Università degli Studi di Padova - Formazione e Sicurezza
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Considerazioni<br />
Al fine <strong>di</strong> proporre alcuni suggerimenti per aumentare la qualità delle indagini dello<br />
Spisal, vengono ora analizzate le singole sentenze dei casi <strong>di</strong> assoluzione.<br />
Primo caso<br />
Nella prima inchiesta, l’infortunato era un lavoratore autonomo che <strong>di</strong> tanto in tanto si<br />
recava, a sua <strong>di</strong>screzione, presso la segheria allo scopo <strong>di</strong> prelevare, con un proprio<br />
mezzo, la segatura che lo stabilimento produceva. Nell’occasione, come altre volte era<br />
già accaduto, l’infortunato si era recato al capannone, in assenza ed all’insaputa<br />
dell’imputato, ed aveva da solo iniziato a prelevare la segatura del silos, ponendosi in<br />
pie<strong>di</strong> sulle sponde del proprio rimorchio, in posizione scivolosa e pericolosa e senza<br />
protezioni, dalle quali cadde rovinosamente a terra. Secondo lo Spisal la persona<br />
ritenuta responsabile del fatto coincideva con il proprietario della segheria.<br />
La motivazione dell’assoluzione contenuta nella sentenza è la seguente: “[omissis]…<br />
L’imputato è assolto perché il fatto non sussiste, <strong>di</strong>fettando la prova del nesso <strong>di</strong><br />
causalità tra omissione penalmente rilevante ed evento, dunque, manca un requisito del<br />
fatto tipico. L’infortunato è un lavoratore autonomo che si è recato in assenza e<br />
all’insaputa dell’imputato. Il fatto è dovuto ad una azione estemporanea, pericolosa,<br />
non preve<strong>di</strong>bile né evitabile da parte <strong>di</strong> chicchessia…”.<br />
Secondo caso<br />
L’infortunato era intervenuto, presso il posto assegnatoli, per effettuare un intervento <strong>di</strong><br />
calata a terra dei cavi telefonici (per successivo taglio dei rami). Il lavoro è stato<br />
effettuato da due tecnici, uno sulla scala e un altro a terra. Una volta controllate le<br />
con<strong>di</strong>zioni del palo, visto che non vi erano segni <strong>di</strong> anomalie, ”l’infortunato” saliva.<br />
Una volta sopra la scala, si allacciava la cintura <strong>di</strong> sicurezza al palo e sganciava una<br />
coppia <strong>di</strong> cavetti gettandoli alle sue spalle. Al suo successivo sganciamento della<br />
seconda coppia <strong>di</strong> cavi, il palo cedeva improvvisamente cadendo a terra e colpendo<br />
l’infortunato alla testa, lasciandolo esanime. A parere dello Spisal circa le responsabilità<br />
soggettive, vista la complessità organizzativa dell’azienda articolata su vari livelli