanto,<br />

tenuta dal Prof. Canuto”. Mi recai, ascoltai l’ottima conferenza e mi presentai al<br />

dott. Canuto; e conobbi così la sig.na Ermelinda Bordogna. Questi mi<br />

indirizzarono alla scuola magistrale tenuta alla sera dal maestro Carlo Crotti.<br />

Frequentai il primo e il secondo corso d’esperanto, prendendo i relativi diplomi<br />

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