Ski-Alper
Dallo scarpone che pesa 700 grammi a quello prodotto con plastica ecologica ricavata dal ricino. Per domani non sembra esserci più niente da inventare. Ecco come nasce un prodotto S.C.A.R.P.A. e quali saranno le prossime sfide
Dallo scarpone che pesa 700 grammi a quello
prodotto con plastica ecologica ricavata dal ricino. Per
domani non sembra esserci più niente da inventare.
Ecco come nasce un prodotto S.C.A.R.P.A. e quali
saranno le prossime sfide
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HI-TECH<br />
sciare con 700 grammi<br />
ai piedi<br />
STORIA<br />
da Lord Guinness a Troillet,<br />
73 anni di emozioni<br />
Supplemento al numero 81 di <strong>Ski</strong>-alper<br />
DIETRO LE QUINTE<br />
la fabbrica perfetta<br />
THE ART<br />
OF BOOTS<br />
ski - aLper<br />
IN COLLABORAZIONE CON
THE ART OF BOOTS | TIMONE |<br />
TIMONE<br />
Il futuro è oggi<br />
Dallo scarpone che pesa 700 grammi a quello<br />
prodotto con plastica ecologica ricavata dal ricino. Per<br />
domani non sembra esserci più niente da inventare.<br />
Ecco come nasce un prodotto S.C.A.R.P.A. e quali<br />
saranno le prossime sfide<br />
2<br />
04<br />
Una storia irripetibile<br />
La nascita nel 1938 grazie a Lord Guinness, l’ingresso<br />
di Luigi, Francesco e Antonio nel 1956, la scalata<br />
inarrestabile verso il successo. Il racconto delle vicende<br />
di un’azienda, dalle domeniche passate in bicicletta a<br />
vendere le scarpe prodotte all’arrivo della plastica<br />
L’evoluzione della specie<br />
Fotostoria: dalla pelle<br />
alla plastica<br />
08<br />
14 32<br />
20<br />
10<br />
Handmade in Asolo<br />
Come nascono scarponi e scarpe:<br />
macchine hi-tech e...tanta manualità.<br />
Supplemento al numero 81 di <strong>Ski</strong>-alper<br />
REDAZIONE<br />
Direttore responsabile: Davide Marta - davide.marta@mulatero.it<br />
Vice-direttore: Claudio Primavesi - claudio.primavesi@mulatero.it<br />
Marketing: Simona Righetti - simona.righetti@mulatero.it<br />
Segretaria di redazione: Elena Volpe - elena.volpe@mulatero.it<br />
Area racing: Carlo Ceola - carlo.ceola@mulatero.it<br />
Area touring: Umberto Isman - umberto.isman@mulatero.it<br />
Area test: Sebastiano Salvetti - sebastiano.salvetti@mulatero.it<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
Collaboratori: Leonardo Bizzaro, Renato Cresta, Fabio Meraldi,<br />
Flavio Saltarelli, Riccardo Selvatico, Martina Valmassoi<br />
Progetto grafico e impaginazione: business-design.it<br />
Webmaster: Silvano Camerlo<br />
Distribuzione in edicola: MEPE - Milano - tel. 02895921<br />
Stampa: Reggiani - Brezzo di Bedero (VA)<br />
Autorizzazione del Tribunale di Torino n.4855 del 24/11/95.<br />
Piacere, S.C.A.R.P.A!<br />
Dietro a un acronimo c’è una famiglia, quella dei<br />
Parisotto, che in 70 anni ha scritto la storia della<br />
calzatura sportiva e dello scarpone. Con due<br />
comandamenti: lavoro e qualità<br />
Archivio<br />
Il deposito delle pelli è il cuore nascosto<br />
dello stabilimento di Asolo<br />
Tira un Maestrale...<br />
Un vento che quando soffia d’inverno può<br />
creare le condizioni per fitte nevicate.<br />
34<br />
testi: Claudio Primavesi<br />
foto: Enrico Schiavi<br />
foto storiche: archivio S.C.A.R.P.A.<br />
La Mulatero Editore srl è iscritta nel Registro degli Operatori di<br />
Comunicazione con il numero 21697.<br />
MULATERO EDITORE<br />
via Principe Tommaso, 70<br />
10080 - Ozegna (Torino)<br />
tel 0124 428051/425878 - fax 0124 421848<br />
mulatero@mulatero.it - www.mulatero.it
Il gambetto è in<br />
carbonio, leggero<br />
e resistente<br />
La leva in lega<br />
leggera, insieme al<br />
cordino, permette<br />
la chiusura del<br />
gambetto con un<br />
unico movimento<br />
La suola Vibram Ufo,<br />
tanto sottile quanto<br />
performante<br />
1<br />
4<br />
7<br />
Lo scarpone<br />
Alien 1.0<br />
prima di essere<br />
assemblato:<br />
solo 700 grammi<br />
di peso per prestazioni da gara top<br />
6<br />
5<br />
3<br />
2<br />
Un semplice<br />
cordino per la<br />
regolazione del<br />
gambetto<br />
L’ innovativo sistema<br />
di chiusura BOA®<br />
garantisce una<br />
chiusura efficace e<br />
di semplice utilizzo<br />
in ogni condizione<br />
Footfoam è lo speciale<br />
inserto nello scafo, che<br />
migliora l’isolamento<br />
termico e il comfort<br />
Lo scafo, realizzato con<br />
un sistema d’iniezione con<br />
una speciale mescola di<br />
plastica e con il carbonio,<br />
è un brevetto di Scarpa,<br />
denominato Carbon Core<br />
Technology<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
3
THE ART OF BOOTS | R&D |<br />
Il fuTuRO<br />
è OggI<br />
r<br />
Dallo scarpone che pesa 700 grammi a quello prodotto con plastica ecologica ricavata dal<br />
ricino. Per domani non sembra esserci più niente da inventare.<br />
Ecco come nasce un prodotto S.C.A.R.P.A. e quali saranno le prossime sfide<br />
Basta provare a sollevare questo modello per<br />
rendersi conto che qui tutto è al limite, in<br />
un equilibrio perfetto e difficilissimo da<br />
raggiungere. Il peso è incredibilmente inconsistente.<br />
Alien 1.0 è la summa di tutte le innovazioni<br />
che S.C.A.R.P.A. ha portato nel mondo dello<br />
scialpinismo e del telemark, il risultato finale, quasi<br />
perfetto, ma non un punto d’arrivo.<br />
PANTOfOlE IN sAlITA,<br />
slITTE IN dIscEsA<br />
Solo a guardarlo, Alien 1.0 è qualcosa di diverso.<br />
D’altronde anche lo scialpinismo, quello<br />
agonistico, è cambiato. Una volta le gare si<br />
vincevano in salita, oggi conta anche la discesa.<br />
Ecco dunque che in S.C.A.R.P.A. hanno pensato<br />
ad uno scarpone leggerissimo ma allo stesso tempo<br />
performante in discesa. Un progetto ambizioso che<br />
ha portato alla commercializzazione del modello<br />
nell’autunno 2011. Un progetto pensato per gli<br />
atleti di punta ma con ricadute positive per tutti<br />
gli scialpinisti. Con pochi accorgimenti, infatti,<br />
è nato Alien, che dalla stagione alle porte sarà<br />
disponibile nei migliori negozi. Il peso è di poco<br />
superiore, 890 grammi contro i 700 del ‘fratello’.<br />
Vediamo quali sono le caratteristiche delle due<br />
scarpe e le tecnologie impiegate. Alien 1.0 è<br />
stato realizzato utilizzando spessori sottilissimi,<br />
impensabili fino a qualche anno fa. Il gambetto è<br />
