Coordinamento del progetto a cura della S.C. Comunicazione

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70 Durer, Il cavaliere, la morte e il diavolo, 1513 L’incisione presenta al centro un cavaliere armato di tutto punto. Procede a cavallo, eretto, lo sguardo fisso sulla meta. Attorno a lui trotta la morte: monta un ronzino e tenta di adescare il cavaliere mostrandogli lo scorrere del tempo. Lo segue il diavolo, armato di una picca. Al suo fianco corre un cane. Tra le zampe del cavallo sguscia una salamandra. L’opera è una potente allegoria della condizione umana. Il cavaliere simboleggia il coraggio di esistere e di affermare la propria umanità, sempre e nonostante tutto. Nonostante la morte e il senso di insignificanza di molti dei nostri sforzi, pur nella consapevolezza dell’ineluttabile termine di ogni cosa. Nonostante il diavolo, il rapprendimento in noi stessi, il cinismo, l’asservimento agli istinti. Un uomo, armato delle sue speranze, forte delle sue aspirazioni. Accompagnato dalla fedeltà ai propri ideali. Nel segno del coraggio e della resistenza contro i cedimenti.
Speranza Coraggio Valore in gioco Speranza e Coraggio Un senso di stanchezza e di disorientamento prima o poi colpisce tutti coloro che lavorano. C’è chi si rassegna e si arrende al mal essere a tal punto da non sentirlo più. Altri si sforzano di non abbandonare la speranza, che altro non è se non la scelta di riservarsi una libertà dai vincoli di un passato che zavorra, di un presente che si accontenta di sé, di un futuro privo di prospettive. Certo non è semplice coltivare il coraggio della speranza. Soprattutto per la presenza di coloro che hanno fatto dello scetticismo la loro bandiera, che con il loro cinismo manifestano indifferenza e disprezzo per qualsiasi slancio ideale. Con i loro moniti all’insensatezza di ogni nuova idea o prospettiva, vivono nella rassegnazione e rischiano di contagiare chi incontrano. Non cedere alle loro lusinghe mantenendosi aperti alle sollecitazioni dell’ambiente lavorativo, significa scegliere di credere alla vita e al suo inesauribile divenire. 71 indirizzi etici organizzativi Il futuro lavorativo va inteso non tanto come qualcosa dal quale difendersi e premunirsi, ma come dimensione verso cui dirigersi con atteggiamento costruttivo e partecipativo. Vanno scoraggiati e combattuti, in chiunque e a tutti i livelli, atteggiamenti e parole che possano minare nelle persone il gusto e il piacere di realizzare il ben fare e perseguire il buon vivere. Il cambiamento di procedure, tecniche, idee, prospettive - se debitamente motivato e accompagnato - deve essere considerato una fisiologica condizione lavorativa, essenziale per raggiungere sempre migliori soglie di qualità del servizio e della vita professionale.
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