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Milano, 19 maggio 2013<br />

Centro Studi


Indice<br />

I consumi alimentari<br />

• In casa<br />

• Fuori casa<br />

Un confronto con l’Europa<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

• I consumi alimentari in casa<br />

• I consumi alimentari fuori casa<br />

Gli italiani a tavola<br />

• I nuovi stili alimentari<br />

• Gli orientamenti alimentari<br />

• I prodotti<br />

• Gli effetti sulla salute


I consumi alimentari<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

In cinque anni, da quando è iniziata la crisi, le famiglie italiane hanno tagliato del 9,6% il carrello della<br />

spesa per un valore di oltre 12,4 miliardi di euro.<br />

Un ridimensionamento importante che solo in parte si spiega con la maggiore attenzione agli sprechi.<br />

L’aumento delle famiglie in condizioni di povertà (+50% negli ultimi cinque anni) e la più generale<br />

contrazione del reddito pro-capite raccontano l’altro pezzo della storia fatta di rinunce ma anche della<br />

progressiva perdita di “valore” del cibo trasformato, via via in commodity, da comprare al prezzo più<br />

basso.


I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

I consumi delle famiglie<br />

(var. % 2012/2007 - valori concatenati anno di riferimento 2005)<br />

beni e servizi vari<br />

alberghi e ristoranti<br />

istruzione<br />

ricreazione e cultura<br />

comunicazioni<br />

trasporti<br />

sanità<br />

mobili, elettrodomestici e manutenzione casa<br />

abitazione, acqua, elettricità, gas ed altri combustibili<br />

vestiario e calzature<br />

bevande alcoliche, tabacco,narcotici<br />

alimentari e bevande non alcoliche<br />

-19,2<br />

Fonte: elaborazione C.S. <strong>Fipe</strong> su dati Istat<br />

-13,9<br />

-10,1<br />

-8,4<br />

-9,6<br />

-5,2<br />

-2,8<br />

0,6<br />

3,0<br />

3,1<br />

3,8<br />

3,9<br />

-25,0 -20,0 -15,0 -10,0 -5,0 0,0 5,0 10,0


I consumi alimentari<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

Nessuna categoria merceologica ha potuto sottrarsi alla politica di risparmio a cominciare da pasta e<br />

derivati dei cereali per finire a marmellate, miele, ecc. .<br />

Tagli importanti a frutta e verdura ma anche a pesce e carne. Le stesse bevande non alcoliche (acqua<br />

minerale, succhi di frutta e soft drink) sono incappate nei tagli.<br />

In cinque anni le famiglie hanno ridimensionato la spesa reale, ossia al netto dell’inflazione, di 727<br />

milioni di euro.


I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

I consumi alimentari delle famiglie<br />

(var. % 2012*/2007 - valori concatenati anno di riferimento 2005)<br />

bevande non alcoliche, caffè, tè, cacao<br />

generi alimentari n.a.c.<br />

zucchero, marmellata, miele, sciroppi, cioccolato e<br />

pasticceria<br />

vegetali incluse le patate<br />

frutta<br />

olii e grassi<br />

latte, formaggi e uova<br />

pesce<br />

carne<br />

pane e cereali<br />

-11,6<br />

-11,5<br />

-11,6<br />

-10,3<br />

-10,4<br />

-8,2<br />

-8,5<br />

-8,4<br />

-7,6<br />

(*)stima<br />

Fonte: elaborazione C.S. <strong>Fipe</strong> su dati Istat<br />

0,2


I consumi alimentari<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

Guardando più indietro nel tempo, oltre la crisi, si scopre che il trend del consumo alimentare ha<br />

sostanzialmente ridisegnato la composizione del paniere delle famiglie con l’aumento del peso di:<br />

• pane e cereali<br />

• prodotti dolciari<br />

• bevande<br />

e la riduzione del peso di:<br />

• carne<br />

• pesce (fresco e surgelato)<br />

• latte, formaggi e uova<br />

Insomma, il consumo alimentare si fa nervoso, si frammenta in tanti spuntini che riempiono il tempo<br />

tra un pasto e l’altro, anche perché i pasti principali danno sempre meno soddisfazione. Qui trovano<br />

spazio e legittimazione snack dolci e salati, bevande ipercaloriche, salvo poi rincorrere l’abbattimento<br />

delle calorie, e ogni altro prodotto che non ha bisogno della sapienza del consumatore per essere<br />

edibile.


