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x - Dipartimento di Fisica - Università di Pisa

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26<br />

Nicolò Beverini<br />

4.2 Il secondo principio della <strong>di</strong>namica<br />

Per cambiare lo stato <strong>di</strong> moto <strong>di</strong> un corpo occorre dunque che su <strong>di</strong><br />

esso agiscano cause esterne ovvero delle forze. Una forza è la grandezza che<br />

misura l’interazione del corpo in oggetto con il modo esterno. La forza peso<br />

è ad esempio generata dall’interazione tra la massa del corpo e la massa<br />

della Terra, la forza elastica è dovuta all’azione <strong>di</strong> una molla, la forza elettrica<br />

è dovuta all’interazione tra la carica elettrica del corpo considerato e le<br />

cariche esistenti nel mondo esterno. La misura del cambiamento del moto<br />

<strong>di</strong> un corpo dà la misura della forza che è stata ad esso applicata. In particolare,<br />

due forze applicate ad uno stesso corpo sono uguali se, agendo per<br />

uno stesso intervallo <strong>di</strong> tempo, ne mo<strong>di</strong>ficano allo stesso modo il moto, cioè<br />

ne cambiano la velocità <strong>di</strong> un’uguale quantità ! !<br />

v .<br />

Qual è l’effetto <strong>di</strong> forze uguali agenti per lo stesso tempo #t su corpi<br />

<strong>di</strong>versi? Si trova che la velocità <strong>di</strong> essi cambia in ragione inversamente pro-<br />

porzionale alle loro masse ovvero, espresso in formula<br />

[4.1]<br />

! !<br />

v<br />

!t =<br />

!<br />

f<br />

m<br />

ATTENZIONE! La velocità è una grandezza vettoriale e quin<strong>di</strong> sono grandezze<br />

vettoriali sia la variazione <strong>di</strong> velocità ! !<br />

v sia la forza.<br />

Definiamo ora la grandezza (anche questa vettoriale) quantità <strong>di</strong> moto<br />

come il prodotto tra la massa <strong>di</strong> un corpo e la sua velocità:<br />

!<br />

[4.2]<br />

q = m !<br />

v .<br />

In base a tale definizione,<br />

!<br />

si può reinterpretare la [4.1], <strong>di</strong>cendo che<br />

l’effetto <strong>di</strong> una forza costante f applicata per un tempo<br />

!<br />

%t ad un corpo ne fa<br />

variare la quantità <strong>di</strong> moto <strong>di</strong> una quantità pari a f !t ovvero:<br />

!<br />

[4.3]<br />

f !t = ! !<br />

q<br />

L’equazione [4.3[ è la formulazione matematica <strong>di</strong> quanto<br />

!<br />

Newton ha<br />

enunciato come 2˚ principio della <strong>di</strong>namica. La grandezza h = !<br />

f !t prende il<br />

nome <strong>di</strong> impulso.<br />

Dobbiamo qui fare una considerazione: il ragionamento svolto sopra<br />

e la definizione data dell’impulso presuppone<br />

!<br />

che la forza applicata al corpo<br />

sia costante. Se ciò non si verifica, se cioè f varia nel corso dell’intervallo <strong>di</strong><br />

tempo considerato e non è perciò univocamente definita, è opportuno ricorrere<br />

ai meto<strong>di</strong> dell’analisi matematica. Considerando allora intervalli <strong>di</strong><br />

tempo molto piccoli o, usando più propriamente il linguaggio dell’analisi,<br />

passando al limite per %t ' 0, si potrà riscrivere la [4.3] usando i valori istantanei:<br />

!<br />

!<br />

d q<br />

[4.4]<br />

f =<br />

dt<br />

,<br />

che, ricordando la definizione della quantità <strong>di</strong> moto e che<br />

lente a:<br />

!<br />

a =<br />

d !<br />

v<br />

dt<br />

è equiva

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