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Per il "Re di Roma" RNALE .

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E mentre balbettando al gran papà<br />

Chiede la bumba e grida: huà, hui,<br />

Lo scettro impugna, ed alla Francia dà<br />

Leggi ed un giogo che non può soffrì<br />

Tuttavia vi erano anche romani che già vedevano nell'imperiale<br />

fanciullo l'erede delle antiche glorie <strong>di</strong> Roma. Ne è testimonianza un<br />

rarissimo opuscolo, stampato in Roma nel 1813 (senza in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong><br />

mese) con i tipi del Salviucci, che ha per titolo Il Tebro / al/<strong>Re</strong> <strong>di</strong><br />

Roma / Canzone / <strong>di</strong> Giovanni Viviani P.A. Particolare interesse ha<br />

poi l'opuscolo per una bella e vigorosa incisione allegorica del Pinelli,<br />

in tavola f. t.: <strong>il</strong> Tevere, deità cinta d'alloro, sorge da un ribollire<br />

d'acqua su un trofeo d'armi - sullo sfondo le arcate <strong>di</strong> Ponte M<strong>il</strong>vio-,<br />

e pone fra gli artigli <strong>di</strong> una maestosa aqu<strong>il</strong>a un elmo romano ed una<br />

daga, su cui si legge « Al re <strong>di</strong> Roma». (L'incisione è registrata al n. 50,<br />

p. 70, del Catalogo della Mostra <strong>di</strong> B. Pinelli, or<strong>di</strong>nata nel 1956 dagli<br />

« Amici dei Musei <strong>di</strong> Roma»).<br />

Diamo <strong>il</strong> testo della Canzone, che <strong>il</strong> Pinelli fedelmente interpretò<br />

con <strong>il</strong> suo bulino (2):<br />

Là, dove fra l'orrib<strong>il</strong>e tumulto<br />

Di Marziali scempj,<br />

Rovesciato Mezenzio giù dal ponte<br />

Ultime prove <strong>di</strong>è <strong>di</strong> furor empj<br />

E truce in atto, e inulto<br />

Contra <strong>di</strong> Costantin proruppe .ali'onte,<br />

D'elmo nuda la fronte,<br />

D'una mano afferrando 'I crin bagnato<br />

AlI'instancab<strong>il</strong> suo destrier nuotante,<br />

(2) Non abbiamo elementi per giu<strong>di</strong>care la sincerità dei sentimenti espressi<br />

dall'autore della Canzone, ma cre<strong>di</strong>amo che Bartolomeo Pinelli sentì veramente<br />

<strong>il</strong> fascino napoleonico, poiché, anche senza tener conto dei « trasparenti» per<br />

palazzo Doria, cui abbiamo fatto cenno e che potevano significare semplicemente<br />

l'esecuzione <strong>di</strong> un or<strong>di</strong>n.ativo, Pinelli <strong>di</strong>mostrò in tempi non sospetti, quando cioè<br />

Napoleone già languiva nella sperduta S. Elena, <strong>di</strong> considerarlo una grande figura<br />

storica; si veda in proposito alcune delle incisioni eseguite nel 1818 come cornice<br />

<strong>il</strong>lustrativa <strong>di</strong> una grande carta geografic.a e marina della penisola iberica pubblicata<br />

a Valenza da D. Francesco Pomares (F. GERRA, « Quer gran colosso» dal bulino<br />

del Pinelli ai versi del Belli, in « Palatino», luglio-agosto 19i>1).<br />

208<br />

L"<br />

Dell'altra, sanguinante<br />

Brando, rivolto l'occhio <strong>di</strong>sperato<br />

Nel vincitor beato;<br />

Mentre i' men già pensoso,<br />

Mi si <strong>di</strong>vise in duo repente l'onda,<br />

Si che del letto algoso<br />

Potei mirar la region profonda.<br />

Ivi 'I Tebro vid'io seder Sovrano<br />

Fra spade, ed aste, e maglie<br />

(Ornamento maggior della sua reggia)<br />

Ed altri arnesi, che nelle battaglie<br />

Usò 'I valor Romano,<br />

Ond'alta fama ancor nel mondo eccheggia:<br />

Quà n'apparia una scheggia<br />

Di scudo, e là giacea spezzato acciaro:<br />

Pur confusi miravansi fra l'armi<br />

Effigiati marmi,<br />

Simulacri d'Eroi, che suon preclaro<br />

Di virtù ne lasciaro;<br />

E del misto apparecchio<br />

Di tai lavor, pompa d'età vetusta,<br />

Egli faceasi specchio<br />

Alla ridente sua sembianza augusta.<br />

Quand'ecco in mezzo al suo gioir, a un tratto,<br />

Com'uom, che d'improvviso<br />

Da subito pensier sospinto sia,<br />

Sorge, e più gioja gli balena in viso.<br />

Scorre con occhio ratto<br />

Ad uno ad un que' rari avanzi 'n pria;<br />

Questo e quel prende, e via<br />

Poi li scaglia da se; volge sossopra<br />

Dell' armi tutte le onorate masse,<br />

Fin che un elmo ne trasse,<br />

Che <strong>di</strong> Cesare avea l'impronta sopra;<br />

E mentr'è intento all'opra,<br />

Trova fra l'armi degne<br />

Il brando <strong>di</strong> Trajan, che tremar feo<br />

Dache, e Partiche insegne,<br />

E in un coll'elmo ne formò un trofeo.<br />

Poi fatto st<strong>il</strong> d'un dardo, in note altere<br />

Vi scrisse: Al <strong>Re</strong> <strong>di</strong> Roma.<br />

L'Aqu<strong>il</strong>a, che <strong>di</strong> Giove al cenno intende,<br />

Allor giù piomba, a tor si noh<strong>il</strong> soma,<br />

Dalle più eccelse sfere;<br />

2°9<br />

I<br />

l

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