in carbonio, materiale leggerissimo che consente<br />
però un perfetto sostegno e trasmissione degli<br />
impulsi allo sci. La parte bassa dello scafo è un’altra<br />
sorpresa e vede l’applicazione della ‘Carbon Core<br />
4<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
Technology’, un brevetto esclusivo, la vera chiave<br />
di volta di tutto il sistema scarpone. Grazie a un<br />
innovativo sistema di co-iniezione, infatti, sui<br />
lati il carbonio è stato inserito direttamente nella<br />
poliammide, garantendo la forza e il sostegno<br />
senza le problematiche di rigidezza e rottura che<br />
il carbonio può creare. Il sistema di chiusura è<br />
un’ulteriore innovazione, mai vista nel settore.<br />
Osservando qualche scarpone da snowboard,<br />
infatti, è stato sviluppato, in collaborazione con<br />
Boa Closure System, un meccanismo avvolgente<br />
con cavo metallico e ghiera di regolazione che<br />
riduce il peso rispetto alle tradizionali rastrelliere e<br />
permette un avvolgimento uniforme, senza punti<br />
di pressione. Contribuisce alla riduzione del peso<br />
> TECHnICAL DATA<br />
700<br />
GRAMMI. È qUESTO IL PESO<br />
DI UnO SCARPOnE ALIEn 1.0,<br />
LA FERRARI DELLO SCIALPInISMO.<br />
anche la suola Vibram Ufo, estremamente sottile<br />
quanto performante. Dallo scarpone top race al<br />
modello fuoriserie il passo è breve. Per sviluppare<br />
Alien il reparto R&D di S.C.A.R.P.A. ha sostituito<br />
il gambetto con uno in materiale plastico molto<br />
sottile, come il resto dello scafo. Per rendere più<br />
pratico il sistema di chiusura del gambetto ha<br />
inserito una rastrelliera ultraleggera al posto dei<br />
ganci e del cordino in kevlar del modello 1.0.<br />
Il gambetto in plastica, visti gli spessori limitati,<br />
presentava il rischio di ‘spanciate’ se sollecitato.<br />
Per questo è stata inserita nel profilo, poco sopra il<br />
tallone, una leva-resistenza metallica a omega. Una<br />
leva in lega leggera, posizionata dietro, consente,<br />
come nel modello 1.0, di liberare o bloccare il<br />
gambetto con un solo movimento e l’apertura o<br />
chiusura anteriore del gambetto stesso. Il modello<br />
Alien si differenzia perché non adotta la tecnologia<br />
Carbon Core, utilizza invece una scarpetta con<br />
lingua centrale a spessori differenziati. Inoltre<br />
il gambetto è dotato del rapido sistema di<br />
chiusura (Speed Lock system). Suola, scarpetta<br />
(termoformabile) e sistema di chiusura sono<br />
identici.<br />
lA ‘gEsTAZIONE’<br />
dI uN PROdOTTO<br />
Il lancio sul mercato di Alien è solo una ‘scusa’<br />
per capire meglio come nasce un progetto<br />
così innovativo. Il primo ‘comandamento’<br />
in S.C.A.R.P.A. è legato al rapporto con i<br />
professionisti. Ogni prodotto viene fuori da<br />
un continuo colloquio con gli atleti di punta,
ALIEn 1.0 RETRO<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
5
THE ART OF BOOTS | R&D |<br />
ESPERIENZA ><br />
Sandro Parisotto, predidente di<br />
Scarpa, dinamico manager su scala<br />
internazionale, fortemente legato<br />
ai valori della famiglia, che da anni<br />
conduce l’azienda.<br />
Un lavoro che non sarebbe possibile<br />
senza il contributo di tecnici<br />
specializzati che da anni dedicano il<br />
proprio impegno alla realizzazione di<br />
progetti sempre più performanti<br />
le guide alpine e i grandi alpinisti e da loro<br />
specifiche richieste. Non è facile, però, tradurre<br />
nella pratica i sogni di ogni scialpinista. Ecco<br />
perché, mediamente, dalla prima riunione alla<br />
realizzazione di uno scarpone passano circa 18-24<br />
mesi. Sono mesi intensissimi, nei quali si testano<br />
i prototipi quasi ogni giorno. La vicinanza della<br />
Marmolada aiuta, anche nei mesi più caldi. Dai<br />
test emergono problemi, rotture. Nelle successive<br />
riunioni si apportano le modifiche. C’è qualcosa<br />
di anacronistico in questo lavoro. Nell’era della<br />
tecnologia il risultato finale è nelle mani di alcune<br />
persone di grande esperienza. Prima di tutto di<br />
Davide Parisotto, responsabile R&D e produzione,<br />
poi dei ‘maghi’ del reparto plastico, i fratelli Renzo<br />
(capo reparto delle linee di produzione interne) e<br />
Gabriele Marcolin (responsabile del reparto stampi<br />
e iniezione) e di Palmiro Dal Pai (responsabile<br />
produzione linea plastica). Sono loro a tradurre le<br />
indicazioni dei tester. Sono loro, in riunioni spesso<br />
animate, a decifrare, a determinare il successo del<br />
prodotto. Le riunioni servono a creare un processo<br />
di ingegnerizzazione più dettagliato possibile, ad<br />
avere dei protocolli finali di produzione sempre più<br />
precisi, perché ogni operaio, ogni capo reparto deve<br />
poter essere sostituibile e ogni scarpa uguale all’altra.<br />
Il punto di partenza è sempre lo stesso, quella<br />
maniacale attenzione alla qualità, alla performance,<br />
6<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
alla funzionalità. Si deve produrre uno scarpone<br />
performante e comodo, che risponda alle richieste<br />
dei professionisti. Un prodotto ‘alla giapponese’,<br />
anche se oggi sulla manovia di assemblaggio della<br />
plastica succede piuttosto di vedere qualche cinese.<br />
È il segno dei tempi che cambiano. Se qualcosa<br />
non funziona, meglio ritardare il lancio perché il<br />
prodotto finale deve essere perfetto. Così sono nati<br />
i primi scarponi da telemark in plastica, i mitici<br />
Rally e Denali da scialpinismo, grazie anche alla<br />
stretta collaborazione con Total Fina nello sviluppo<br />
delle migliori mescole plastiche. Così nasceranno<br />
gli scarponi del futuro. Perché il futuro ha un cuore<br />
antico.<br />
EcOlOgIA<br />
Produrre scarpe e scarponi che visiteranno i luoghi<br />
più belli della terra significa anche cercare di recare<br />
meno danno possibile al pianeta. Per questo è<br />
nato il progetto ‘S.C.A.R.P.A. Planet Friendly’ per
comunicare la sensibilità verso il pianeta, anche con<br />
la scelta di materie prime eco-sostenibili. La svolta<br />
è arrivata con l’impiego di Pebax Rnew di Arkema,<br />
una mescola plastica ricavata utilizzando una<br />
materia prima biologica e rinnovabile: la pianta del<br />
ricino. Questo materiale è interamente riciclabile<br />
