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SAUSSURE ESPERANTISTA - Federazione Esperantista Italiana

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controllarne l'evoluzione.<br />

Nello stesso anno venne fondato il primo organo esperantista internazionale,<br />

l'Universala Esperanto-Asocio, ad opera di Hector Hodler 17 . Nello statuto<br />

redatto nel corso del quarto congresso a Dresda si legge che “The goal of the<br />

association is the facilitation of relations of all kinds between speakers of<br />

different languages and the creation of a strong link of solidarity between the<br />

members” 18 . L'UEA si pose come organo neutrale sia in materia politica che<br />

religiosa, accettando membri su base internazionale.<br />

Zamenhof continuò ad aprire i congressi fino al 1912, poi, fino alla sua morte<br />

nel 1917, sedette tra il pubblico, e volse il suo interesse verso l'homaranismo<br />

(‘umanitariesimo’) 19 , il lato religioso del progetto, sempre più indipendente<br />

17 Hector Hodler (Ginevra, 1 Ottobre 1881-Leysin, 13 Marzo 1920) fu un giornalista ed<br />

esperantista svizzero. Fu compagno di scuola di Edmond Privat, ed insieme si avvicinarono<br />

all'ambiente esperantista. Fu Direttore Generale e Vicepresidente dell'UEA. Alla sua morte<br />

lasciò in eredità all'UEA la rivista da lui fondata “Esperanto” e la propria biblioteca, in seguito<br />

ribattezzata Biblioteca Hector Hodler, ad oggi una delle più ricche biblioteche di esperanto del<br />

mondo. Per una biografia minima vedi anche AA.VV. Enciklopedio de esperanto, Budapest,<br />

Literatura mondo, 1933-1934. Alcune notizie in rete sono reperibili su<br />

http://it.wikipedia.org/wiki/Hector_Hodler<br />

18 Forster, Peter G, opera cit. pag. 155, “lo scopo dell'associazione è quello di facilitare ogni tipo<br />

di relazione fra parlanti di diverse lingue e la creazione di un solido legame di solidarietà fra<br />

i membri”.<br />

19 Il tema dell'homaranismo è di particolare interesse per comprendere la totalità del progetto di<br />

Zamenhof. L'aspetto religioso non fu reso noto fin da subito, ma risulta evidente che il<br />

progetto unificatore non riguardava solo l'aspetto linguistico. A questo proposito Astori,<br />

nell'articolo “Comunicazione internazionale e libero pensiero: Esperanto tra pianificazione<br />

linguistica e religiosa” (reperibile online all'indirizzo:<br />

http://riviste.unimi.it/index.php/inkoj/article/view/603/816) spiega che “Come l’Esperanto<br />

sarebbe stato ponte fra le lingue, seconda lingua di tutti che - concepita come realtà mediale-<br />

avrebbe dovuto tutelare le varie lingue del pianeta e anzi (paradossalmente) promuoverle,<br />

così una nuova cultura mondiale - basata sui fondamenti della tolleranza e della reciproca<br />

comprensione - avrebbe contribuito al migliore rapporto fra i popoli offrendosi come terreno<br />

comune in cui ognuno, pur nella sua diversità, avrebbe potuto portare se stesso in un rapporto<br />

rispettoso e costruttivo con gli altri. Il conflitto più aspro fra culture, tema privilegiato da<br />

Zamenhof, si delineava da subito nell'ambito religioso: come una lingua-ponte, pur nella<br />

tutela delle native, avrebbe contribuito al miglioramento della comunicazione nel mondo, così<br />

una una religione ponte, nei medesimi termini dell’Esperanto, avrebbe aiutato il progresso<br />

dell’Umanità.” Sempre in Astori, (articolo reperibile online all'inidirizzo<br />

http://www.metabasis.it/5/pdf_05/05_13_Astori.pdf )<br />

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