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Le rabbie improvvise e furiose di Luca - Fabbri Editori

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1. nesso: legame.<br />

2. parossismi: reazioni<br />

intensissime e violente,<br />

prive <strong>di</strong> ogni controllo.<br />

3. inezie: cose <strong>di</strong> poco<br />

o nessun conto, sciocchezze.<br />

3 Esperienze <strong>di</strong> vita – Storie <strong>di</strong> adolescenti<br />

Alberto Moravia<br />

<strong>Le</strong> <strong>rabbie</strong> <strong>improvvise</strong> e <strong>furiose</strong> <strong>di</strong> <strong>Luca</strong><br />

Il romanzo La <strong>di</strong>subbi<strong>di</strong>enza <strong>di</strong> Alberto Moravia, da cui è tratto il<br />

brano che ti presentiamo, è la storia della ribellione <strong>di</strong> un ragazzo,<br />

<strong>Luca</strong>, che nell’età dell’adolescenza soffre dolorosamente l’impatto<br />

con il mondo degli adulti e per reazione rifiuta tutto ciò che<br />

gli sembra ostile: i giochi, i libri, lo stu<strong>di</strong>o, il rapporto con i genitori.<br />

Nelle pagine che stai per leggere, la ribellione <strong>di</strong> <strong>Luca</strong> si manifesta<br />

in scatti d’ira improvvisi e furiosi contro tutto e tutti, ma in<br />

particolare nei confronti dei genitori, quando avverte <strong>di</strong> essere<br />

trattato «come una specie <strong>di</strong> oggetto».<br />

<strong>Luca</strong> era cresciuto in maniera anormale negli ultimi tempi e a quin<strong>di</strong>ci<br />

anni aveva già la statura <strong>di</strong> un uomo adulto. Ma le spalle erano<br />

rimaste strette e gracili; e nel viso bianco, gli occhi troppo intensi parevano<br />

<strong>di</strong>vorare le guance smunte e la fronte pallida. Fosse stato<br />

consapevole <strong>di</strong> questa sua gracilità e dei pericoli che comportava, si<br />

sarebbe forse raccomandato ai genitori affinché gli facessero sospendere<br />

gli stu<strong>di</strong>; ma, come avviene in una età come la sua in cui la<br />

sensibilità è sveglia e la coscienza ancora assopita, egli non riusciva<br />

a stabilire alcun nesso 1 tra questa indebolita con<strong>di</strong>zione fisica e la<br />

sua profonda ripugnanza per gli stu<strong>di</strong>. Era sempre andato a scuola e<br />

gli pareva naturale continuare ad andarci. Anche se talvolta gli sembrava<br />

che le cose che doveva imparare non gli si presentassero <strong>di</strong>stribuite<br />

or<strong>di</strong>natamente nell’avvenire, secondo i giorni e i mesi dell’anno<br />

scolastico, ma tutte raccolte davanti a lui, in una massa ritta e<br />

invalicabile, simile ad una montagna le cui lisce pareti non offrissero<br />

alcun appiglio per aggrapparsi e sormontarla.<br />

<strong>Luca</strong>, in quel tempo, era soggetto a <strong>rabbie</strong> <strong>improvvise</strong> e <strong>furiose</strong> durante<br />

le quali il suo corpo, già così stremato, pareva bruciare le poche<br />

forze che gli restavano in parossismi 2 <strong>di</strong> rivolta e <strong>di</strong> o<strong>di</strong>o. Soprattutto<br />

la muta, inerte resistenza degli oggetti o meglio la propria<br />

incapacità a servirsene senza fatica e senza danno, aveva il potere <strong>di</strong><br />

gettarlo in queste <strong>rabbie</strong> devastatrici. Una scarpa stretta o male allacciata<br />

in cui il piede non entrasse imme<strong>di</strong>atamente, un tram che,<br />

recandosi a scuola, gli sfuggisse all’ultimo momento nonostante una<br />

lunga rincorsa, una bottiglia d’inchiostro che per un gesto brusco si<br />

rovesciasse sul quaderno costringendo <strong>Luca</strong> a ricopiare la pagina,<br />

