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SAUSSURE ESPERANTISTA - Federazione Esperantista Italiana

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verde, segno della presa di posizione rispetto ai “vecchi” esperantisti.<br />

Sotto lo pseudonimo di Antido continuò a cercare di cambiare il movimento<br />

esperantista, ma senza perdere di vista il proprio nuovo obbiettivo.<br />

Delle riforme dell'Esperanto II, quella più incisiva fu quella sul piano dell'<br />

ortografia dell'esperanto e sui segni diacritici, che vennero sostituiti con suoni<br />

più naturali:<br />

J divenne Y, Ĵ e Ĝ confluirono in J, Ŭ divenne W, Ĉ divenne CH, Ŝ divenne<br />

SH, KV divenne Q, KZ e KS divennero X, EJ divenne E 29 .<br />

Molte delle uscite grammaticali furono cambiate e fu reso più semplice un<br />

buon numero di termini grammaticali (ey per kaj "e", be per ĉe "a", e ki per ol<br />

"poi").<br />

Nel testo che segue, scritto dallo stesso René sotto lo pseudonimo di Antido e<br />

contenuto nel volume “Esperanto II”, interessante anche in funzione del<br />

contenuto, sono evidenti alcuni cambiamenti nel passaggio da Esperanto a<br />

Esperanto II: 30<br />

29 http://en.wikipedia.org/wiki/Esperanto_II<br />

30 In italiano: “Al secondo congresso mondiale di Esperanto a Ginevra (nel 1906), divenni un<br />

esperantista e presi parte alla fondazione dell' Associazione Scientifica <strong>Esperantista</strong>, della<br />

quale fui eletto segretatio. Per più di cinque anni fui anche capo della redazione della<br />

“Rivista Internazionale di Scienza”, organo ufficiale dell'Associazione, che ebbe più di 800<br />

membri. Nel 1908 ci fu il seocondo congresso mondiale di Esperanto a Cambridge, a cui<br />

partecipai, e in cui la mia proposta di istituire un fondo di aiuto alla finanza internazionale fu<br />

approvato dal congresso. Dopo il congresso, apparve il progetto di riforma Ido, elaborato da<br />

Marquis de Beaufont e dal professor Couturat. Realizzai immediatamente che il progetto era<br />

totalmente inconforme ai principi su cui si fonda l'Esperanto, la cui flessibilità veniva<br />

distrutta dall'Ido, attraverso un sistema di derivazioni logiche troppo rigido per l'uso<br />

quotidiano del linguaggio scritto e parlato, e da quel giorno respinsi l'eco dell'Ido dalla<br />

“Rivista Internazionale di Scienza”.Durante il mio lavoro di riforma per l'Esperanto esaminai<br />

non solo il progetto Ido, ma anche le interlingue dei progetti delle scuole “naturaliste<br />

(Occidental, latino sine flexione, ecc.). Questi progetti linguistici sono progetti interessanti ma<br />

i loro autori dimenticano che il difficoltà principale dell'interlingua non è la facilità di<br />

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