Speciale Speciale - B2B24
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Speciale Biogas efficienza al massimo IN COLLABORAZIONE CON BTS
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- Page 4 and 5: 4 n. 25/2011 IL SUCCESSO DEL BIOGAS
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- Page 8 and 9: 8 n. 25/2011 RUMINOTEC, COME OTTENE
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- Page 12 and 13: 12 n. 25/2011 IL RUOLO DELLA FIBRA
- Page 14 and 15: 14 n. 25/2011 ANASTRIP, UN METODO P
- Page 16: B.T.S. Italia Srl Via S. Lorenzo, 3
<strong>Speciale</strong><br />
Biogas<br />
efficienza al massimo<br />
IN COLLABORAZIONE CON BTS
2 [ SOMMARIO ]<br />
n. 25/2011<br />
<strong>Speciale</strong> Biogas<br />
coordinamento di Christian Aversa e Roberto Bartolini<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
7<br />
8 Ruminotec,<br />
9<br />
10<br />
11<br />
12<br />
13<br />
14<br />
15<br />
Un grande futuro<br />
per le rinnovabili<br />
DI MICHAEL NIEDERBACHER<br />
Il successo del biogas<br />
nei paesi europei<br />
DI HARM GROBRÜGGE<br />
Le prospettive di sviluppo<br />
del biogas in Germania<br />
DI DAVID WILKEN<br />
Ottime premesse<br />
ma qual è il futuro in Italia?<br />
DI VILLER BOICELLI<br />
Valutazioni tecniche<br />
ed economiche delle colture<br />
DI FABRIZIO ADANI<br />
come ottenere<br />
biogas dalla cellulosa<br />
DI MICHAEL STRECKER<br />
La realtà operativa<br />
degli impianti BTS<br />
DI MARLENE HÖLZL<br />
DinaMETAN, sistema dinamico<br />
per l’analisi della biomassa<br />
DI ALBERTO BARBI<br />
Bioaccelerator, come aumentare<br />
la resa dell’impianto<br />
DI HELMUT MITTERMAIR<br />
Il ruolo della fibra grezza<br />
nella produzione di biogas<br />
DI ANDREA FORMIGONI<br />
Biodry, sistema di essiccazione<br />
che valorizza l’azoto<br />
DI ALESSANDRO CHIUMENTI<br />
Anastrip, un metodo<br />
per trattare il digestasto<br />
DI UTE BAUERMEISTER<br />
Biometano, le esperienze<br />
nel trattamento del biogas<br />
DI ULF RICHTER<br />
Supplemento al n. 25/2011<br />
di Agrisole del 24 giugno 2011<br />
Direttore responsabile:<br />
Elia Zamboni<br />
Registrazione:<br />
Tribunale di Milano n. 460 del 20/07/1996
n. 25/2011 [ INFOBIOGAS ]<br />
3<br />
UN GRANDE FUTURO<br />
PER LE RINNOVABILI<br />
[ DI MICHAEL NIEDERBACHER* ]<br />
Biogas nasce<br />
come convegno che<br />
L’Info<br />
forma e informa. Ha<br />
da sempre un carattere<br />
super partes, che lascia da<br />
parte le diatribe di mercato.<br />
Cerca piuttosto di fare il<br />
punto sulla situazione<br />
attuale nel mondo del biogas<br />
e più in generale nell’universo<br />
delle rinnovabili,<br />
e spinge tutto il movimento<br />
verso futuri soluzioni e<br />
sbocchi.<br />
L’edizione del 2011 ha offerto<br />
vari spunti su tematiche<br />
inerenti le realtà italiane ed<br />
europee, su soluzioni tecniche<br />
nuove e affermate per<br />
l’incremento di produzione<br />
ed efficienza e ha infine<br />
rivolto lo sguardo verso tecnologie<br />
che possono essere<br />
una valida alternativa al<br />
biogas convenzionale, senza<br />
però esserne un concorrente.<br />
Da quando sono entrato in<br />
questo mondo più di un<br />
decennio fa mi sono posto<br />
*General Manager TS Energy<br />
Group.<br />
come obiettivo la costruzione<br />
di impianti di biogas per<br />
sostituire almeno un<br />
impianto nucleare. Il<br />
nucleare, pur non producendo<br />
anidride carbonica,<br />
per me è un diretto antagonista<br />
delle rinnovabili, e<br />
non solo perché comporta<br />
alti rischi di sicurezza. Con<br />
il potenziale che il mondo<br />
agricolo italiano ci mette a<br />
disposizione saremmo in<br />
grado di sostituire ben due<br />
centrali nucleari, arrivare<br />
cioè a una potenza nominale<br />
di 2 GW.<br />
Chiaramente dobbiamo fare<br />
fronte anche a problematiche<br />
vere o presunte tali.<br />
L’andamento altalenante<br />
dei prezzi e la coltivazione<br />
energetica a discapito della<br />
coltivazione destinata<br />
all’alimentazione sono tra le<br />
tematiche al centro di ripetute<br />
discussioni. Sicuramente<br />
sono argomenti che non<br />
devono essere presi alla leggere<br />
ed è per questo che noi<br />
di B.T.S. stiamo investendo<br />
molto sull’aumento dell’efficienza<br />
che intendiamo<br />
come un insieme di efficienza<br />
agronomica, biologica,<br />
elettrica e termica. Il futuro<br />
degli impianti di biogas sta<br />
sicuramente nell’utilizzo di<br />
reflui zootecnici, scarti agricoli,<br />
di coltivazioni invernali,<br />
di materiale non “rubato”<br />
all’alimentazione. Bisogna<br />
[ Michael Niederbacher.<br />
allontanarsi da monoculture<br />
dedicate esclusivamente<br />
all’energia, sostenere e tutelare<br />
la biodiversità vegetale.<br />
Con l’aumento dell’efficienza<br />
complessiva degli<br />
impianti saremo in grado di<br />
diminuire fondamentalmente<br />
la quantità di input<br />
necessaria per alimentare<br />
gli impianti. Il potenziale di<br />
miglioramento è tale che in<br />
un futuro non molto lontano<br />
riusciremo ad alimentare<br />
un impianto da 1 MWel con<br />
solo 100 ettari.<br />
Con la tariffa onnicomprensiva<br />
l’Italia ha creato un<br />
mercato fiorente con un<br />
lungo futuro ancora tutto<br />
da scrivere. Ma il biogas<br />
non è solo fonte energetica<br />
per la produzione di energia<br />
elettrica. Se trattato e<br />
purificato è un ottimo vettore<br />
energetico con varie<br />
possibilità di valorizzazione,<br />
come l’immissione nella<br />
rete del gas naturale o l’utilizzo<br />
come carburante per<br />
veicoli. Per la sua ottima<br />
infrastruttura e la sua lunga<br />
esperienza con il gas naturale<br />
l’Italia ha le migliori<br />
premesse per sfruttare tutto<br />
lo spettro offerto dal biogas<br />
e per fungere da pioniere e<br />
da modello per altri Paesi<br />
con produzione di biogas.<br />
Sta però a noi migliorare la<br />
tecnologia e spingere i legislatori<br />
nella direzione giusta.<br />
Buona lettura e un arrivederci<br />
all’Info Biogas 8!