e permette una riduzione dell’energia utilizzata da<br />
fonti non rinnovabili del 29% e una diminuzione<br />
del 32% delle emissioni di anidride carbonica. La<br />
linea di scarponi da scialpinismo è al 40% Planet<br />
Friendly, ma in prospettiva si sta già lavorando per<br />
far crescere ancora questa percentuale e sono in<br />
programma passi importanti in questa direzione.<br />
dOMANI<br />
Finito un progetto, brevettata un’innovazione, il<br />
cuore e la mente degli esperti del reparto R&D<br />
sono subito rivolti alla prossima sfida. Quali<br />
sono gli sviluppi prevedibili nel campo dello<br />
scialpinismo? Difficile a dirsi. La chiave di volta<br />
sembra essere quella dei materiali, delle mescole<br />
plastiche. Quello che oggi non sembra realizzabile,<br />
domani lo sarà. Per questo c’è un continuo contatto<br />
con le aziende produttrici di materie plastiche.<br />
Per arrivare al prodotto finito, però, servono<br />
investimenti importanti. Il percorso di sviluppo,<br />
che comprende la fase di design, prototipizzazione<br />
e la linea completa di stampi per la produzione in<br />
tutte le taglie, può costare fino a 800.000 euro.<br />
Insomma, il bello inizia ora!<br />
< TECNOLOGIA E<br />
MANUALITà<br />
nello stabilimento di<br />
Asolo si completano e<br />
si integrano alla perfezione<br />
la componente<br />
tecnologica e di ricerca<br />
e la sapiente manualità,<br />
frutto di anni di<br />
esperienza nel settore<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
7
THE ART OF BOOTS | PEOPLE |<br />
PIAcERE<br />
s.c.A.R.P.A.<br />
r<br />
Dietro a un acronimo c’è una famiglia, quella dei Parisotto, che in 70 anni<br />
ha scritto la storia della calzatura sportiva e dello scarpone.<br />
Con due comandamenti: lavoro e qualità<br />
È<br />
difficile gestire un’azienda che nel 2010<br />
ha fatturato 47 milioni di euro (55 se si<br />
considera il consolidato con S.C.A.R.P.A.<br />
North America)? Decisamente sì, eppure il gioco<br />
sembra facile visto dall’esterno, se si considera che<br />
S.C.A.R.P.A. non ha mai messo nessuno in cassa<br />
integrazione e che il fatturato è sempre aumentato;<br />
ai tempi della gestione dei ‘padri fondatori’ Luigi,<br />
Francesco e Antonio, ma anche dagli anni Ottanta,<br />
quando l’azienda è passata gradualmente nelle<br />
mani della seconda generazione, quella dei Davide,<br />
Sandro, Cristina, Piero e Andrea. Da allora l’azienda<br />
è passata da 12 miliardi di lire di fatturato ai valori<br />
attuali. Eppure questo successo è dovuto anche<br />
all’incontro-scontro di due generazioni. Ancora<br />
8<br />
LA FAMIGLIA ><br />
Da sinistra, Andrea,<br />
Cristina, Luigi,<br />
Antonio, Francesco,<br />
Davide e Sandro:<br />
due generazioni<br />
a confronto<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
oggi, infatti, Luigi e Francesco sono regolarmente<br />
in reparto tutti i giorni, pur avendo più di 80 anni, e<br />
dispensano consigli a tutti. Forse il grande sviluppo<br />
di S.C.A.R.P.A. è anche frutto di questo equilibrio,<br />
a volte delicato, di generazioni. I cugini si sono<br />
divisi i compiti, ognuno seguendo le orme del<br />
padre. Ecco dunque che Sandro e Cristina lavorano<br />
negli uffici, il primo presidente e ceo, la seconda<br />
product manager, Davide è direttore R&D e di<br />
produzione, mentre Andrea è chief financial officer<br />
e Piero administration manager.<br />
Com’è avvenuto il ‘passaggio di consegne’?<br />
(risponde Sandro Parisotto)<br />
«Davide è stato il primo a entrare in azienda,<br />
non voleva proseguire gli studi e allora Luigi lo<br />
portò in fabbrica a lavorare, apriva le porte alle 7<br />
e le chiudeva alle 8 di sera. Io sono entrato negli<br />
anni ‘80, dopo il servizio militare, ho iniziato<br />
in contabilità, Cristina è arrivata più tardi e<br />
successivamente Andrea. Siamo cresciuti con il<br />
lavoro nel sangue, anche prima, in estate, se volevi<br />
andare in vacanza o comprarti la moto, passavi<br />
qualche mese a lavorare».<br />
Insomma, è stata dura all’inizio...<br />
(interviene Davide Parisotto)<br />
«Ho fatto di tutto, ho girato il mondo con una<br />
macchina da cucire e quattro colleghi, pronti a<br />
riparare qualsiasi scarpa, sono stato negli Stati
Uniti, dove i nostri prodotti venivano distribuiti<br />
da Chouinard Equipment, ho partecipato alla<br />
realizzazione dei primi scarponi da telemark, il<br />
Boot Sauvage e il Boot Extreme. Ricordo che una<br />
volta abbiamo avuto un problema con un soffietto<br />
di cuoio che, irrigidendosi, creava problemi ad<br />
un modello: le scarpe tornavano in fabbrica da<br />
tutto il mondo e il giorno successivo ripartivano,<br />
riparate, con corriere espresso. Rifarei tutto, certo<br />
con il cuoio era più facile, con la plastica il rischio<br />
è altissimo e ogni errore lo paghi».<br />
Cristina, lei è l’unica donna nel management,<br />
come è arrivata in S.C.A.R.P.A.?<br />
«Non volevo occuparmene, volevo essere libera<br />
e poi percepivo la fabbrica come un ambiente<br />
maschilista, ma mio padre mi persuase a iniziare:<br />
‘Scegli tu cosa fare, mi disse, inizia a lavorare, poi<br />
vedremo’. Avevano troppo bisogno del nostro<br />
apporto giovanile: senza l’azienda non sarebbe<br />
andata avanti. Certo, non sempre è stato facile,<br />
a volte ci hanno detto ‘Cosa pensate di fare?’. Per<br />
esempio quando abbiamo cambiato di corsa la<br />
collezione perché negli Stati Uniti si vendevano<br />
moltissime scarpe da trekking leggere e noi non<br />
ne avevamo o quando nel 1995 abbiamo fatto<br />
produrre, con ottimi risultati, una scarpa di corda<br />
in Cina. In questo caso l’hanno avuta vinta e ci<br />
siamo fermati».<br />
Qual è, secondo lei, Andrea, il segreto del<br />
successo?<br />
«S.C.A.R.P.A. è nata per servire l’utilizzatore della<br />
montagna più esigente e per questo è sempre stata<br />
all’avanguardia e ha sempre ascoltato i professionisti<br />
della montagna. Oggi depositiamo 4-5 brevetti<br />
europei all’anno, ma lo vede questo scarpone da sci<br />
in cuoio? Guardi bene, vede che sopra al tallone c’è<br />
un soffietto in cuoio più morbido? Ecco, già allora<br />
eravamo innovatori».<br />
Com’ è suddiviso oggi il fatturato? Auspicate<br />
che le proporzioni rimangano invariate?<br />
