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Un po’ aereo e un po’ sommergibile, ecco l’erede italiano dell’aliscafo che in 4 ore vi porterà in Sardegna con l’auto<br />

L’ali-traghetto<br />

Grazie a un particolare “sommergibile”<br />

nascosto sotto la chiglia, planerà a oltre<br />

55 km/h. Sarà varato nel 2007 a Genova.<br />

In porto sembrerà un comune<br />

traghetto di 70 metri, capace<br />

di portare 60 auto e 450<br />

persone. Ma sotto la linea di<br />

galleggiamento nasconderà una<br />

specie di sottomarino lungo 40<br />

metri: 6 in meno del sommergibile<br />

Enrico Toti esposto al Museo<br />

della Scienza e della Tecnica di<br />

Milano.All’interno avrà 4 motori,<br />

che erogheranno fino a 6.080<br />

kW di potenza, come un treno<br />

“pendolino”. E, alla partenza, il<br />

comandante annuncerà l’inizio<br />

della crociera dicendo: «Prepararsi<br />

al decollo». Già, perché Aliswath<br />

sarà un ibrido tra una nave,<br />

un aereo e un sottomarino.<br />

● Cinque anni di ricerca<br />

Veloce come un aliscafo, ma<br />

molto più grande, consumerà fino<br />

al 40% in meno rispetto a un<br />

traghetto tradizionale di pari dimensioni.<br />

Frutto di 5 anni di ricerca<br />

tra il Registro italiano navale,<br />

i cantieri Rodriguez di Ge-<br />

nova e l’Università di Genova, è<br />

attualmente in costruzione (v. foto<br />

in basso a destra) e sarà varato<br />

a fine 2007. «Il principio alla base<br />

di Aliswath è lo stesso degli<br />

aliscafi» spiega Alcide Sculati,<br />

l’ingegnere progettista ai cantieri<br />

Rodriguez. Un aliscafo è<br />

un’imbarcazione che può uscire<br />

dall’acqua durante la navigazione,<br />

sorretta da ali: così riduce la<br />

resistenza dell’acqua, risparmia<br />

carburante e va più veloce (in<br />

media 60 km/h contro i 30 km/h<br />

di un comune traghetto).<br />

● Gondola e siluri<br />

«Il limite di un aliscafo, però,<br />

sono le dimensioni che può raggiungere:<br />

al più 40 m, che lo rendono<br />

adatto solo al trasporto<br />

passeggeri» spiega Sculati. «Al<br />

crescere della stazza, infatti, aumentano<br />

le dimensioni delle ali<br />

per mantenerlo “in volo”. Per un<br />

aliscafo di 70 m ne servirebbero<br />

di gigantesche, impossibili da co-<br />

▲<br />

Lavori in<br />

corso<br />

La carena (nella<br />

foto si vede la<br />

parte inferiore)<br />

di Aliswath,<br />

in costruzione<br />

presso i<br />

cantieri<br />

Rodriguez a<br />

Genova. I lavori<br />

saranno<br />

completati tra<br />

circa un anno.<br />

Traghetto<br />

volante<br />

Nel disegno,<br />

come apparirà<br />

Aliswath<br />

durante la<br />

navigazione in<br />

fase “di volo”.<br />

Sarà varato alla<br />

fine del 2007 e,<br />

su tratte come<br />

Civitavecchia-<br />

Olbia (230 km),<br />

farà tempi<br />

da aliscafo<br />

(circa 4 ore),<br />

portando anche<br />

automobili.<br />

11/2006 25<br />

TECNOLOGIA


TECNOLOGIA<br />

Disegnerà le curve inclinandosi di lato come gli aeroplani. E<br />

“pulirà” i suoi<br />

gas di <strong>scarico</strong><br />

con... la pipì<br />

L’aliscafo, nato<br />

da un dirigibile<br />

L’<br />

invenzione dell’aliscafo è<br />

tutta italiana: si deve all’ingegnere<br />

milanese Enrico<br />

Forlanini (1848-1930).<br />

■ Figlio di un dirigibile<br />

L’idea nacque, come spesso<br />

accade, mentre Forlanini si<br />

stava dedicando ad altro: nei<br />

primi anni del ’900, infatti,<br />

l’ingegnere stava lavorando alla<br />

realizzazione di un dirigibile, il<br />

“Leonardo da Vinci”. In una<br />

speciale piscina, simulava il<br />

comportamento di alette e flap<br />

nell’acqua, un mezzo nel quale<br />

si possono osservare i<br />

fenomeni aerodinamici a<br />

velocità relativamente basse<br />

(perché l’acqua è molto più<br />

densa dell’aria).<br />

■ Si chiamava “idroplano”<br />

Forlanini capì che si potevano<br />

costruire ali per far uscire lo<br />

scafo di una nave dall’acqua,<br />

riducendo l’attrito. Nel 1905,<br />

