Coordinamento del progetto a cura della S.C. Comunicazione
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impegni verso il sistema lavorativo e verso il territorio<br />
La vera qualità emerge come<br />
astratto rigore procedurale,<br />
sempre però fondato sul<br />
continuo confronto con la curiosità,<br />
la coscienza, la sperimentazione,<br />
la validazione<br />
frutto <strong>del</strong>l’esperienza dei singoli<br />
operatori.<br />
Come considerare l’errore?<br />
Quali errori evitare nell’affrontarlo?<br />
Occorre rifiutare la via più<br />
semplice <strong>del</strong>la colpevolizzazione<br />
<strong>del</strong> singolo operatore,<br />
non tras<strong>cura</strong>re il fatto che chi<br />
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che davano i suggerimenti per migliorarla, poi ci trovavamo<br />
di nuovo insieme per perfezionarla. Abbiamo fatto<br />
tutto senza scavalcare la gerarchia, che comunque aveva<br />
fiducia in noi. Anche gli operatori erano coinvolti, ne<br />
discutevano e davano il loro contributo.<br />
La procedura: dipende da quanto è imposta o quanto<br />
è condivisa. La procedura deve essere confronto e<br />
condivisione, se no è solo carta.<br />
Una volta mi ha telefonato la vicina di casa di un’anziana.<br />
Le avevano spiegato come fare l’insulina, ma non si<br />
erano resi conto che non le era chiaro e questa signora<br />
si è trovata alle otto di sera che non sapeva cosa fare.<br />
Per insegnare a usare l’insulina ci vogliono 10 minuti. La<br />
procedura dovrebbe prevedere la verifica. Non è solo<br />
questione di spiegare, ma anche di verificare se l’altro<br />
ha capito davvero.<br />
12.4 A prova d’errore<br />
Siamo stati accreditati per la qualità e come gruppo<br />
abbiamo iniziato a scrivere gli errori più frequenti per quello<br />
che riguarda le procedure. Non tutti hanno aderito, c’è<br />
qualche resistenza, anche perché le persone non lo fanno<br />
apposta, spesso è solo per disattenzione. Questi errori<br />
sono scritti nel registro “non conformità”, non ci sono<br />
nomi e cognomi, ma resta il fatto <strong>del</strong>la “paura” a rivelare<br />
l’errore. Con questo lavoro che stiamo facendo abbiamo<br />
anche scoperto che non tutti sapevano di aver sbagliato,<br />
oppure erano consci <strong>del</strong>l’errore ma non sapevano perché<br />
ciò accadeva. Prendiamo in considerazione l’errore compiuto,<br />
per esempio il carrello <strong>del</strong>le medicazioni che deve<br />
contenere un tot di cose: arrivo al mattino, controllo e se<br />
mancano certe cose lo segnalo: “Mancato riordino <strong>del</strong><br />
carrello”. Ci stiamo rendendo conto che è anche un modo<br />
per superare le mediocrità <strong>del</strong> servizio.<br />
In un’ottica di risk management le procedure sono<br />
molto importanti: in sala operatoria controllo le garze cinque<br />
volte invece che tre perché questo statisticamente<br />
diminuisce la probabilità di fare errori. Se il paziente operato<br />
ha il mal di pancia, io parto dal presupposto che NON<br />
abbia una garza nella pancia, perché so che la procedura<br />
mi fa controllare cinque volte che sia tutto a posto.