Libreria Antiquaria Pregliasco - Catalogo 102
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64. FABRIZZI DI AQUAPENDENTE, Gerolamo. L’Opere Cirugiche di Girolamo Fabritio d’Aquapendente cav. e medico cirugico rinomatissimo nel famosissimo Studio di Padova… Divise in due parti: nella prima si tratta de’ tumori, delle ferite, viceri, rotture e slogature. Nella seconda delle operationi principali di Cirugia. Tradotte in lingua italiana. Padova, Matteo Cadorino, 1671, € 2.800 in-folio, pp. (12), 359, illustrato da vignetta inc. sul titolo e 9 magnifiche tavole a piena pagina di strumenti chirurgici inc. in rame f.testo. Elegante legatura ottocentesca in p.pelle, decorata in oro. Vasto trattato seicentesco di chirurgia, assai importante, la cui prima edizione apparve a Padova in latino nel 1641. Fabrizzi (1533-1619) fu stimato professore di anatomia e chirurgia nel famoso Studio di Padova. Esemplare a pieni margini. WELLCOME, MEDICAL LIBRARY, III, p.4. PAZZINI n.79. [9424] 65. FRACANZANI, Antonio. In librum Hippocratis de Alimento Commentarius. Venetiis, ex Offic. Marci de Maria Salernitani, 1566, € 3.000 in-4, pp. 94, (2 bb.). Leg. coeva cart. Impresa tipogr. al tit., alcune iniz. silogr., testo in nitido car. rom. Prima ed unica edizione di questo interessante trattatello concernente la dietetica, ultimo lavoro del Fracanzani publicato in vita, frutto del ciclo di lezioni di medicina teorica tenute a Padova. «Dedicato al card. Alessandro Farnese, l’opuscolo presenta la traduzione latina del testo ippocratico corredato di un breve commento per ogni singola frase…, il linguaggio fortemente tecnico e la stringatezza dello stile conferiscono all’opera un carattere di “prontuario” per medici eseprti, o per studenti già in possesso delle basilari nozioni di medicina ippocratica» (Diz. Biogr. Ital.vol. 49, p. 524-5). Il Francanzani (Vicenza 1506 - Padova 1567) fu illustre medico e professore nelle Università di Padova e Bologna, autore anche del “De morbo gallico fragmenta”, pubblicato nel 1563 a Padova in appaendice all’omonima opera di Gabriele Falloppio. Bellissimo esempl. a pieni margini, con barbe. NON IN WELLCOME. DURLING 1630. BING 846. BMC 275. [4306] 66. Galilei - DAVISI, Urbano. Trattato della Sfera di Galileo Galilei, con alcune prattiche intorno a quella, e modo di fare la figura celeste, e suoi direttioni secondo la via rationale di Buonardo Savi. In Roma, per Nicolò Angelo Tinassi, a Spese di Domenico Grialdi, 1656, € 14.000 in-12 (132x71 mm), pp. (18, compreso antiporta figurato), 296, (2 con errata); 1 tav. inc. in rame ripieg. e 2 tab. ripieg. f.t. Legatura coeva in pergamena, titolo manoscritto lungo il dorso. L’antiporta inciso in rame raffigura un gruppo di uomini attorno ad un piedistallo, con armi medicee, su cui è appoggiata la Sfera; sulla destra un uomo guarda il cielo con il cannocchiale. Molti furono i dubbi sulla autenticità di questa opera sin dal suo inserimento nella prima edizione delle Opere di Galileo, Bologna, 1656. Il Viviani stesso che curò questa edizione di Bologna la riteneva apocrifa. Il problema deriva dal fatto che in quest’opera Galilei affermerebbe l’immobilità della Terra, fra l’altro con uno stile e delle argomentazioni che non gli erano proprie. Secondo Riccardi il vero Compendio della sfera di Galileo è andato perduto e avanza delle perplessità sul fatto che fosse stato un “monaco peripatetico” a pubblicare questo scritto di Galileo pensando piuttosto ad un inganno per far credere che Galilei avesse cambiato idea. Il Davisi dal canto suo nell’avvertenza afferma che il manoscritto dettato da Galilei era in possesso di Scipione Satronchet che lo aveva affidato all’editore; lui stesso avrebbe incoraggiato quest’ultimo a pubblicarlo e aggiunti alcuni esercizi pratici insegnatigli dal suo maestro B. Cavalieri. Bell’esemplare, con curiosa nota di possesso all’antiporta: scritto trasversalmente, come se uscisse dal cannocchiale, “Honoratus Romae”, mentre nel bas de page compare il motto “non hoc: sed hunc” (l’inchiostro 50