sul Lago Maggiore, riuscì per la<br />

prima volta a far “volare” il suo<br />

idroplano, l’antenato dei<br />

moderni aliscafi. Ma non era<br />

ancora soddisfatto e, negli anni<br />

successivi, costruì altri modelli<br />

(v. foto sotto) capaci di raggiungere<br />

velocità di 75 km/h.<br />

L’idroplano di Forlanini sul<br />

Lago Maggiore nel 1910.<br />

26<br />

11/2006<br />

struire con le conoscenze di oggi».<br />

Aliswath aggirerà il problema<br />

con una “gondola”, una sorta<br />

di sommergibile situato sotto lo<br />

scafo, come già fanno le imbarcazioni<br />

Swath (Small waterplane<br />

area twin hull, catamarani a ridotta<br />

superficie planante), che<br />

usano 2 “siluri” sotto le fiancate.<br />

Aliswath avrà un solo sommergibile<br />

con 2 gruppi di ali; e, sotto<br />

la prua, un’altra ala retrattile come<br />

il carrello di un aereo permetterà<br />

il passaggio dalla navigazione<br />

normale alla fase di “volo”<br />

in soli 6’’, nei quali Aliswath<br />

raggiungerà i 55 km/h.<br />

▲<br />

Ma quanto<br />

è grande?<br />

Qui sopra, uno<br />

spaccato di<br />

Aliswath. La sua<br />

“gondola”, cioè la<br />

parte immersa, è<br />

lunga 40 metri,<br />

appena 6 metri<br />

più corta del<br />

sottomarino Enrico<br />

Toti (a destra),<br />

esposto a Milano.<br />

● Manovre da ciclista<br />

Ai motori nella gondola si affiancherà<br />

una coppia di propulsori<br />

per due eliche sullo scafo.<br />

«In caso di avaria,Aliswath potrà<br />

navigare con le eliche funzionanti»<br />

dice Sculati. Ma con un<br />

handicap: l’elica principale ferma,<br />

del diametro di 2,2 m, rallenterebbe<br />

la nave come se dovesse<br />

trainare un altro Aliswath.<br />

Come gli aliscafi, l’ali-traghetto<br />

non avrà timone. Per curvare,<br />

si inclinerà manovrando i flap<br />

sulle ali: il principio è lo stesso di<br />

un aereo o di una bici. «Pedalando,<br />

per imboccare una curva, ci<br />

pieghiamo verso l’interno della<br />

direzione da prendere» dice Sculati.<br />

«Il manubrio serve solo per<br />

le manovre a bassa velocità, il resto<br />

lo fa il peso del<br />

corpo. In aliscafo,<br />

agendo su un’ala abbassandone<br />

la portanza,<br />

si riduce la velocità<br />

di un fianco: la nave si<br />

inclina da quella parte<br />

e curva». La plancia di<br />

Aliswath sarà simile a<br />

quella di un jet: i comandi<br />

saranno replicati<br />

sulle poltrone di<br />

comandante e primo<br />

ufficiale, che potranno<br />

scambiarsi la guida in<br />

meno di un secondo.<br />

Posizione, beccheggio<br />

(il “su e giù” della prua) e<br />

rollio (l’oscillazione laterale dello<br />

scafo) saranno tenuti sotto<br />

controllo da una rete di 12 mila<br />

punti di misura: in ciascuno, 3<br />

sensori rileveranno lo stesso da-<br />

Cinque anni<br />

di studio<br />

Alcide Sculati,<br />

dei cantieri<br />

Rodriguez.<br />

Il suo progetto<br />

è costato 16<br />

milioni di euro.<br />

to e lo invieranno a un computer.<br />

Così, se un sensore smettesse di<br />

funzionare, il computer potrebbe<br />

comunque usare i dati degli altri<br />

due.<br />

● Emissioni ridotte<br />

Il serbatoio per i 15 mila litri di<br />

carburante sarà fuori<br />

dall’acqua, sempre accessibile<br />

e lontano dai<br />

motori. E per ridurre<br />

l’inquinamento durante<br />

la navigazione,<br />

Aliswath userà un si-<br />

stema curioso: inietterà<br />

urea, cioè il componente<br />

principale<br />

della pipì, nei gas di<br />

<strong>scarico</strong> dei motori.<br />

L’urea, tra l’altro, sarà<br />

immagazzinata in forma<br />

solida e verrà fatta<br />

sciogliere in presenza<br />

del calore sviluppato<br />

dai motori. Già alcuni camion<br />

usano questa sostanza (v. <strong>Focus</strong><br />

n° 163): l’urea, infatti, reagisce<br />

con i gas di <strong>scarico</strong> e riduce le<br />

emissioni inquinanti. ■<br />

Carlo Dagradi


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