03.09.2013 Views

Per il "Re di Roma" RNALE .

Per il "Re di Roma" RNALE .

Per il "Re di Roma" RNALE .

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

via del Governo Vecchio. Interrogato se abbia conosciuto i propri<br />

genitori, Francesco risponde: « lo ero piccolo, quando venni a Roma<br />

con la signora Hieronima Colonna et venni da Cisterna». Gero[ama<br />

Co[onna era sorella <strong>di</strong> Marcantonio <strong>il</strong> vittorioso e moglie <strong>di</strong> Cornelio<br />

PignateIli. Il ragazzo fu, poi, raccolto, non sappiamo precisamente<br />

quando, nella casa <strong>di</strong> Alfonso d'A v<strong>il</strong>a: forse non prima dell'inizio<br />

del 1587.<br />

Dei tre testimoni, che deposero sulla guarigione <strong>di</strong> Francesco,<br />

Dionora da Montalcino, detta Porzia senese, una vedova, che stava in<br />

casa d'A[fonso d'Av<strong>il</strong>a, non so con quali mansioni, <strong>di</strong>chiarò <strong>di</strong> cono-<br />

scere Francesco da cinque o sei mesi; don Pietro Sc[avi, faentino,<br />

sottocurato <strong>di</strong> Santa Cec<strong>il</strong>ia a Monte Giordano, <strong>di</strong>chiarò d'aver cono-<br />

sciuto Francesco al principio dell'anno in corso; don Annibale Samonio,<br />

rettore della stessa chiesa, conosceva Francesco da circa due anni, ma<br />

<strong>di</strong>sse che egli era venuto ad abitare stab<strong>il</strong>mente nella sua parrocchia<br />

da cinque o sei mesi circa. Da Francesco sappiamo, poi, che egli sta<br />

presso Porzia senese, la serve a tavola ed esegue i suoi or<strong>di</strong>ni, ma<br />

che <strong>il</strong> suo desiderio sarebbe (incoraggiato in questo dai d'Av<strong>il</strong>a) <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>ventare frate cappuccino. Dalle note del p. Mariano da Alatri sappiamo,<br />

invece, che dai cappuccini non fu accettato, che entrò fra i<br />

« fatebenefrateIli» e che morì <strong>il</strong> 22 maggio 1614'<br />

Francesco <strong>di</strong>rà poi che nOn è stato compreso bene quanto egli<br />

voleva <strong>di</strong>re e che i fatti non si sono svolti come li ha registrati <strong>il</strong><br />

notaio, ma (forse intimi<strong>di</strong>to dalla presenza del vicegerente, che or<strong>di</strong>nava<br />

a lui <strong>di</strong> ripetere quanto stava per suggerirgli ed or<strong>di</strong>nava al<br />

notaio <strong>di</strong> registrare alla lettera [a pronunzia del ragazzo) sta <strong>di</strong> fatto<br />

che egli <strong>di</strong>sse: « lo, quando ea putto, non sapea pallare, et non inten-<br />

deva così bene, come ho fatto dopo che è motto fa Felice. Et, quando<br />

mosse fa Felice, chella vecchia Pottia senese mi menò alla chiesa de'<br />

cappuccini ».<br />

Il notaio (traduco dal latino, del resto trasparentissimo) scrive:<br />

E non pronunziava bene tali parole, ma con un poco d'impe<strong>di</strong>mento,<br />

come fanno coloro che hanno <strong>il</strong> frénulo alla lingua, che non sanno<br />

pronunziare la R e non pronunziano chiaramente e spe<strong>di</strong>tamente anche<br />

246<br />

..8t..-<br />

altre parole. E mentre monsignore gli <strong>di</strong>ceva quanto sopra, egli [o<br />

u<strong>di</strong>va, perché ripeteva quanto gli era suggerito.<br />

Nello stesso giorno, mentre era ancora presente Francesco, fu<br />

chiamato a deporre don Annibale Samonio, rettore <strong>di</strong> quella chiesa<br />

<strong>di</strong> Santa Ceci[ia a Monte Giordano, che fu demolita, fra <strong>il</strong> 1627 ed<br />

<strong>il</strong> 1630 (2), per far posto alla casa degli Oratoriani. Eg[i <strong>di</strong>sse: « lo,<br />

da che l'ho cognosciuto, sino alli <strong>di</strong>ece <strong>di</strong> luglio presente in circa, l'ho<br />

cognosciuto sempre per muto. Et ben mi ricordo, guardandoli in bocca,<br />

[i vid<strong>di</strong> [a lingua ligata, et solo proferiva, quasi sempre, in detto<br />

tempo: "usabecche" et "che" et "o ", a tale che vedeva, che non<br />

poteva pronunciare. Ma hora, che siamo a questo giorno 23 del presente<br />

mese, l'ho sentito parlare et <strong>di</strong>re: "Padre sì" et "Signor sì" ».<br />

Il vicegerente, per sperimentare meglio e più sicuramente e scoprire<br />

la verità, or<strong>di</strong>nò a Francesco <strong>di</strong> <strong>di</strong>re le seguenti parole, che anche<br />

esse furono dal notaio registrate alla lettera: « lo Francesco sono stato<br />

ai cappuccini insieme con Possia, quando mosse fa Felice. Et in quella<br />

chiesa ci era moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> gente. Et [a detta donna mi tottò la<br />

bocca et <strong>il</strong> volto et l'orecchio con un panno. Et dopoi ho pallato,<br />

come palio adesso. Et sempre, da quel tempo in qua, ho pallato Il.<br />

Don Annibale Samonio, fra ['altro, ripeté al vicegerente: « Mi<br />

pare haver fatto, più volte, d<strong>il</strong>igentia <strong>di</strong> farlo parlare, et mai è stato<br />

possib<strong>il</strong>e <strong>di</strong> farli <strong>di</strong>re altre parole se non che "O, so, be, che" et<br />

altre parole, che non si possevano intendere che si <strong>di</strong>cesse Il. Lo stesso<br />

d. Annibale suggerì d'interrogare <strong>il</strong> suo cappellano messer Pietro<br />

Sclavi, madonna Porzia senese e messer Alfonso d'Av<strong>il</strong>a, « padrone<br />

dell' una [Porzia ] et dell'altro lFrancesco] ».<br />

Alfonso d'Avi la non fu chiamato a deporre, ma Dionora da Montalcino,<br />

detta Porzia senese, <strong>il</strong> 23 luglio, raccontò come essa, piena<br />

<strong>di</strong> compassione per <strong>il</strong> ragazzo, lo avesse raccomandato al <strong>Re</strong>dentore<br />

ed alla Madonna, nelle visite che faceva a varie chiese <strong>di</strong> Roma, ed<br />

anche a fra Felice, quando era ancora in vita e dopo morto. Ma non<br />

aveva mai verificato alcun miglioramento nel suo stato, finché non<br />

(2) MARIA TERESA Russo, La chiesa <strong>di</strong> S. Ceci/ia e la mole vallicelliana, in<br />

« L'Oratorio <strong>di</strong> S. F<strong>il</strong>ippo Neri ", luglio 1~3, pp. 2-7.<br />

247

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!