versione completa in .pdf - La Rassegna d'Ischia
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proposta da Fisher (1966), illustrata <strong>in</strong> Fig. 1. In questa<br />
classificazione il term<strong>in</strong>e “lapilli” è usato con significato<br />
unicamente granulometrico.<br />
Formazione del Faro di Punta Imperatore<br />
Area di affioramento. È osservabile, nel suo massimo<br />
spessore, alla sommità del promontorio di Punta<br />
Imperatore, a partire dal Faro; si estende verso est <strong>in</strong><br />
tutto il rione Campotese (ove è ricoperta da prodotti più<br />
recenti), f<strong>in</strong> nei pressi dell’abitato di Panza.<br />
Litologia e spessore. Questa unità è stata esam<strong>in</strong>ata<br />
<strong>in</strong> dettaglio lungo il cr<strong>in</strong>ale che collega il Faro alla<br />
casa della Mar<strong>in</strong>a Militare. Essa è qui costituita da una<br />
sequenza monotona di piroclastiti di colore bianco formate<br />
<strong>in</strong> massima parte da pomici, <strong>in</strong> frammenti di dimensioni<br />
f<strong>in</strong>o a 60 cm; nettamente subord<strong>in</strong>ati sono i<br />
clasti di ossidiane nere, di scorie e lave, queste ultime <strong>in</strong><br />
blocchi che possono raggiungere il metro.<br />
Nella parte <strong>in</strong>feriore dell’unità prevalgono tufobrecce<br />
e tufi a lapilli, con rozza bancatura evidenziata da<br />
alternanze di letti a differenti caratteristiche tessiturali,<br />
o da all<strong>in</strong>eamenti di blocchi di lave e scorie; localmente<br />
si osservano grossolane gradazioni <strong>in</strong>verse. Nella parte<br />
più alta della successione predom<strong>in</strong>ano i tufi a lapilli,<br />
con <strong>in</strong>tercalazioni subord<strong>in</strong>ate di tufo-brecce e lenti di<br />
“lapillistones”.<br />
<strong>La</strong>teralmente rispetto agli affioramenti descritti la<br />
formazione <strong>in</strong> esame forma pareti per lo più <strong>in</strong>accessibili,<br />
che precludono osservazioni <strong>in</strong> dettaglio; essa<br />
sembra comunque conservare ovunque caratteristiche<br />
analoghe.<br />
Nell’area di massimo spessore, nei d<strong>in</strong>torni del Faro,<br />
l’unità raggiunge i 90 metri.<br />
Rapporti stratigrafici. <strong>La</strong> formazione <strong>in</strong> esame ricopre,<br />
con modesta discordanza angolare, la Formazione<br />
dello Scarrupo di Panza; nei tratti accessibili all’osservazione,<br />
il limite <strong>in</strong>feriore è sottol<strong>in</strong>eato dalla presenza<br />
di un paleosuolo. Localmente (a sud del rilievo di q.<br />
187 m) tra le due unità si <strong>in</strong>terpone una estesa lente di<br />
lava.<br />
Superiormente è ricoperta o da prodotti piroclastici ricollegabili<br />
al centro di emissione “Campotese”, o direttamente<br />
da detriti composti di “Tufo Verde”.<br />
Sezioni stratigrafiche. <strong>La</strong> sezione stratigrafica rilevata<br />
lungo il sentiero che collega il Faro (151 m) al<br />
semaforo della Mar<strong>in</strong>a Militare (234 m) presenta la seguente<br />
successione, dall’alto <strong>in</strong> basso:<br />
4) alternanze di tufi a lapilli e tufi grossolani di colore biancastro,<br />
<strong>in</strong> letti sottili mal def<strong>in</strong>iti, con lenti di “lapillistones” e<br />
rare <strong>in</strong>tercalazioni di tufo-brecce (23 m visibili);<br />
10 <strong>La</strong> <strong>Rassegna</strong> d’Ischia 1/2007<br />
Fig. 1 - Classificazione tessiturale dei depositi piroclastici<br />
secondo Fisher (1966)<br />
3) banco a gradazione <strong>in</strong>versa grossolana, costituito da tufi a<br />
lapilli con transizione verticale a tufo-brecce, formati prevalentemente<br />
da pomici bianche e da rari blocchi di lave<br />
e scorie di dimensioni f<strong>in</strong>o a 50-60 cm, eccezionalmente<br />
f<strong>in</strong>o a 100 cm; localmente sono presenti lenti di brecce<br />
piroclastiche e di “lapillistones”; è stata osservata una impronta<br />
di impatto asimmetrica (3 m);<br />
2) alternanze grossolanamente del<strong>in</strong>eate di tufi a lapilli e tufobrecce,<br />
costituiti <strong>in</strong> prevalenza da pomici bianche e subord<strong>in</strong>atamente<br />
da blocchi di lave e ossidiane; le sequenze più<br />
grossolane predom<strong>in</strong>ano nella parte basale dell’orizzonte,<br />
mentre quelle più f<strong>in</strong>i sono più frequenti verso l’alto, dove<br />
si alternano anche a tufi grossolani lam<strong>in</strong>ati (43 m);<br />
1) tufo-brecce con transizione a tufi a lapilli, costituiti da pomici<br />
biancastre con dimensioni f<strong>in</strong>o a 60 cm; una rozza<br />
bancatura è evidenziata da all<strong>in</strong>eamenti di blocchi di lava<br />
con dimensioni variabili tra il decimetro e il metro; nella<br />
parte superiore dell’<strong>in</strong>tervallo si dist<strong>in</strong>guono due livelli,<br />
dello spessore rispettivo di 1,7 e 2,3 m, caratterizzati da<br />
gradazione <strong>in</strong>versa (10 m).<br />
Spessore complessivo: 79 m.<br />
<strong>La</strong> parte basale della formazione <strong>in</strong> esame e la sottostante<br />
Formazione dello Scarrupo di Panza non sono<br />
accessibili <strong>in</strong> questa località.<br />
Formazione superiore di Cava Pelara<br />
Area di affioramento. Si estende sul versante destro<br />
della <strong>in</strong>cisione di Cava Pelara f<strong>in</strong>o alla località “la<br />
Cima” e sulla porzione superiore del versante s<strong>in</strong>istro<br />
della stessa tra Capo Negro e la località “Monte”.<br />
Litologia e spessore. <strong>La</strong> formazione è costituita da<br />
una successione di brecce piroclastiche e tufo-brecce<br />
ad elementi addensati, con subord<strong>in</strong>ati “lapillistones”.<br />
Gli elementi costitutivi sono <strong>in</strong> prevalenza pomici di<br />
colore avorio o nocciola chiaro, con dimensioni f<strong>in</strong>o a<br />
50 cm; quantitativamente subord<strong>in</strong>ati sono i frammenti<br />
di lava e le scorie, occasionali le ossidiane. I depositi si