(risponde Sandro Parisotto)<br />
«Circa 2/3 della collezione riguardano la<br />
montagna e 1/3 la linea invernale, l’ideale sarebbe<br />
aumentare nella stessa maniera in entrambi<br />
i segmenti. Certo, S.C.A.R.P.A. copre tutti i<br />
settori della montagna, è un’azienda completa e<br />
ha dunque diversi competitor in ogni segmento,<br />
naturale dunque che non sia sempre facile<br />
rimanere in equilibrio ovunque, ma la storia<br />
insegna che siamo spesso stati innovatori».<br />
Davide, lei si occupa della ricerca e della<br />
produzione, quali sono state le innovazioni più<br />
importanti?<br />
«Direi il Terminator, il primo scarpone da<br />
telemark in materiale plastico, un modello<br />
monoiniezione che ci ha veramente impegnato.<br />
Poi nello scialpinismo non possiamo dimenticare,<br />
dopo Rally e Denali, grandi successi, F1, prima<br />
scarpa nella quale è apparso il soffietto, come<br />
nel telemark e primo modello con una forma<br />
più snella. Da quel momento lo scarpone da<br />
scialpinismo non sarebbe più stato lo stesso.<br />
Arriviamo infine all’ultima fatica, una lavoro<br />
veramente al limite, messo sul mercato in meno<br />
di un anno, Alien 1.0 e successivamente Alien.<br />
La ricerca che è stata fatta su questo modello ha<br />
portato a raggiungere veramente il limite estremo<br />
nell’utilizzo dei materiali e non faccio fatica a dire<br />
che nello sviluppo abbiamo speso tanti soldi che<br />
non ritorneranno, perché per essere innovativi<br />
bisogna anche provare e non sempre va bene».<br />
S.C.A.R.P.A. ha fatto del made in Italy, della<br />
qualità, una delle proprie armi, è possibile<br />
andare avanti ancora ignorando la Cina?<br />
(risponde Cristina Parisotto)<br />
«Il problema non è la Cina ma la qualità dei<br />
prodotti. Esiste una Cina ‘cheap’ ma ne esiste anche<br />
una tecnologicamente all’avanguardia, bisogna<br />
guardare a questo grande Paese non solo per la<br />
produzione, ma anche per il suo enorme mercato.<br />
Il mondo è cambiato e non si può fare finta di<br />
niente, noi andremo avanti fedeli alla nostra ricerca<br />
della qualità e della funzionalità sfruttando i fattori<br />
positivi, le opportunità della globalizzazione, la<br />
sfida del futuro è questa».<br />
Non temete i falsi?<br />
(risponde Cristina Parisotto)<br />
«Meglio essere copiati che copiare, meglio<br />
anticipare il mercato che seguirlo, veniamo copiati<br />
tutti i giorni, ma certi prodotti sono inimitabili».<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
9
THE ART OF BOOTS | IERI |<br />
uNA sTORIA<br />
IRRIPETIBIlE<br />
10<br />
r<br />
La nascita nel 1938 grazie a Lord Guinness, l’ingresso di Luigi, Francesco<br />
e Antonio nel 1956, la scalata inarrestabile verso il successo. Il racconto<br />
delle vicende di un’azienda, dalle domeniche passate in bicicletta<br />
a vendere le scarpe prodotte all’arrivo della plastica<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.
qualcosa d’incredibile nella storia della<br />
S.C.A.R.P.A. A partire da quel nome C’è<br />
geniale e dal suo fondatore. Una storia da<br />
romanzo nella sua prima parte e da film nella seconda.<br />
Una saga famigliare degna di una sceneggiatura alla<br />
Ettore Scola, un esempio di capitalismo all’italiana<br />
con influssi veneti, giapponesi, calvinisti, gandhiani.<br />
Giapponesi per quell’ossessione per la qualità che<br />
è anche della tradizione artigiana veneta, calvinisti<br />
per quell’idea ‘religiosa’ del denaro da reinvestire<br />
nella produzione, gandhiana per la felicità che deriva<br />
dall’orgoglio del proprio lavoro piuttosto che dal<br />
possesso materiale e dalla ricchezza. È forse in questo<br />
condensato di saggezza il segreto del successo di un<br />
marchio che è passato da 17 a 180 dipendenti in<br />
50 anni, di una fabbrica che non ha mai conosciuto<br />
la parola cassa integrazione o disoccupazione e<br />
che continua a crescere anche in anni di crisi.<br />
La nascita della S.C.A.R.P.A. è stata da Guinness e non<br />
è un gioco di parole. Nel 1938, infatti, Rupert Edward<br />
Cecil Lee Guinness, lord anglo-irlandese, fonda la<br />
Società Calzaturieri Asolani Riuniti Pedemontana<br />
Anonima. È il Guinness della famosa birra, uomo<br />
d’affari, politico, filantropo, inventore, per promuovere<br />
il marchio della sua birra, del libro del Guinness dei<br />
primati... e della prima industria calzaturiera di quello<br />
che diventerà il più importante distretto mondiale del<br />
settore. Lord Guinness aveva delle proprietà ad Asolo<br />
e, su richiesta del parroco e di un avvocato locale,<br />
accettò di creare la fabbrica per dare lavoro agli asolani,<br />
a patto che le quote fossero divise tra lui, il parroco e lo<br />
stesso avvocato, anche se questi ultimi non dovevano<br />
versare alcun capitale. Il coinvolgimento serviva a<br />
rendere responsabili e motivate queste due persone<br />
locali. È nel 1956 che il destino di S.C.A.R.P.A. e<br />
della famiglia Parisotto si incrociano. In quell’anno,<br />
infatti, a Luigi, Francesco e Antonio Parisotto viene<br />
proposto di rilevare l’azienda asolana. In realtà Luigi<br />
aveva già lavorato come apprendista alla S.C.A.R.P.A.<br />
Era il 1943 e, a soli 11 anni, durante la guerra,<br />
ottenne il lavoro spacciandosi per il fratello più grande<br />
Francesco... Allora la fabbrica produceva scarpe per<br />
i soldati tedeschi (erano gli anni della Repubblica di<br />
Salò) che presidiavano gli stabilimenti. Ecco dunque<br />
che dopo la guerra Luigi e Francesco fondano la<br />
fabbrica ‘San Giorgio’, specializzata nella lavorazione ‘a<br />
catena’ di scarpe ‘da montagna’, nella stalla della vecchia<br />
casa del parroco alle Coste di Maser. Si lavorava sodo,<br />
«anche 19-20 ore al giorno» dice Luigi. E il sabato e la<br />
domenica si andava dai contadini a prendere le misure<br />
o a vendere le scarpe. In bicicletta, zaino in spalla. Luigi<br />
e Francesco iniziarono da Lamòn, a una sessantina di<br />
chilometri dal paese, per poi arrivare fino a Levico, San<br />
Martino di Castrozza. Fu proprio a Lamòn che Luigi<br />
rischiò di essere arrestato. All’ingresso del paese due<br />
carabinieri lo fermarono e gli chiesero dove andava con<br />
quella merce. Luigi spiegò che stava portando degli<br />