I consumi alimentari - in casa<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

Pensando alla struttura del pasto all’italiana possiamo dire che vincono primi piatti e contorni mentre<br />

perdono terreno i secondi piatti (carne, pesce, uova o una porzione di formaggio non fa differenza).<br />

Ecco allora che una chiave di lettura più adeguata ad interpretare i numeri del consumo alimentare<br />

deve riferirsi, più che al salutismo, a quei cambiamenti che riportano al concetto di destrutturazione<br />

del pasto e che trovano il fondamento, certamente non esclusivo, nella necessità/volontà di dedicare<br />

sempre meno tempo alla cucina (cucinare è impegnativo, richiede competenze e anche passione).<br />

Si calcola che il tempo medio giornaliero dedicato alla cucina non superi un’ora.<br />

Tutto il contrario di quello che vorrebbe descrivere una certa aneddotica sul ritorno degli italiani nelle<br />

cucine di casa.


I consumi alimentari<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

Se fino a tutti gli anni ’90 ed anche nella prima parte degli anni 2000 la scarsa crescita del consumo<br />

alimentare domestico trovava parziale spiegazione nell’aumento di quella fuori dalle mura domestiche,<br />

con l’avvento della crisi il paradigma è cambiato. Anche i consumi fuori casa hanno bruscamente<br />

rallentato il trend di crescita fino ad invertirne il segno nel corso del 2012.<br />

Per il 2013 pur in mancanza di affidabili previsioni settoriali la dinamica della domanda complessiva<br />

non lascia ben sperare. Tenere i livelli del 2012 sarebbe già un ottimo risultato considerando che<br />

nell’anno in corso le previsioni danno un calo dei consumi delle famiglie dell’1,6 per cento.


I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

I consumi alimentari in casa e fuori casa<br />

(N.I. 2007=100)<br />

104,0<br />

102,0<br />

100,0<br />

98,0<br />

96,0<br />

94,0<br />

92,0<br />

90,0<br />

88,0<br />

86,0<br />

84,0<br />

2007 2008 2009 2010 2011 2012<br />

in casa fuori casa<br />

Fonte: elaborazione C.S. <strong>Fipe</strong> su dati Istat


Un confronto con l’Europa<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

Un primo elemento che merita di essere evidenziato proviene dal confronto internazionale. Sulla base<br />

dei dati più aggiornati possiamo rilevare che il nostro Paese presenta, nei riguardi dei principali paesi<br />

europei, due differenze fondamentali:<br />

• contrazione dei consumi alimentari domestici;<br />

• lieve aumento di quelli extra-domestici.<br />

L’ipotesi che questa dinamica rappresenti la tenuta di un modello di consumo basato sulla convivialità<br />

(opposto alla funzionalità) è suggestiva ma anche coerente.<br />

Per quanto durerà ancora?


