La battaglia greca? Un cozzo frontale tra due masse di ... - Focus
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Guerra<br />
<strong>Focus</strong> Storia 40<br />
Elmo corinzio<br />
in bronzo del<br />
VII-V secolo a. C.<br />
Per i Greci la guerra era una specie<br />
<strong>di</strong> grande <strong>due</strong>llo <strong>tra</strong> città-Stato, da<br />
risolversi con una <strong>battaglia</strong> entro la<br />
fine della giornata. Fino alla seconda<br />
metà del V secolo a. C. era impensabile<br />
essere coinvolti in lunghe campagne o in<br />
spe<strong>di</strong>zioni lontano dalla patria: i campi e i<br />
commerci non potevano aspettare, pena la<br />
per<strong>di</strong>ta del raccolto o del guadagno.<br />
Carri da guerra. <strong>La</strong> più antica civiltà<br />
<strong>greca</strong>, quella micenea (XVII-XII secolo a.<br />
C.) rispecchiava nella sua organizzazione<br />
militare le caratteristiche <strong>di</strong> una società patriarcale,<br />
organizzata ancora sui principi della<br />
tribù. Il re, chiamato wánax, si recava in<br />
guerra circondato dal suo seguito <strong>di</strong> nobili,<br />
i proprietari terrieri o lawoi. Muniti <strong>di</strong> armi<br />
<strong>di</strong> bronzo (i Micenei non conoscevano il<br />
ferro), <strong>di</strong>fesi da corazze <strong>di</strong> cuoio con rinforzi<br />
in metallo e montati su carri da guerra,<br />
erano loro a sostenere il peso maggiore dello<br />
scontro. Il carro da combattimento, su cui<br />
salivano l’auriga e un guerriero, aveva lo<br />
scopo <strong>di</strong> permettere un attacco in massa a<br />
gran velocità, che terrorizzasse e scompaginasse<br />
le file avversarie. <strong>La</strong> sua importanza<br />
per gli eserciti micenei è testimoniata dai<br />
registri del palazzo <strong>di</strong> Pilo, dai quali risulta<br />
che nell’arsenale reale erano conservate ben<br />
200 coppie <strong>di</strong> ruote per carri da guerra.<br />
Gli uomini meno ricchi svolgevano soltanto<br />
una funzione ausiliaria, organizzati in<br />
reparti <strong>di</strong> fanteria armati <strong>di</strong> lancia e spada<br />
Opliti greci si preparano alla <strong>battaglia</strong><br />
indossando elmo, corazza e schinieri.<br />
▼<br />
<strong>La</strong> <strong>battaglia</strong> <strong>greca</strong>? <strong>Un</strong> <strong>cozzo</strong> <strong>frontale</strong> <strong>tra</strong><br />
<strong>due</strong> <strong>masse</strong> <strong>di</strong> uomini pesantemente armati<br />
A passo <strong>di</strong> carica!<br />
Si salvi<br />
chi può<br />
L’impressionante<br />
effetto che<br />
doveva suscitare<br />
sul nemico<br />
una falange<br />
macedone pronta<br />
a sostenere un<br />
attacco, con<br />
le sue 5 file <strong>di</strong><br />
picche (sarisse)<br />
proiettate<br />
in avanti.
