Magazine pag altre 1-2_2002.pdf - Filcams - Cgil

Sindacato in progress
DOPO I CONGRESSI E NEL PIENO DI UN DURO CONFRONTO
L’obiettivo della pura e semplice disgregazione dei diritti. La Filcams s’è mossa
in questa congiuntura tenendo la sua azione e la sua analisi ben piantata in
terra. Lo scontro pesa sulle spalle dei sindacati. La vocazione dei sindacalisti
a negoziare si è scontrata con la volontà di mettere il sindacato fuori causa.
Questa volta sono stati congressi
di lotta. Qualche cosa di molto
differente dal tranquillo svolgersi
di un dibattito che facilmente può
prendere una piega rituale. Questa
volta, la Cgil in congresso, ha voluto
dire confronto diretto con il suo
popolo mentre altri la stavano tenendo
sotto pressione; oppure, se si vuole
usare un’immagine più colorita,
mentre la stavano tenendo tra l’incudine
e il martello.
In questa circostanza, è stato un
fatto estremamente utile e positivo
che la discussione congressuale fosse
in corso.
È grazie al lungo confronto con i
lavoratori, con la propria base e con
i quadri dirigenti, che Sergio
Cofferati, dalla tribuna congressuale
di Rimini, ha potuto annunciare che
la Cgil avrebbe risposto con lo sciopero
alla volontà governativa di modificare
l’articolo 18. La non adesione
di Cisl e Uil, anzi la polemica
esacerbata che Savino Pezzotta ha
avviato, avrebbe in altri tempi consigliato
la ricerca paziente del consenso
tra le tre confederazioni. Se
così non è stato, se la Cgil ha sentito
che la lotta poteva essere messa in
campo contando sulla sue sole forze,
questo è stato possibile per la
straordinaria manifestazione di co-
LA PUNTA DELL’ICEBERG
mune volontà raccolta nei congressi.
Il successivo andamento del confronto
politico, all’interno e all’esterno
dei fatti puramente sindacali,
ha dato ragione a Cofferati e alla
Cgil. Il governo e Confindustria perseguono,
nel mondo del lavoro, la
pura e semplice disgregazione dei
diritti. Non c’è possibilità di confronto,
non è nella loro volontà una
modifica individuata e redatta in
comune tra governo e forze sociali.
C’è persino un poco
di soddisfazione
nel constatare
che Confcommercio
non ha partecipato
alla canea
Anche Cisl e Uil sono giunte alla
conclusione che non c’è possibilità
di negoziazione.
Riguardare i congressi – il congresso
confederale, il congresso
Filcams – a distanza di alcune settimane,
ci permette di cogliere proprio
questa straordinaria unitarietà di lettura.
Sono situazioni diverse quelle
in cui operano, e che dunque si tro-
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vano ad analizzare, confederazione
e Filcams. E per quanto riguarda la
Filcams si tratta anche di una condizione
meno esposta alla pressione
diretta dell’attacco confindustriale.
C’è persino un poco di soddisfazione
nel constatare che
Confcommercio, la maggiore confederazione
padronale nei settori del
terziario, non ha attivamente partecipato
alla canea scatenata attorno
all’articolo 18, e anzi il suo presidente
ha dichiarato che non è quello
l’obiettivo da perseguire.
Il documento finale del congresso
Filcams mette bene in luce che
l’azione del governo, su questioni
quali la giustizia e il lavoro, rappresenta
«una vera rottura» rispetto
«alle tradizioni culturali popolari italiane».
In discussione – dice il documento
– «c’è la voglia di segnare
un punto di non ritorno negli equilibri
sociali».
Anche la conclusione unitaria di
molti congressi di categoria, tra questi
quello Filcams e quello confederale,
naturalmente, si coglie ora
come manifestazione di consapevolezza.
La consapevolezza che il fronte
non sarà, in quanto forze organizzate,
molto articolato. La consape-
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