I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

In consumi alimentari delle famiglie in casa<br />

(Tasso medio annuo 2007-2011)<br />

1,5<br />

1,0<br />

0,5<br />

0,0<br />

-0,5<br />

-1,0<br />

-1,5<br />

-2,0<br />

-2,5<br />

-0,3<br />

0,3<br />

1,1<br />

-0,2<br />

UE 27 Euro area Germania Spagna Francia Italia Regno Unito<br />

Fonte: elaborazione C.S. <strong>Fipe</strong> su dati Istat<br />

0,5<br />

-1,6<br />

-2,1<br />

Paesi Var.%<br />

2011/2007<br />

UE 27 -1,1<br />

Euro area 1,4<br />

Germania 4,7<br />

Spagna -0,8<br />

Francia 2,0<br />

Italia -6,3<br />

Regno Unito -8,2


I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

Consumi alimentari delle famiglie fuori casa<br />

(Tasso medio annuo 2007-2011)<br />

1,0<br />

0,5<br />

0,0<br />

-0,5<br />

-1,0<br />

-1,5<br />

-2,0<br />

-2,5<br />

-1,2<br />

-0,7<br />

0,8<br />

UE 27 Euro area Germania<br />

-2,3<br />

Spagna Francia Italia Regno Unito<br />

Fonte: elaborazione C.S. <strong>Fipe</strong> su dati Istat<br />

-0,3<br />

0,5<br />

-1,8<br />

Paesi Var.%<br />

2011/2007<br />

UE 27 -4,5<br />

Euro area -2,9<br />

Germania 3,2<br />

Spagna -8,9<br />

Francia -1,3<br />

Italia +2,1<br />

Regno Unito -6,8


Gli italiani a tavola<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

I cambiamenti degli stili alimentari vengono da lontano, sono profondi e la crisi li ha solo accelerati.<br />

Il Paese della grande tradizione a tavola, dove il mangiare assume un ruolo cruciale e al pasto è sempre<br />

stato associato il concetto di CONVIVIALITA’ al contrario di quanto avviene nei paesi del nord Europa,<br />

c’è ancora?<br />

I cambiamenti degli stili alimentari vengono da lontano, sono profondi e la crisi li ha solo accelerati.<br />

Il Paese della grande tradizione a tavola, dove il mangiare assume un ruolo cruciale e al pasto è sempre<br />

stato associato il concetto di CONVIVIALITA’ al contrario di quanto avviene nei paesi del nord Europa,<br />

c’è ancora?


La tradizione<br />

Grande<br />

tradizione nella<br />

cucina<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

Il mangiare<br />

assume un<br />

ruolo cruciale<br />

Ma qualcosa e cambiato?<br />

Al pasto è sempre<br />

stata associata la<br />

tavola apparecchiata,<br />

la famiglia riunita<br />

…CONVIVIALITÀ…al<br />

contrario che nei paesi<br />

del nord Europa


Gli italiani a tavola<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

Alcuni segnali, come abbiamo visto, vanno in direzione contraria. A cominciare dalla destrutturazione<br />

dei pasti e dalla perdita di importanza del pranzo come pasto principale della giornata.<br />

In soli cinque anni la percentuale è scesa dal 69,1% al 68% mentre la cena è salita dal 21,4% al 23,4%.<br />

Aumenta il peso della colazione sia tra gli uomini che tra le donne.<br />

Non è così, purtroppo, tra gli adolescenti. Qui la quota di chi ogni mattina fa una colazione adeguata<br />

scende lentamente ma inesorabilmente. Sono gli stessi per i quali aumenta il peso della cena come<br />

pasto principale della giornata confermando che si fa strada un modello di consumo simile a quello dei<br />

genitori.<br />

Il modello tiene, invece, dove i giovani possono contare sulla presenza di un servizio mensa.


Gli stili alimentari sono cambiati<br />

(per 100 Persone di 3 anni e più)<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

2007 2012<br />

Colazione adeguata* 78,6% 80,1%<br />

pranzo pasto principale 69,1% 68,0%<br />

pranzo a casa 73,9% 74,3%<br />

pranzo in mensa,<br />

ristorante, bar<br />

13,5% 13,0%<br />

pranzo sul posto di lavoro 6,6% 7,2%<br />

cena pasto principale 21,4% 23,4%<br />

(*)Per adeguata, si intende una colazione in cui non si assumono soltanto tè o caffè, ma si beve latte e/o si mangia<br />

qualcosa.<br />

Fonte: elaborazione C.S. <strong>Fipe</strong> su dati Istat


I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

La Colazione*<br />

(per 100 persone di 3 anni e più con le stesse caratteristiche )<br />

84<br />

82<br />

80<br />

78<br />

76<br />

74<br />

72<br />

70<br />

75,4<br />

77,2<br />

81,7<br />

maschi femmine<br />

82,9<br />

(*)Si fa riferimento ad una colazione in cui non si assumono soltanto tè o caffè, ma si beve latte e/o si mangia qualcosa.<br />

