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Per il "Re di Roma" RNALE .

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gigantesche dei secolari pini erano ancora impigliati, qua e là, i raggi<br />

del sole scomparso e ardevano come oro purissimo. Lontano lontano<br />

era Roma, invisib<strong>il</strong>e nella nebbia serale, eccettuata la cupola <strong>di</strong><br />

San Pietro che, nella sua bellezza ultraterrena, si prof<strong>il</strong>ava sull'oriz_<br />

zonte sbia<strong>di</strong>to, spiritualizzata dal sole».<br />

Jan Maria vagava appassionatamente nella Campagna: « Traversava<br />

spesso l'ondeggiante pianura fino ai monti che la orlano e fino<br />

alle palu<strong>di</strong>, tra improvvisi avallamenti, dove si tuffano mandrie <strong>di</strong><br />

vaccini semiselvaggi, o compariva su prati pieni <strong>di</strong> cavalli o su colli<br />

dove saltellavano capre brune, fulve, graziose come ant<strong>il</strong>opi, o si fermava<br />

presso pastori rintanati in antiche tombe romane semi<strong>di</strong>strutte».<br />

La primavera trasforma quella pensosa e forte Campagna Romana in<br />

un mare <strong>di</strong> fiori: « L'erba alta ondeggiava come i flutti del mare<br />

sull'infinita, s<strong>il</strong>enziosa Campagna, fino ai monti sporgenti celesti come<br />

l'etere. Da questo mare verde e ondeggiante d'erbe, spuntavano dappertutto<br />

gran<strong>di</strong> isole oscure e olezzanti, immense oasi <strong>di</strong> violette, che<br />

elevavano al cielo vampate <strong>di</strong> fragranza... La Campagna pareva <strong>il</strong><br />

canto della vita eternamente trionfante sulla morte».<br />

Certe scene non 'sembrano svolgersi a pochissimi ch<strong>il</strong>ometri da una<br />

capitale moderna, ma quasi nell'antico Lazio <strong>di</strong> Enea: « Nel buio si<br />

vide una mandria <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> buoi bianchi, dalle corna gigantesche.<br />

L'uomo che li guidava era a cavallo e teneva in mano una lunga lancia<br />

con una punta <strong>di</strong> ferro che lanciava dei riflessi nelle tenebre. Nel<br />

cielo br<strong>il</strong>lavano rare stelle. La mandria passò. Nel paesaggio s<strong>il</strong>enzioso<br />

echeggiavano le zampe degli animali e nel loro cupo rumore si perdeva<br />

la triste, monotona cant<strong>il</strong>ena dell'uomo».<br />

Con la primavera, Jan Maria aveva avuto la fugace <strong>il</strong>lusione <strong>di</strong><br />

stare meglio: era infatti venuto in Italia nella speranza <strong>di</strong> rimettersi<br />

dalle conseguenze <strong>di</strong> una ferita ricevuta in un duello sostenuto in<br />

nome dell'onore della sua nazione. Nell'istintivo attaccamento alla<br />

vita, Jan Maria osserva <strong>il</strong> sorgere dell'aurora: « Tutto era grigio e la<br />

solitaria stella mattutina, bella e bianca, tramontava fra la nebbia della<br />

terra e la penombra del cielo. L'acqua negli stagni e nei torrenti si<br />

faceva chiara, aveva riflessi madreperlacei».<br />

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-<br />

Infine,<strong>il</strong> matrimonio<strong>di</strong> Caterinacon Jan Maria(ormaiin punto<br />

<strong>di</strong> morte) si svolge in un'atmosfera intensamente romantica, in una<br />

fioca luce <strong>di</strong> candele, sotto un grande crocifisso, mentre vagamente<br />

si percepisce lo sfondo malarico della Campagna Romana...<br />

Jan Maria raffigura non poche aspirazioni spirituali ed artistiche,<br />

non poche tormentose inquietu<strong>di</strong>ni dello stesso Zeyer, scrittore <strong>di</strong>su-<br />

guale, credente agitato da contrad<strong>di</strong>zioni e talvolta da amari dubbi.<br />

Non c'è quasi racconto della Zeyer in cui non affiori un tema o uno<br />

spunto religioso. Eppure, come per altri convertiti, la sua religiosità<br />

è stata talvolta messa in dubbio. Certe volte <strong>il</strong> suo culto per la Vergine<br />

può sembrare <strong>il</strong> culto etico ed estetico della donna. Altre volte, <strong>il</strong> suo<br />

cattolicismo sembra <strong>di</strong>ssolversi tutto nell'estasi <strong>di</strong> fronte alle cattedrali<br />

gotiche, nell'ammirazione per l'antica poesia epica francese. Ma la<br />

sua sensib<strong>il</strong>ità religiosa insorge contro <strong>il</strong> grigio positivismo, <strong>il</strong> piatto<br />

realismo, contro molti gusti della Boemia del suo tempo. Parrebbe<br />

talvolta <strong>di</strong> sentire l'allegra ferocia <strong>di</strong> un Léon Bloy all'assalto dei<br />

contemporanei, quando, nel 1883, scrive: « Sono cattolico, papalino;<br />

vorrei uccidere i pazzi che intendono demolire i conventi».<br />

Ma nell'autobiografico Jan Maria Plojhar c'è qualcosa <strong>di</strong> ben<br />

più impegnativo che l'esplosione paradossale <strong>di</strong> una polemica. Il cattolico<br />

Zeyer appare un deciso ammiratore del Risorgimento e fautore<br />

dell'unità italiana. Il suo patriottismo boemo s'intreccia con <strong>il</strong> suo<br />

amore per l'Italia. Garibal<strong>di</strong>, Mazzini, Pellico sono per lui personaggi<br />

ben vivi nella realtà storica e nella poesia che ne emana. Il cattolico<br />

Zeyer si schiera decisamente contro <strong>il</strong> potere temporale. L'anziana,<br />

bonaria « Suntarella», un personaggio del Jan Maria Plojhar, ricorda<br />

con le lacrime agli occhi <strong>il</strong> suo « Beppo », che già da venti anni giaceva<br />

sotto terra, ammazzato dai gendarmi pontifici.<br />

Lo Zeyer ebbemodod'incontrare a Roma Margherita<strong>di</strong> Savoia,che<br />

lasciò nel suo animo un'impressione profonda. Non era soltanto la bellezza<br />

della regina che aveva avvinto lo scrittore boemo: nella sua persona<br />

salutava <strong>il</strong> simbolo vivente <strong>di</strong>venuto realtà <strong>di</strong> quel Risorgimento, <strong>di</strong><br />

quella riscossa nazionale, che destavano nel suo animo irrequieto fugaci<br />

speranze per <strong>il</strong> futuro della sua patria.<br />

W OLF GIUSTI

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