<strong>Un</strong> nobile miceneo sale sul suo carro da guerra.<br />
▼<br />
corta, per i combattimenti ravvicinati. Sul<br />
capo portavano caschi <strong>di</strong> cuoio, spesso rinforzati<br />
con zanne <strong>di</strong> cinghiale, e si riparavano<br />
<strong>di</strong>etro gran<strong>di</strong> scu<strong>di</strong> in pelle a forma <strong>di</strong> 8.<br />
Citta<strong>di</strong>ni-soldato. Con la nascita delle<br />
pòlis e la co<strong>di</strong>fica delle leggi (v. a pag. 62) si<br />
affermò il principio che il citta<strong>di</strong>no avesse<br />
anche il dovere <strong>di</strong> partecipare alla <strong>di</strong>fesa della<br />
comunità e delle sue istituzioni. Si costituirono<br />
così eserciti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni-soldato, non<br />
professionisti, <strong>tra</strong>nne nel caso unico <strong>di</strong> Sparta,<br />
dove gli spartiati si addes<strong>tra</strong>vano a combattere<br />
per tutta la vita. Durante l’intero periodo<br />
classico, i reparti specializzati (arcieri,<br />
cavalieri, frombolieri) furono costituiti da<br />
mercenari, utilizzati per lo più in azioni secondarie<br />
o preparatorie allo scontro.<br />
Il costo dell’equipaggiamento, in particolare<br />
dell’elmo <strong>di</strong> bronzo, della corazza (che<br />
spesso era solo un corsaletto <strong>di</strong> cuoio o lino<br />
pressato) e degli schinieri a protezione delle<br />
gambe, era a carico del citta<strong>di</strong>no stesso. Per<br />
ripararsi, il combattente faceva soprattutto<br />
affidamento su un grosso scudo rotondo e<br />
concavo, l’hóplon (da cui la parola “oplita”<br />
per designare i soldati così armati), fatto <strong>di</strong><br />
legno rinforzato con ferro e largo quasi un<br />
metro. Si portava appeso alla spalla con una<br />
UCRONIE<br />
Gli Spartani sono<br />
schierati in modo<br />
classico, con le<br />
truppe migliori<br />
sulla des<strong>tra</strong>.<br />
Nel 479 a. C. la vittoria <strong>greca</strong><br />
nella <strong>battaglia</strong> <strong>di</strong> Platea pose<br />
fine al lungo conflitto che aveva<br />
opposto il potente impero orientale<br />
<strong>di</strong> Persia a<br />
una coalizione<br />
<strong>di</strong> città-Stato<br />
elleniche. Le<br />
conseguenze<br />
imme<strong>di</strong>ate furono<br />
l’ascesa<br />
<strong>La</strong> cavalleria<br />
spartana, messa<br />
in fuga, getta lo<br />
scompiglio <strong>tra</strong> le<br />
file degli opliti.<br />
FASE 1<br />
FASE 2<br />
L’ala sinis<strong>tra</strong><br />
è costituita da<br />
mercenari e alleati,<br />
meno forti degli<br />
opliti spartani.<br />
Lo scontro ha inizio<br />
con una mossa a<br />
sorpresa dei Tebani:<br />
una carica <strong>di</strong><br />
cavalleria sulla sinis<strong>tra</strong>.<br />
<strong>di</strong> Atene e l’inizio dell’età d’oro<br />
della classicità.<br />
Superiorità politica. «I Greci<br />
ebbero la meglio grazie a un nuovo<br />
modo <strong>di</strong> fare la guerra» spiega lo<br />
stu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> storia militare Andrea<br />
Fre<strong>di</strong>ani. «Non più lanci <strong>di</strong> proiettili<br />
da lontano per aprire brecce<br />
nelle file nemiche, non più <strong>due</strong>lli<br />
<strong>tra</strong> i capi, bensì un’avanzata compatta<br />
della falange alla ricerca della<br />
mischia, per la quale i Persiani<br />
erano impreparati». Ma forse la<br />
vera arma segreta fu la democrazia.<br />
«Il sistema democratico motivava<br />