Fonte: elaborazione C.S. <strong>Fipe</strong> su dati Istat<br />

2007<br />

2012


93,6 94 92,6<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

La Colazione*<br />

(per 100 persone di 3 anni e più con le stesse caratteristiche )<br />

100<br />

90<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

94,5<br />

85,2<br />

86,7<br />

2007 2012<br />

78,6<br />

76,5 77,8 77,5 78,2<br />

76,3<br />

3-5 6-10 11-14 15-17 18-19 20-24<br />

(*) Si fa riferimento ad una colazione in cui non si assumono soltanto tè o caffè, ma si beve latte e/o si mangia qualcosa<br />

Fonte: elaborazione C.S. <strong>Fipe</strong> su dati Istat


I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

Il pasto principale della giornata<br />

(per 100 persone di 3 anni e più con le stesse caratteristiche )<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

21,4<br />

23,4<br />

69,1 68,0<br />

2007 2012 2007 2012<br />

Fonte: elaborazione C.S. <strong>Fipe</strong> su dati Istat<br />

Cena pranzo


I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

La cena come pasto principale<br />

(per 100 persone di 3 anni e più con le stesse caratteristiche - anno 2012)<br />

30<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

9,7<br />

13,1<br />

17<br />

16<br />

18<br />

16,8<br />

3-5 anni 6-10 anni 11-14 anni 15-17 anni 18-19 anni 20-24 anni<br />

Fonte: elaborazione C.S. <strong>Fipe</strong> su dati Istat<br />

2007 2012<br />

17,4<br />

21,1<br />

19,4<br />

22,3<br />

23,7<br />

26,4


Gli italiani a tavola<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

La crisi non ha modificato l’equilibrio tra il pranzo in casa e quello fuori casa.<br />

Le quote restano invariate. Due italiani su dieci che abitualmente pranzano fuori casa non è uno<br />

scherzo. Si tratta di 12 milioni di persone che si rivolgono quotidianamente a mense, bar, ristoranti o<br />

che, più semplicemente, consumano il pranzo sul posto di lavoro portandoselo da casa o comprandolo<br />

nei negozi in prossimità ai luoghi di lavoro. E’ un comportamento diffuso che la crisi ha sensibilmente<br />

rafforzato.<br />

Se nel 2007 erano 3,7 milioni i lavoratori che ricorrevano a questa modalità di consumo, cinque anni<br />

dopo, pur in concomitanza di una progressiva perdita di posti di lavoro, sono diventati 4,3 milioni.<br />

Una spinta che proprio nella necessità di fare economie di scala trova la spiegazione più convincente<br />

anche se non si può pensare che siano del tutto assenti argomentazioni sulle virtù salutistiche degli<br />

alimenti casalinghi.


Il Pranzo (valori %)<br />

100%<br />

90%<br />

80%<br />

70%<br />

60%<br />

50%<br />

40%<br />

30%<br />

20%<br />

10%<br />

0%<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

Fonte: elaborazione C.S. <strong>Fipe</strong> su dati Istat<br />

21,2 21,4<br />

78,8 78,6<br />

2007 2012<br />

fuori casa<br />

in casa


Il “mio” pranzo fuori casa (ultimi 30 giorni)<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

Dove PRANZO di solito quando mangio fuori casa<br />

nei giorni feriali?<br />

Tot. Pop.<br />

(%)<br />

Mensa 16,2<br />

Trattoria/ristorante 13,5<br />

Pizzeria 5,7<br />

Self service 6,1<br />

Tavola calda 6,6<br />

Bar, tavola fredda, paninoteca 18,2<br />

Fast food 3,2<br />

Mi porto qualcosa da casa 15,0<br />

Altre risposte 15,5<br />

Fonte: indagine <strong>Fipe</strong>/Eurisko


Il pranzo<br />

4.539.316<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

+0,7%<br />

4.573.354<br />

1.723.791 1.663.038<br />

2007 2012<br />

-3,5% -0,6%<br />

1.493.952<br />

1.484.855<br />

+16,3%<br />

3.677.421<br />

4.276.383<br />

in mensa al ristorante in un bar sul posto di lavoro<br />

Fonte: elaborazione C.S. <strong>Fipe</strong> su dati Istat


Il Pranzo fuori casa (valori %)<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