4 n. 25/2011<br />
IL SUCCESSO DEL BIOGAS<br />
NEI PAESI EUROPEI<br />
[ DI HARM GROBRÜGGE* ]<br />
Gestisco un impianto di<br />
biogas dal 1983 nel<br />
Nord della Germania e<br />
da tre anni sono vicepresidente,<br />
dell'Eba (European<br />
Biogas Association). L'Eba si<br />
occupa di produzione sostenibile<br />
di energia rinnovabile<br />
in Europa. Quasi tutti i Paesi<br />
membri dell'Unione Europea<br />
fanno parte anche dell'Eba.<br />
Siamo una rete e una piattaforma<br />
di comunicazione per<br />
informazioni sul biogas in<br />
Europa. Il biogas in Germania<br />
ha avuto un forte sviluppo e<br />
bisogna ammettere che questo<br />
sviluppo lo si deve principalmente<br />
ad un pacchetto<br />
legislativo molto favorevole.<br />
La legge tedesca finora è stata<br />
modificata due volte. Nel<br />
2010 sono stati costruiti più di<br />
1.000 nuovi impianti di biogas.<br />
Questo è uno dei motivi<br />
per cui molti prendono spunto<br />
dalla Germania quando si<br />
tratta di biogas.<br />
Austria. In questo stato, a causa<br />
della legislazione in vigore,<br />
il biogas non si è sviluppato<br />
molto o oggi siamo a 223 kWh<br />
pro capite all'anno. Qui c'è<br />
ancora molto da fare, anche<br />
l'Austria è stato il primo paese<br />
a costruire un impianto per il<br />
trattamento e l'immissione in<br />
rete del biogas.<br />
Danimarca. Già nel 1983 erano<br />
in funzione alcuni grandi<br />
impianti di biogas. C'era<br />
soprattutto l'infrastruttura per<br />
poter utilizzare il calore nelle<br />
vicinanze dell'impianto. Purtroppo<br />
lo sviluppo si è un po'<br />
fermato. In Danimarca abbia-<br />
*Vicepresidente EBA.<br />
mo 212 kWh pro capite all'anno.<br />
Svezia. Qui il biogas è stato<br />
incentivato molto dallo Stato,<br />
anche come carburante. Il biogas<br />
è stato realizzato soprattutto<br />
come impianti di immissione<br />
nella rete del gas. Gli<br />
impianti non sono decentralizzati,<br />
come in Germania, cioè<br />
non sono presso gli agricoltori.<br />
L'associazione svedese del biogas<br />
è stata assimilata dall'associazione<br />
svedese delle industrie<br />
del gas fossile. La produzione<br />
attuale è pari a 146,8<br />
kWh pro capite all'anno.<br />
Svizzera. Ha un'ottima legge<br />
per il biogas però ha un tetto<br />
alla produzione e le spese complessive<br />
sono limitate. Ci sono<br />
molti progetti, ma solo pochi<br />
possono essere realizzati, dato<br />
che i finanziamenti a disposizione<br />
sono pochi. Produzione:<br />
95,75 kWh pro capite all'anno.<br />
Repubblica Ceca. Ha una legge<br />
sulle energie rinnovabili<br />
simile a quella tedesca. Vengono<br />
costruiti molti impianti.<br />
Hanno materie prime agricole<br />
in abbondanza.<br />
Ungheria. È un paese con un<br />
alto potenziale, che però non<br />
viene ancora sfruttato dato che<br />
le leggi non lo permettono<br />
ancora. Non c'è ancora una leg-<br />
[ INFOBIOGAS ]<br />
ge per le energie rinnovabili.<br />
C'è un grande impianto che è<br />
già progettato e c'è molta<br />
superficie agricola che sarebbe<br />
a disposizione per il biogas.<br />
Gran Bretagna. Hanno scoperto<br />
molto tardi la raccolta differenziata.<br />
Ciò spiega perché lo<br />
sviluppo è ancora più o meno<br />
fermo. È un bene che il gas che<br />
viene prodotto nelle discariche<br />
venga raccolto e utilizzato.<br />
Però il materiale in primis non<br />
dovrebbe neanche essere raccolto<br />
in questa maniera nelle<br />
discariche. La produzione di<br />
biogas è pari a 380 kWh pro<br />
capite all'anno.<br />
Francia. Ha una tariffa per<br />
l'energia rinnovabile e le premesse<br />
sono molto buone ma la<br />
macchina burocratica è molto<br />
complicata. Ogni dipartimento<br />
ha le sue direttive che devono<br />
essere seguite. La costruzione<br />
di impianti è quindi ancora<br />
molto difficile.<br />
Dunque ci sono paesi che sicuramente<br />
non hanno meno<br />
potenziale della Germania e<br />
quindi ci sono ampie possibilità<br />
di sviluppo. Anche per questo<br />
motivo l'Unione Europea<br />
ha indicato l'obiettivo, in base<br />
alle normative europee per le<br />
energie rinnovabili, di raggiungere<br />
il 20 % di energie rinnova-<br />
[ TAB. 1 - GLI OBIETTIVI PER IL BIOGAS<br />
PRODUZIONE BIOGAS NREAP FATTORE DI<br />
DI BIOGAS NEL 2010 2020 CRESCITA<br />
GWh GWh 2010<br />
Repubblica Ceca 1.510 5’282 3,5<br />
Danimarca 1.165 4’325 4<br />
Germania 16.300 45’330 3<br />
Francia 3.300 12’023 4<br />
Italia 5.360 9’484 2<br />
Austria 1.870 1’840 1<br />
Svezia 1.360 1’272 1<br />
Regno Unito 23.500 8’887 0,38<br />
[ Harm Grobrügge.<br />
bili sul territorio europeo entro<br />
il 2020, e ogni paese deve raggiungere<br />
una soglia minima di<br />
energie rinnovabili per riuscire<br />
a raggiungere l'obiettivo complessivo.<br />
Alcuni paesi europei non<br />
nascondono le loro ambizioni,<br />
la Germania vuole crescere<br />
ancora molto e anche l'Italia ha<br />
ottime prospettive. Austria e<br />
Svezia non hanno obiettivi<br />
ambiziosi. La Gran Bretagna in<br />
realtà mostra alcuni passi<br />
indietro, fatto logico visto che il<br />
gas da discariche diminuisce di<br />
anno in anno. Se rapportiamo<br />
il potenziale alla realtà ci rendiamo<br />
conto che siamo molto<br />
al di sotto delle possibilità. C'è<br />
ancora molto lavoro da fare e il<br />
biogas, almeno potenzialmente,<br />
ha ancora un lungo futuro.<br />
È possibile andare molto oltre<br />
gli obiettivi descritti nei vari<br />
piani nazionali. I piani sono<br />
sviluppati dai vari governi per<br />
raggiungere gli obiettivi richiesti<br />
dell'UE, ma non per superarli,<br />
in modo da evitare che<br />
l'UE in futuro possa chiedere<br />
obiettivi ancora più ambiziosi.<br />
Le varie associazioni nazionali<br />
del biogas devono lavorare: ad<br />
esempio il potenziale del biogas<br />
per il settore del trasporto è<br />
ancora quasi sconosciuto. L'Italia<br />
forse è abbastanza all'avanguardia,<br />
visto che ci sono molti<br />
veicoli che vanno a gas naturale.<br />
Qui c'è molto potenziale per<br />
il biogas. Il calore viene sfruttato<br />
troppo poco. Qui deve succedere<br />
ancora molto perché si<br />
sfrutti bene anche il calore. ■
n. 25/2011 [ INFOBIOGAS ]<br />
5<br />
LE PROSPETTIVE DI SVILUPPO<br />
DEL BIOGAS IN GERMANIA<br />
[ DI DAVID WILKEN* ]<br />
Attualmente in Germania<br />
ci sono 6.000 impianti di<br />
biogas con una potenza<br />
installata di ca. 2.300 MW elettrici.<br />
Per il 2011 prevediamo la<br />
costruzione di ulteriori 800<br />
impianti di biogas per un<br />
ammontare di ca. 300 MW di<br />
potenza elettrica. 4.300.000 abitazione<br />
vengono fornite con<br />
corrente elettrica proveniente<br />
dal biogas. Il fatturato ammonta<br />
a 4,7 miliardi di Euro. Il biogas<br />
ha creato 19.000 posti di<br />
lavoro, ovviamente abbiamo<br />
incluso anche la coltivazione<br />
dei substrati. La quota di<br />
esportazione arriva al 16 % e la<br />
superficie dedicata al biogas è<br />
di 750.000 ettari. Nel 2011 questi<br />
dati subiranno un'ulteriore<br />
impennata.<br />
Tutto ciò è stato reso possibile<br />
dall'EEG, la legge per l'energia<br />
rinnovabile. Un fattore importante<br />
è la suddivisione in base<br />
alle dimensioni dell'impianto.<br />
La remunerazione per impianti<br />
piccoli è relativamente più<br />
elevata di quella per impianti<br />
grandi. La remunerazione va a<br />
scaglioni: potenza
6 n. 25/2011<br />
OTTIME PREMESSE<br />
MA QUAL È IL FUTURO IN ITALIA?<br />
[ DI VILLER BOICELLI* ]<br />
Il Consorzio Italiano Biogas<br />
e Gassificazione Kiloverde<br />
è la prima aggregazione<br />
volontaria voluta dai<br />
produttori per i produttori<br />
che si è costituita nel 2009. Al<br />
31 dicembre 2010 ha festeggiato<br />
il raggiungimento di<br />
102 soci che rappresentano<br />
aziende produttrici di biogas<br />
e syngas da fonti rinnovabili,<br />
aziende o società industriali<br />
fornitrici di impianti e di tecnologie<br />
e gli enti ed istituzioni<br />
che contribuiscono a vario<br />
titolo al raggiungimento<br />
degli scopi sociali. La mission<br />
del Consorzio è promuovere<br />
e sviluppare la<br />
cogenerazione da biogas e la<br />
gassificazione attraverso il<br />
confronto tra gli operatori di<br />
tutta la filiera, l'ottimizzazione<br />
dei processi produttivi, la<br />
crescita della consapevolezza<br />
che c'è perfetta complementarietà<br />
tra attività agricolo-zootecnica<br />
ed attività<br />
agro energetica. Per questo il<br />
Consorzio organizza gruppi<br />
di lavoro specifici per elaborare<br />
documenti, realizza<br />
eventi, partecipa a convegni<br />
e promuove corsi di formazione,<br />
interagendo con le<br />
*Direttore Consorzio Italiano<br />
Biogas.<br />
[ TAB. 1 - IL BIOGAS IN ITALIA<br />
comunità locali. L'attività<br />
del Consorzio prevede<br />
anche forme di assistenza<br />
agronomica, di assistenza ai<br />
produttori nelle procedure<br />
per l'ottenimento della T.O.<br />
dei certificati bianchi e dei<br />
crediti di carbonio e anche<br />
convenzioni con università,<br />
istituti di ricerca e istituti di<br />
credito. In Italia la potenza<br />
installata con le centrali da<br />
biomassa ha raggiunto 1491<br />
MW, suddivisi in 522 MW da<br />