i citta<strong>di</strong>ni-soldato più della<br />
monarchia persiana, nella quale i<br />
Con<strong>tra</strong>riamente<br />
alla consuetu<strong>di</strong>ne,<br />
Epaminonda ha<br />
schierato le truppe<br />
migliori a sinis<strong>tra</strong>.<br />
<strong>La</strong> fanteria tebana<br />
dell’ala des<strong>tra</strong> si<br />
<strong>di</strong>spone a scalare,<br />
per non essere<br />
aggirata sul fianco.<br />
combattenti non avevano alcun<br />
vantaggio dalla vittoria del re».<br />
Ad<strong>di</strong>o Partenone. E se invece<br />
avessero avuto la meglio i Persiani?<br />
Forse il loro dominio si sarebbe<br />
esteso fino all’Italia meri<strong>di</strong>onale,<br />
mentre il Nord Africa con il Me<strong>di</strong>terraneo<br />
occidentale sarebbero rimasti<br />
in mani fenicie. Probabilmente<br />
la democrazia ateniese sarebbe<br />
stata cancellata da una monarchia<br />
assolutista <strong>di</strong> stampo orientale. E<br />
forse le sculture <strong>di</strong> Fi<strong>di</strong>a, i drammi<br />
<strong>di</strong> Sofocle e i <strong>di</strong>aloghi <strong>di</strong> Platone,<br />
frutto dell’età d’oro che Atene visse<br />
sotto il governo <strong>di</strong> Pericle, non<br />
avrebbero mai visto la luce.<br />
Gli opliti tebani,<br />
con alla testa<br />
il Battaglione<br />
Sacro, sfondano<br />
le linee spartane. Fallito il tentativo<br />
<strong>di</strong> aggiramento<br />
sulla sinis<strong>tra</strong>,<br />
l’esercito spartano<br />
si deve ritirare.<br />
<strong>La</strong> volta che gli Spartani furono vinti. Per sempre<br />
ella Grecia classica le battaglie<br />
N si risolvevano in un grande<br />
scontro <strong>frontale</strong>. Avanzando,<br />
ogni oplita tendeva a riparare<br />
il braccio con la lancia<br />
<strong>di</strong>etro lo scudo del<br />
vicino, facendo sì<br />
che la falange<br />
si spostasse<br />
progressivamente<br />
verso des<strong>tra</strong>;<br />
lì pertanto venivano<br />
collocati i guerrieri<br />
migliori. A decidere l’esito<br />
dello scontro era insomma il<br />
confronto <strong>tra</strong> le <strong>due</strong> ali destre.<br />
Maestri in questo tipo <strong>di</strong> combattimento<br />
erano gli opliti spartani.<br />
Ma dopo la Guerra del Peloponneso,<br />
l’egemonia lacedèmone fu minacciata<br />
dall’emergere <strong>di</strong> Tebe. Per<br />
stroncare la rivale, nell’estate del<br />
371 a. C. re Cleòmbroto raggiunse<br />
la piana <strong>di</strong> Leut<strong>tra</strong>, in Beozia, con<br />
11 mila uomini. Di fronte a lui stava<br />
l’esercito dello s<strong>tra</strong>tegós tebano<br />
Epaminonda, forte <strong>di</strong> 6 mila fanti<br />
e 1.500 cavalieri.<br />
Lo scontro. Trovandosi in inferiorità<br />
numerica, Epaminonda agì d’astuzia.<br />
Fece accampare l’esercito sulle<br />
alture fingendo <strong>di</strong> voler rifiutare il<br />
combattimento per celebrare una<br />
festività religiosa. Di conseguenza<br />
anche i comandanti spartani ritirarono<br />
alcuni reparti dallo schieramento,<br />
e permisero agli altri <strong>di</strong><br />
festeggiare bevendo <strong>di</strong> primo<br />
mattino; con il risultato che a<br />
mezzogiorno molti erano ubriachi.<br />
Nel 338 a. C. il Battaglione Sacro <strong>di</strong> Tebe si batté a Cheronea, contro Filippo II il Macedone, fino all’ultimo uomo<br />
L’Italia in mano<br />
ai Cartaginesi,<br />
e ad Atene un<br />
sovrano assoluto.<br />
▼<br />
E se contro i Persiani i Greci avessero perso?<br />
Gli Spartani<br />