13,1 12,9 13,2 12,8 12,5 12,4<br />

15,1 15,3 16,2 15,8 15,9 13,9<br />

32,2 32,7 31,9 32,0 33,7 35,6<br />

39,7 39,1 38,7 39,4 38,0 38,1<br />

2007 2008 2009 2010 2011 2012<br />

Fonte: elaborazione C.S. <strong>Fipe</strong> su dati Istat<br />

in un bar<br />

al ristorante<br />

sul posto di lavoro<br />

in mensa


Gli italiani a tavola<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

I driver delle scelte alimentari degli italiani si caratterizzano principalmente per attenzione al gusto e<br />

equilibrio nutrizionale. Almeno nelle intenzioni.<br />

Nei fatti il “mondo” alimentare dei consumatori italiani ha un’altra faccia. Ci spingiamo sempre più<br />

dentro un percorso di dissociazione tra quello che vorremmo e quello che facciamo, tra quello che<br />

eravamo e quello che siamo.<br />

Otto italiani su dieci si definiscono buongustai ed uno su due dichiara che in casa propria si spende<br />

molto per il cibo.<br />

Eppure abbiamo visto come stanno andando i consumi alimentari delle famiglie. Così come vediamo<br />

che almeno un italiano su due non mangia quotidianamente verdure ed uno su quattro, valore in<br />

aumento, non consuma quotidianamente frutta.


I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

I vettori nelle scelte alimentari<br />

Trascuratezza<br />

Limitazione della carne<br />

Prodotti dietetici<br />

Controllo<br />

Leggerezza<br />

Cucina mediterranea<br />

Trasgressivita'<br />

Esplorazione<br />

Convivialita'<br />

Gastronomia<br />

totale maggiore di 100 perché erano possibili più risposte<br />

Fonte: indagine <strong>Fipe</strong>/Eurisko<br />

Tot. Pop.<br />

(%)<br />

8,5<br />

9,3<br />

3,3<br />

10,7<br />

26,1<br />

31,7<br />

12,1<br />

20,6<br />

9,8<br />

47,2


I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

Gli orientamenti alimentari<br />

Tot. Pop.<br />

(%)<br />

Mangio spesso in un buon ristorante 17,5<br />

Invito spesso amici a mangiare a casa mia 33,0<br />

Provo volentieri i nuovi prodotti alimentari 43,1<br />

Mi piace la cucina dei paesi stranieri 28,8<br />

Salto spesso i pasti per controllarmi 9,1<br />

Sono un buongustaio 77,8<br />

Tendo ad eliminare la carne dall'alimentazione 15,5<br />

Mangio spesso formaggi freschi 68,9<br />

Mangio spesso formaggi stagionati (no grana) 60,9<br />

Mangio molti dolci 30,6<br />

In casa mia si spende molto per il cibo 53,3<br />

Preferisco le specialità gastronomiche della mia regione 69,1<br />

Faccio molto uso di alimenti integrali 10,3<br />

Consulto/leggo spesso libri/riviste di cucina 20,3<br />

Raramente faccio un pasto completo 23,8<br />

Frequento ristoranti che offrono cucina ricercata 16,4<br />

totale maggiore di 100 perché erano possibili più risposte<br />

Fonte: indagine <strong>Fipe</strong>/Eurisko


I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

Il consumo di alcuni cibi<br />

(per 100 persone di 3 anni e più con le stesse caratteristiche )<br />

Almeno qualche<br />

volta alla<br />

settimana<br />

Almeno<br />

una volta al<br />

giorno<br />

Uova<br />

pesce<br />

Carni bovine<br />

Carni bianche<br />

Frutta<br />

Ortaggi<br />

Verdure<br />

Formaggio<br />

Latte<br />

Pane, pasta, riso<br />

Fonte: elaborazione C.S. <strong>Fipe</strong> su dati Istat<br />

2011 2006<br />

23,6<br />

25,4<br />

43,7<br />

41,3<br />

51,4<br />

50,2<br />

56,8<br />

54,7<br />

59,4<br />

58,9<br />

59,6<br />

59,2<br />

59,6<br />

59,2<br />

69,8<br />

74,1<br />

76,3<br />

77,7<br />

84,2<br />

86,8


Gli italiani a tavola<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

La cartina di tornasole di un modello alimentare che invece di migliorare peggiora sta nel tasso di<br />

