x - Dipartimento di Fisica - Università di Pisa
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60<br />
Nicolò Beverini<br />
Analizziamo il moto del corpo collegato alla molla, facendo uso del<br />
principio <strong>di</strong> conservazione dell’energia meccanica. Supponiamo che inizialmente<br />
l’allungamento della molla sia x0 e il corpo abbia velocità nulla. In<br />
tale posizione esso possiede energia cinetica nulla e la sua energia mecca-<br />
nica totale è dunque pari alla sua energia potenziale e cioè<br />
1<br />
2 kx 0<br />
2 . Lasciato<br />
libero, il corpo si muove sotto l’azione della forza elastica in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> accorciare<br />
la molla (Fig. 7-3); l’energia potenziale <strong>di</strong>minuisce e <strong>di</strong> conseguenza<br />
aumenta l’energia cinetica, finché il corpo non arriva nella posizione x =0,<br />
in cui l’energia potenziale ha valore nullo e l’energia meccanica è <strong>di</strong>venuta<br />
tutta energia cinetica. Se v0 è la velocità in tale punto, si ha dunque<br />
1<br />
2kx 2 1<br />
0 = 2mv 2 k<br />
0 , ovvero v0 = x 0 . Il corpo prosegue poi il moto, comprimendo<br />
m<br />
la molla e incrementando <strong>di</strong> nuovo la sua energia potenziale a spese<br />
dell’energia cinetica, fino a che, esaurita tutta l’energia cinetica, il corpo si<br />
ferma per un istante nel punto <strong>di</strong> massima compressione della molla. Esso<br />
riprende poi il moto in <strong>di</strong>rezione contraria, ritornando in<strong>di</strong>etro verso la posizione<br />
<strong>di</strong> partenza.<br />
Fig. 7-3<br />
7.5 Altri esempi <strong>di</strong> conservazione dell’energia.<br />
Può capitare che un corpo nel suo moto sia soggetto a più forze conservative<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>verso tipo agenti contemporaneamente. Il principio <strong>di</strong> conservazione<br />
dell’energia continua a valere; naturalmente nel bilancio energetico<br />
occorre in tal caso considerare tutte le forme d’energia potenziale presenti.<br />
Ve<strong>di</strong>amo ad esempio il seguente problema:<br />
Un corpo <strong>di</strong> massa m, trattenuto da una fune elastica <strong>di</strong> lunghezza a riposo l0 e costante<br />
elastica k, è lasciato cadere da fermo da un’altezza h. Quale altezza minima<br />
dal suolo raggiunge?<br />
In questo caso bisogna tener conto sia dell’energia potenziale gravitazionale<br />
che dell’energia potenziale elastica: il corpo inizialmente ha energia potenzia-