Coordinamento del progetto a cura della S.C. Comunicazione

Disponibilità Cortes
Parlare con il collega dei fatti propri mentre si trasporta
un paziente da un piano all’altro, senza degnarlo di uno
sguardo, è davvero mortificante!
In caso di una diagnosi infausta o di questioni riferite a
casi difficili o delicati dobbiamo renderci conto che, comunicandole
in un modo piuttosto che in un altro, cambiamo
letteralmente la vita delle persone e che in qualche modo
entriamo per sempre nella loro memoria: a me è capitato
di incontrare parenti che a distanza di anni si ricordavano
di me semplicemente perché gli avevo comunicato la morte
del nonno…
Certe volte la brutalità del linguaggio diventa un’arma
di difesa: è il caso ad esempio dei chirurghi, che in genere
usano un tono brutale perché si rendono conto dei loro
limiti emotivi. È lo stress, sono al limite, ma devono trovare
una soluzione: questo carico emotivo si riflette sul linguaggio
nei confronti dell’infermiere e purtroppo alle volte
anche con il paziente.
Certe espressioni utilizzate dal chirurgo, appena uscito
dalla sala, con i parenti del paziente rischiano di essere
davvero traumatizzanti.
Io vengo definito dai miei colleghi un “riciclato”…
Per noi l’accorpamento è stato un colpo di scure. Ci
hanno cancellato. Ci hanno “spacchettato”, ci hanno detto
“due di qua, tre di là”.
Trovo che non ci sia nulla di più offensivo che sentirsi
attribuire un’etichetta: “quelli di Pinerolo”, “quelli di Collegno”,
“quelli del poliambulatorio”, “quelli dell’ospedale” e
così via. Può essere semplificante o rassicurante, forse,
ma lo trovo tremendamente riduttivo e banalizzante.
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re il paziente, non farlo sentire
come se non ci fosse o fosse
invisibile ai nostri occhi.
Quando comunicare è particolarmente
difficile?
Quando è rischioso farlo senza
supporto o senza una preventiva
preparazione?
Condizioni di stress o un carico
emotivo particolarmente
pesante rischiano di generare
comunicazioni assolutamente
inadeguate alla delicatezza
del momento.
La consapevolezza del problema
è il primo passo per
affrontare adeguatamente tali
situazioni.
vedi 3.2
Nei rapporti con i colleghi e
con gli utenti, quali espressioni
possono risultare offensive?
Quali espressioni celano un
pregiudizio o un più o meno
velato giudizio non certo lusinghiero?
Sovente le parole non soltanto
descrivono la realtà, ma
contribuiscono a crearla.
Certe espressioni banalizzano
gli eventi, ingabbiano chi
ci sta al fianco e riducono
le sue e le nostre possibilità
espressive.