popolazione in sovrappeso o addirittura obesa.<br />

Oggi la popolazione affetta da obesità è del 10%, pari in valore assoluto a sei milioni di persone. Ma a<br />

preoccupare di più è che si tratta di un fenomeno in crescita. In dieci anni c’è stato un aumento di oltre<br />

il 26%.<br />

E neppure i bambini sono estranei al problema.<br />

I comportamenti si stanno polarizzando: da una parte aumenta l’attenzione a stili alimentari<br />

improntati al salutismo, dall’altra crescono modelli di consumo che vanno esattamente nella direzione<br />

opposta.<br />

E la crisi è un potente acceleratore di questo fenomeno.


Gli italiani a tavola<br />

Tante le variabili che entrano in gioco.<br />

Chi ha stili alimentari meno salutari sono:<br />

• gli uomini;<br />

• gli occupati;<br />

• nei grandi centri;<br />

• nel Centro – Nord.<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

Le lavoratrici, al contrario, mantengono stili alimentari più salutari per almeno tre ragioni:<br />

• maggiore carico familiare;<br />

• diverse caratteristiche dei lavori femminili;<br />

• maggiore attenzione e sensibilità ad aspetti relativi alla salute.


L’obesità<br />

(per 100 persone di 18 anni e più)<br />

4.706.973<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

8,5<br />

+26,2%<br />

Fonte: elaborazione C.S. <strong>Fipe</strong> su dati Istat<br />

10,0<br />

2001 2011<br />

5.939.421


Gli italiani a tavola<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

Gli occupati delle grandi aree metropolitane sono i segmenti più a rischio perché in maggioranza<br />

hanno la cena come pasto principale e soltanto uno su tre mangia a casa a pranzo. E certamente non è<br />

di aiuto ad una corretta alimentazione di chi lavora la progressiva eliminazione delle mense dai luoghi<br />

di lavoro ed il mantenimento del valore defiscalizzato e decontribuito del buono pasto sui livelli di<br />

svariati anni fa.<br />

I bambini continuano ad essere un segmento particolarmente esposto. Per un milione di bimbi delle<br />

materne e 980mila bimbi delle elementari è cruciale l’alimentazione delle mense scolastiche perché il<br />

pranzo come pasto principale (74%) avviene proprio nelle mense.<br />

Particolare attenzione al 14,5% (un dato in costante crescita) di bimbi che hanno la cena come pasto<br />

principale e risentono degli stili di vita dei loro genitori.


Alcune evidenze<br />

Il 31,5%<br />

Il 27,1%<br />

Il 22,3%<br />

Donne vs. Uomini<br />

Titolo di studio<br />

Occupati<br />

Territorio<br />

I CONSUMI ALIMENTARI DELLE FAMIGLIE IN TEMPO DI CRISI<br />

• delle persone di 18 anni e più dichiara di non pesarsi mai;<br />

• controlla il peso almeno una volta all’anno;<br />

• controlla il peso almeno una volta al mese;<br />

• Sono più le donne degli uomini a controllare il loro peso Il 25,7%<br />

delle donne controlla il peso almeno una volta al mese contro il 18,7%<br />

degli uomini<br />

• Al crescere del titolo di studio aumentano i controlli Il tasso<br />

di obesità sale al 16,9% tra chi ha un titolo di studio basso e scende al<br />

4,8% tra i laureati<br />

• Gli operai sono i meno attenti al controllo del peso Il tasso<br />

di obesità maggiore si riscontra tra i lavoratori autonomi<br />

• Il controllo del peso è maggiore tra i residenti del Nord<br />

Il tasso di obesità più basso si riscontra tra i residenti del nord ovest<br />

(8,9%), quello più alto tra chi vive al Sud (11,4%)

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