<strong>di</strong>fendono<br />
il passo delle<br />
Termopili<br />
dai Persiani.<br />
Spartani<br />
Tebani<br />
Fantastoria. «In realtà,per i Persiani<br />
sarebbe risultato <strong>di</strong>fficile tenere<br />
unito un territorio che andava<br />
dall’Indo alla penisola ellenica e<br />
oltre» obietta Fre<strong>di</strong>ani. «I primi<br />
pezzi che avrebbero perso sarebbero<br />
stati quasi certamente proprio<br />
i posse<strong>di</strong>menti europei occidentali.<br />
Avrebbero però potuto tenere sottomesse<br />
la Tracia e la Macedonia,<br />
impedendo così ad Alessandro Magno<br />
<strong>di</strong> fondare il suo impero». E<br />
senza la <strong>di</strong>ffusione “universale”<br />
della cultura <strong>greca</strong> che quell’impero<br />
favorì, la Storia avrebbe potuto<br />
davvero essere un’al<strong>tra</strong>. ■<br />
Aldo Carioli<br />
Barriera<br />
insuperabile<br />
Gli Spartani<br />
prendono<br />
d’assalto le<br />
mura <strong>di</strong> Atene<br />
durante la<br />
Guerra del<br />
Peloponneso<br />
(431-404 a. C.).<br />
LA BATTAGLIA DI LEUTTRA (371 A. C.)<br />
Proprio allora Epaminonda sferrò il<br />
suo attacco, lanciando la cavalleria<br />
contro l’ala des<strong>tra</strong> nemica. <strong>La</strong><br />
cavalleria spartana, battuta, si ritirò<br />
<strong>tra</strong> le file dei propri fanti, scompigliandole.<br />
A quel punto Epaminonda,<br />
che aveva invertito la <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong><br />
<strong>battaglia</strong> <strong>tra</strong><strong>di</strong>zionale <strong>di</strong>sponendo<br />
sulla sinis<strong>tra</strong> le sue truppe migliori<br />
(<strong>tra</strong> cui il Battaglione Sacro, composto<br />
da 150 coppie <strong>di</strong> omosessuali,<br />
che per questo combattevano senza<br />
tregua per <strong>di</strong>fendere tanto la patria<br />
quanto il proprio amante), piombò<br />
sull’assottigliata des<strong>tra</strong> nemica.<br />
Sorpresi. Gli Spartani, schierati su<br />
un fronte più largo, cercarono <strong>di</strong><br />
accerchiare le truppe avanzanti, ma<br />
non vi riuscirono, perché l’ala des<strong>tra</strong><br />
nemica si era tenuta a <strong>di</strong>stanza e<br />
quella sinis<strong>tra</strong> era troppo forte per<br />
essere sopraffatta. Sconfitti, ripiegarono<br />
lasciando sul campo circa<br />
1.400 caduti (<strong>tra</strong> cui re Cleòmbroto<br />
e suo figlio) ma soprattutto la loro<br />
fama <strong>di</strong> invincibilità.
A Salamina, il 20<br />
settembre 480 a. C.,<br />
378 triremi greche<br />
si scon<strong>tra</strong>rono con<br />
800 navi persiane<br />
Vita da filosofi<br />
Le botte<br />
<strong>di</strong> Diogene<br />
austero Diogene<br />
L’ era en<strong>tra</strong>to a<br />
metà <strong>di</strong> un banchetto<br />
<strong>di</strong> giovani, che l’accolsero<br />
a legnate.<br />
Dopo questo fatto,<br />
scrisse su una tavoletta<br />
i nomi <strong>di</strong> coloro<br />
che l’avevano colpito,<br />
se l’appese al collo e<br />
andò in giro esponendo<br />
al pubblico biasimo<br />
chi l’aveva ingiustamente<br />
aggre<strong>di</strong>to.<br />
<strong>Focus</strong> Storia 44<br />
cinghia <strong>di</strong> cuoio ed<br />
era munito <strong>di</strong><br />
un’impugnatura<br />
per la mano sinis<strong>tra</strong>.<br />
<strong>La</strong> des<strong>tra</strong> restava<br />
così libera <strong>di</strong><br />
tenere la lancia,<br />
stretta <strong>tra</strong> il gomito<br />
e le costole.<br />
Compatti. Non<br />
