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Rina Scalise

«Favorite!». Se un ospite, parente, amico, conoscente o anche uno sconosciuto in cerca d’aiuto bussava alla porta, qualunque fossero l’ora e le possibilità della famiglia, una tovaglia si stendeva sulla tavola. Più che un’abitudine, era un consolidato slancio dell’anima. Faceva parte della migliore tradizione contadina calabrese onorare chi varcava la soglia della propria casa, condividendo con lui il pane caldo, l’olio più fino, le melanzane sottaceto, i pomodori seccati al sole, le olive ammaccate, i capicolli e i pecorini, mentre già si accendeva il fuoco per approntare “qualcosa di caldo”.

«Favorite!». Se un ospite, parente, amico, conoscente o anche uno
sconosciuto in cerca d’aiuto bussava alla porta, qualunque fossero l’ora e
le possibilità della famiglia, una tovaglia si stendeva sulla tavola.
Più che un’abitudine, era un consolidato slancio dell’anima. Faceva
parte della migliore tradizione contadina calabrese onorare chi varcava
la soglia della propria casa, condividendo con lui il pane caldo, l’olio più
fino, le melanzane sottaceto, i pomodori seccati al sole, le olive ammaccate,
i capicolli e i pecorini, mentre già si accendeva il fuoco per approntare
“qualcosa di caldo”.

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Maccheroni al ferretto<br />

Ingredienti:<br />

500 g farina di grano duro,<br />

acqua tiepida,<br />

un pizzico di sale,<br />

(la classica ricetta non prevede uova,<br />

ma chi vuole<br />

può aggiungerne uno o due).<br />

I tocchetti di pasta sono denominati “gliommari” nell’entroterra cosentino:<br />

sono in realtà un prototipo del fusillo, ossia un fusillo ancora non sviluppato. Da<br />

qui il detto offensivo: “S’j nu’ gliommaro!” (potresti essere qualcosa di buono, ma<br />

non sei affatto sviluppato!).<br />

Mettere la farina a fontana sulla spianatoia,<br />

versarci dentro l’acqua tiepida con<br />

il sale. Impastare continuando ad aggiungere<br />

altra acqua fino ad ottenere un panetto liscio,<br />

duro e asciutto abbastanza da non risultare<br />

appiccicoso alle mani. Dopo averla fatta riposare<br />

un po’, formare un rotolo lungo, staccare<br />

dei tocchetti di pasta lunghi dai 5 ai 10 cm.<br />

Infarinare il ferretto e affondarlo nel tocchetto,<br />

rotolandolo con i palmi delle mani. Sfilare<br />

poi delicatamente il ferretto, che dovrebbe<br />

scivolare facilmente visto che l’impasto è<br />

ben asciutto. Mettere ad asciugare i maccheroni<br />

sopra ad un canovaccio infarinato,<br />

allineandoli uno accanto all’altro a una certa<br />

distanza.<br />

Note<br />

A questo punto, manca solo il condimento e nel caso di questi maccheroni al<br />

ferretto, si può dire che il tipico sugo di capretto alla calabrese è ’a morte sua. Ma<br />

siccome a casa mia non amano molto la carne del capretto, di solito li condisco<br />

con un classico della nostra cucina: un buon...<br />

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