l’urto impreveduto e doloroso della sua testa contro lo spigolo del<br />

tavolo mentre si rialzava dopo aver raccolto un libro caduto in terra,<br />

queste e altre simili inezie 3 bastavano a metterlo fuori <strong>di</strong> sé. Allora<br />

o imprecava e <strong>di</strong>grignava i denti, talvolta giungendo puerilmente<br />

fino a percuotere con il pugno lo spigolo del tavolo o a scagliare<br />

Rosetta Zordan, Il quadrato magico, <strong>Fabbri</strong> E<strong>di</strong>tori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education<br />

1


4. un antico dolore:<br />

un dolore, una sofferenza<br />

da tanto tempo<br />

repressi.<br />

5. spasimo: dolore<br />

acuto, lancinante.<br />

6. commutatore: <strong>di</strong>spositivo<br />

elettrico che<br />

permette <strong>di</strong> invertire il<br />

senso della corrente in<br />

un circuito o <strong>di</strong> deviare<br />

la corrente da un circuito<br />

ad altri.<br />

7. meccanicamente: in<br />

modo automatico, quasi<br />

senza la partecipazione<br />

della volontà.<br />

8. surrogato: prodotto<br />

alimentare <strong>di</strong> qualità<br />

inferiore usato al posto<br />

<strong>di</strong> un altro genuino. Ad<br />

esempio, l’orzo tostato è<br />

un surrogato del caffè.<br />

3 Esperienze <strong>di</strong> vita – Storie <strong>di</strong> adolescenti<br />

in terra la bottiglia d’inchiostro, oppure scoppiava in un pianto violento<br />

in cui pareva sfogarsi tutto un antico dolore 4 . Egli sentiva che<br />

il mondo gli era ostile; e che egli era ostile al mondo; e gli pareva <strong>di</strong><br />

condurre una guerra continua ed estenuante contro tutto ciò che lo<br />

circondava. Questa ribellione degli oggetti e questa sua incapacità <strong>di</strong><br />

amarli e dominarli avevano raggiunto il loro colmo proprio quell’estate<br />

durante il suo soggiorno al mare. Un incidente, tra gli altri, aveva<br />

confermato definitivamente l’inimicizia che correva tra lui e la<br />

realtà circostante. <strong>Luca</strong> era pratico <strong>di</strong> meccanica spicciola e tutte le<br />

volte che in casa c’era un guasto <strong>di</strong> elettricità, si ricorreva a lui. Avvenne<br />

che una sera, per un corto circuito, la luce si spegnesse. <strong>Luca</strong>,<br />

chiamato a gran voce da sua madre per le stanze buie, accorse subito<br />

con i suoi ferri. Ma, sia che non avesse preso la precauzione <strong>di</strong><br />

non poggiare i pie<strong>di</strong> in terra, sia che, al lume scarso della candela,<br />

non si fosse accorto del contatto prematuro dei fili, tutto ad un tratto<br />

la corrente elettrica, ridestata, sprizzò scintillando tra le sue <strong>di</strong>ta<br />

e gli corse per tutto il corpo. <strong>Luca</strong> prese a gridare e, intanto, per una<br />

reazione naturale, stringeva più che mai, con una forza raddoppiata<br />

dallo spasimo 5 , i fili e il commutatore 6 . La madre spaventata, non<br />

sapendo che fare, gli girava attorno, <strong>Luca</strong> urlava e la corrente continuava<br />

a vibrargli per il corpo con una forza maligna che non dai fili<br />

pareva partire ma dal mondo intero, misterioso e ostile, che egli<br />

o<strong>di</strong>ava senza conoscere. Finalmente, dopo una lunga confusione,<br />

qualcuno andò a interrompere la corrente sul quadrante, e <strong>Luca</strong>,<br />

aperte le mani, si gettò singhiozzando tra le braccia <strong>di</strong> sua madre. Ella<br />

non capiva perché piangesse in maniera così <strong>di</strong>sperata e lo stringeva<br />

