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Rina Scalise

«Favorite!». Se un ospite, parente, amico, conoscente o anche uno sconosciuto in cerca d’aiuto bussava alla porta, qualunque fossero l’ora e le possibilità della famiglia, una tovaglia si stendeva sulla tavola. Più che un’abitudine, era un consolidato slancio dell’anima. Faceva parte della migliore tradizione contadina calabrese onorare chi varcava la soglia della propria casa, condividendo con lui il pane caldo, l’olio più fino, le melanzane sottaceto, i pomodori seccati al sole, le olive ammaccate, i capicolli e i pecorini, mentre già si accendeva il fuoco per approntare “qualcosa di caldo”.

«Favorite!». Se un ospite, parente, amico, conoscente o anche uno
sconosciuto in cerca d’aiuto bussava alla porta, qualunque fossero l’ora e
le possibilità della famiglia, una tovaglia si stendeva sulla tavola.
Più che un’abitudine, era un consolidato slancio dell’anima. Faceva
parte della migliore tradizione contadina calabrese onorare chi varcava
la soglia della propria casa, condividendo con lui il pane caldo, l’olio più
fino, le melanzane sottaceto, i pomodori seccati al sole, le olive ammaccate,
i capicolli e i pecorini, mentre già si accendeva il fuoco per approntare
“qualcosa di caldo”.

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La pasta<br />

I chiacchieri me vvindu e chii maccarruni mi jincu a panza!<br />

(Le parole le vendo, è con i maccheroni che mi riempio la pancia!)<br />

Sulle origini della pasta, vi è una vecchia disputa: se cioè siano stati i<br />

cinesi ad inventarla oppure se siamo stati noi italiani a creare per primi<br />

questo straordinario alimento. Secondo me, il problema non sussiste!<br />

E sapete perché? Ma è chiaro: la pasta cinese, che Marco Polo descrisse<br />

così bene, veniva (e viene tuttora) preparata con farina di riso e non<br />

di grano! Leggendo qua e là, ho scoperto che la prima pasta in Italia<br />

fu preparata in… CALABRIA. Infatti, in un trattato dell’anno 1041, si<br />

usa il termine “maccherone” per indicare uno sciocco, un bonaccione.<br />

Prova evidente che il “maccherone” in senso alimentare era in uso molto<br />

tempo prima che Marco Polo ritornasse a Venezia dalla Cina. Poi, in<br />

Calabria (ma anche in altre regioni meridionali) le tagliatelle vengono<br />

chiamate làgane, parola che deriva dal greco e che significa “sfoglia di<br />

farina”. È evidente che in Magna Grecia (Calabria) le tagliatelle venivano<br />

chiamate làgane e da qui si sono diffuse anche nella Roma antica (il resto<br />

d’Italia). Dunque, possiamo sostenere che la pasta è stata inventata dai<br />

calabresi!!! (Chiedo scusa se do l’impressione di essere presuntuosa, ma<br />

non cambio idea!).<br />

Oggi in Calabria si usano tantissimi formati di pasta: tagliolini, scilatelli<br />

(non “scialatielli”, che invece sono campani), schiaffettoni, calandretti,<br />

cappelli di prete, ricci di donna, ravioloni, covatelli crotonesi,<br />

cavatelli, cannelloni, cannarozzoli, gnocchi o rascatelli, ma quelli che<br />

in assoluto vengono preparati di più sono i maccheroni al ferretto, chiamati<br />

in dialetto maccarruni ’e casa, oppure maccherruni cu bucu, ’mperrettati,<br />

fusilli, fileja, scilatelli.<br />

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