trasformazione oli vegetali,<br />
502 MW da trasformazione<br />
di biomasse solide e 462 MW<br />
come produzione biogas. Da<br />
una recente indagine (tab. 1)<br />
emerge che nell'anno 2010<br />
sono stati installati 182 nuovi<br />
impianti di biogas, che si<br />
vanno ad aggiungere ai 161<br />
già in funzione e le previsioni<br />
per il 2011 sono di altri 276<br />
nuovi impianti, che porterebbe<br />
il numero totale a 619, con<br />
una dislocazione prevalente<br />
nelle regioni a più alta concentrazione<br />
di allevamenti<br />
zootecnici.<br />
Si fa un gran parlare della<br />
[ INFOBIOGAS ]<br />
[ TAB. 2 - IMPIANTI E SUPERFICI REALMENTE IMPIEGATE<br />
TOTALE TOTALE SUPERFICI<br />
IMPIANTI (MW) (HA)<br />
In attività al 31/12/2009 161 113,5 31.000<br />
In attività al 31/12/2010 343 244,5 64.000<br />
Potenziali al 31/12/2011 619 410 110.000<br />
competizione delle superfici<br />
agricole da destinare al food e<br />
al no food, ma si tratta di un<br />
falso problema dal momento<br />
che, come emerge dalla tab 2,<br />
se tutti gli impianti previsti<br />
sino alla fine del 2011 funzionassero<br />
solo con le biomasse<br />
agricole, la superficie necessaria<br />
per produrle sarebbe di<br />
160.000 ettari. Ma poiché il<br />
33% degli impianti di biogas<br />
è alimentato esclusivamente<br />
con effluenti zootecnici, ecco<br />
la superficie realmente necessaria<br />
per le biomasse si ferma<br />
a 110.000 ettari. Va anche<br />
ricordato che sino al 2007 erano<br />
ben 147.000 gli ettari "congelati"<br />
dal set aside e che la<br />
bietola occupava oltre 200<br />
mila ettari che oggi si sono<br />
ridotti a meno della metà.<br />
Nonostante tutto ciò è<br />
comunque auspicabile un utilizzo<br />
ancora più efficiente<br />
della superficie occupata dalle<br />
colture cosiddette energetiche,<br />
promuovendo i secondi<br />
raccolti ed una rotazione più<br />
ampia tra diverse specie,<br />
tenendo conto delle caratteri-<br />
N. IMPIANTI TOTALE POTENZA TOTALE SUPERFICI<br />
IMPIANTI INSTALLATA (MW) (MW) (HA) (1)<br />
In attività al 31/12/2009 161 161 113,5 113,5 45.200<br />
In attività al 31/12/2010 182 343 131 244,5 97.000<br />
Potenziali al 31/12/2011<br />
(1) Superfici teoriche a raccolto singolo.<br />
276 619 165,5 410 160.000<br />
[ Viller Boicelli.<br />
stiche ambientali, terreno,<br />
irrigazione ecc.<br />
L'Italia produce ogni anno circa<br />
230 milioni di tonnellate di<br />
substrati organici di diversa<br />
qualità e natura che potrebbero<br />
essere utilmente usati nei<br />
processi di digestione anaerobica<br />
per la produzione di energia<br />
elettrica e termica. Il PAN,<br />
Piano di Azione Nazionale<br />
per le energie rinnovabili<br />
approvato di recente, mette il<br />
biometano tra gli obiettivi<br />
prioritari di sviluppo ed indica<br />
un criterio di programmazione<br />
anticipata delle modifiche<br />
degli incentivi che riguarderanno<br />
solo gli impianti che<br />
entreranno in esercizio un<br />
anno dopo l'entrata in vigore<br />
delle modifiche. Per quanto<br />
riguarda il futuro emerge una<br />
sostanziale continuità dell'attuale<br />
sistema incentivante<br />
almeno sino al 31 dicembre<br />
2012, con incentivi differenziati<br />
per taglia di impianto e commisurati<br />
ai costi di installazione.<br />
Si darà priorità agli<br />
impianti a reflui zootecnici e<br />
sottoprodotti gestiti in connessione<br />
con aziende agricole,<br />
con la necessità inderogabile<br />
di progettare i nuovi impianti<br />
di biogas in funzione della<br />
superficie, aziendale e delle<br />
opportunità di mercato. Infine<br />
non va dimenticato che lo sviluppo<br />
della produzione di biogas<br />
ha una forte ricaduta sul<br />
mondo del lavoro dal momento<br />
che sino al 2010 ha coinvolto<br />
circa 3.500 addetti.
n. 25/2011 [ INFOBIOGAS ]<br />
7<br />
VALUTAZIONI TECNICHE<br />
ED ECONOMICHE DELLE COLTURE<br />
[ DI FABRIZIO ADANI* ]<br />
La regione Lombardia,<br />
nell'ambito del programma<br />
regionale di<br />
ricerca in campo agricolo<br />
2007-2009, ha finanziato una<br />
sperimentazione riguardante<br />
la valutazione tecnico-economica<br />
delle colture energetiche<br />
affidata al dipartimento<br />
di produzione vegetale<br />
dell'università di Milano.<br />
Sono state messe a confronto<br />
colture a ciclo primaverile<br />
estivo come il mais (ibridi di<br />
classe 700 in I,II,III° epoca di<br />
semina e ibridi di classe 500)<br />
e il sorgo (foraggero a 2 sfalci)<br />
e colture a ciclo autunnovernino<br />
come triticale, segale,<br />
frumento e miscugli di<br />
graminacee, in cinque località<br />
della pianura padana.<br />
Dalla figura 1 emerge che,<br />
trasformando la produzione<br />
di sostanza secca delle diverse<br />
soluzioni agronomiche<br />
proposte in produzione di<br />
metano espressa in mc/ha,<br />
l'accoppiata mais+triticale è<br />
quella che permette di raggiungere<br />
le rese maggiori. Se<br />
si va poi a valutare il comportamento<br />
delle diverse<br />
rotazioni allo studio sotto<br />
l'aspetto economico, cioè si<br />
raffrontano i costi di coltivazione<br />
con le rese in metano<br />
franco impianto e con una<br />
tariffa omnicomprensiva di<br />
0,28, notiamo come ancora<br />
una volta sia la soluzione<br />
mais+ triticale sia quella che<br />
consente di raggiungere il<br />
ricavo maggiore. Dunque<br />
nei comprensori tipicamente<br />
maidicoli ed irrigui la coltu-<br />
*Università di Milano<br />
[ FIG. 1 - RESA IN METANO A DIFFERENTI INPUT<br />
AGRONOMICI<br />
Metano (mc/ha)<br />
ra sulla quale l'agricoltore<br />
deve puntare per alimentare<br />
il suo impianto di biogas<br />
non può essere che il mais,<br />
mentre nelle aree meno<br />
vocate e senza irrigazione,<br />
può essere più opportuno<br />
preferire il sorgo, dove le<br />
diverse soluzioni colturali si<br />
confrontano sulla base di<br />
due diversi livelli di input<br />
agronomici cioè di alta e bassa<br />
fertilità ed impiego di<br />
mezzi tecnici.<br />
Molto importante ai fini dell'economicità<br />
del'attività<br />
agro energetica è anche lo<br />
studio della reale efficienza<br />
del processo di produzione<br />
del biometano che si misura<br />
/ kWhEE<br />
10.000<br />
9.000<br />
8.000<br />
7.000<br />
6.000<br />
5.000<br />
4.000<br />
3.000<br />
Sistema colturale<br />
[ Fonte: DI.PRO.VE - Facoltà di Agraria - Università degli Studi di Milano<br />
0,28<br />
0,24<br />
0,20<br />
0,16<br />
0,12<br />
0,08<br />
0,04<br />
0,00<br />
Impianto<br />
Colture<br />
1MW<br />
Alti input Bassi input<br />
Mais 1<br />
Raccolto<br />
Segale<br />
Mais 3<br />
Raccolto<br />
Impianto<br />
Colture<br />
500kW<br />
[ Fonte: Università degli Studi di Milano<br />
Erbasilo<br />
+ Mais 2<br />
Raccolto<br />
[ FIG. 2 - IMPIANTI A CONFRONTO<br />
essenzialmente verificando e<br />
mettendo a confronto i costi<br />
di approvvigionamento della<br />
biomassa, di gestione e<br />
manutenzione e di ammortamento<br />
al fine di calcolare<br />
la marginalità reale. Per far<br />
questo sono stati studiati 5<br />
impianti su scala reale: da 1<br />
MW alimentato con solo colture<br />
energetiche, da 1 MW<br />
con colture e sottoprodotti,<br />
da 1 MW con solo rifiuti<br />
organici, da 500 kW con solo<br />
colture energetiche e da 500<br />
kW con colture e sottoprodotti.<br />
I risultati sono riassunti<br />
in figura 2 dove emerge<br />
chiaramente come di fronte<br />
alla tariffa attuale di 0,28<br />
Costi di approvvigionamento biomasse Costi di gestione/manutenzione<br />
Ammortamento Margine<br />
Impianto<br />
Misto<br />
1MW<br />
Triticale<br />
+ Mais<br />
Impianto<br />
Misto<br />
500kW<br />
Triticale<br />
+ Sorgo<br />
Impianto<br />
Rifiuti<br />
1MW<br />
[ Fabrizio Adani.<br />
centesimi a kWh, tutte le<br />
soluzioni prospettate offrono<br />
una marginalità, anche se<br />
molto differente a seconda<br />
dei casi. Ma nell'eventualità<br />
di un riposizionamento verso<br />
il basso della tariffa omnicomprensiva<br />
dopo 2012, non<br />
tutte le soluzioni offrono le<br />
medesime prospettive di<br />
"tenuta economica".<br />
Altro tema affrontato dal<br />
progetto è la corretta gestione<br />
agronomica dei digestati<br />
in uscita dagli impianti di<br />
biogas che da numerosi studi<br />
fatti permette di risparmiare<br />
fino a 300 euro/ha di<br />
concimi minerali, considerando<br />
anche che il 70% della<br />
frazione azotata è in forma<br />
ammoniacale con una efficienza<br />
agronomica pari a<br />
quella dell'urea o del solfato<br />
ammonico. Importante è<br />
anche il sistema di distribuzione<br />
in campo del digestato,<br />
affidato per lo più ai contoterzisti,<br />
che deve essere<br />
effettuata con sistemi<br />
moderni di iniezione od<br />
interramento immediato e<br />
anche con la fertirrigazione,<br />
per evitare emissioni di odori<br />
e volatilizzazione. Sono<br />
state fatte delle valutazioni<br />
economiche sul valore delle<br />
diverse frazioni di azoto,<br />
ammoniacale ed organico da<br />
refluo, da digestato e da<br />
separato liquido e si è calcolato<br />
un range da 1,71 a 3,25<br />
euro per l'ammonicale e da<br />
1,26 a 2,80 euro per quello<br />
organico con valori pari a<br />
2,80 e 1,71 per il digestato.