meccanicamente 7 , accarezzandogli il capo. A lungo, tremando<br />

per tutto il corpo, e sentendo nello stesso tempo con amarezza che<br />

le carezze materne non lo proteggevano né lo consolavano più come<br />

un tempo, <strong>Luca</strong> pianse.<br />

Un altro accesso <strong>di</strong> rabbia gli venne in treno, poco prima dell’arrivo<br />

in città, al ritorno dalla villeggiatura. Si era alzato assai presto e aveva<br />

mangiato in fretta, nella casa <strong>di</strong>sfatta, fra i bauli e le valigie. Mentre<br />

inghiottiva una tazza <strong>di</strong> cattivo latte macchiato <strong>di</strong> surrogato 8 <strong>di</strong><br />

caffè, aveva u<strong>di</strong>to la madre <strong>di</strong>rgli:<br />

«Mangia, perché il pranzo nei vagoni ristoranti è sempre molto tar<strong>di</strong>».<br />

L’idea del pranzo nel vagone ristorante, in cui non era mai stato, gli<br />

era subito piaciuta. Gli era sembrato che avrebbe mangiato veramente<br />

<strong>di</strong> gusto seduto a uno <strong>di</strong> quei tavolini minuscoli che, talvolta,<br />

aveva intravveduto, attraverso i finestrini, in altri treni, durante le<br />

fermate nelle stazioni. Immaginava che il pane, la minestra e la carne<br />

avrebbero avuto altro sapore, mangiate ad un tavolino vero, con<br />

vere posate servite da camerieri, mentre la campagna sfilava a rovescio<br />

sotto i suoi occhi, nella corsa imperterrita del treno. D’altra parte<br />

<strong>Luca</strong> era sensibilissimo alla considerazione della gente e al deco-<br />

Rosetta Zordan, Il quadrato magico, <strong>Fabbri</strong> E<strong>di</strong>tori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education<br />

2


9. al decoro… vita: a<br />

un modo <strong>di</strong> vivere che<br />

apparisse <strong>di</strong>gnitoso esteriormente.<br />

10. scuorante e precipitosa:<br />

scoraggiante e<br />

impetuosa.<br />

11. insubor<strong>di</strong>nazione:<br />

non sottomissione, ribellione.<br />

12. remoti: lontani.<br />

3 Esperienze <strong>di</strong> vita – Storie <strong>di</strong> adolescenti<br />

ro formale della vita 9 . Egli o<strong>di</strong>ava con tutta la forza dell’animo i pasti<br />

consumati sulle ginocchia, negli scompartimenti, tra cartacce,<br />

scorze e rimasugli. Durante questi pasti c’era sempre qualcuno che,<br />

in attesa <strong>di</strong> recarsi al ristorante, guardava con aria <strong>di</strong> sufficienza e <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sgusto alla famiglia curva sui cartocci. L’idea <strong>di</strong> non avere a svolgere<br />

carte oliate e <strong>di</strong>vorare panini lo rasserenò; e per gran parte del<br />

viaggio rimase tranquillo, osservando la campagna. Venne finalmente<br />

il cameriere a raccogliere le prenotazioni e il padre non prese i biglietti.<br />

<strong>Luca</strong> pensò che si riserbasse per la seconda serie e tornò a<br />

guardare il paesaggio. Udì allora suo padre che <strong>di</strong>ceva:<br />

«In fondo possiamo comprare i cestini a Orvieto… costano molto<br />

meno e contengono cose migliori <strong>di</strong> quelle che danno al ristorante».<br />