ha leggermente bruciato la carta); al verso dello stesso foglio nota di possesso più recente “Lodovico Arcellari”. CARLI FAVARO 252. CINTI133. GAMBA 480. GRAESSE, III, 16. HUZEAU & LANCASTER 9653. OLSCHKI, CHOIX, 6672. PIANTANIDA 1548. RICCARDI, I (I), 398, 519. [17708] 67. HERBINIUS, M.Johannes. Dissertationes de admirandis Mundi Cataractis supra et subterraneis, earumque Principio, Elementorum Circulatione, ubi eadem occasione Aestus Maris Reflui. Vera ac genuina causa asseritur, nec non terrestri ac primigenio Paradiso locus situsque verus in Palaestina restituitur… Amsterdam, Jansson-Waesberg, MDCLXXVIII (1678), € 2.800 in-4, pp. (16, compreso antip. inciso), 267, (17). Leg. coeva p.pelle, titolo e ricchi fregi in oro al dorso. Opera di notevole rarità, importanza e curiosità scientifica. É adorna di antiporta inciso con figure allegoriche, piccola silografia, 4 tavole f.t. (2 più volte ripieg.: corografia e fiumi del Paradiso, cascate di Trollhättan in Norvegia) e 21 splendide incisioni a mezza pag. raffig. luoghi e cascate europee (tra cui quelle delle Marmore, di Schaffausen, chiuse e rapide sul Reno e Danubio, tra Venezia e Padova). Prima edizione di notevole studio naturalistico sull’origine delle sorgenti e dei fiumi, flussi e correnti marine, e sui fiumi del Paradiso. L’autore, predicatore protestante scandinavo, 1633-1679, propone l’esistenza di un grande mare all’interno della terra, e ricerca prove idrografiche e storiche per affermare che la Palestina fosse il sito del Paradiso Terrestre. Ottimo esemplare. MANCA A VARIE BIBLIOGRAFIE. WELLCOME, III,25. [947] 68. LACEPIERA, Petrus. Libro de l’Occhio morale et spirituale vulgare. (In fine:) Impresso ne la inclita citta di Venetia MCCCCXCVI adi XXI Marzo (Venezia, Johannes Rubeus 1496), (Legato con:) CLIMACUS, Johannes. Scala Paradisi. (In fine:) Aquesto libro fu facto In Venezia per Christopholo da mandelo. MCCCCLXXXXII (1492), € 11.000 2 opere in 1 vol. in-4. Legatura moderna ad imitazione antica in pelle, fregi a secco e in oro ai piatti e al dorso. Comprende: I) ff. 64 n.n. (a-h8); testo in carattere romano, titolo in gotico. Prima edizione in italiano di quello che è considerato il secondo libro sull’occhio: “the second earliest printed work on the eye, Grassus’s De oculis (1474) being the first” (Becker). Al titolo grande legno (mm 76x75), apparso già nell’edizione latina dello stesso anno, raffigurante un monaco (l’autore ?) in cattedra in atto di parlare, indicandosi un occhio, ad un uditorio, in cui curiosamente appaiono tre figure femminili; numerose iniziali vegetali n.t. L’opera apparve per la prima volta in latino nel 1476; controversa è la paternità del testo essendo variamente attribuito a Petrus de Lacepiera, il cui nome appare nel colophon, a Johannes de Peckham o, molto probabilmente, a Petrus Lemovicensis (Pierre de Limoges). La traduzione in italiano venne curata da Fra Teophilo Romano. Si tratta principalmente di un trattato morale ma con interessanti osservazioni scientifiche: nei primi quattro capitoli è infatti contenuta una descrizione dell’occhio. “The purpose of the De oculo morali is purely ethical but it contains a description of the eye, together with a brief account of eye diseases and their treatment” (Sarton II, 1029). L’analisi della fisiologia della visione e delle proprietà della luce sono quindi funzionali all’a. per descrivere i gradi della morale. II) Climacus Johannes. Scala paradisi. Sermo ad pastorem, Venezia, Christophorus de Pensis, de Mandello, 12 Oct. 1492, ff. 98 n.n. (a-l8, m10). Al titolo silogr. (mm 55x75) raffigurante un abate tra due gruppi di monaci nel chiostro di un monastero; al f. a2v legno (mm 40x50) raffigurante la Pietas (Cristo deposto dalla Croce sul grembo di Maria circondato da sette personaggi). Numerose iniziali vegetali n.t. Terza edizione della traduzione in italiano (prima Torrebelvicino presso Vicenza, Leonardo Longo, 1478; quella del 1477 citata dall’Hain 5466 non esiste) di questa famosa guida spirituale, «Klimax tou Paradeisou» o Scala del Paradiso, 51
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64. FABRIZZI DI AQUAPENDENTE, Gerolamo. L’Opere Cirugiche di Girolamo<br />
Fabritio d’Aquapendente cav. e medico cirugico rinomatissimo nel famosissimo<br />