possedendo una<br />
preparazione specifica,<br />
i citta<strong>di</strong>nisoldato<br />
dovevano<br />
essere inquadrati<br />
in una formazione<br />
chiusa, che richiedesse<br />
solo una<br />
buona dose <strong>di</strong> coraggio<br />
e determinazione<br />
per reggere<br />
all’assalto nemico.<br />
Sul campo <strong>di</strong><br />
<strong>battaglia</strong> i guerrieri<br />
si schieravano<br />
spalla a spalla in<br />
una massa compatta,<br />
quadrata, <strong>di</strong><br />
solito <strong>di</strong>sposta su<br />
8 file, chiamata falange (dal greco phálanx,<br />
letteralmente “cilindro” o “rullo”).Al suono<br />
dei flauti, i <strong>due</strong> eserciti (4-5 mila uomini in<br />
me<strong>di</strong>a) si lanciavano alla carica l’uno contro<br />
l’altro, correndo goffamente sotto il peso degli<br />
oltre 30 kg <strong>di</strong> armamento e a pie<strong>di</strong> scalzi<br />
(per una migliore presa) at<strong>tra</strong>verso i 150-<br />
200 metri <strong>di</strong> terreno che li separava. In prossimità<br />
dell’urto, ogni combattente puntava<br />
un avversario e vibrava verso <strong>di</strong> lui la punta<br />
in ferro della sua lancia, cercando <strong>di</strong> farla<br />
passare nello spazio <strong>tra</strong> uno scudo e l’altro<br />
per colpire una porzione <strong>di</strong> carne non protetta:<br />
la gola, l’ascella, l’inguine... L’opportunità<br />
passava in fretta. Al sopraggiungere<br />
delle seconde file, la falange si accorciava a fisarmonica<br />
e il peso degli uomini che seguivano<br />
ricadeva sulla schiena <strong>di</strong> quelli impegnati<br />
in prima fila. Sotto la terribile spinta dei<br />
loro stessi compagni, alcuni cadevano rovinosamente<br />
a terra, per non rialzarsi mai più.<br />
Quando le per<strong>di</strong>te conseguenti al primo impatto<br />
creavano una falla nel muro <strong>di</strong> scu<strong>di</strong><br />
avversario, i guerrieri della seconda e della<br />
terza fila tentavano <strong>di</strong> allargarla a colpi <strong>di</strong><br />
lancia e praticando l’othismos, la “spinta con<br />
gli scu<strong>di</strong>”, per creare uno spazio sufficiente a<br />
Vittoria <strong>tra</strong>volgente<br />
Alessandro Magno guida la carica degli<br />
“etèri” (la cavalleria d’élite macedone)<br />
contro i Persiani <strong>di</strong> Dario III, durante<br />
la <strong>battaglia</strong> <strong>di</strong> Gaugamela (331 a. C.).<br />
es<strong>tra</strong>rre le corte spade e colpire le gambe e i<br />
genitali dei nemici.<br />
Tutto ciò poteva a un certo punto scatenare<br />
negli uomini delle file più avanzate un<br />
impulso alla fuga, <strong>di</strong>ffondendo il panico <strong>tra</strong> i<br />
compagni e portando alla ritirata dell’esercito<br />
o, peggio, a una <strong>di</strong>sastrosa sconfitta.<br />
Opliti <strong>di</strong> marina. Non tutte le guerre si<br />
combattevano però sulla terraferma. Fin dal<br />
periodo miceneo, i Greci erano stati dei<br />
gran<strong>di</strong> navigatori. Utilizzando prima navi a<br />
un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> remi, poi a <strong>due</strong> (biremi) e in<br />
seguito le famose triremi (triéres), protagoniste<br />
della <strong>battaglia</strong> <strong>di</strong> Salamina, le flotte<br />
della Grecia, e in particolare <strong>di</strong> Atene, ottennero<br />
un dominio assoluto sul mar Egeo e<br />
poi su gran parte del Me<strong>di</strong>terraneo.<br />
Le navi da guerra, che imbarcavano anche<br />
