Coordinamento del progetto a cura della S.C. Comunicazione

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impegni verso tutte le persone valore: Rispetto Se è vero che solo quando pensiamo esistiamo per davvero, ne consegue che se non siamo nelle condizioni di poter responsabilmente utilizzare le nostre facoltà razionali e la nostra autonomia di giudizio ci viene a mancare uno dei tratti che rendono davvero degno di essere vissuto il tempo di lavoro. La persona giusta al posto giusto: pur con evidenti e fisiologici limiti di sistema è questo un traguardo che dovrebbe vedere impegnata qualsiasi organizzazione. È questa una delle principali sfide per rimettere al centro della scena economico-lavorativa il lavoratore, inteso non come anonimo e astratto individuo, ma in quanto persona in tutta la sua unicità, relazionalità e inesauribilità. Indubbi 44 5 Persone che lavorano 5.1 Autonomia Sono coordinatore di un gruppo di lavoro molto coeso. È successo che arrivasse una persona nuova, mi ha detto: “Mi avete spiazzato: voi mi chiedete di pensare, di mettere del mio, di organizzarmi il lavoro… Non ci ero abituata…”. Un medico mi ha detto: “Lei è pagato per lavorare, IO sono pagato per pensare”. Io gli ho risposto: “Se mi dice questo, Lei è pagato male!” Se nella tua decisione coinvolgi le persone con cui lavori è un conto, se invece dici: “Qui si fa così” è un altro. Abbiamo dirigenti che parlano con i collaboratori come se fossero pedine, non persone con persone. La nostra azienda diventa la scacchiera. Sentirsi pedine significa essere come una matita, eseguire certe mosse, ma non poter pensare e parlare. Io patisco la pressione “cieca” della gerarchia: se il dirigente mi dice: “Quella telefonata non la fai”, anche se a me sembra opportuno farla, e non si degna di motivarmi in alcun modo la decisione, io la telefonata non la faccio, ma ci soffro. 5.2 La persona giusta al posto giusto Spesso i responsabili non hanno la cultura per cui le persone messe al posto giusto e più soddisfatte del loro lavoro lavorano meglio. A questo si aggiunge il fatto che alcuni interpretano la gestione delle risorse umane come una forma di potere. Recentemente invece il mio direttore, a seguito di un variato assetto organizzativo, ha attribuito a tutti i membri dell’équipe delle nuove referenze. Al novanta per cento le referenze sono state attribuite non solo sulla scorta delle competenze professionali, ma nel rispetto delle componenti motivazionali e caratteriali dei singoli operatori. Forse per quanto possibile bisognerebbe che ciascuno di noi riuscisse a trovare la dimensione lavorativa che gli è più consona. Ho visto persone che in contesti lavorativi diversi si esprimevano meglio, davano di più perché si sentivano più a loro agio, più soddisfatti, più valorizzati.
È possibile migliorare ancora la giusta collocazione delle persone, poi ovviamente ci sono dei limiti, dei vincoli e naturalmente non si può fare tutto, ma molto sì. Per quanto riguarda le domande di trasferimento, penso che il sistema organizzativo dovrebbe maggiormente interrogarsi su come mai qualcuno chiede trasferimento, ed eventualmente attuare misure correttive. Ci dovrebbero anche essere modalità chiare per esporre le motivazioni per cui si chiede un trasferimento. Pensandoci, se non mi trovassi bene dove sono non saprei nemmeno a chi chiedere, che cosa volere. Al massimo potrei andare dal mio Direttore, dirgli che voglio cambiare… “Bene, dove vuoi andare?” Non saprei rispondere… Come faccio a sapere dove “c’è mercato”? 5.3 Valorizzare Devo confessare che in passato mi è capitato spesso di ritardare sul lavoro. Il capo mi rimproverava dal mattino alla sera. Aveva ragione, ma ero infastidita e le sue parole non mi facevano granché mutare comportamento. Ho cambiato posto di lavoro e ancora mi è capitato di arrivare in ritardo. Il nuovo capo invece che soltanto colpevolizzarmi mi ha accolto in maniera inattesa: “Meno male che sei arrivata, senza di te oggi non ce l’avremmo fatta!” Va da sé che in seguito ho fatto di tutto per essere sempre puntuale… Le poche volte che si fa una riunione, si fa di tutta l’erba un fascio: se c’è qualche lamentela da parte di qualche utente verso un operatore, questo viene utilizzato per dire che tutti non valgono nulla, che non si lavora abbastanza. Uno si impegna ma quando esce da queste riunioni si sente bastonata come un cane. Per la motivazione è molto importante la fiducia che l’Azienda ti dà. Ultimamente faccio un lavoro che mi piace, in cui credo e sono anche stata investita del ruolo di referente. Il mio responsabile mi ha detto: “Mi stai facendo fare una bella figura…”. Una gran bella soddisfazione! Un responsabile di un servizio può decidere di sollevare i collaboratori dalle loro responsabilità e accentrare le de- 45 Rispetto per il sistema organizzativo i ritorni in termini di autentica efficacia e vera efficienza. Come interpretare il disagio di chi chiede trasferimento? Come il sistema organizzativo si pone nei confronti di chi fa richiesta di mobilità? Come potremmo meglio monitorare e interpretare le domande di mobilità per avere informazioni utili a migliorare le dinamiche organizzative e le condizioni lavorative? Avere il coraggio di proporre ai collaboratori un diverso futuro, spingerli a destarsi dal sonno dell’abitudine, indurli a non adagiarsi, stimolare e coltivare la loro curiosità: sono impegni che riguardano chi ricopre posizioni dirigenziali? vedi 6.2
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