Libreria Antiquaria Pregliasco - Catalogo 102

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04.09.2013 Views

ati per dar spazio anche alle poesie inedite e rare. Tratta poi del Petrarca: “Non se n’ha a parlar più del Petrarca ? Tanto meglio. Tutta fatica risparmiata”. - L.a.f.: 2 pagine in-8 grande su carta azzurra datata “Bologna 12 giugno ‘68” a “Caro Barbera”. Il C. spiega all’editore di aver incontrato alla Biblioteca Universitaria di Bologna Luciano Scarabelli, letterato, celebre dantista, noto anche per la produzione di testi per l’infanzia, e per il lavoro di archivista a Piacenza e a Bologna, che ironicamente definisce dal “carattere un po’ difficile…”. Propone all’editore di pubblicare un lavoro su un inedito manoscritto dantesco che lo Scarabelli sta studiando “…ci pensi il lavoro può ben essere interessante: edito da lei, anche più”. Chiede poi all’editore delle bibliografie per portare a compimento il suo lavoro sul Petrarca. - L.a.f.: 4 pagine in-8 su carta profilata in nero datate “Bol. 27 febbraio 1871”, a “Caro Barbera” (il nome dell’editore è però solo intuibile perché abraso) in cui C. dichiara di non voler pubblicare nella sua raccolta di Poesie, né “La Croce di Savoia” né la “Canzone al Re” che invece l’editore vorrebbe includere. Il poeta si dichiara eventualmente disponibile ad inserirle in appendice alle riedizioni. Ma scrive che “ristampare i versi del ‘59 oggi sarebbe o ingenuità o falsità…e poi il volume è finito di comporre..”. Aggiunge: “la prego di deporre il pensiero che è moralmente per me, materialmente pel libro impossibile a fare”. Nel ‘71 Barbera pubblicò, questa volta non più sotto pseudonimo, le Poesie, divise in tre parti - Decennalia, Levia Gravia, Juvenilia: la prima, in due libri, comprendeva liriche di ispirazione politica composte fra il ‘60 e il ‘70 (in seguito il libro primo sarebbe confluito quasi tutto in Levia Gravia, il secondo nei Giambi ed Epodi); la seconda, in quattro libri, corrispondeva solo parzialmente alla raccolta del ‘68; la terza, in tre libri. Nelle righe finali C. fa riferimento alla chiusura del periodico “Italia Nuova”, diretto da Angelo Bargoni ed è probabilmente lui che il poeta definisce “Il cappuccino ex-democratico ed ex-ministro la fa un po’ dire?”. - Biglietto a.f.: 2 pagine in-12 s.l. né d. a “Caro Barbera”. Si riferisce ad un invito per un “Sabato sera” a cui C. parteciperà con Chiarini e Del Lungo. Si uniscono copia di lettera ad un amico, biglietto dattiloscritto, due foglietti con appunti probabilmente autografi e trascrizione di una poesia. [90315] 247. CAVOUR, Camillo Benso (1810-1861). Lettera autografa, non firmata, con l’indicazione “Istruzioni per l’assenza”. Datata 25 luglio 1856 € 1.000 2 pagine in-8 su carta azzurra autografe di Cavour: si tratta di un promemoria suddiviso in varie disposizioni che Cavour, allora primo ministro dello Stato Sabaudo, impartisce ai suoi collaboratori. Di particolare interessa la richiesta di Cavour di poter leggere i numeri del “Nord” e del “Fischietto”. L’ultima raccomandazione è “I decreti Reali saranno consegnati al ministro Rattazzi per la firma del Re...”. [90299] 248. D’ANNUNZIO, Gabriele. Lettera autografa, priva di firma e data. € 180 1 pagina in-8 vergata a lapis. Si tratta di un biglietto di appunti, e per questo ancora più raro che si sia conservato in cui il Vate annota “Telefonare alla Squadra che gli Ufficiali potranno entrare nella Sala del Palazzo anche senza biglietto”. Perfettamente conservato. [90275] 249. D’ANNUNZIO, Gabriele. Lettera autografa, priva di firma e data. Inviata “Per Italo”. € 180 1 pagina in-8 vergata in inchiostro con cui D’Annunzio prega tale Italo (Balbo ?) di avvisare il Tenente De Chiro “…che non parta per Trento alle dieci ma venga a colazione da me a mezzogiorno e mezzo”. In perfetto stato di conservazione. [90276] 162

