23.08.2013 Views

x - Dipartimento di Fisica - Università di Pisa

x - Dipartimento di Fisica - Università di Pisa

x - Dipartimento di Fisica - Università di Pisa

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

110<br />

Nicolò Beverini<br />

nifesta anche sotto un altro aspetto. Infatti si è visto nel cap. che il lavoro<br />

effettuato da una forza che sia sempre ortogonale allo spostamento è sempre<br />

nullo. La forza <strong>di</strong> Lorentz non produce quin<strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> conseguenza<br />

non può far variare l’energia cinetica del corpo carico: la velocità <strong>di</strong> questo<br />

potrà variare in <strong>di</strong>rezione, ma non in valore assoluto.<br />

14.4 La forza magnetica su un conduttore percorso da corrente<br />

La corrente all’interno <strong>di</strong> un conduttore è stata definita come il flusso<br />

<strong>di</strong> cariche attraverso una sezione del conduttore. Quando il conduttore è<br />

posto all’interno <strong>di</strong> un campo magnetico, su queste cariche in movimento si<br />

esercita la forza <strong>di</strong> Lorentz. Consideriamo allora un filo rettilineo conduttore<br />

<strong>di</strong> lunghezza l e sezione <strong>di</strong> area A , percorso da una corrente i. La corrente<br />

per definizione è data dalla quantità <strong>di</strong> carica che passa attraverso la sezione<br />

nell’intervallo <strong>di</strong> tempo !t . Come si è visto nel §13.1, in un conduttore<br />

metallico i portatori <strong>di</strong> carica sono gli elettroni, i quali si muovono ad<br />

una velocità me<strong>di</strong>a vd , che avevamo chiamato velocità <strong>di</strong> deriva. Avevamo<br />

allora scritto la relazione [13.3] i = – n e vd A , dove n è la densità (numero<br />

per unità <strong>di</strong> volume) degli elettroni <strong>di</strong> valenza nel conduttore.<br />

Se ) è l’angolo tra la <strong>di</strong>rezione del campo magnetico e la <strong>di</strong>rezione del<br />

moto degli elettroni (che coincide con la <strong>di</strong>rezione del filo conduttore), su<br />

ogni elettrone agisce una forza pari a f = – e vd B sin) . Poiché in un elemento<br />

<strong>di</strong> filo lungo l ci sono n A l elettroni, sommando il contributo <strong>di</strong> tutti gli<br />

elettroni si ottiene che la forza complessiva agente sul filo è:<br />

ovvero, ricordando che i = – n e vd A :<br />

[14.6]<br />

F = !n Al e v d B sin"<br />

F = i l B sin! ,<br />

che può anche essere scritta in forma vettoriale:<br />

[14.7]<br />

avendo definito con<br />

!<br />

F = i !<br />

l ! !<br />

B ,<br />

!<br />

l il vettore che ha per modulo la lunghezza l del filo e<br />

per <strong>di</strong>rezione la <strong>di</strong>rezione del filo stesso.<br />

Con i meto<strong>di</strong> dell’analisi infinitesimale si può generalizzare le formule<br />

[14.6] e [14.7] anche per fili conduttori che non siano rettilinei. A tal fine si<br />

sud<strong>di</strong>vide il filo in tanti porzioni <strong>di</strong> lunghezza !l, abbastanza corti da poterli<br />

considerare come rettilinei, si calcola la forza agente su ciascuno <strong>di</strong> tali<br />

porzioni e quin<strong>di</strong> si sommano (ricordando che si ha a che fare con dei vettori!)<br />

i vari contributi, facendo tendere a zero la lunghezza !l . Con le convenzioni<br />

consuete, potremo scrivere, in termini <strong>di</strong> infinitesimi:<br />

[14.8]<br />

ed integrando:<br />

[14.9]<br />

d !<br />

F = i d !<br />

l ! !<br />

B<br />

!<br />

F = i d ! l ! ! b<br />

B<br />

"<br />

a

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!