Coordinamento del progetto a cura della S.C. Comunicazione
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impegni verso i cittadini - pazienti - utenti<br />
Quando le parole mortificano?<br />
La cortesia nelle parole è un<br />
modo per produrre coordinamento<br />
nella comunità di<br />
lavoro.<br />
Occorre sottolineare che fa<br />
risparmiare a tutti tempo,<br />
energie ed inutili frustrazioni.<br />
Parole che mortificano, sciatteria<br />
nell’esprimersi, poca<br />
sensibilità per gli aspetti comunicativi<br />
impattano sull’efficacia<br />
e sull’efficienza <strong>del</strong><br />
sistema organizzativo e contemporaneamente<br />
sulla qualità<br />
complessiva <strong>del</strong> nostro<br />
vivere.<br />
Comunicazioni personali e/o<br />
informali quando sono opportune<br />
o inopportune?<br />
Occorre non perdere mai il<br />
senso <strong>del</strong> contesto in cui si<br />
dicono certe cose e <strong>del</strong>le circostanze<br />
in cui si compiono<br />
certi gesti, per non mortifica-<br />
26<br />
2.4 Parole e gesti che feriscono<br />
Non bisogna mai perdere di vista le conseguenze di<br />
gesti che potremmo evitarci: la parola sgarbata, dare<br />
un’informazione in modo non disponibile… In questi anni<br />
mi hanno colpito due cose. La prima è il numero di persone<br />
che arrivano da noi chiedendo le informazioni più<br />
disparate, nonostante noi ci troviamo in una posizione<br />
defilata. La seconda cosa è la reazione che hanno queste<br />
persone quando rispondiamo con gentilezza dando<br />
le informazioni. Mi colpisce perché mi chiedo chi abbiano<br />
incontrato prima… Che poi magari io ho dato <strong>del</strong>le<br />
informazioni banali, dov’è il bagno o dove si trova un<br />
certo ufficio…<br />
Alla vigilia di Natale il coordinatore deve assegnare il<br />
paziente all’operatore disponibile. Io l’ho assegnato ad<br />
una persona che, ad alta voce e davanti ai pazienti, mi<br />
dice: “Mi hai fatto proprio il regalo di Natale…”. Certe frasi,<br />
già negative se dette in privato, diventano davvero devastanti<br />
se pronunciate in presenza di chi sta male.<br />
A volte è il personale a essere aggressivo: quando<br />
vedo la mia caposala che sbatte tutti fuori dalla sala medica<br />
con parole e modi bruschi…<br />
Un paziente che versava in condizioni critiche doveva<br />
fare un esame piuttosto invasivo. Guardandomi negli occhi<br />
mi dice che quell’esame sarebbe stato meglio che l’avessi<br />
fatto io al posto suo, visto che scoppiavo di salute. Ero tesa<br />
e ho risposto seccata che se avessi dovuto fare gli esami di<br />
tutti i pazienti sarei morta. Tornata a casa ci ho ripensato:<br />
certo, se avessi preso le sue parole in altro modo avrei potuto<br />
aiutarlo non solo fisicamente…<br />
Durante una visita ginecologica, avere gli operatori che<br />
fanno avanti e indietro parlando <strong>del</strong>le loro cose non va bene!<br />
Il nostro gruppo ostetriche è riconosciuto molto positivamente<br />
sia in ospedale che fuori. Mi chiedo: dare l’esempio è<br />
utile o non serve? Secondo me è contagioso. C’è chi dice:<br />
“Non c’è tempo, non c’è spazio”, ed è in parte vero, è un<br />
problema. Ma è giusto mettere l’accento sul positivo, sul<br />
valore dei piccoli gesti che servono per riequilibrare queste<br />
situazioni di disagio. Per esempio da noi, se entra un’ostetrica,<br />
entra piano, in punta di piedi… In altri posti invece la<br />
gente entra e grida: “Ehi! Ti vogliono al telefono!!”