8 n. 25/2011<br />
RUMINOTEC, COME OTTENERE<br />
BIOGAS DALLA CELLULOSA<br />
[ DI MICHAEL STRECKER* ]<br />
Il metodo Ruminotec<br />
simula il processo digerente<br />
dei ruminanti. È<br />
un primo approccio che da<br />
la possibilità tecnica di<br />
applicare la biologia ruminante<br />
all’esterno di un animale<br />
vivo. È un metodo che<br />
permette di registrare<br />
quantitativamente la<br />
decomposizione del materiale<br />
attraverso in un sistema<br />
continuo, ciò significa<br />
che viene aggiunto e<br />
decomposto sempre nuovo<br />
materiale.<br />
Il primo reattore che contiene<br />
il foraggio rappresenta il<br />
rumine. Questo foraggio<br />
viene lavato con una soluzione<br />
che corrisponde<br />
sostanzialmente alla saliva<br />
di un ruminante. Mentre il<br />
liquido attraversa il rumine,<br />
si arricchisce con gli acidi<br />
grassi in esso prodotti.<br />
Questo liquido viene quindi<br />
trasferito al secondo<br />
reattore. In questo “metano-reattore”<br />
è stata coltivata<br />
una coltura specializzata<br />
a decomporre gli acidi<br />
grassi.<br />
In questo modo la soluzione<br />
si rigenera, è di nuovo in<br />
grado di assumere gli acidi<br />
grassi e ritorna nel rumine.<br />
In questo modo il cerchio si<br />
chiude. Un ulteriore vantaggio<br />
di questo metodo<br />
fermentativo è che l’umidità<br />
non incide in nessun<br />
modo sul processo.<br />
Nel 2007 è andato in funzione<br />
un impianto Rumino<br />
*Intervento tenuto da Helmut<br />
Mittermair.<br />
Tec su larga scala, costituito<br />
da un sistema di reattori a<br />
due stadi, con un‘unità<br />
rumine (ca. 5 m³) e un‘unità<br />
metano per conversione di<br />
acido grasso (ca. 10 m³). Il<br />
sistema è stato avviato con<br />
400 l di contenuto di rumine<br />
proveniente da un<br />
macello. Volevamo provare<br />
che era possibile coltivare<br />
questo contenuto all’esterno<br />
di un animale. Non<br />
avrebbe senso portare un<br />
sistema del genere e dover<br />
andare al macello una volta<br />
al mese, per cambiare tutto<br />
il contenuto.<br />
Abbiamo fatto prove con<br />
fieno, paglia, mais, barbabietola,<br />
insilato d‘erba,<br />
girasole, senape gialla, carta<br />
straccia, cartone, vinacce,<br />
crusca, bucce di barbabietola,<br />
erbacce, ortiche, foglia-<br />
[ INFOBIOGAS ]<br />
[ APPARATO DIGERENTE DEI BOVINI<br />
me, fallopia japonica.<br />
Abbiamo a disposizione un<br />
enorme potenziale, anche<br />
dal punto di vista economico.<br />
Con insilato della pianta<br />
intera dopo 2 giorni tutto il<br />
75 % del materiale era già<br />
decomposto. Anche dal<br />
punto di vista del valore<br />
pH e del potenziale redox il<br />
materiale è decomposto<br />
dopo 4-5 giorni.<br />
Il materiale proveniente<br />
dalla potatura delle piante<br />
ornamentali rappresenta<br />
una valida alternativa. Ha<br />
un enorme potenziale a<br />
patto che la lunghezza delle<br />
particelle sia di 2-3 cm, il<br />
contenuto di umidità non<br />
rappresenta un problema<br />
per la fermentazione, si<br />
può utilizzare subito o può<br />
essere conservato come<br />
insilato. Il fabbisogno gior-<br />
[ METANO-CORRENTE, CALORE E MATERIA PRIMA CHIMICA<br />
[ Helmut Mittermair.<br />
naliero di substrato per<br />
metro cubo di rumine è di<br />
30-70 kg di sostanza secca<br />
organica fermentabile. Parliamo<br />
di un carico organico<br />
superiore a 50 kg.<br />
Abbiamo provato anche<br />
diversi materiali organici<br />
che sono stati essiccati per<br />
48 ore a 60° C e successivamente<br />
sminuzzati ad una<br />
lunghezza delle particelle<br />
di 2-3 cm. Di solito questi<br />
sistemi sono molto efficienti.<br />
Siamo partiti con fieno,<br />
che ha un valore pH molto<br />
stabile, e poi siamo passati<br />
ai vari campioni di cui<br />
sopra, senza avere grossi<br />
problemi.<br />
Le caratteristiche degli<br />
impianti di biogas convenzionali<br />
prevedono una lunga<br />
ritenzione (30-90 giorni),<br />
una decomposizione lenta<br />
dei substrati e sono necessari<br />
grandi fermentatori.<br />
Si utilizza la pianta intera.<br />
20-25 % del substrato non<br />
viene decomposto e risultano<br />
soprattutto residui<br />
fibrosi. L’approccio alternativo<br />
per la soluzione sarebbe<br />
l’utilizzo della microbiologia<br />
del rumine specializzata<br />
nella decomposizione<br />
della cellulosa al posto della<br />
microbiologia dell’intestino.<br />
In parole povere dobbiamo<br />
spostare queste colture in<br />
avanti, dobbiamo lavorare<br />
nel rumine e non nell’intestino.
n. 25/2011 [ INFOBIOGAS ]<br />
9<br />
LA REALTÀ OPERATIVA<br />
DEGLI IMPIANTI BTS<br />
[ DI MARLENE HÖLZL* ]<br />
Nell’ambito del contratto<br />
di assistenza<br />
microbiologica agli<br />
impianti installati da BTS<br />
denominato Metanmax, a<br />
partire dal 2008 sino a tutto<br />
il 2010 sono state effettuate<br />
800 visite e nel solo anno<br />
2010 il laboratorio di BTS<br />
*B.T.S. Italia<br />
[ CAMPIONI METANMAX<br />
Quantità<br />
16.000<br />
14.000<br />
12.000<br />
10.000<br />
8.000<br />
6.000<br />
4.000<br />
2.000<br />
0<br />
Media al mese<br />
Totale anno<br />
Singole analisi<br />
Inizio 2009:<br />
partenza<br />
METANlab<br />
4.560<br />
10.835<br />
14.451<br />
2.890<br />
24289 38456 971<br />
81<br />
1.298<br />
108<br />
2007 2008 2009<br />
Anno<br />
[ Il laboratorio METANlab, situato presso la sede operativa BTS a Porto Mantovano, è unico nel suo genere e<br />
si dedica esclusivamente al mondo del biogas. Attrezzato con apparecchiature all’avanguardia, è in grado di<br />
eseguire svariate analisi importanti per la gestione degli impianti e per l’aumento della loro efficienza.<br />
[ I 10 MIGLIORI IMPIANTI CON CONTRATTO CONTIMAX<br />
POS. IMPIANTO (KW)<br />
SOMMA KWH<br />
GEN-DIC 2010<br />
% DELLA<br />
PRODUZIONE PIENA<br />
ORE PIENE<br />
1 Impianto 1 526 4.572.309 99,23 8.693<br />
2 Impianto 2 1000 8.634.650 98,57 8.635<br />
3 Impianto 3 1000 8.615.930 98,36 8.616<br />
4 Impianto 4 990 8.492.648 97,93 8.578<br />
5 Impianto 5 995 8.462.210 97,09 8.505<br />
6 Impianto 6 990 8.385.328 96,69 8.470<br />
7 Impianto 7 625-999 7.444.401 95,89 8.400<br />
8 Impianto 8 990 8.204.967 94,61 8.288<br />
9 Impianto 9 1015-1020 8.421.751 94,47 8.276<br />
10 Impianto 10 999 8.192.160 93,61 8.200<br />
Totale: 9.509 Somma:<br />
Media:<br />
Media:<br />
Fonte: BTS<br />
kW installati 79.426 MWh 96,64% 8.466 ore<br />
2010<br />
[ Marlene Hölzl.<br />
ha effettuato ben 14451<br />
analisi di laboratorio sui<br />
singoli campioni estratti<br />
dai fermentatori.<br />
Nel 2010 BTS ha installato<br />
complessivamente 23 nuovi<br />
impianti di biogas, 14 in<br />
Italia ( 13 da 990 kW e 1 da<br />
600 kW), 5 in Germania ( 1<br />
da 190 kW, 1 da 250 kW, 2<br />
da 3560 kW e 1 da 500 kW)<br />
e 4 nella Repubblica Ceca (<br />
3 da 620 kW e i da 740 kW)<br />
per un totale di 17,73 MW<br />
di potenza installata. Tutti<br />
gli impianti realizzati sono<br />
entrati in pieno regime in<br />
media dopo sette settimane,<br />
che significa in altre<br />
parole che dopo questo<br />
tempo chiamato di avviamento,<br />
l’impianto riesce a<br />
superare la soglia del 90%<br />
del suo potenziale totale<br />
per 3 settimane consecutive.<br />
La tabella 1 riporta la<br />
classifica dei 10 migliori<br />
impianti BTS installati<br />
dove si nota che al primo<br />
posto si trova un impianto<br />
della potenza di 526 kW<br />
che da gennaio a dicembre<br />
2010 ha realizzato ben<br />
8963 ore piene. Si può<br />
altresì notare come anche<br />
tutti gli altri impianti<br />
abbiano raggiunto valori<br />
invidiabili tant’è che la<br />
media dei dieci è pari a<br />
8466 ore piene con un totale<br />
di kWh in dodici mesi<br />
pari a oltre 79000 Mwh<br />
che corrisponde all'autoconsumo<br />
di energia elettrica<br />
di una città come<br />
Verona.
