Le collezioni dell'Archivio Storico di Palazzo Cassi: i Signa

LE COLLEZIONI DELL’ARCHIVIO STORICO
DI PALAZZO CASSI: I SIGNA
La Diplomatica: Il Signum tabellionatus
Il Signum nel linguaggio corrente: ipotesi originale dell’autore
I Signa tabellionatus dell’archivio storico di Palazzo Cassi
Gli argomenti che verranno affrontati in questo come nei capitoli che
seguono fanno parte della Diplomatica, scienza nata nella seconda
metà del seicento che “studia i diplomi nell’eccezione più larga del
termine, ossia i documenti pubblici e privati, per accertare quanta e
quale attendibilità essi abbiano” 1 .
La prima opera in tal senso la si deve al monaco benedettino Jean
Mabillon (1632-1707) che nel 1618 pubblicò i De re diplomatica libri
sex, seguiti nel 1704 dal De re diplomatica supplementum.
Inizialmente la Diplomatica aveva come oggetto di studio gli atti con
chiara valenza giuridica.
Questo limite d’indagine è stato in seguito superato, basti pensare
alla Diplomatica Vaticana, che s’interessa anche di richieste, suppliche
e minute non strettamente attinenti alla sfera del diritto.
Nell’antica Roma repubblicana troviamo la figura del notarius, al servizio
principalmente di uomini di legge, per i quali assolve le funzioni
di trascrizione per notas, in forma abbreviata.
La prestazione del notarius non è ancora indirizzata ai privati cittadini,
per questi operano invece i forenses, più tardi tabelliones.
Alcune scuole di Diplomatica, ma sull’argomento non c’è unanimità
di pareri, fanno risalire la figura del notaio moderno a quella dei
tabelliones.
Erano questi liberi professionisti che esercitavano nel foro cittadino,
riuniti in collegi o scholae, soggetti a loro volta a precise disposizioni
e ad un’autorizzazione statale (auctoritas).
Il loro ufficio era detto tabellionato (da tabellio, la tavola di cera su
cui scrivevano).
Il signum tabellionatus o signum notarii è sostanzialmente un segno
grafico che veniva posto alla fine di un documento, una sorta di sigillo
personale con funzioni sia di riconoscimento che di attestazione
d’autenticità dello stesso.
Il “segno” più antico è certamente la croce.
Con il simbolo cristiano per eccellenza e nel nome della divinità veniva
siglato ed autenticato ogni atto.
Joannes Paulus Hieronimus Publicus Notarius, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo, Palazzo Cassi

558 Paolo Vitali
Nel linguaggio corrente non è raro sentire l’espressione “ci metto una
croce sopra”, ad indicare la volontà di rinunciare definitivamente a
qualcuno o qualcosa, oppure l’intenzione di porre fine a certi modi
di comportamento.
L’affermazione trova antiche radici nel signum tabellionatus della croce
2 , che si poneva a chiusura del documento per attestarne la veridicità.
Questo modo di dire, richiamando il significato e la “forza” del signum,
ribadisce solennemente la rinuncia da parte del singolo.
L’intenzione è verbalmente manifestata come autentica e definitiva.
Il soggetto, pronunciando la frase, stipula in realtà un contratto, non
con altri bensì con se stesso.
Il “segno” non è più un simbolo tracciato sulla carta ma una decisione
espressa ad alta voce, fissata nella memoria propria e di quanti
presenti ascoltano, che diventano così “testimoni”. La “croce sopra”
è il signum della volontà del pronunciante, volontà che nello stesso
tempo è anche notarius.
In questo caso, eccezionalmente, l’autenticità è successiva al signum
verbale: verrà certificata solo dopo che l’intenzione si sarà concretizzata
nei fatti.
“Ci metto una croce sopra”: un contratto verbale in piena regola con
tanto di signum, notarius e testimoni.
Chi la pronuncia ignora di mutuare una simbologia tipica della diplomatica
medievale.
Nel corso dei secoli la croce, che pure venne impreziosita da svolazzi
ed altri elementi decorativi, trasmutò verso “figure” sempre più complesse
che contraddistinguevano ancor meglio il singolo notaio.
Iniziano a comparire elementi religiosi o decorativi, figure geometriche,
di animali, floreali, antropomorfe od araldiche.
Nel signum che si evolve troviamo ora inserito il monogramma del
nome del notaio, ed in alcuni addirittura un “motto”, che rispecchiava
la sensibilità e la cultura del professionista.
Nell’archivio storico di San Costanzo, custodito nelle sale di Palazzo
Cassi, è raccolta una considerevole quantità di documenti contenenti
una singolare varietà di signa.
Nel 1644 il notaio Iulius Barlottinus sceglie come motto personale
omnibus nemini, andando addirittura a scomodare l’Etica Eudemea 3
di Aristotele: Amicus omnibus, amicus nemini, chi ha molti amici in
realtà non è veramente amico di nessuno.

NOTE
Palazzo Cassi a San Costanzo 559
1 Appunti dalle lezioni del Prof. Giovanni Vittani, Milano 1911-1915.
2 Paolo Vitali, Il Signum Tabellionatus nel linguaggio corrente: un’ipotesi
originale.
3 Aristotele, Etica Eudemea, VII, 1245b 20. Il titolo dell’opera si rifà ad
Eudemeo di Rodi, allievo dello stesso Aristotele, che avrebbe partecipato alla
stesura del testo affiancando il maestro.
Antonius Maria Banneus, Notarius Publicus, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo, Palazzo Cassi

Alexander Vararius Notarius Publicus, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo, Palazzo Cassi
A fianco:
Joseph Genga Publicus Notarius Mundulphensis, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo, Palazzo Cassi

Gulandus de Gualandis, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo, Palazzo Cassi

Iosippus Bettinus de Mondulfo, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo, Palazzo Cassi

Hieronimus Tambrinus, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo, Palazzo Cassi
A fianco:
Franciscus Riccius, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo, Palazzo Cassi

Camillus Camillottus, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo,
Palazzo Cassi
Michael Magnoreius, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo,
Palazzo Cassi

Joannes Ferri, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo,
Palazzo Cassi
Iulianus Serandrea, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo,
Palazzo Cassi

Laurentius Fabrinus, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo,
Palazzo Cassi
Joannes Franciscus Thomanus,
Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo,
Palazzo Cassi

Ludovicus Corbellus, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo,
Palazzo Cassi
Pierfranciscus Alberinus, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo,
Palazzo Cassi

Hjacinthus Cicconus, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo,
Palazzo Cassi
Alexander Bedes, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo,
Palazzo Cassi

Nicolas Baraneias, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo, Palazzo Cassi

Petrus Paitellus, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo, Palazzo Cassi

Nicolaus Arnoaldus, Signum tabellionatus
Archivio storico di San Costanzo, Palazzo Cassi