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che si chiamano strade ». Solo l'influenza che lo assale gli torna gra<strong>di</strong>ta, perché gli consente <strong>di</strong> essere avvolto in quello che lui chiama _ sui gusti non si <strong>di</strong>scute - « <strong>il</strong> confortevole calore della febbre ». L'autore dei Racconti narrati due volte e dei Muschi <strong>di</strong> un vecchio presbiterio non appare sod<strong>di</strong>sfatto nemmeno delle tanto decantate rovine. Trova che gli obelischi egiziani fanno vergognare, chissà poi perché, le antichità augustee e repubblicane. Rammenta con nostalgia i castelli e le cattedrali gotiche d'Ingh<strong>il</strong>terra e la « deliziosa riverenza provata per la loro grigia antichità coperta d'edera ». <strong>Per</strong> definire meglio <strong>il</strong> suo pensiero, sviato dalle numerose contaminazioni e sovra- strutture, che costituiscono poi una prova della continuità <strong>di</strong> Roma in cui ogni epoca si innesta nella precedente, prendendone magari a prestito gli elementi architettonici, Hawthorne trova che le rovine non sono belle... perché non sono complete.« Qualunque bellezza possa esserci in questa rovina romana, è <strong>il</strong> residuo <strong>di</strong> una bellezza originaria; mentre una rovina inglese è spesso più bella nel suo deca<strong>di</strong>- mento <strong>di</strong> quanto non fosse nella sua ,forza primitiva ». Qualche cosa <strong>di</strong> buono tuttavia c'è: <strong>il</strong> carnevale romano. E Natha- niel, con tutta la famiglia, prende una carrozza e percorre <strong>il</strong> Corso su e giù; ma quando lo scrittore comincia a <strong>di</strong>vertirsi, uno screanzato o magari soltanto uno spiritoso gli getta in faccia, anzi « in pieno viso », una manata <strong>di</strong> coriandoli, sÌ che l'occhio destro gli lagrima a lungo. È dunque tutto sbagliato in questa città barocca e rumorosa? Haw- thorne se lo domanda, ma <strong>di</strong>ce anche che potrebbe essere la sua fredda critica a togliere ogni senso <strong>di</strong> vita alle cose. Trova assurde le fontane del Bernini, dove l'acqua costituisce solo una minima parte detl'insieme, e <strong>il</strong> gelo non gli dà tregua, gli fa desiderare <strong>di</strong> poter abitare dentro San Pietro, dove è fresco d'estate e caldo d'inverno. Comunque, la chiesa maggiore della Cristianità è un'altra delusione, perché « non è come uno s'aspetta, grande come <strong>il</strong> mondo, né la sua cupola è immensa come quella del firmamento»: la pretesa non era da poco. Infine, qualcosa funziona anche a Roma, pur se le gallerie si <strong>di</strong>mostrano più piene <strong>di</strong> croste che <strong>di</strong> autentici capolavori, ed è <strong>il</strong> fatto che la città esercita uno strano fascino sugli artisti, magari - sono 222 ... ~ parole sue - solo per <strong>il</strong> particolare modo <strong>di</strong> vivere e la libertà da ogni vincolo della società, più che per i vantaggi comunque offerti. I buoni pittori sono tuttavia rari, come i buoni poeti, e così Hawthorne si libera dal rimorso delle sue continue stroncature. Alla galleria <strong>di</strong> palazzo Sciarra, pochi quadri gli rimangono nella memoria e tra essi <strong>il</strong> Suonatore <strong>di</strong> violino <strong>di</strong> Raffaello che, bontà sua, è <strong>di</strong>sposto ad accettare come valido. Solo davanti al Gla<strong>di</strong>atore morente, in Campidoglio, lo scrittore sosta ammirato e senza riserve, sebbene la statua gli sugge- risca cose segrete, assai più <strong>di</strong> quante ne mostri. È un'eccezione come <strong>il</strong> satiro <strong>di</strong> Prassitele che gli ispirerà anche <strong>il</strong> suo ultimo romanzo: quel Fauna <strong>di</strong> marmo, che è tra le sue cose più compiute. La perizia narrativa, attenta ai particolari, per risalire, da essi, all'animo dei per- sonaggi, gli detta questo ritratto <strong>di</strong> Pio IX: « un vecchio massiccio, con una herretta bianca, una cappa scarlatta, ricamata in oro, sulle spalle, e una veste <strong>di</strong> seta bianca ». Ma l'ammirazione cede subito <strong>il</strong> passo al solito scontento, giacché Hawthorne osserva che <strong>il</strong> viso era buono, ma non tale da destare particolare impressione. Dopo altre considerazioni sul gran numero <strong>di</strong> chiese che vi sono a Roma, « bene- detta como<strong>di</strong>tà per i buoni cattolici! », e alcune sottigliezze etimolo- giche in senso arbitrario su una certa torre della scimmia, in via Portoghese, Nathaniel si lamenta, ricevendo la visita <strong>di</strong> WiIliam Cullen Bryant, che anche i poeti invecchino, e persino <strong>il</strong> traduttore <strong>di</strong> Omero. Poi, <strong>il</strong> 24 maggio, parte per Firenze e nota quasi compiaciuto <strong>il</strong> fatto che i soldati francesi entrino in Roma. Ma tutto non doveva essergli <strong>di</strong>spiaciuto se si accorge <strong>di</strong> nutrire affetto per questa strana città, che tocca le corde del cuore meglio <strong>di</strong> Londra, forse « perché l'intelletto vi si trova a casa sua più che in qualunque altro luogo del mondo, e costringe <strong>il</strong> cuore a seguirlo ». Come <strong>di</strong>re: una scusa e un rimbrotto anche per voler bene. MASSIMO GRILLANDI
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