247. CAVOUR 250. DE AMICIS 255. MARCONI

ati per dar spazio anche alle poesie inedite e rare. Tratta poi del Petrarca: “Non se n’ha a parlar<br />

più del Petrarca ? Tanto meglio. Tutta fatica risparmiata”. - L.a.f.: 2 pagine in-8 grande su carta<br />

azzurra datata “Bologna 12 giugno ‘68” a “Caro Barbera”. Il C. spiega all’editore di aver incontrato<br />

alla Biblioteca Universitaria di Bologna Luciano Scarabelli, letterato, celebre dantista, noto anche<br />

per la produzione di testi per l’infanzia, e per il lavoro di archivista a Piacenza e a Bologna, che<br />

ironicamente definisce dal “carattere un po’ difficile…”. Propone all’editore di pubblicare un lavoro<br />

su un inedito manoscritto dantesco che lo Scarabelli sta studiando “…ci pensi il lavoro può ben<br />

essere interessante: edito da lei, anche più”. Chiede poi all’editore delle bibliografie per portare a<br />

compimento il suo lavoro sul Petrarca. - L.a.f.: 4 pagine in-8 su carta profilata in nero datate “Bol.<br />

27 febbraio 1871”, a “Caro Barbera” (il nome dell’editore è però solo intuibile perché abraso) in<br />

cui C. dichiara di non voler pubblicare nella sua raccolta di Poesie, né “La Croce di Savoia” né la<br />

“Canzone al Re” che invece l’editore vorrebbe includere. Il poeta si dichiara eventualmente disponibile<br />

ad inserirle in appendice alle riedizioni. Ma scrive che “ristampare i versi del ‘59 oggi sarebbe<br />

o ingenuità o falsità…e poi il volume è finito di comporre..”. Aggiunge: “la prego di deporre il pensiero<br />

che è moralmente per me, materialmente pel libro impossibile a fare”. Nel ‘71 Barbera pubblicò, questa<br />

volta non più sotto pseudonimo, le Poesie, divise in tre parti - Decennalia, Levia Gravia, Juvenilia:<br />

la prima, in due libri, comprendeva liriche di ispirazione politica composte fra il ‘60 e il ‘70 (in<br />

seguito il libro primo sarebbe confluito quasi tutto in Levia Gravia, il secondo nei Giambi ed<br />

Epodi); la seconda, in quattro libri, corrispondeva solo parzialmente alla raccolta del ‘68; la terza,<br />

in tre libri. Nelle righe finali C. fa riferimento alla chiusura del periodico “Italia Nuova”, diretto<br />

da Angelo Bargoni ed è probabilmente lui che il poeta definisce “Il cappuccino ex-democratico ed<br />

ex-ministro la fa un po’ dire?”. - Biglietto a.f.: 2 pagine in-12 s.l. né d. a “Caro Barbera”. Si riferisce<br />

ad un invito per un “Sabato sera” a cui C. parteciperà con Chiarini e Del Lungo. Si uniscono copia<br />

di lettera ad un amico, biglietto dattiloscritto, due foglietti con appunti probabilmente autografi<br />

e trascrizione di una poesia. [90315]<br />

247. CAVOUR, Camillo Benso (1810-1861). Lettera autografa, non firmata, con l’indicazione<br />

“Istruzioni per l’assenza”. Datata 25 luglio 1856 € 1.000<br />

2 pagine in-8 su carta azzurra autografe di Cavour: si tratta di un promemoria suddiviso in varie<br />

disposizioni che Cavour, allora primo ministro dello Stato Sabaudo, impartisce ai suoi collaboratori.<br />

Di particolare interessa la richiesta di Cavour di poter leggere i numeri del “Nord” e del<br />

“Fischietto”. L’ultima raccomandazione è “I decreti Reali saranno consegnati al ministro Rattazzi<br />

per la firma del Re...”. [90299]<br />

248. D’ANNUNZIO, Gabriele. Lettera autografa, priva di firma e data. € 180<br />

1 pagina in-8 vergata a lapis. Si tratta di un biglietto di appunti, e per questo ancora più raro che<br />

si sia conservato in cui il Vate annota “Telefonare alla Squadra che gli Ufficiali potranno entrare nella<br />

Sala del Palazzo anche senza biglietto”. Perfettamente conservato. [90275]<br />

249. D’ANNUNZIO, Gabriele. Lettera autografa, priva di firma e data. Inviata<br />

“Per Italo”. € 180<br />

1 pagina in-8 vergata in inchiostro con cui D’Annunzio prega tale Italo (Balbo ?) di avvisare il<br />

Tenente De Chiro “…che non parta per Trento alle dieci ma venga a colazione da me a mezzogiorno<br />

e mezzo”. In perfetto stato di conservazione. [90276]<br />

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