Studio di Padova… Divise in due parti: nella prima si tratta de’ tumori, delle ferite,<br />
viceri, rotture e slogature. Nella seconda delle operationi principali di Cirugia. Tradotte<br />
in lingua italiana. Padova, Matteo Cadorino, 1671, € 2.800<br />
in-folio, pp. (12), 359, illustrato da vignetta inc. sul titolo e 9 magnifiche tavole a piena pagina<br />
di strumenti chirurgici inc. in rame f.testo. Elegante legatura ottocentesca in p.pelle, decorata<br />
in oro. Vasto trattato seicentesco di chirurgia, assai importante, la cui prima edizione apparve a<br />
Padova in latino nel 1641. Fabrizzi (1533-1619) fu stimato professore di anatomia e chirurgia<br />
nel famoso Studio di Padova. Esemplare a pieni margini. WELLCOME, MEDICAL LIBRARY, III, p.4.<br />
PAZZINI n.79. [9424]<br />
65. FRACANZANI, Antonio. In librum Hippocratis de Alimento Commentarius.<br />
Venetiis, ex Offic. Marci de Maria Salernitani, 1566, € 3.000<br />
in-4, pp. 94, (2 bb.). Leg. coeva cart. Impresa tipogr. al tit., alcune iniz. silogr., testo in nitido<br />
car. rom. Prima ed unica edizione di questo interessante trattatello concernente la dietetica,<br />
ultimo lavoro del Fracanzani publicato in vita, frutto del ciclo di lezioni di medicina teorica tenute<br />
a Padova. «Dedicato al card. Alessandro Farnese, l’opuscolo presenta la traduzione latina del testo<br />
ippocratico corredato di un breve commento per ogni singola frase…, il linguaggio fortemente tecnico<br />
e la stringatezza dello stile conferiscono all’opera un carattere di “prontuario” per medici eseprti, o per<br />
studenti già in possesso delle basilari nozioni di medicina ippocratica» (Diz. Biogr. Ital.vol. 49, p.<br />
524-5). Il Francanzani (Vicenza 1506 - Padova 1567) fu illustre medico e professore nelle<br />
Università di Padova e Bologna, autore anche del “De morbo gallico fragmenta”, pubblicato nel<br />
1563 a Padova in appaendice all’omonima opera di Gabriele Falloppio. Bellissimo esempl. a pieni<br />
margini, con barbe. NON IN WELLCOME. DURLING 1630. BING 846. BMC 275. [4306]<br />
66. Galilei - DAVISI, Urbano. Trattato della Sfera di Galileo Galilei, con alcune prattiche<br />
intorno a quella, e modo di fare la figura celeste, e suoi direttioni secondo la<br />
via rationale di Buonardo Savi. In Roma, per Nicolò Angelo Tinassi, a Spese di<br />
Domenico Grialdi, 1656, € 14.000<br />
in-12 (132x71 mm), pp. (18, compreso antiporta figurato), 296, (2 con errata); 1 tav. inc. in<br />
rame ripieg. e 2 tab. ripieg. f.t. Legatura coeva in pergamena, titolo manoscritto lungo il dorso.<br />
L’antiporta inciso in rame raffigura un gruppo di uomini attorno ad un piedistallo, con armi medicee,<br />
su cui è appoggiata la Sfera; sulla destra un uomo guarda il cielo con il cannocchiale. Molti<br />
furono i dubbi sulla autenticità di questa opera sin dal suo inserimento nella prima edizione<br />
delle Opere di Galileo, Bologna, 1656. Il Viviani stesso che curò questa edizione di Bologna la<br />
riteneva apocrifa. Il problema deriva dal fatto che in quest’opera Galilei affermerebbe l’immobilità<br />
della Terra, fra l’altro con uno stile e delle argomentazioni che non gli erano proprie. Secondo<br />
Riccardi il vero Compendio della sfera di Galileo è andato perduto e avanza delle perplessità sul<br />
fatto che fosse stato un “monaco peripatetico” a pubblicare questo scritto di Galileo pensando piuttosto<br />
ad un inganno per far credere che Galilei avesse cambiato idea. Il Davisi dal canto suo<br />
nell’avvertenza afferma che il manoscritto dettato da Galilei era in possesso di Scipione Satronchet<br />
che lo aveva affidato all’editore; lui stesso avrebbe incoraggiato quest’ultimo a pubblicarlo e<br />
aggiunti alcuni esercizi pratici insegnatigli dal suo maestro B. Cavalieri. Bell’esemplare, con curiosa<br />
nota di possesso all’antiporta: scritto trasversalmente, come se uscisse dal cannocchiale,<br />
“Honoratus Romae”, mentre nel bas de page compare il motto “non hoc: sed hunc” (l’inchiostro<br />
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