scarponi fatti su misura. «E tu ce l’hai la licenza per<br />
vendere?» gli chiesero i carabinieri. «Il sindaco del paese,<br />
il signor Pante, era anche proprietario del negozio di<br />
scarpe e, su consiglio del maresciallo, andai a trovarlo<br />
per mostrargli i nostri scarponi; il prodotto era ottimo,<br />
di qualità, fu così che comprò lui lo zaino pieno di<br />
scarponi e divenne il nostro primo cliente». Il lavoro<br />
cresceva, le ordinazioni aumentavano e il vecchio<br />
laboratorio artigiano non bastava più. Nel 1956 ai<br />
Parisotto viene proposto di rilevare la S.C.A.R.P.A.<br />
«Con 250.000 lire abbiamo rilevato un’azienda con<br />
10 milioni di debiti» ricorda Francesco. «I proprietari<br />
erano nobili e signori ricchi, che non conoscevano<br />
il lavoro, per questo l’azienda aveva dei problemi».<br />
I Parisotto chiesero soldi a parenti e amici, sicuri di<br />
poterli restituire e la seconda vita di S.C.A.R.P.A.<br />
era iniziata. «Ai tempi era più facile di oggi, bastava<br />
avere voglia di lavorare, non avevamo concorrenza,<br />
anche se da S.C.A.R.P.A. sono nate poi 7/8 aziende<br />
di successo, fondate da nostri collaboratori» dice<br />
Luigi. Bastava avere voglia di lavorare, sì, ma sono i<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
11
THE ART OF BOOTS | IERI |<br />
fatti a spiegare il successo dell’azienda in quegli anni<br />
Sessanta: la produzione passa da 10.000 a 120.000<br />
paia all’anno, i dipendenti da 17 a 50, i prodotti,<br />
esportati negli Stati Uniti, Canada, Inghilterra,<br />
Germania e Australia, comprendono ben 40 modelli<br />
tra scarpe da montagna, scarponi da sci, da fondo<br />
e da telemark. S.C.A.R.P.A. inizia a fornire i corpi<br />
militari italiani, americani, francesi, spagnoli, indiani<br />
e diverse guide alpine, da Cortina a Courmayeur.<br />
Dietro al successo, però, non c’è solo il prodotto.<br />
Lo spiega bene Plinio Marotta nel suo ‘Poco fa nel<br />
Medioevo’: «Nessuno dei tre Parisotto aveva un<br />
ufficio personale in cui rinchiudersi per analizzare<br />
i diagrammi. Ognuno di loro aveva un deschetto<br />
in mezzo agli operai, al quale tutte le mattine,<br />
all’apertura della fabbrica, andava a sedersi per<br />
mettersi a lavorare... Erano lì per rispondere alle loro<br />
domande, per aiutarli nel loro lavoro, ma soprattutto<br />
per insegnare con l’esempio l’orgoglio delle cose ben<br />
fatte... Il capitale esiste esclusivamente in funzione<br />
del lavoro, dal quale proviene, al quale ritorna... non<br />
è speso in beni di lusso, non è usato per ostentare<br />
ricchezza, non è investito in speculazioni finanziarie,<br />
ma religiosamente reinvestito in fabbrica».<br />
Negli anni Settanta il 1000, modello basso da<br />
‘ingegnere’, rimasto in produzione per 40 anni, cede<br />
lo scettro di prodotto faro al primo scarpone d’alta<br />
quota in materiale plastico, il Grinta, seguito dal<br />
Vega, realizzati in Pebax®, allora utilizzato solo per<br />
le racchette da tennis. Nel 1986 Jerzy Kukuzcka, a<br />
tre mesi di distanza da Reinhold Messner, è il secondo<br />
uomo a conquistare tutti gli 8000 e ha ai piedi proprio<br />
il Vega. I mitici anni Ottanta segnano anche l’ingresso<br />
in azienda della nuova generazione, Davide, Sandro,<br />
Cristina, Piero e, più tardi, Andrea. Le collezioni si<br />
ampliano: alta quota, mountain, trekking, hiking,<br />
outdoor, climbing, telemark. Nasce la Cinque Terre,<br />
prima scarpa bassa da outdoor e approach. Nasce da<br />
un’idea semplice, cambiando la suola a una scarpa da<br />
arrampicata. Semplice e geniale. In questi anni viene<br />
anche introdotto il Gore-Tex®: Bootie è la prima<br />
12<br />
> UN PO’ DI STORIA<br />
SETTANTA ANNI DI SUCCESSI E INNOVAZIONE<br />
1938<br />
Rupert Edward Cecil<br />
Lee Guinness fonda<br />
la Società Calzaturieri<br />
Asolani Riuniti Pedemontana<br />
Anonima.<br />
scarpa al mondo con calza termosaldata di questo<br />
famoso materiale hi-tech. Gli anni novanta vedono<br />
l’ulteriore ampliamento della collezione a oltre<br />
100 modelli, l’apertura di nuovi mercati nei Paesi<br />
Scandinavi, in Europa dell’Est e nel Far East, la<br />
trasformazione (nel 1992) in società per azioni e<br />
l’inaugurazione del nuovo stabilimento (1996) che<br />
porta la superficie da 2500 a 6500 metri quadri, la<br />
nascita del famoso pay-off ‘nessun luogo è lontano’,<br />
inventato da Franco Bortolazzo. I Novanta, però,<br />
sono soprattutto gli anni della rivoluzione plastica.<br />
Si comincia con il telemark. A partire dagli anni<br />
Settanta, con l’avvento dello scarpone di plastica,<br />
infatti, i fratelli Parisotto si erano concentrati sui<br />
settori di eccellenza in cui erano specializzati,<br />
sospendendo la linea sci, ad eccezione del telemark.<br />
Nel 1992 Luigi, osservando la gomma che ricopre<br />
1943<br />
A soli 11 anni Luigi<br />
ottenne il lavoro<br />
spacciandosi per<br />
il fratello più grande Francesco<br />
1956<br />
Ai Parisotto viene proposto<br />
di rilevare la S.C.A.R.P.A.<br />
gli ammortizzatori delle moto da cross, si convince<br />
che sia possibile realizzare un soffietto che resista<br />
alle sollecitazioni delle flessioni del telemark. Dalla<br />
collaborazione con Paul Parker e Pietro Aimonetto<br />
nasce il Terminator, primo scarpone da telemark<br />
in plastica. Negli anni Ottanta, invece, era già<br />
apparsa la plastica nei modelli da scialpinismo con<br />
il Rally, che ha un ottimo riscontro. Poi ancora una<br />
pausa e nel 1993, dalla collaborazione con l’amico<br />
alpinista e distributore svizzero Romolo Nottaris,<br />
nasce Denali, un successo di mercato strepitoso.<br />
Sono Luigi e Sandro a raccontare un episodio che<br />
avrebbe potuto cambiare la storia di S.C.A.R.P.A.:<br />
«A metà degli anni Ottanta Romolo Nottaris ha<br />
portato in azienda, una domenica pomeriggio,<br />
Fritz Bartel, inventore dell’attacco Low Tech, ce lo<br />
avrebbe dato in esclusiva in cambio della royalties,<br />
Anni ‘60<br />
La produzione passa<br />
da 10.000 a 120.000<br />
paia all'anno,<br />
i dipendenti<br />
da 17 a 50<br />
Anni ‘70<br />
40 modelli<br />
esportati<br />
nel mondo<br />
1930 1940 1950 1960 1970<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.