un piccolo contingente <strong>di</strong> opliti (da 10 a 40),<br />
erano costruite per la navigazione costiera a<br />
remi, e solo con <strong>di</strong>fficoltà potevano compiere<br />
<strong>tra</strong>tti più lunghi a vela e in mare aperto. In<br />
<strong>battaglia</strong> le triremi si affidavano dunque alla<br />
sola forza dei rematori, che non erano<br />
schiavi come si crede,<br />
bensì citta<strong>di</strong>ni delle classi<br />
più umili, che non potevano<br />
permettersi l’armamento<br />
da oplita. L’arma<br />
principale era il robusto<br />
sperone in bronzo posto a<br />
prua, con il quale si cercava<br />
<strong>di</strong> affondare la nave<br />
nemica, o spezzarne i remi<br />
per poterla immobilizzare<br />
e poi abbordare. <strong>Un</strong>a<br />
volta agganciata, gli opliti<br />
imbarcati ricreavano sul<br />
ponte il tipico scontro terrestre.<br />
Chi vinceva, incen<strong>di</strong>ava<br />
la nave avversaria.<br />
Veri professionisti.<br />
Dalla lunghissima e sanguinosa<br />
Guerra del Peloponneso,<br />
che <strong>di</strong>strusse il<br />
benessere <strong>di</strong> cinquant’anni<br />
prima, la Grecia uscì<br />
sul finire del V secolo a.<br />
C. spossata e <strong>tra</strong>sformata.<br />
Anche gli eserciti subirono<br />
un mutamento: il<br />
nucleo principale fu ancora<br />
costituito dagli opliti,<br />
ma <strong>tra</strong> <strong>di</strong> essi il numero<br />
<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong>minuì a favore<br />
dei mercenari. Inoltre<br />
i reparti <strong>di</strong> specialisti,<br />
non determinanti nel periodo<br />
precedente, cominciarono<br />
a ritagliarsi un<br />
proprio ruolo sul campo<br />
<strong>di</strong> <strong>battaglia</strong>. Lentamente<br />
gli eserciti greci <strong>di</strong>ventarono<br />
permanenti, e i soldati<br />
dei professionisti delle<br />
armi.<br />
A sfruttare a pieno<br />
questo cambiamento fu<br />
un popolo emergente<br />
(sempre <strong>di</strong> stirpe <strong>greca</strong>,<br />
ma considerato dagli altri<br />
Elleni semibarbaro)<br />
molto bellicoso: i Macedoni.<br />
Il loro sovrano, Filippo<br />
II (v. articolo a pag.<br />
120), creò una macchina<br />
bellica così potente da<br />
sottomettere in soli vent’anni<br />
le riottose città-Stato<br />
greche. E da permettere<br />
al figlio Alessandro,<br />
che la perfezionò, <strong>di</strong> conquistare<br />
buona parte del mondo allora conosciuto.<br />
Fulcro dell’esercito macedone era ancora<br />
la falange, con la <strong>di</strong>fferenza però che i soldati<br />
non portavano più un grande hóplon e una<br />
lancia, ma un meno ingombrante scudo da<br />
60 cm <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro e una lunga picca <strong>di</strong> oltre<br />
5 metri (detta sarissa). Inoltre gli uomini erano<br />
schierati sul doppio delle file della falange<br />
classica. Questa formazione non doveva<br />
infatti servire per attaccare, ma per bloccare<br />
sul campo – come un’incu<strong>di</strong>ne – qualsiasi<br />
Troia si chiamava Wilusa. Ed era una città ittita<br />
lla base della narra-<br />
A zione omerica della<br />
decennale guerra che<br />
vide opporsi principi achei<br />
e troiani, vi è una realtà<br />
storica poco conosciuta.<br />
I wánax micenei, dopo<br />
aver consolidato il proprio<br />
dominio nella penisola<br />
<strong>greca</strong>, iniziarono alla fine<br />
del XIV secolo a. C.<br />
a espandersi verso est.<br />
Così facendo vennero in<br />
contatto con gli Ittiti, che<br />