10 n. 25/2011<br />
DINAMETAN, SISTEMA DINAMICO<br />
PER L’ANALISI DELLA BIOMASSA<br />
[ DI ALBERTO BARBI* ]<br />
Ogni anno migliaia di<br />
euro vengono buttati<br />
al vento a causa di<br />
una cattiva gestione delle<br />
scorte di insilati, di una<br />
pesatura approssimativa<br />
degli ingredienti della razione<br />
e della scarsa conoscenza<br />
dei valori della sostanza secca.<br />
La variabilità del contenuto<br />
di sostanza secca in un<br />
insilato può variare nel tempo,<br />
da maggio a dicembre<br />
per fare un esempio, dal 45<br />
al 30% ma anche nello stesso<br />
giorno (vedi figura 1) in una<br />
trincea riempita con il medesimo<br />
silomais, la percentuale<br />
di sostanza secca varia<br />
raccogliendo il prodotto a<br />
sinistra, a destra ed al centro<br />
e in maniera molto significativa.<br />
I nutrizionisti sono ben<br />
consapevoli di tutti questi<br />
fenomeni e quindi per sopperire<br />
alla variabilità di<br />
composizione dei foraggi<br />
che entrano nella razione,<br />
prevedono sempre quantità<br />
extra di prodotto al fine di<br />
evitare cali di produzione di<br />
latte o, nel caso del biogas,<br />
lo spegnimento del reattore.<br />
La variabilità di composizio-<br />
*Dinamica generale<br />
ne di un foraggio è un dato<br />
di fatto che non può essere<br />
in alcun modo eliminato ma<br />
può essere ben gestito se si<br />
usa un corretto protocollo di<br />
campionamento, se si fanno<br />
campionamenti frequenti e<br />
se si può disporre di sistemi<br />
di analisi veloci ed accurati.<br />
L’affidabilità del dato analitico<br />
e quindi la minimizzazione<br />
del margine di errore<br />
sul campione inviato al<br />
laboratorio è direttamente<br />
proporzionale al tempo che<br />
intercorre tra un prelevamento<br />
e l’altro e al tempo di<br />
risposta del laboratorio. Se il<br />
campione viene prelevato<br />
ogni due settimane e il laboratorio<br />
impiega sette giorni<br />
per fornire i risultati, la differenza<br />
tra il dato analitico e<br />
la realtà nella trincea è pari<br />
al 2,4%. Scende all’1,2% e<br />
[ TAB. 1 - SCOSTAMENTO TRA TEORIA E REALTÀ<br />
COMPONENTE<br />
SS<br />
PESO<br />
MKG<br />
[ INFOBIOGAS ]<br />
[ FIG. 1 - VARIAZIONE DEL FORAGGIO NEL TEMPO<br />
50<br />
45<br />
40<br />
35<br />
30<br />
25<br />
20<br />
15<br />
10<br />
5<br />
0<br />
28 mag 17 lug 5 set 25 ott 14 dic 2 feb<br />
[ Modified from undersander et al, 2005<br />
DM°<br />
all’0,7% rispettivamente se<br />
la frequenza di campionamento<br />
passa a 7 e a 3 giorni<br />
e il tempo di lavoro del laboratorio<br />
scende a 3 e a 1 giorno.<br />
Dunque si può affermare<br />
che spedire i campioni di<br />
foraggio ad un laboratorio<br />
per un’analisi chimica è<br />
un’opportunità per una<br />
valutazione retrospettiva,<br />
ma è un grosso limite se si<br />
vuole una gestione ottimale<br />
ed in tempo reale.<br />
DinaMetan è un nuovo strumento<br />
di analisi che offre<br />
l’opportunità di avere diete<br />
per l’impianto di biogas il<br />
più possibile vicine alla formulazione<br />
base. DinaMetan<br />
è composto da un indicatore<br />
di peso ad alto contenuto<br />
tecnologico, un comodo<br />
telecomando, un software<br />
per la gestione della dieta ed<br />
TEORICO ATTUALE VARIAZIONE<br />
PESO<br />
SS<br />
COSTO<br />
(€)/d<br />
SS<br />
PESO<br />
MKG<br />
PESO<br />
MKG<br />
COSTO<br />
(€)/D<br />
Silomais 32% 30 9,6 1.350 35% 27,4 2,6 117<br />
Triticale insilati 30% 10 3 350 33% 9,1 0,9 31,5<br />
Sorgo insilato 28% 10 2,8 300 31% 9 1 30<br />
Pastone 2 2 260 2 0 260<br />
Totale 2.260 438,5<br />
[ Alberto Barbi.<br />
un analizzatore NIR. L’analisi<br />
in tempo reale del foraggio<br />
che va ad alimentare il<br />
digestore, permette all’agricoltore<br />
di razionalizzare la<br />
gestione dell’impianto con<br />
un notevole risparmio sui<br />
costi della ricetta di alimentazione<br />
e anche un risparmio<br />
sull’accensione della<br />
torcia, che si verifica ogni<br />
volta che c’è sovrapproduzione<br />
di gas. I benefici si<br />
possono quantificare con<br />
l’esempio riportato nella<br />
tabella 1 dove è indicata la<br />
ricetta teorica giornaliera<br />
dove il valore della sostanza<br />
secca è stata posta al 32%.<br />
Ma se dall’analisi con Dinametan<br />
il valore della sostanza<br />
secca risultasse il 35%,<br />
non avremmo più bisogno<br />
di 30 Mkg di silomais ma<br />
soltanto di 27 e questo si tradurrebbe<br />
in un risparmio<br />
giornaliero di silomais pari a<br />
117 euro. Applicando lo<br />
stesso concetto anche a tutti<br />
gli altri ingredienti la maggiore<br />
vicinanza del dato<br />
analitico con la realtà ci permette<br />
un risparmio annuo<br />
di oltre 160 mila euro. Per<br />
quanto riguarda invece l’accensione<br />
della torcia, ponendo<br />
una media di 58 volte in<br />
100 giorni equivalenti a 218<br />
volte l’anno significa dissipare<br />
210 mila kWh che a<br />
0,28 euro/kWh fanno altri<br />
58800 euro l’anno che sommati<br />
ai precedenti 160 mila<br />
euro portano ad un risparmio<br />
totale annuo di oltre 218<br />
mila euro.