ma a quell’epoca non eravamo pronti». La favolosa<br />
storia dello scialpinismo made in S.C.A.R.P.A.<br />
era iniziata, arrivarono in seguito il Laser, primo<br />
modello a 3 ganci e, all’inizio del secolo, F1,<br />
primo modello con soffietto e forme snelle, che ha<br />
stravolto il mercato. Il resto, Alien 1.0 e Alien, è il<br />
presente e il futuro... Gli anni Duemila segnano<br />
un ulteriore passo: 145 modelli in collezione,<br />
export all’80%, nuova innovazione tecnica con<br />
il sistema New Telemark Norm (NTN), nuova<br />
linea approach con l’eccellente Zen, nuova linea di<br />
prodotti per l’arrampicata con la collaborazione del<br />
mitico Heinz Mariacher. È di questi anni anche la<br />
nascita della linea Lifestyle, voluta da Cristina, unica<br />
voce femminile della famiglia. Una linea che ha<br />
prodotto alcuni modelli di assoluto successo, come<br />
Mojito, e ampliato ulteriormente la collezione.<br />
1986<br />
Jerzy Kukuzcka<br />
è il secondo uomo<br />
a conquistare tutti gli 8000<br />
e ha ai piedi il Vega.<br />
«Volevo una scarpa comoda e trendy, da poter<br />
mettere tutti i giorni, per andare al lavoro come<br />
per fare quattro passi, per questo mi feci creare un<br />
prototipo in fretta e furia che indossai al meeting<br />
con la forza vendita» racconta Cristina. «Appena<br />
diversi rappresentanti stranieri lo videro, chiesero di<br />
poterlo vendere. C’era anche qualcuno, però, che<br />
era un po’ diffidente e non capiva il senso di questo<br />
nuovo prodotto; per porre fine ai dubbi dissi che<br />
quella scarpa era nata per uscire alla sera a prendere<br />
un Mojito». Ecco come nacque il nome. «Per<br />
produrre velocemente qualche campione da portare<br />
in fiera abbiamo dovuto cercare tutte le ‘croste’ (il<br />
pellame, ndr) disponibili in magazzino e abbiamo<br />
utilizzato colori molto particolari, dal viola al verde<br />
brillante, che sono poi rimasti in collezione e hanno<br />
fatto il successo di Mojito». Nel 2005, per meglio<br />
1993<br />
Romolo Nottaris,<br />
alpinista e distributore<br />
di S.C.A.R.P.A. per la<br />
Svizzera, è tra<br />
i protagonisti dello<br />
sviluppo del Denali,<br />
uno scarpone<br />
da scialpinismo<br />
che è diventato<br />
una pietra miliare<br />
1996<br />
Inaugurazione del nuovo<br />
stabilimento che porta<br />
la superficie da 2500 a 6500 metri<br />
2000<br />
In questi anni si raggiungono<br />
i 165 dipendenti, 100 collaboratori<br />
e 145 modelli in collezione<br />
< LUIGI E FRANCESCO<br />
Rappresentano la prima<br />
generazione di Parisotto<br />
e sono spesso ancora in<br />
azienda, di cui in un certo<br />
senso rappresentano l’anima<br />
< LABORATORIO DI IDEE<br />
Un importante contributo<br />
nello sviluppo delle scarpe<br />
da arrampicata è venuto<br />
dal grande Heinz Mariacher<br />
(nella foto a sinistra insieme<br />
al vulcanico responsabile<br />
della comunicazione Riccardo<br />
Milani)<br />
penetrare nel mercato nord- americano, a Boulder,<br />
nel Colorado, nasce Scarpa North America Inc.<br />
«Gli Stati Uniti sono un mercato fondamentale,<br />
abbiamo venduto per anni con il marchio del<br />
nostro importatore ‘Fabiano for Scarpa’ e, quando<br />
si è imposta la scarpa da trekking leggera, abbiamo<br />
dovuto buttare via una collezione per crearne al<br />
volo una più fresca» ricorda Sandro Parisotto.<br />
Storia passata, come quella che nel 2008 ha visto<br />
S.C.A.R.P.A. spegnere le 70 candeline con una<br />
grande festa alla quale erano presenti tutti i nomi<br />
che hanno fatto grande l’azienda, gli alpinisti, gli<br />
scialpinisti, i collaboratori. Dopo tutto l’ingrediente<br />
del successo è semplice: ossessione per la qualità,<br />
made in Italy, collaborazione con chi usa i prodotti<br />
nelle condizioni più estreme per tradurre i desideri in<br />
realtà. E così ‘nessun luogo è lontano’.<br />
2011<br />
Alien e Alien 1.0,<br />
scarponi<br />
da scialpinismo<br />
dal peso piuma<br />
che ridefiniscono<br />
gli standard<br />
nel race<br />
1980 1990 2000 2010<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
13
THE ART OF BOOTS | SCARPONI |<br />
l’EvOluZIONE dEllA sPEcIE<br />
FOTOSTORIA: DALLA PELLE ALLA PLASTICA<br />
RAllY 1984 MAEsTRAlE 2008 AlIEN 2011<br />
cORTINA 1968<br />
La tecnologia degli atleti di Coppa del Mondo,<br />
con qualche minimo accorgimento, è alla portata<br />
di tutti con prezzi decisamente inferiori. questo<br />
modello deriva dall’1.0 e pesa 890 grammi<br />
Il Maestrale, basato sulla nuova Axial Alpine<br />
Technology, stabilisce nuovi standard negli<br />
scarponi da alpine touring con l’obiettivo della<br />
sensibilità e della riduzione di peso<br />
Il Rally, molto diverso dai moderni scarponi in plastica,<br />
utilizzava il Pebax e montava suole Vibram.<br />
La ghetta impermeabile lo distingueva dagli altri<br />
modelli da alpinismo<br />
questo scarpone da sci aveva una costruzione solida<br />
e molto tradizionale: suola spessa, tomaia in pelle<br />
impermeabilizzata, ganci metallici. Oggi sembra un<br />
gioco, eppure ai tempi si sciava così
“<br />
“<br />
OGnI SCARPOnE ESCE<br />
DALL’AzIEnDA CURATO COME<br />
SE DOVESSE ESSERE Un<br />
PEzzO UnICO: LA qUALITà<br />
DELL’ARTIGIAnATO COnIUGATA<br />
ALLA PRODUzIOnE InDUSTRIALE<br />
SU VASTA SCALA
THE ART OF BOOTS | SCARPONI |<br />
16<br />
Tre ganci metallici<br />
garantivano<br />
la giusta tenuta<br />
in disecsa<br />
L’utilizzo di materiale<br />
plastico Pebax è una<br />
prima mondiale e<br />
inaugura l’epoca<br />
dello scarpone da<br />
scialpinismo moderno<br />
Il Rally utilizzava<br />
già suole in Vibram<br />
per un migliore grip<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
RAllY<br />
1984<br />
Una ghetta<br />
impermeabile garantiva<br />
piedi asciutti anche<br />
nella neve alta. Questa<br />
soluzione è stata poi abbandonata<br />
negli scarponi<br />
sviluppati successivamente
AlIEN<br />
2011<br />
Adjustable speed<br />
lock system<br />
Composto dalla leva<br />
‘A.Light’ in lega leggera, permette<br />
di liberare o bloccare<br />
gambetto e scafo e, contemporaneamente,<br />
l’apertura<br />
o chiusura anteriore del<br />
gambetto<br />
Suola ufo in gomma<br />
Vibram ice trek<br />
Estremamemente leggera e sottile<br />
in punta, per la massima sensibilità<br />
su roccia e terreni ripidi, offre un<br />
notevole grip e resistenza all’usura.<br />
Lo spazio tra i chiodi del battistrada<br />
agevola la pulizia<br />
da fango e neve<br />
Scarpetta HRP<br />
intuition<br />
Disegnata con lingua centrale<br />
per un maggiore confort, è<br />
termoformabile e realizzata<br />
con una speciale schiuma<br />
modellabile<br />
Boa® closure<br />
system<br />
Sistema di chiusura con<br />
cavi metallici che permette<br />
un’efficace e pratica chiusura<br />
con regolazione millimetrica<br />
e un fit personalizzato<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
17
THE ART OF BOOTS | SCARPONI |<br />
18<br />
1980<br />
60007g<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
1990<br />
Zg 65 lAdY XcR<br />
1970<br />
ANNAPuRNA s<br />
I MITIcI<br />
HANNO fATTO lA sTORIA<br />
dEllA MONTAgNA,<br />
IN sAlITA cOME IN dIscEsA:<br />
EccO I MOdEllI s.c.A.R.P.A<br />
cHE HANNO cAMBIATO<br />
lA NOsTRA vITA<br />
2000<br />
PHANTOMlITE<br />
1970<br />
ANNAPuRNA
1970<br />
cERvINIA 1980<br />
cINQuE TERRE<br />
1980<br />
cuMBRE<br />
1970<br />
lAvAREdO<br />
1970<br />
guIdA<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
19
THE ART OF BOOTS | PRODUZIONE |<br />
HAnD<br />
MADE<br />
In<br />
ASOLO<br />
20<br />
r<br />
Come nascono scarponi e scarpe: macchine hi-tech<br />
e... tanta manualità. Dietro a ogni prodotto c’è<br />
un uomo o, molto spesso, una donna, magari con le<br />
mani piene di quella sapienza, di quel saper fare<br />
che sempre meno si trova nel mondo industriale<br />
moderno, di certo mani con tanta esperienza e<br />
