Libreria Antiquaria Pregliasco - Catalogo 102

l’Umanesimo ed il Rinascimento. Esemplare appartenuto a Cesare Negrolo, banchiere e mercante
di origine milanese, celebre collezionista anche di dipinti, che nel 1569 costituì una società con
lo zio Domenico Negrolo per la vendita a Parigi e Lione di tessuti, armi e armature prodotti a
Milano. Nel 1580 venne coinvolto in un eclatante e violento fatto di cronaca. Avverso a Ottaviano
Visconti per la volontà sua e del Visconti di sposare la medesima donna. La questione venne
risolta nel convento di S. Maria delle Grazie da Carlo Borromeo, con la rinuncia del Negrolo e le
nozze tra il Visconti e la ragazza. La preziosa legatura in cui è inserito l’esemplare venne con tutta
probabilità realizzata a Lione negli anni in cui il Negrolo vi soggiornò per lavoro. Magnifico esemplare.
STC 216. ADAMS D-492 (la prima edizione). [10094]
163. HIERONYMUS, Sanctus. Epistolae. (Segue:) LUPUS deOLIVETO. Regula
Monachorum ex Epistolis. S.n.t. (Venezia, Dominus Pincius, circa 1500), € 5.800
in-folio (mm 316 x 213), ff. (6), 903 (i.e. 392, numerosi errori di numerazione; segn.: *6, av8,
x4, A-Z8, 2A-2C8, 2D6, 2E8, 2F6, verso dell’ultimo f. bianco). Legatura coeva in pieno cuoio
con decorazioni a secco: doppio riquadro, vegetale e geometrico ai piatti e rombi centrali, dorso
a nervi con fregi geometrici a secco, tassello manoscritto; contropiatti con fogli di pergam. manoscritta
di mano del XIV secolo. Carattere romano su 2 colonne di 62 linee, spazi per lettere-guida
in bianco. Comprende: 6 ff. di Tavole; i ff. 1 recto-164 verso contengono la Prima parte delle
Epistole (con colophon: “Diui Hieronymi epistolarum partis primae volumen feliciter finit. Die VII.
Ianuarii. MCCCCXCVI” - tratto dall’edizione veneziana di Rubeus Vercellensis); i ff. 165r-376v
contengono la Seconda parte delle Epistolae; i ff. 377r-903r contengono “Regula Monachorum
… Beati Hieronymi excerpta, & per quendam Lupum de Oliveto hispanum monachum in certis capitulis
bricisque distincta”. Lo stampatore viene generalmente ritenuto Dominus Pincius (Goff),
per quanto sia stato avanzato anche il nome di Philippus Pincius, e l’opera viene datata verso il
1500. Provenienza: sul recto e verso del primo f. si leggono varie note di possesso di mani cinquecentesche
(margine inf. del f. *2 recto con restauro, piccole macchie nei primi fogli).
Interessante e raro assieme delle Epistole del noto padre della Chiesa e della Regola e del monaco
spagnolo Lupus. Importante incunabulo, genuino e ben conservato nella sua prima artistica legatura
(con lievi restauri ben eseguiti al dorso, alle cerniere e agli angoli). H *8564. HUNT 3106.
POLAIN(B) 4436. GOFF H-177. IGI 4744. [4830]
164. LOCKE, John. An Essay concerning Humane Understanding. In four Books.
London, Printed by Eliz, Holt for Thomas Basset. MDCXC (1690), € 27.000
in-folio (mm 326x196), pp. (12), 362, (22). Legatura coeva in pelle con filetti a secco ai piatti e
titolo oro entro motivi decorativi ai piccoli ferri al dorso. Prima edizione, tiratura Holt (da molti
considerata la prima), di fondamentale testo della filosofia liberale di Locke (Wrington,
Somersetshire, 1632-1704), con due correzioni autografe dell’autore. L’“Essay Concerning
Human Understanding” ebbe gestazione faticosa, durata circa venti anni, e fu messo all’Indice da
Clemente XII nel 1734. In quest’opera Locke stabilisce che: “though knowledge must necessarily fall
short of complete comprehension, it can at least be “sufficient”; enough to convince us that we are not
at the mercy of pure chance, and can to some extent control our own destiny” (PMM). Conobbe
varie traduzioni: “Few books in the literature of philosophy have so widely represented the spirit of the
age and country in which they appeared, or have so influenced opinion afterwards” (Fraser). Esemplare
con al f. A3v “certainly sensible” corretto in “extreamly sensible” mentre al f. A4r nell’Epistola al
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