n. 25/2011 [ INFOBIOGAS ]<br />
11<br />
BIOACCELERATOR, COME AUMENTARE<br />
LA RESA DELL’IMPIANTO<br />
[ DI HELMUT MITTERMAIR* ]<br />
di un<br />
impianto di biogas<br />
L’alimentazione<br />
avviene con fonti di<br />
materia prima molto diversificate,<br />
dai reflui zootecnici ai<br />
prodotti agricoli secondari,<br />
dai residui urbani alle piante<br />
energetiche. Si tratta di substrati<br />
molto eterogenei tra di<br />
loro, costituiti da sostanze<br />
diverse, ma sta di fatto che il<br />
costo della materia prima è<br />
pari al 50% del costo totale di<br />
produzione del biogas. E’<br />
evidente che l’obiettivo dell’agricoltore<br />
è fornire al digestore<br />
del materiale con una<br />
composizione ottimale e tale<br />
da far rendere al massimo il<br />
sistema e questo obiettivo si<br />
persegue prima di tutto in<br />
campo con una corretta scelta<br />
della coltura e l’applicazione<br />
delle tecniche colturali,<br />
poi con una perfetta conservazione<br />
del prodotto nei sili<br />
quindi con sistemi di trattamento<br />
per far si che l’attività<br />
dei microrganismi all’interno<br />
del digestore sia facilitata e<br />
possano quindi agire con la<br />
loro massima potenzialità<br />
fermentativa. La bioestrusione,<br />
attraverso l’applicazione<br />
del Bioaccelerator, è una delle<br />
chiavi vincenti per migliorare<br />
l’efficienza dell’impianto<br />
per la produzione del biogas<br />
e anche per sfruttare<br />
materiali che prima non<br />
potevano essere utilizzati per<br />
la loro composizione, come<br />
stocchi di mais, sfalci d’erba,<br />
paglia ecc. La triturazione e<br />
lo sfibramento attraverso un<br />
trattamento termo-meccani-<br />
*B.T.S. Italia<br />
[ FIG. 1 - COME VARIANO I COMPONENTI<br />
14.000<br />
12.000<br />
10.000<br />
8.000<br />
6.000<br />
4.000<br />
2.000<br />
0<br />
Silomais<br />
2<br />
Silomais<br />
3<br />
co all’interno di un ampio<br />
contenitore dotato di coclee<br />
controrotanti, permette<br />
aumenti di resa in biogas del<br />
35% e del carico organico<br />
sino al 50% oltre a significativi<br />
incrementi di produttività.<br />
Assumono grande importanza<br />
ai fini delle rese le<br />
caratteristiche del foraggio in<br />
termini di emicellulosa, cel-<br />
Silomais<br />
4<br />
Razione Insilato<br />
mais/loietto loietto<br />
50-50<br />
Insilato<br />
triticale<br />
Carboidrati kg in SS Fibra kg in SS Lip. kg in SS Prot. kg in SS Ceneri kg in SS<br />
[ COME MASSIMIZZARE LA CRESCITA MICROBICA<br />
Foraggi con alto contenuto di sostanza secca<br />
Bilanciamento delle frazioni di carboidrati e proteine nella<br />
razione ( sincronizzazione dei fermentatori)<br />
Carboidrati facilmente digeribili che forniscono l’energia<br />
necessaria per una crescita ottimale dei batteri<br />
La proteina disponibile influisce sul fermentatore<br />
Tempo di adattamento 3-4 settimane dopo il cambio di razione<br />
Ph stabile nel liquido del fermentatore<br />
lulosa,lignina e in particolare<br />
proteine, zuccheri e lipidi. La<br />
riduzione della grandezza<br />
delle particelle di foraggio<br />
aumenta la superficie utile<br />
per l’attacco dei batteri ed è<br />
un’ottima premessa per una<br />
buona fermentazione ed<br />
un’assorbimento di acidi<br />
grassi volatili. La lisi cellulare<br />
e l’omogenizzazione delle<br />
[ Helmut Mittermair.<br />
biomasse hanno influenza<br />
sulla velocità di idrolisi e sul<br />
contenuto di sali ed acidi.<br />
Sminuzzare ed omogeneizzare<br />
significa aumentare le<br />
aree di transizione del materiale<br />
ed incrementare la velocità<br />
di trasformazione e di<br />
decomposizione delle singole<br />
reazioni biologiche. Si<br />
ottiene una mobilizzazione<br />
di enzimi e di microelementi<br />
grazie all’aumento della<br />
velocità di transizione e di<br />
trasporto del materiale. Infine<br />
si può parlare di miglioramento<br />
della qualità del digestato,<br />
di riduzione delle<br />
viscosità, dell’energia necessaria<br />
per la miscelazione,<br />
della quantità di miscelazione,<br />
e la prevenzione nella formazione<br />
di strati galleggianti<br />
e di sedimentazioni oltre alla<br />
diminuzione di possibili<br />
fenomeni di intasamento di<br />
tubazioni e pompe. Poiché la<br />
quantità e la composizione<br />
della popolazione microbica<br />
nel fermentatore decidono la<br />
prestazione metabolica dell’impianto,<br />
occorre minimizzare<br />
le azioni che bloccano la<br />
crescita microbica e cioè: 1) il<br />
cambio improvviso della<br />
razione; 2) la sincronizzazione<br />
sbagliata dei fermentatori;<br />
3)un’alimentazione con<br />
quantità elevata di grassi<br />
non saturi che bloccano la<br />
decomposizione delle fibre);<br />
4) l’alimentazione con quantità<br />
eccessive di carboidrati<br />
non strutturati e quindi scarsa<br />
proteina a disposizione<br />
dei fermentatori.
12 n. 25/2011<br />
IL RUOLO DELLA FIBRA GREZZA<br />
NELLA PRODUZIONE DI BIOGAS<br />
che si sta<br />
facendo in Italia nella<br />
L’esperienza<br />
conduzione dei fermentatori<br />
per la produzione<br />
di biogas, soprattutto negli<br />
impianti di più recente realizzazione,<br />
fa avanzare la<br />
convinzione che buona parte<br />
delle conoscenze proprie<br />
del nutrizionista che si occupa<br />
di bovine da latte possa<br />
essere trasferita con successo<br />
anche a chi si occupa della<br />
produzione di biogas.<br />
L’obiettivo della ricerca che<br />
stiamo conducendo insieme<br />
a BTS è di poter prevedere la<br />
risposta energetica fornita<br />
dai diversi foraggi immessi<br />
nei digestori, sulla base della<br />
loro composizione, in<br />
maniera dinamica e cioè nel<br />
corso del processo. Il rumine<br />
della bovina può essere considerato<br />
un grande digestore<br />
dove decine di tonnellate<br />
di batteri di diverse specie<br />
operano incessantemente.<br />
Una componente fondamentale<br />
dei vegetali utilizzati<br />
nell’alimentazione zootecnica<br />
ma anche nei digestori<br />
per la produzione di<br />
biogas, è la fibra. La fibra<br />
non può essere digerita<br />
direttamente dagli animali<br />
ma viene attaccata da<br />
microrganismi che vivono in<br />
speciali camere fermentative<br />
naturali, il rumine e l’intestino,<br />
e da questa viene ricavata<br />
energia che svolge ruoli<br />
dietetici insostituibili. Il processo<br />
di digestione della<br />
fibra da parte dei batteri è<br />
lungo e laborioso ed inizia<br />
dall’interno della cellula,<br />
dove i batteri secernono<br />
enzimi che liberano il glucosio<br />
da pectina, emicellulosa<br />
e cellulosa. La digestione<br />
viene ostacolata ed inibita<br />
dalla presenza di lignina,<br />
che è un componente non<br />
digeribile. Poiché nel rumine<br />
e nell’intestino la fibra<br />
viene trattenuta per un tempo<br />
relativamente breve, una<br />
parte della fibra non viene<br />
digerita. La lignina è componente<br />
essenziale delle<br />
piante ed aumenta la sua<br />
presenza nei tessuti man<br />
mano che avanza la maturità<br />
della coltura, con un<br />
allungamento dei tempi di<br />
digestione. La lignina non<br />
viene digerita dai batteri ma<br />
si lega a cellulosa ed emicel-<br />
[ INFOBIOGAS ]<br />
[ DI ANDREA FORMIGONI* ] [ TAB. 1 - RAPPORTI FRA LIGNINA E NDF INDIGE-<br />
RIBILE (INDF) IN ALCUNI ELEMENTI<br />
*Università di Bologna<br />
N°<br />
MEDIA<br />
INDF/LIGNINA<br />
MIN. MAX.<br />
Buccetta soia 4 0,97 0,56 1,46<br />
Polpe bietola 4 0,71 0,64 0,84<br />
Cruscami 4 2,88 2,82 2,93<br />
Farinaccio grano 4 2.24 1,7 2,61<br />
Medica 20 2,5 1,93 2,92<br />
Fieno misto 3 2,75 2,57 2,99<br />
Loietto 1 3,17 .. ..<br />
Silomais 10 3,64 2,8 4,83<br />
Triticale<br />
(Dimorfipa, 2010)<br />
10 3,63 2,31 4,15<br />
[ TAB. 2 - LIGNINA & FIBRA INDIGERIBILE<br />
NDF<br />
%<br />
LIGNINA<br />
%<br />
INDF/<br />
LIGNINA<br />
INDF<br />
%<br />
DNDF<br />
%<br />
DNDF/NDF<br />
%<br />
45 2,5 3 7,5 37,5 83,3<br />
45 3,5 3 10,5 34,5 76,7<br />
45 4,5 3 13,5 31,5 70,0<br />
45 3,5 2,8 9,8 35,2 78,2<br />
45 3,5 3,8 13,3 31,7 70,4<br />
45 3,5 4,8 16,8 28,2 62,7<br />
lulosa e così facendo rende<br />
una parte della cellulosa<br />
indigeribile. Nella tabella 1<br />
vengono riportati i dati relativi<br />
alla masticazione e alla<br />
velocità di degradazione<br />
della fibra nei digestori in<br />
confronto con quello che<br />
avviene nei ruminanti. In<br />
definitiva la presenza di<br />
lignina rallenta l’utilizzo di<br />
sostanza organica, non è<br />
digeribile quindi non contribuisce<br />
a produrre metano,<br />
rende indigeribile una parte<br />
più o meno rilevante di fibra<br />
che non contribuirà a formare<br />
metano. Se ad esempio<br />
abbiamo un silomais con il<br />
45% di NDF, il 3,5% di lignina<br />
e un rapporto<br />
iNDF/lignina pari a 4 che<br />
costituisce un fattore di indi-<br />
[ Andrea Formigoni.<br />
geribilità, il 31% della fibra<br />
di quel silomais non può<br />
essere digerita nel fermentatore<br />
e quindi ne abbasserà la<br />
resa in biometano. Nella<br />
tabella 2 si riporta l’esempio<br />
di foraggi che a parità di<br />
NDF presentano valori di<br />
lignina crescenti. Si nota che<br />
la quota di fibra utile e quindi<br />
capace di essere digerita,<br />
varia dall’83,3% al 62,7%<br />
man mano che aumenta il<br />
contenuto di lignina. Per la<br />
corretta stima del potenziale<br />
fermentativo delle fonti<br />
fibrose è necessario tener<br />
conto della lignina e della<br />
quota di fibra ad essa legata<br />
e quindi indigeribile. I batteri<br />
per fermentare al meglio<br />
la fibra debbono essere riforniti<br />
di tutti i nutrienti necessari<br />
e il trattamento fisico<br />
degli alimenti rende più<br />
veloce e completa la degradazione<br />
della fibra, quindi il<br />
galleggiamento nel digestore<br />
con mancato o incompleto<br />
contatto batteri-fibra, rallenta<br />
il processo di fermentazione.<br />
La nostra ricerca<br />
mira a predisporre un<br />
modello per la stima dinamica<br />
della produzione di<br />
energia e della sua economicità<br />
e la valutazione della<br />
sostanza organica fermentescibile<br />
tiene conto dei<br />
seguenti parametri: 1)livelli<br />
di lignina, 2)dell’NDF e delle<br />
proteine non degradabili,<br />
3) crescita batterica, 4) composizione<br />
del digestato.