pazienza. Perché per produrre una S.C.A.R.P.A.<br />
ci vogliono non meno di tre giorni. La fabbrica<br />
è anche un ‘melting pot ’ dove ognuno ha la sua<br />
specializzazione: i cinesi, veloci e precisi, per<br />
esempio sono i ‘maghi’ della linea plastica. Ieri come<br />
oggi, Francesco e Luigi Parisotto passano ancora<br />
da una linea di produzione all’altra a dispensare<br />
consigli ai più giovani, perché il futuro ha sempre<br />
radici in un cuore antico<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
21
THE ART OF BOOTS | PRODUZIONE |<br />
1<br />
1| Plotter per il taglio laser dei<br />
pellami/materiale sintetico che<br />
andranno poi a comporre la tomaia<br />
di una scarpa.<br />
2| Altri pezzi più grandi vengono tagliati<br />
con la trancia a mano, utilizzando<br />
delle fustelle in funzione della taglia<br />
di scarpa che si andrà a produrre<br />
22<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
3| Dopo che sono state segnate le<br />
linee per la cucitura con una penna<br />
bianca, utilizzando una maquette in<br />
cartone, si procede con la fase di<br />
orlatura.<br />
nei punti delicati dove si richiede<br />
maggiore resistenza per garantire<br />
la massima qualità viene effettuata<br />
una doppia cucitura.<br />
4<br />
2<br />
5<br />
4| Le parti metalliche, come i ganci<br />
passa lacci vengono applicati<br />
meccanicamente.<br />
5| Dopo la cucitura, le tomaie sono<br />
predisposte su appositi carrelli per<br />
essere trasferite ad una differente<br />
fase della produzione.
3<br />
6<br />
6| nella tomaia viene inserita la<br />
forma (diversa per ogni numero e<br />
modello) sulla quale viene fissato<br />
il sottopiede. La tomaia viene<br />
allacciata con un laccio di nylon, che<br />
a fine lavorazione verrà sostituito<br />
dalle stringhe definitive, visto che<br />
queste sono più suscettibili agli<br />
allungamenti ed ai cambiamenti di<br />
temperatura delle fasi di incollaggio<br />
dei bordi in gomma e delle suole.<br />
Per ogni modello, nella fase<br />
di produzione sono utilizzate a<br />
rotazione dalle 250 alle 800 forme<br />
nelle differenti taglie.<br />
7| La tomaia viene chiusa sulla forma<br />
con un apposito macchinario<br />
7<br />
denominato premonta.<br />
La costante ricerca applicata alle<br />
macchine per calzature, coadiuvata<br />
dall’alta tecnologia elettronica,<br />
hanno permesso di realizzare un<br />
nuovo tipo premonta veramente<br />
straordinario. S.C.A.R.P.A. ha<br />
applicato questa filosofia progettuale<br />
in tutto il suo processo di sviluppo<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A. 23
THE ART OF BOOTS | PRODUZIONE |<br />
8<br />
11<br />
24<br />
e produttivo così da poter sempre<br />
garantire prodotti innovativi e con<br />
la massima qualità. La punta e i lati<br />
(nella foto) della tomaia vengono<br />
chiusi con due diverse premonte<br />
che in modo specifico inseriscono<br />
una colla con un processo termico;<br />
poi segue la fase di chiusura vera e<br />
propria della tomaia con la trazione<br />
del pellame tramite delle pinze<br />
oleo-dinamiche e la chiusura in fasi<br />
sequenziali.<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
8| Tutte le tomaie dopo la fase di<br />
chusura al premonta vengono<br />
rifinite con una mola a nastro di<br />
carta vetrata, cosi da lisciare i<br />
bordi e spianare il fondo prima<br />
dell’applicazione delle suole.<br />
9| La manovia trasporta le tomaie in<br />
lavorazione con la forma inserita<br />
verso il reparto dove verrano<br />
predisposte per l’incollaggio del<br />
fascione in gomma e poi della<br />
suola. Sul fascione in gomma viene<br />
9<br />
applicato uno speciale collante<br />
per garantire tenuta nel tempo.<br />
questa lavorazione necessita<br />
diversi minuti tra un fase e l’altra,<br />
questo sistema serve per dare<br />
massima garanzia di tenuta nel<br />
tempo al fascione anche con gli<br />
utilizzi più estremi. Uno speciale<br />
forno riattiva il collante tra le varie<br />
fasi, fino all’ incollaggio finale.<br />
10| Le tomaie vengono lasciate in<br />
forma nelle fasi successive della<br />
12
lavorazione per 24 ore senza che<br />
venga effettuato alcun intervento.<br />
questo tempo permette alla<br />
tomaia di fissare tutti i volumi<br />
della forma ai materiali, a<br />
garanzia di una calzata perfetta.<br />
Complessivamente, dal taglio<br />
alla fase dell’inscatolamento, il<br />
processo di produzione di una<br />
scarpa dura in media 3-4 giorni.<br />
11| In ogni fase della lavorazione e<br />
progettazione il rapporto con atleti<br />
10<br />
13<br />
e professionisti è strettissimo. In<br />
questa immagine lo scalatore e<br />
product manager Heinz Mariacher<br />
(al centro) controlla la realizzazione<br />
dei modelli da arrampicata.<br />
12| Le stringhe su ogni singolo paio,<br />
vengono inserite a mano.<br />
13| Una serie completa di stampi<br />
per lo stampaggio degli scafi in<br />
plastica degli scarponi.<br />
14| L’iniezione delle materie plastiche<br />
negli scafi viene realizzata nello<br />
stabilimento della vecchia sede di<br />
S.C.A.R.P.A.<br />
15| Dopo l’iniezione gli scafi devono<br />
raffreddare anche per 30 giorni.<br />
16| Un procedimento speciale (brevetto<br />
S.C.A.R.P.A.) consente di segnalare<br />
con delle piccole tacche e frecce<br />
i due fori anteriori del sistema di<br />
attacco Low Tech quando la neve<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A. 25
THE ART OF BOOTS | PRODUZIONE |<br />
li ricopre, permettendo la calzata<br />
degli attacchi in modo veloce e<br />
preciso. questo sistema è molto<br />
apprezzato dagli atleti di Coppa del<br />
Mondo di scialpinismo.<br />
17| Gli scafi, dopo la fase<br />
dell’applicazione delle suole, sono<br />
pronti per la fase di assemblaggio<br />
dei vari componenti e delle leve di<br />
chiusura.<br />
18| Sulla linea di montaggio della<br />
plastica vengono predisposti<br />
gambetti, scafi e scarpette da<br />
assemblare. Ad ogni postazione<br />
viene effettuata una differente fase<br />
di lavorazione.<br />
In questo caso viene inserita<br />
la parte metallica nel tallone<br />
necessaria per il funzionamento<br />
della talloniera dell’attacco quick<br />
Step In e Low Tech.<br />
19| Il para-acqua viene prima incollato e<br />
poi pressato meccanicamente, così<br />
da garantire la tenuta, la resistenza<br />
e la massima impermeabilità nel<br />
tempo.<br />
20| Le leve vengono fissate<br />
meccanicamente e controllate una<br />
ad una con un dispositivo speciale.<br />
21| L’assemblaggio della linguetta e del<br />
gambetto.<br />
22| Dopo avere infilato manualmente<br />
la scarpetta, lo scarpone Rush<br />
viene pulito e inserito nella scatola<br />
di imballaggio. L’intero processo<br />
d’assemblaggio, dall’inizio fino<br />
all’inscatolamento, dura circa 4<br />
ore.<br />
La produzione avviene a cicli, si<br />
procede per numeri e modelli,<br />
prima il 39 di un modello, poi<br />
magari il 40 di un altro e cosi via<br />
fino a concludere le paia totali di<br />
ogni taglia.<br />
26<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
14<br />
17<br />
20<br />
15<br />
18<br />
21
16<br />
19<br />
22<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A. 27
THE ART OF BOOTS | PRODUZIONE |<br />
lE MANI<br />
Mescole hi-tech,<br />
scanner elettronici,<br />
linee di produzione<br />
computerizzate. La<br />
tecnologia è entrata<br />
prepotentemente<br />
anche nella produzione<br />
calzaturiera, ma la<br />
differenza tra una<br />
scarpa top e una<br />
normale sta ancora<br />
nella manualità, in quei<br />
tanti gesti quotidiani<br />
frutto di un’esperienza<br />
unica<br />
UOMINI E DONNE ><br />
Fissare un tallone, ma anche cucire<br />
una tomaia o infilare e allacciare le<br />
stringhe: ognuno ha il suo ruolo da<br />
svolgere, con forza o delicatezza...
