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GRUPPI PER L'ELABORAZIONE DEL LUTTO La fragilità emotiva ...

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Costituzione dei<br />

gruppi<br />

Nuovi rapporti di<br />

amicizia<br />

Sede: punto di<br />

incontro<br />

<strong>GRUPPI</strong> <strong>PER</strong> L’ELABORAZIONE <strong>DEL</strong> <strong>LUTTO</strong><br />

<strong>La</strong> <strong>fragilità</strong> <strong>emotiva</strong> conseguente un evento luttuoso ha indotto l’A.V.A.P.O.-Mestre a<br />

proporre la costituzione di gruppi che seguano le persone che si sono trovate a vivere<br />

questa esperienza, resa a volte ancora più difficile dalle modalità con cui il congedo<br />

da un proprio caro è avvenuto. I gruppi operativi sono due, e prevedono incontri<br />

quindicinali condotti dalla psicologa. L’inserimento di un nuovo componente avviene a<br />

seguito di un colloquio individuale che ha luogo presso la sede dell’Associazione.<br />

Alcuni dei partecipanti a tali gruppi, concluso il percorso di elaborazione, hanno<br />

mantenuto i contatti con gli altri componenti con i quali avevano instaurato rapporti<br />

confidenziali, rivelatisi di particolare rilievo per poter ricostituire una rete di relazioni<br />

sociali con persone alle quali ci si sentiva accomunati da una medesima esperienza di<br />

dolore che aiutava a sentirsi capiti.<br />

In molti casi la sede dell’Associazione è diventata punto di riferimento per<br />

l’organizzazione di momenti conviviali di incontro e di aggregazione: proprio per le<br />

caratteristiche peculiari dei percorsi effettuati i partecipanti hanno trovato nel gruppo di<br />

appartenenza il clima tipico dell’ambiente familiare. A volte lo spunto per gli incontri è<br />

stato dato dalla psicologa, in altre occasioni invece sono stati i partecipanti stessi ad<br />

organizzarsi in modo autonomo.<br />

IL PROTOCOLLO <strong>PER</strong> L’ASSISTENZA AL <strong>LUTTO</strong><br />

Il servizio di assistenza al lutto, nato come specifico per i familiari dei pazienti seguiti dall’A.V.A.P.O.-Mestre<br />

in assistenza domiciliare, si è poi allargato alla cittadinanza.<br />

Scrive Arnaldo Pangrazzi nel libro Aiutami a dire addio: “Non si può vivere senza morire. <strong>La</strong> morte, per<br />

alcuni, è un’attesa, una lotta, una speranza di sollievo dal dolore, un passaggio ad una vita migliore; per altri<br />

è un’ingiustizia, un’assurdità, un’offesa, un castigo. Dinanzi alla morte non si resta indifferenti: la sua<br />

presenza scatena una molteplicità di reazioni fisiche, emotive, spirituali”.<br />

Questo diverso “sentire” di fronte alla morte è proprio non solo dei pazienti ma anche dei familiari che<br />

perdono un proprio caro e che intraprendono un percorso di elaborazione del lutto.<br />

C’è chi riesce a gestire questo percorso con le proprie forze, chi rimane smarrito e senza conforto, chi cerca<br />

l’aiuto farmacologico per dormire o per ridurre i disturbi di ansia e per affrontare i momenti più bui, chi ricorre<br />

ad uno psicologo, ad uno psichiatra o ad un sacerdote e chi cerca di trovare conforto attraverso la<br />

condivisione della sofferenza con altre persone provate da dolori analoghi. <strong>La</strong> presenza di gruppi di<br />

sostegno reciproco per l’elaborazione del lutto è una risorsa sociale importantissima, di cui c’è grande<br />

bisogno. Un bisogno talmente grande che, partiti inizialmente con un gruppo per l’elaborazione, è stato<br />

necessario attivarne un altro proprio alla luce delle numerose richieste. Attualmente, sono attivi due gruppi<br />

per l’elaborazione del lutto: uno specifico rivolto a genitori che hanno perso un figlio/a e uno rivolto a persone<br />

che hanno perso un proprio caro. Il percorso intrapreso insieme all’interno di questi gruppi è denso di<br />

significati e conferma che il tempo da solo non guarisce il dolore, perché il fattore decisivo in un processo di<br />

elaborazione non è il tempo in sé, ma ciò che si fa con il tempo e se esso viene usato per attivare risposte<br />

costruttive di fronte alla sofferenza proprio come si cerca di fare insieme nei gruppi.<br />

Le procedure attualmente adottate per informare coloro che potrebbero essere interessati a richiedere<br />

assistenza in questo senso, sono le seguenti.<br />

- si invia una lettera a tutti i MMG informandoli dell’iniziativa e fornendo il numero di telefono della<br />

sede e della psicologa che conduce i gruppi stessi di elaborazione del lutto<br />

- si dà comunicazione capillare sulla stampa locale (giornale diocesano) e sul nostro giornalino<br />

associativo, nel quale periodicamente pubblichiamo notizie circa l’attività dei gruppi o testimonianze<br />

proposte dai partecipanti


- si collabora con la Pastorale del Lutto che ha provveduto a far affiggere sulle porte delle chiese un<br />

manifesto in formato A3 che riporta i riferimenti per eventuali contatti telefonici<br />

- si è inserita notizia nel sito dell’Associazione e in quelli di altre Associazioni con cui si opera in rete<br />

- ogni volta che viene a mancare un paziente, dopo qualche tempo si invia una lettera ai familiari con<br />

la quale si dà notizia di questa opportunità<br />

<strong>La</strong> psicologa vaglia le richieste che pervengono e prevede un colloquio individuale con tutti coloro che fanno<br />

richiesta. A seguito di tale incontro, la stessa valuta l’opportunità di inserire la persona nel gruppo oppure di<br />

prevedere prima un ciclo di colloqui individuali.

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