n. 25/2011 [ INFOBIOGAS ]<br />
13<br />
BIODRY, SISTEMA DI ESSICCAZIONE<br />
CHE VALORIZZA L’AZOTO<br />
[ DI ALESSANDRO CHIUMENTI* ]<br />
Nell’ambito del progetto<br />
RiduCa Reflui finanziato<br />
dalla regione<br />
Veneto e coordinato da<br />
Veneto Agricoltura, si sta<br />
conducendo un monitoraggio<br />
delle tipologie di trattamento<br />
degli effluenti di allevamento<br />
ritenute più significative<br />
nell’ottica del rispetto<br />
della Direttiva Nitrati. Le<br />
soluzioni offerte sono molteplici<br />
e possono essere ricondotte<br />
essenzialmente in tecnologie<br />
distruttive, cioè che<br />
comportano l’allontanamento<br />
dell’azoto dal digestato e<br />
in trattamenti conservativi<br />
che non eliminano l’azoto<br />
ma lo rendono utilizzabile.<br />
L’essiccazione del digestato<br />
in uscita dall’impianto di<br />
biogas può essere considerato<br />
un processo conservativo<br />
dal momento che i nutrienti<br />
vengono conservati negli<br />
output del sistema rappresentati<br />
da una matrice organica<br />
essiccata e da una soluzione<br />
di solfato ammonico.<br />
E’ stato proposto un monitoraggio<br />
del primo impianto<br />
di essiccazione realizzato da<br />
BTS in Italia su scala reale,<br />
nell’azienda Andretta che ha<br />
670 bovini all’ingrasso su<br />
una superficie agricola di 86<br />
ettari. L’impianto di biogas<br />
in funzione viene alimentato<br />
con biomasse e liquami e ha<br />
una potenza di 1.069 kWe.<br />
L’essiccazione del digestato<br />
viene effettuata utilizzando<br />
un sistema a doppio nastro<br />
attraversato da un flusso<br />
d’aria riscaldata con l’ener-<br />
*Università di Udine<br />
[ FIG. 1 - L’ESSICCATOIO ANDRETTA<br />
gia termica recuperata dal<br />
raffreddamento del motore e<br />
dei gas di scarico provenienti<br />
dall’unità di cogenerazione.<br />
L’aria in uscita dal letto<br />
di essiccazione viene sottoposta<br />
a lavaggio con acqua<br />
acidificata con acido solforico<br />
con conseguente produzione<br />
di solfato di ammonio.<br />
L’impianto di essiccazione<br />
monitorato è in grado di<br />
trattare una massa pari a circa<br />
il 47% del digestato prodotto,<br />
cioè circa 12,6 t/giorno<br />
determinando una rimozione<br />
dal flusso principale<br />
del digestato del 47% di azoto<br />
trasferito tal quale princi-<br />
palmente al solido essiccato (<br />
1,2 t/giorno) e al solfato<br />
d’ammonio (0,3 t/giorno). Il<br />
prodotto essiccato è caratterizzato<br />
da un contenuto di<br />
sostanza secca dell’ordine<br />
dell’85-90% con un contenuto<br />
di azoto totale di circa<br />
30g/kg. Il solfato di ammonio<br />
è prodotto in una soluzione<br />
al 35% con un pH pari<br />
a 3-4 ed una concentrazione<br />
di ammonio che può raggiungere<br />
anche 1003. Le<br />
caratteristiche e la quantità<br />
di tale prodotto sono strettamente<br />
legate al tipo di prodotto<br />
trattato, alla qualità<br />
dell’aria esausta e infine alla<br />
[ FIG. 2 - SCHEMA DEL SISTEMA DI ESSICCAMENTO<br />
[ Alessandro Chiumenti.<br />
gestione del sistema di<br />
scrubbing acido. I risultati<br />
del monitoraggio indicano<br />
un efficace abbattimento delle<br />
emissioni di ammoniaca<br />
fino al 90% con scrubber a<br />
potenzialità massima ottenendo<br />
concentrazioni di<br />
ammoniaca nell’aria in uscita<br />
accettabili di 11 mg/m 3<br />
contro valori massimi rilevati<br />
dell’ordine di 50 mg/m 3<br />
con minore utilizzo di acido<br />
solforico. Le soluzioni di<br />
tipo conservativo non determinano<br />
dunque una riduzione<br />
dell’azoto ma una sua<br />
valorizzazione agronomica<br />
attraverso il digestato prodotto<br />
mantenendono il potere<br />
fertilizzante anche se con i<br />
nutrienti suddivisi in prodotti<br />
diversi. Gli output di<br />
questi processi quali ad<br />
esempio il digestato essiccato<br />
e il solfato d’ammonio<br />
ottenuti dall’essiccazione<br />
ovvero il concentrato palabile<br />
dell’evaporazione sotto<br />
vuoto, o ancora le frazioni<br />
solide ottenute da processi<br />
di separazione S/L ed il concentrato<br />
derivante dal trattamento<br />
con membrane, sono<br />
tutti processi da un significativo<br />
contenuto di azoto. Il<br />
potenziale agronomico di<br />
questi prodotti è superiore a<br />
quello del digestato e la<br />
riduzione dei volumi da<br />
gestire rappresenta un vantaggio<br />
notevole. E’ bene<br />
tenere presente che ai fini di<br />
una riduzione effettiva del<br />
carico di azoto una parte di<br />
questi prodotti deve essere<br />
trasferita fuori azienda.
14 n. 25/2011<br />
ANASTRIP, UN METODO<br />
PER TRATTARE IL DIGESTASTO<br />
[ DI UTE BAUERMEISTER* ]<br />
Come il liquame anche il<br />
digestato è un fertilizzante<br />
e contiene perciò<br />
nutrienti molto importanti<br />
che devono essere restituiti<br />
all’agricoltura. Per lo spandimento<br />
del digestato come<br />
fertilizzante bisogna osservare<br />
alcuni aspetti particolari:<br />
Come prima cosa abbiamo<br />
restrizioni legislative.<br />
Vale il divieto di spandimento,<br />
durante l’inverno, quando<br />
non c’è un periodo vegetativo,<br />
quando c’è un eccesso<br />
di spandimento, cioè quando<br />
il terreno è sovraccarico, e<br />
in zone sensibili, p. e. nelle<br />
vicinanze di acque. Per questi<br />
e altri motivi bisogna avere<br />
a disposizioni abbastanza<br />
capacità di stoccaggio. Inoltre<br />
anche la quantità di azoto<br />
fertilizzante è limitata dalle<br />
normative. Sotto questo<br />
punto di vista per un<br />
impianto di biogas da 500<br />
kWel risulta necessaria una<br />
superficie di ca. 300 ha, se si<br />
ha un limite di 170 kg di azoto<br />
per ettaro.<br />
Dopo la seconda coltura in<br />
autunno, quando non si coltiva<br />
più, questo valore si<br />
riduce a 80 kg per ettaro e si<br />
ha la necessità di una superficie<br />
doppia. Il tutto porta a<br />
un alto dispendio aziendale.<br />
Abbiamo si nutrienti preziosi<br />
nel digestato, ma sono presenti<br />
in forma molto diluita.<br />
Azoto, fosforo e potassio<br />
sono presenti da 0,1 a 0,6 %,<br />
il resto è acqua, ma anche<br />
humus prezioso. Il tutto<br />
comporta elevati costi di<br />
*G.N.S. - Germania<br />
smaltimento, elevati costi di<br />
stoccaggio e la trasportabilità<br />
è molto limitata.<br />
Il metodo di strippaggio<br />
ANAStrip ® parte dalla considerazione<br />
che conosciamo<br />
bene le caratteristiche chimiche<br />
del digestato e perciò le<br />
sfruttiamo al meglio. Lavoriamo<br />
con il digestato e non<br />
contro il digestato. Sfruttando<br />
le caratteristiche chimiche<br />
dei digestati si estrae<br />
l‘ammoniaca, con ”condizioni<br />
benevoli“ (ca. 80 °C, 0,5<br />
bar), con calore in eccesso<br />
dei cogeneratori, non utilizziamo<br />
ne vapore di strippaggio,<br />
ne altro mezzo esterno<br />
di strippaggio o di liscive o<br />
acidi. Alla fine produciamo,<br />
utilizzando gesso REA o altri<br />
[ INFOBIOGAS ]<br />
[ FIG. 1 - ESEMPIO DI BILANCIO DI EMISSIONI<br />
Impianto di biogas 500 kW (liquame, materia prima rinnovabile)<br />
tipi di gesso al posto di acido<br />
solforico, una soluzione di<br />
fertilizzante concentrato di<br />
solfato d‘ammonio (max. 8<br />
% N e 9 % S) e un fertilizzante<br />
solido di calcio di carbonato<br />
(> 70 % SS). I prodotti<br />
sono fertilizzanti trasportabili.<br />
Rimane anche un fertilizzante<br />
liquido, con azoto<br />
ridotto e con valore fertilizzante.<br />
Nella figura 1 ci riferiamo<br />
all’esempio di un<br />
impianto industriale di riferimento<br />
per il metodo ANA-<br />
Strip ® . Si tratta di un impianto<br />
di biogas da 500 MW vicino<br />
a Brema Qual è l’aspetto<br />
del digestato dopo il trattamento?<br />
Non cambia molto, a<br />
parte l’ammonio, che diminuisce<br />
dell’80%. L’azoto<br />
[ FIG. 2 - SISTEMA GNS DI GASSIFICAZIONE<br />
DI BIOMASSA PER UNA MODULA DA 500 Kwel<br />
[ Ute Bauermeister.<br />
totale viene abbassato a 130<br />
mg/l, il CSB a 3.000 mg/l.<br />
Grazie al metodo si evitano<br />
le inibizioni fermentative. Lo<br />
abbiamo provato in un fermentatore<br />
da laboratorio. Si<br />
comincia con un alto contenuto<br />
di ammonio, che viene<br />
abbassato a 2 g/l tramite il<br />
ricircolo giornaliero di digestato<br />
strippato. La pollina è<br />
stata aumentata nella stessa<br />
misura fino a raggiungere il<br />
100 %. Abbiamo raggiunto<br />
un aumento della resa del<br />
biogas di ca. 34 %. Attualmente<br />
abbiamo in progettazione<br />
alcuni impianti,<br />
soprattutto con alto contenuto<br />
di pollina. Il metodo<br />
ANAStrip ® può essere utilizzato<br />
anche come componente<br />
centrale di un trattamento<br />
completo. Il metodo ANA-<br />
Strip ® si adatta anche al concetto<br />
di bioraffineria, un collegamento<br />
di vari metodi<br />
per lo sfruttamento totale di<br />
tutti i materiali e di tutto il<br />
calore prodotto. Volendo il<br />
digestato solido può essere<br />
sfruttato anche energeticamente,<br />
p.e. tramite gassificazione.<br />
GNS ha sviluppato un<br />
metodo ottimale per la gassificazione<br />
(processo catalitico-parzialmente<br />
allo termico),<br />
con l’aggiunta di un<br />
catalizzatore si riesce a raggiungere<br />
un’alta efficienza<br />
del gas freddo, un alto potere<br />
calorifico, un’alta purezza<br />
dal gas e un abbassamento<br />
dei costi specifici di investimento.