dI s.c.A.R.P.A.<br />
NON SOLO LAVORO><br />
Anche in produzione non si rinuncia al<br />
look, con unghie smaltate e anelli<br />
DETTAGLI ><br />
Anche il modo di allacciare una scarpa,<br />
più o meno stretta, può fare la<br />
differenza e i ‘vecchi’ non si stancheranno<br />
mai di farlo notare ai più giovani
THE ART OF BOOTS | HIGHLIGHT |<br />
30<br />
MOJITO<br />
nasce dall’esperienza sportiva<br />
delle ‘climbing shoes’ e<br />
mantiene la sua vocazione<br />
sportiva nell’uso quotidiano<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
KINEsIs PRO gTX<br />
scarpa per backpacking<br />
ed escursioni<br />
impegnative in nabuck e<br />
Gore-Tex®<br />
vAPOR<br />
scarpa da<br />
arrampicata<br />
progettata da<br />
Heinz Mariacher<br />
vITAMINE<br />
nasce dall’esperienza<br />
tecnica dei modelli<br />
approach, ma ha nella sua<br />
natura quella vocazione<br />
sportiva e trendy che piace<br />
ai giovani<br />
9<br />
BOOTs YOu<br />
MusT HAvE<br />
MAgIKO<br />
scarpa per attività sportive<br />
dall’approach tecnico,<br />
avvicinamento, arrampicata,<br />
facili sentieri rocciosi,<br />
trekking o uso giornaliero<br />
MONT BlANc gTX<br />
scarpa ‘tech mountain’<br />
per l’alta quota in<br />
Gore-Tex®. nella foto la<br />
versione woman<br />
PHANTOM 6000<br />
scarpa da ‘high altitude’<br />
in Outdry® per le grandi<br />
quote. La linea è nata<br />
dalla collaborazione con<br />
Ueli Steck per la scalata<br />
record del Shisa Pagma<br />
in 10 ore e mezza<br />
REBEl gTX<br />
la calzatura polivalente<br />
della linea ‘mountain<br />
elite’, ideale per vie<br />
ferrate, alpinismo,<br />
escursionismo alpino e<br />
trekking<br />
THIMPu gTX<br />
La nuova pedula<br />
da trekking, adotta<br />
l’innovativa Active Fit<br />
Technology, suola<br />
Vibram e fodera<br />
Gore-Tex.
THE ART OF BOOTS | COMUNICAZIONE |<br />
cONsIglI PER glI AcQuIsTI<br />
In ORDInE SPARSO, ALCUnI STORICI LAYOUT PUBBLICITARI DI S.C.AR.P.A.<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A. 31
32<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.
IL DEPOSITO DELLE PELLI<br />
È IL CUORE nASCOSTO<br />
DELLO STABILIMEnTO DI ASOLO<br />
ARcHIvIO<br />
Le scorte di pellame, nelle varietà ‘pienofiore’ o ‘scamosciate’, sono sufficienti<br />
per la produzione di 30 giorni. Sarebbe più sostenibile economicamente<br />
una scorta minore, ma il pellame scarseggia a causa della maggiore<br />
richiesta dalla Cina e non è facile l’approvvigionamento ‘just in time’<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A. 33
THE ART OF BOOTS | SCARPONI |<br />
TIRA uN<br />
MAEsTRAlE...<br />
34<br />
100%<br />
PEBAx RnEw,<br />
PLASTICA REALIzzATA<br />
UTILIzzAnDO UnA<br />
MATERIA PRIMA<br />
BIOLOGICA<br />
E RInnOVABILE:<br />
LA PIAnTA<br />
DEL RICInO<br />
THE ART OF BOOTS | S.C.A.R.P.A.<br />
Air ventilation<br />
Tre prese d’aria<br />
consentono<br />
un’adeguata ventilazione<br />
del gambetto<br />
Wiregate tour-lock<br />
Nuova leva di chiusura<br />
superiore per mantenere<br />
un serraggio confortevole<br />
in salita e la facilità<br />
di chiusura<br />
per la discesa<br />
Mirage ski-walk<br />
Una regolazione<br />
per la salita<br />
e due per la discesa<br />
Evo v-frame<br />
Particolare struttura del<br />
gambetto che irrigidisce la<br />
parte posteriore aumentando<br />
la trasmissione della forza<br />
nel movimento di flessione<br />
in avanti della gamba
34 PEzzI<br />
COMPOnGOnO<br />
IL MAESTRALE:<br />
uN PuZZlE INTRIgANTE<br />
1 Scafo: in Pebax® Rnew, materiale<br />
ecologico ricavato dalla pianta del<br />
ricino<br />
2 Suola: si chiama Cayman ed è<br />
prodotta da Vibram. Le scanalature<br />
verticali e orizzontali aumentano la<br />
trazione su ghiaccio e neve e<br />
offrono un ottimo grip sulla roccia<br />
3 Gancio: una leva più grande<br />
blocca efficacemente il collo del<br />
piede<br />
4 Gambetto: il nuovo profilo migliora<br />
leggerezza e sensibilità<br />
5 Lingua asimmetrica: si chiama<br />
T-wing e offre supporto in discesa<br />
e un’efficace trasmissione degli<br />
impulsi<br />
6 Strap: l’Active Power Strap<br />
garantisce un buon sostegno in ogni<br />
situazione<br />
3<br />
4<br />
5<br />
1<br />
2<br />
6<br />
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