Il padre, pronunziando queste parole, non mostrava alcun sentimento<br />

particolare; egli sentì che prendeva questa decisione non per<br />

avarizia bensì per semplice buonsenso. Né gli parve strano che la<br />

madre, sempre arrendevole <strong>di</strong> fronte ad ogni deliberazione che comportasse<br />

un’economia, rispondesse con in<strong>di</strong>fferenza:<br />

«Come vuoi… io veramente avrei preferito il ristorante, se non altro<br />

per non ungermi le <strong>di</strong>ta».<br />

Erano due persone, insomma, che decidevano d’accordo sopra una<br />

cosa senza importanza. Ma <strong>Luca</strong> concepì lo stesso, pur rendendosi<br />

conto che la cosa non era stata decisa in o<strong>di</strong>o a lui, una gran<strong>di</strong>ssima<br />

rabbia. L’offese prima <strong>di</strong> tutto che nessuno dei due gli chiedesse il<br />

suo parere e che lo trattassero come una specie <strong>di</strong> oggetto, il quale,<br />

appunto perché è un oggetto, non ha preferenza né idee, né gusti né<br />

volontà. Provò al tempo stesso una delusione profonda, tanto più<br />

scuorante e precipitosa 10 quanto più si era esaltato all’idea <strong>di</strong> mangiare<br />

nel vagone ristorante. Ma a tutti questi risentimenti, se ne aggiungeva<br />

un altro che non pareva avere alcuna origine precisa né <strong>di</strong>pendere<br />

da quel particolare contrattempo: il solito furore che l’assaliva<br />

ogni volta che constatava la ribellione e l’insubor<strong>di</strong>nazione 11 delle<br />

cose e delle persone <strong>di</strong> fronte alla sua volontà. Questo furore sembrava<br />

venir <strong>di</strong> lontano e <strong>di</strong>vampò ad un tratto, come un fuoco violento,<br />

ardendolo e scuotendolo tutto. Si fece bianco in viso, strinse<br />

con forza i denti e chiuse gli occhi. Si sentiva tutto irrigi<strong>di</strong>to per la<br />

gran rabbia che gli tendeva il corpo. Poi riaprì gli occhi e guardò i<br />

genitori. Per la prima volta egli sentì la durezza e la virtù materne, il<br />

buonsenso e la benevolenza paterni come cose non soltanto esterne<br />

a lui ma anche ostili. Con le quali egli non poteva accordarsi in alcun<br />

modo; e che partivano da centri remoti 12 sui quali egli non poteva<br />

esercitare alcun controllo. Capì, è vero, che se avesse manifestato<br />

il suo desiderio, essi l’avrebbero subito accolto; forse sua madre,<br />

che non amava tornare sulle decisioni, si sarebbe opposta, ma<br />

per poco. Ma capì nello stesso tempo che non voleva a nessun patto<br />

costringerli a fare una cosa a cui non parevano aver pensato; anche<br />

perché quel desiderio gli ispirava adesso a sua volta una certa quale 3<br />

Rosetta Zordan, Il quadrato magico, <strong>Fabbri</strong> E<strong>di</strong>tori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education


3 Esperienze <strong>di</strong> vita – Storie <strong>di</strong> adolescenti<br />

rabbia, come un impulso assurdo e che non andava preso in considerazione.<br />

Comunque, il fatto più importante non era tanto mangiare<br />

nel ristorante o nello scompartimento, quanto sentire i suoi genitori<br />

fatti della stessa materia ostile e ribelle che avvertiva nelle altre<br />

cose.<br />

Giunti alla stazione <strong>di</strong> Orvieto, egli osservò con estrema ripugnanza<br />

suo padre mentre scendeva dal treno, comprava i cestini e tornava<br />

trafelato allo scompartimento.<br />

Il treno ripartì; e parve a <strong>Luca</strong> che la vista della campagna che scorreva<br />

sotto i suoi occhi, calmasse per un poco il suo risentimento. Ma,<br />

d’improvviso, venuta da non sapeva dove, una nuova ondata <strong>di</strong> rabbia<br />

l’investì; e, incapace <strong>di</strong> contenersi, egli si alzò e uscì dallo scompartimento.<br />

Rosetta Zordan, Il quadrato magico, <strong>Fabbri</strong> E<strong>di</strong>tori © 2004 RCS Libri S.p.A. - Divisione Education<br />

(da La <strong>di</strong>subbi<strong>di</strong>enza, Bompiani, Milano, rid.)<br />

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