n. 25/2011 [ INFOBIOGAS ]<br />
15<br />
BIOMETANO, LE ESPERIENZE<br />
NEL TRATTAMENTO DEL BIOGAS<br />
[ DI ULF RICHTER* ]<br />
In Germania ci sono all’incirca<br />
6.000 impianti di biogas.<br />
Finora erano focalizzati<br />
sulla produzione di corrente<br />
e calore tramite cogeneratori.<br />
Il problema è che su<br />
molti impianti manca l’utilizzo<br />
del calore. In Germania<br />
la situazione è simile all’Italia:<br />
abbiamo una rete del gas<br />
ben distribuito su tutto il territorio<br />
nazionale. Ciò permette<br />
l’immissione facile del<br />
gas nella rete. Il gas può<br />
essere trasportato dove ce<br />
n’è bisogno. In Germania<br />
attualmente soffriamo un<br />
po’ a causa del biometano,<br />
per motivi di normative ed<br />
economici. L’obiettivo principale<br />
attuale è lo sfruttamento<br />
del biogas nei cogeneratori<br />
per produrre corrente.<br />
Dal 2010 in Germania c’è<br />
una legge per l’accesso alla<br />
rete del gas (Gasnetzzugangsverordnung),<br />
per facilitare<br />
il compito a chi vuole<br />
immettere il proprio gas nella<br />
rete. In Germania chi<br />
immette il gas paga fino a<br />
250.000 € per l’allacciamento<br />
alla rete del gas, il resto viene<br />
pagato dal gestore della<br />
rete, che però può trasferire i<br />
costi sul consumatore finale.<br />
La legge prevede anche il<br />
limite massimo entro cui il<br />
gestore di rete deve permettere<br />
l’allacciamento. Il<br />
DVGW invece prescrive le<br />
normative tecniche per l’immissione<br />
del gas. Tra queste<br />
per esempio: come devo pretrattare<br />
il biogas per poterlo<br />
immettere in rete. Ci sono<br />
*Malmberg - Svezia<br />
[ FIG. 1 - LAVAGGIO AD ACQUA SOTTO PRESSIONE<br />
Gas greggio<br />
Scambiatore<br />
termico<br />
ancora accese discussioni sul<br />
biogas, i detrattori dicono<br />
che il biogas trattato è troppo<br />
“sporco”, che rovina la<br />
rete del gas. Però anche grazie<br />
a interventi politici si è<br />
sulla buona strada, la situazione<br />
sta migliorando. Non<br />
esiste ancora una legge per<br />
l’immissione del gas nella<br />
rete. Ne stanno discutendo<br />
da un bel po’, vale ancora la<br />
legge per le energie rinnovabili.<br />
Gli interessati in Germana<br />
sono agricoltori, pubbliservizi,<br />
imprese elettriche,<br />
investitori.<br />
Le richieste specifiche al<br />
trattamento del biogas<br />
dipendono dall’ubicazione<br />
dell’impianto, dal tipo di<br />
substrato utilizzato, dal funzionamento<br />
dell’impianto.<br />
Inoltre dipendono dall’utilizzo<br />
e dalla qualità del gas<br />
prodotto. Chiaramente c’è<br />
una differenza delle esigenze,<br />
se il gas viene bruciato<br />
per produrre corrente o se<br />
invece è prevista l’immissione<br />
in rete, o se viene utilizzato<br />
come carburante. In<br />
Germania ci sono due tipi di<br />
rete del gas: la rete del gas-<br />
H (ad alto potere calorifico)<br />
Essiccatoio Biometano<br />
Scambiatore<br />
termico<br />
Colonna<br />
flash<br />
Gas di scarico<br />
Scambiatore<br />
termico<br />
Soffiante Compressore Assorbimento Ventilatore Desorbimento Pompa per l’acqua<br />
e la rete del gas-L (a basso<br />
potere calorifico).<br />
Ci sono vari metodi di trattamento<br />
del biogas: - Adsorbimento<br />
dell‘oscillazione di<br />
pressione; Lavaggio ad<br />
acqua sotto pressione; -<br />
Lavaggio fisico con solventi<br />
organici; - Lavaggio chimico;<br />
- Metodo di separazione<br />
tramite membrane; - Metodi<br />
criogenici.<br />
Il metodo proprio di Malmberg<br />
consiste nel lavaggio<br />
ad acqua sotto pressione.<br />
Il gas arriva dall’impianto<br />
di biogas. La desolforazione<br />
serve soltanto per<br />
rimanere entro certi parametri<br />
di emissioni dei gas di<br />
scarico. Si arriva fino a 200 –<br />
300 ppm di acido solfidrico.<br />
Il gas arriva con una leggera<br />
sovrappressione fino a ca.<br />
20 – 50 mbar, poi avviene<br />
una compressione e un raffreddamento.<br />
Il gas giunge<br />
alla colonna di assorbimento,<br />
che, a seconda dell’impianto<br />
è alta tra 10 e 20 m, è<br />
riempita con materiale sintetico<br />
e l’acqua percorre la<br />
colonna nel senso opposto.<br />
Con l’acqua sotto pressione<br />
sciogliamo CO2 (come in<br />
[ Ulf Richter.<br />
una bottiglia di acqua minerale)<br />
e anche l’acido solfidrico,<br />
se c’è. Alla testa della<br />
colonna abbiamo un gas di<br />
prodotto con 96 – 99 % di<br />
metano, a seconda di come<br />
gestiamo il processo. Dipende<br />
anche da quanto azoto e<br />
ossigeno sono contenuti. Il<br />
gas poi attraversa una fase<br />
di asciugamento/essiccazione,<br />
dove raggiungiamo<br />
punti di rugiada di -60, - 80<br />
°C. Poi segue un’analisi del<br />
gas. Se il gas corrisponde<br />
alle esigenze della rete il gas<br />
viene ceduto alla rete, altrimenti<br />
ripercorre il processo.<br />
Ci sono compressori che<br />
portano il gas a 250 bar. Poi<br />
il gas raggiunge o i contenitori<br />
per l’immagazzinamento<br />
o un dispenser per la<br />
distribuzione o viene<br />
immesso direttamente nei<br />
veicoli. Il nostro concetto<br />
prevede impianti standard,<br />
costruiti in forma modulare.<br />
Sono facili da costruire,<br />
dopo 1-2 settimane si possono<br />
mettere in funzione. Più<br />
grande è l’impianto e più si<br />
abbassano i costi per il trattamento<br />
del gas greggio.<br />
Con lo stato attuale è più<br />
sensato avere impianti di<br />
una certa dimensione. I<br />
mezzi di produzione: in<br />
dipendenza dalla stagione<br />
si ha bisogno di più o meno<br />
energia elettrica - ca. 0,20 –<br />
0,30* kWh/Nm 3 gas greggio<br />
(*sistema con recupero di<br />
calore), per compressione,<br />
ciclo dell’acqua, raffreddamento.
B.T.S. Italia Srl<br />
Via S. Lorenzo, 34 I-39031 Brunico (BZ)<br />
T +39 0474 37 01 19 - F +39 0474 55 28 36<br />
Sede Operativa e Laboratorio<br />
Via Bachelet 21<br />
I-46047 Porto Mantovano (MN)<br />
www.bts-biogas.com<br />
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