dall’attuale Turchia controllavano<br />
le rotte commerciali<br />
verso nord e i giacimenti<br />
d’oro della Scizia.<br />
Coincidenze. Tra le città<br />
che dominavano lo stretto<br />
dei Dardanelli ce n’era una<br />
che gli Ittiti chiamavano<br />
Wilusa. Guarda caso, l’altro<br />
nome usato da Omero<br />
nell’Iliade per in<strong>di</strong>care<br />
Troia è Ilio, nome che i<br />
Greci dell’Età del Bronzo<br />
avrebbero pronunciato<br />
“wilios”. <strong>Un</strong>itamente ad<br />
altre prove, questo in<strong>di</strong>zio<br />
rende probabile che Wilusa<br />
<strong>Un</strong>a selva impene<strong>tra</strong>bile<br />
I Macedoni riformarono la falange<br />
<strong>di</strong>sponendo gli uomini sul doppio<br />
delle file e armandoli <strong>di</strong> lunghe picche.<br />
carica nemica; lo strumento risolutore <strong>di</strong>ventava<br />
invece la cavalleria pesante, nelle<br />
cui unità <strong>di</strong> élite, gli hetâiroi, militavano i figli<br />
della nobiltà.<br />
Furono sempre i Macedoni a sviluppare<br />
un parco permanente <strong>di</strong> macchine per asse<strong>di</strong>,<br />
che renderà tali operazioni, per la prima<br />
volta nel mondo greco, momenti importanti<br />
e decisivi <strong>di</strong> una guerra.<br />
Teorie belliche. A partire da questo periodo,<br />
gli eserciti aumentarono <strong>di</strong> numero e<br />
<strong>di</strong> complessità, fattore che spinse a guidarli –<br />
tanto sulla carta quanto sul campo <strong>di</strong> <strong>battaglia</strong><br />
– con criteri <strong>di</strong> comando sempre più<br />
scientifici e professionali. Non fu un caso se<br />
proprio nel IV secolo a. C. vennero scritti i<br />
primi saggi <strong>di</strong> tattica, <strong>di</strong> s<strong>tra</strong>tegia e <strong>di</strong> tecniche<br />
fosse proprio Troia, contro<br />
la quale i Micenei in<strong>tra</strong>presero<br />
una guerra secolare,<br />
fatta <strong>di</strong> incursioni, asse<strong>di</strong>,<br />
saccheggi e scontri armati,<br />
e che alla fine portò alla<br />
<strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> Wilusa.<br />
Regia <strong>di</strong> Omero. Fu questo<br />
il conflitto che circa sei<br />
secoli dopo venne cantato<br />
e condensato nell’Iliade<br />
come l’epico scontro <strong>tra</strong><br />
Achei e Troiani per riprendere<br />
Elena, la bella moglie<br />
<strong>di</strong> Menelao. Insomma,<br />
Omero agì un po’ come i<br />
nostri registi <strong>di</strong> Hollywood:<br />
snaturò una vicenda <strong>di</strong><br />
molti secoli prima per<br />
adattarla ai gusti del suo<br />
pubblico, producendo un<br />
bellissimo racconto che<br />
però aveva ben poco a che<br />
fare con la storia vera.<br />
L’esercito<br />
acheo in<br />
navigazione<br />
nel film Troy<br />
(2004).<br />
d’asse<strong>di</strong>o, ponendo le basi del pensiero teorico<br />
sull’arte della guerra.Teorie che saranno<br />
lette e stu<strong>di</strong>ate da tutti i più gran<strong>di</strong> condottieri<br />
che seguiranno, da Pirro ad Annibale,<br />
da Scipione a Giulio Cesare. ❏<br />
Riccardo Tonani<br />
SAPERNE DI PIÙ<br />
Armi e armati della storia <strong>greca</strong><br />
Le gran<strong>di</strong> battaglie dell’antica<br />
Grecia, Andrea Fre<strong>di</strong>ani<br />
(Newton & Compton).<br />
<strong>La</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana degli<br />
eserciti <strong>di</strong> Alessandro Magno,<br />
Paul Faure (Rizzoli).<br />
<strong>Focus</strong> Storia 45